domenica 28 settembre 2008

Customer in-satisfaction

Harley Davidson ha una potenza del marchio invidiabile.
Un valore enorme, andando ben oltre gli evangelisti, con gente che si fa tatuare il marchio.

Naturalmente in casi come questi va posta una attenzione molto grande verso il "cliente".
Da venticinque anni HD ha creato una organizzazione che si occupa di coordinare i suoi evangelisti: la HOG (Harley Owners Group) che conta, nel mondo, la bellezza di 1.000.000 (un milione) di soci, cosa che la dice già lunga sulla potenza di un marchio eletto a stile di vita.

Dal punto di vista aziendale è evidente che Hog è una grande organizzazione di CRM.

Nello scorso week end la Hog ha organizzato il raduno europeo in Italia sul lago di Garda.

Da appassionato di HD e membro dell'Hog partecipante all'evento posso dire che peggio di così molto molto difficilmente avrebbero potuto fare.
Facendo adirare non pochi evangelisti (e un evangelista incavolato può facilmente diventare un nemico).

Non una frccia per raggiungere il posto, security di maleducatissimi inglesi che parlavano solo inglese (ho capito che è un incontro internazionale, ma se sono in Italia perché devo parlare inglese anche se lo so?), procedure di ingresso pessime, biglietti carissimi (85 Euro) per entrare in un'area dove c'era poi poco o nulla, impossibilità di comperare il materiale dell'evento se non pre-registrati.
Insomma a mio parere un disastro.

L'impressione è che anche la Hog da CRM si sia trasformato in un centro di profitto, cosa secondo me estremamente pericolosa.
Trasformare in un centro di profitto la funzione di fidelizzazione del cliente vuol dire portare lo spolpamento dello stesso all'estremo, con grossi rischi per le strategie a medio termine.

Cosa ne dicono i miei amici marchettari (spero che qualcuno mi legga ancora)?

mercoledì 24 settembre 2008

Largo ai giovani

Mentre ero sul divano a navigare col PC c'era chi faceva zapping.

E ho scoperto con terrore che la signora qui rappresentata è la novità RAI per l'autunno...

Controllori

Nelle società di diritto privato un ruolo molto importante di controllo è affidato al collegio sindacale.

Chi ha vissuto un po' in mezzo alla politica conosce bene i metodi di nomina dei collegi sindacali delle società controllate da comuni, fondazioni enti pubblici.

Spesso ci sono CdA di enti che non prevedono emolumenti, che sono sempre dovuti invece in caso di collegio sindacale.

Col risultato che spesso degli asini assoluti diventano (teoricamente) controllori dell'operato dei referenti di chi li ha nominati.
Asini assoluti che fanno il commercialista di nome ma in effetti fanno prevalentemente i politici.
Nota bene che siccome vale per le fondazioni, in molti casi vale anche per le piccole banche.

Così, a sensazione, secondo voi sono dei controllori efficaci ed efficienti?

lunedì 22 settembre 2008

Remare contro

Alitalia I piloti: «Noi pressati, rischio incidenti» - Corriere della Sera: "I piloti: «Noi pressati, rischio incidenti»"

Comincio a pensare che i piloti vogliano rilevare l'Alitalia per una ciocca di peperoni.
Già c'è il rischio che tra qualche giorno levino l'autorizzazione.
Dopo questa bella uscita chi più prenderà un volo Alitalia?

Accelerando solo la fine.

Essere liquidi

Siamo in un momento importante per chi non ha dissipato, non si è indebitato, e ha mantenuto un certo equilibrio finanziario (personale o aziendale).

Con le crisi di liquidità se uno ha voglia e capacità di solito ci sono in giro ottime occasioni.

Sia essa la nuova casa, il nuovo macchinario o l'acquisizione di una società.

E' il momento di pensare di investire.
Inutile aspettare la ripresa, a quel punto è tardi e vincerà chi ha investito e innovato oggi.

domenica 21 settembre 2008

Regole

Nulla di nuovo, alcune cose sono note da sempre.
Ma se qualcosa la situazione dei mercati ci ha insegnato è che il liberismo sfrenato e senza regole non porta da nessuna parte.

Le regole devono esserci. E i primi a volerle sono gli imprenditori seri.

Semmai il problema è che le regole devono essere chiare, credibili (e non sempre vale per i signori qui di fianco) e deve esserci qualcuno che controlla la sostanza e non la forma.

Non a caso per salvarsi i sopravvissuti si assoggetteranno alle regole delle banche normali.
L'assurdo è che chi aveva rischi maggiori delle banche "normali" non avesse regole.

Poi in Italia la cosa è declinata al contrario, non con i divieti ma con i permessi (non è libero ciò che non è vietato ma non è vietato ciò che è permesso) che costituisce un freno per l'economia reale e forse in questo caso un poco (ma vedremo prossimamente) ci ha salvaguardati.
Certo, qui il vero problema è quello dei controlli di sostanza e non di forma.
Finché avremo una burocrazia che si ostina a controllare se manca il timbro e non guarda la congruità delle cose non ci staccheremo mai dall'Africa (con il massimo rispetto per gli africani...)

venerdì 19 settembre 2008

Non è roba da ragazzine

Fare il mio mestiere non è roba da ragazzine (con rispetto del Presidente di Confindustria).

Difficile, molto difficile, ci sono situazioni nelle quali occorre far convivere etica personale e aziendale.
Licenziare (o non confermare) se non gli stagionali è sempre un fallimento, il fallimento di un progetto, della scelta di una persona. E questo è già una cosa non piacevole.

A maggiore ragione quando ci si trova davanti a persone in difficoltà economica o personale, o che lo andranno in questa situazione.
Spesso svantaggiate e di basso livello, tipo produzione basic o servizi di pulizia ecc.

E allora ci si trova a combattere tra l'uomo che vorrebbe aiutare la signora delle pulizie nella sua difficile situazione e l'imprenditore che porta sulle spalle la responsabilità del buon andamento aziendale e sa che la situazione non è accettabile.

Con i conseguenti dubbi esistenziali.
Purtroppo per fare questo mestiere occorre tenere ben presente che solo in minima parte l'azienda si può comportare come se fosse un ente di beneficenza.
Ma non può essere regola.
Nonostante la sofferenza dell'uomo.

Falchi e fisica

il VELINO Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale: "“nonostante le pressioni dei falchi di Federmeccanica”"

Fiom si lamenta che il documento Confindustria è stato scritto sotto dettatura dei falchi di Federmeccanica.

Non sono molto esperto di fisica ma da quanto so in meccanica (o federmeccanica che dir si voglia :-) ) Legge III Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Quindi non va dimenticato che un certo radicalismo nelle posizioni di Federmeccanica è dovuto al fatto di trovarsi davanti quei simpatici giovanotti (che vivono in un universo parallelo pieno di bandiere rosse e di salari variabile indipendente) della Fiom.

Il bravo Berlusconi

Missione compiuta.

Abbiamo fato di tutto per salvare Alitalia, la cordata c'era.
Ma l'intransigenza di CGIL e piloti non ce l'hanno permesso.
Prendetevela con i sindacati.

Questo il messaggio oggi spendibile.
Senza grandi traumi con la buona parte dell'Italia ormai con la bava alla bocca che spera solo (provate a parlare con chi incontrate...) che Alitalia fallisca e li mandino a casa tutti.

E il livello di arroganza e di credersi intoccabili dei dipendenti Alitalia è ben rappresentato dal tripudio di gioia seguito all'annuncio che CAI ritirava l'offerta.

Doti dei manager

Più megamanager e dirigenti conosco, provenienti da grandi aziende, anche di successo e più mi convinco che non farei mai carriera.

Dalla mia esperienza comincio a pensare che leccaculismo e serpentaggine siano doti più sviluppate e necessarie che non le capacità di lavoro.

Che per la maggior parte più che "fare team" l'obiettivo è "fare gruppo" con il fine di crearsi il proprio gruppetto di portaborse ed emissari che permettano di tenere sotto controllo il tutto.

E mi sento sempre più una mosca bianca.

mercoledì 17 settembre 2008

Periodo


Visto il periodo che sto passando passerò dalla serie 5 alla serie 3.
La pubblicità mi pare adeguata.

Roba che si tocca

L'avranno detto in mille, ma questo blog non ha la pretesa dell'originalità, solo di mettere in piazza i pensieri di chi lo scrive.

La mia speranza è che questa enorme crisi che stiamo affrontando (è notizia di oggi che sia pure parzialmente ci siamo dentro tutti come stato, fondi pensione ecc) faccia ritornare con i piedi per terra chi si era ubriacato.

Per un certo periodo si è parlato molto di servizi, economia dematerializzata, vivere di trading. Abbiamo visto ragazzini diventare enormemente ricchi perché passavano i giorni davanti al computer di banche d'investimento a vendere e comperare muovendo enormi quantità di denaro.

Prodotti sempre più complessi, come i derivati, tanto complessi che neppure chi li emetteva ci capiva più qualcosa.

E intanto milioni di metalmeccanici, tessili ecc a usar le mani sentendosi un pezzo di antiquariato.

Con quei ragazzini che, in massimo spregio per i lavoratori, facevano salire le quotazioni delle aziende quando licenziavano.

Sarò all'antica, ma per me un'automobile, un vestito, un mobile continua a valere più di un pezzo di carta di pari valore. Vendere qualcosa di tangibile (o servizi misurabili) più che piazzare un derivato o un castello di carta.

Non nascondo che in fondo un piccolo impeto di gioia da rivincita viene a noi desueti vedendo i golden boy della finanza uscirsene mogi con la loro scatola dall'ufficio.
L'unico rimpianto è che chi ha costruito davvero quei castelli che stanno crollando non verrà mai chiamato a risponderne.

Forse si tornerà a parlare, finalmente, di mercati e prodotti.

martedì 16 settembre 2008

Cori da stadio

Se ho sentito bene ieri sera in un tg un corteo di cameriere volanti Alitalia urlava una cosa tipo "da domani tutti in treno".

Capisco la nostalgia per il monopolio milano-roma che permetteva di coprire una gestione fallimentare.
Ma vorrei ricordare che ci sono molte altre compagnie aeree che si possono usare.

A meno che non ce l'avessero con i nostri politici che, fallita Alitalia, va a finire che si devono pagare i biglietti aerei come le persone normali.

Segnali deboli

Le case di investimento e di rating, si sa, sono particolarmente attente ai segnali deboli provenienti dal mercato.

Dopo l'abbassamento del rating su Lehman Bros di ieri pare che oggi la maggior parte delle case di investimento emetteranno un verdetto Sell.
Alcune non oseranno contrariare il cliente e usciranno con un Hold.

lunedì 15 settembre 2008

Capitale di rischio

Per chi fa il mio mestiere è abbastanza scontato.
Molti investitori invece purtroppo si illudono o pensano che investire in capitale di rischio, quali sono le quote di società, comperate attraverso la borsa o direttamente sia indolore.

Si chiama capitale di rischio perché il rischio è di perderlo tutto.

Quindi inutile fare i furbi e gli speculatori (come quelli che han fatto trading sulla morente Alitalia) e poi gridare allo scandalo e alla protezione dei "poveri investitori".

Adesso la valanga bancaria va avanti. E non tutte potranno essere salvate.

Usciranno gli sciacalli a mangiarsi i resti, come sempre capita, non temete.

Ma ricordate si chiama capitale di rischio.
Ed è il motivo per il quale (se va bene) io guadagno molto di più dei miei collaboratori.
Perché io rischio tutto.

domenica 14 settembre 2008

Grandi e piccoli

Parliamo di lavoro e di crisi industriali.
Una delle cose che si notano di più per chi fa il mio mestiere è lo squilibrio tra grandi e piccoli e tra settori coperti dai media e non.

Lungi da me il pensare che la crisi di un'azienda artigiana da dieci persone possa avere la copertura giornalistica di Alitalia.
Ma ci sono settori che sono di gran moda per i media, spesso perché settori ad alta intensità di "raccomandazione" (come il giornalismo) e quindi siccome poi alla fine gli amici degli amici sono sempre quelli finisce che parlando sempre tra di loro certe situazioni hanno maggiore evidenza che altre.

Ecco allora le tirate sulla situazione della Rai fatte dai TG, piuttosto che Alitalia (da sempre, non solo oggi), scuola poste o ferrovie.
Intanto centinaia o migliaia di aziende falliscono magari non per colpa loro ma perché il governo è un pessimo pagatore, ma di quelle persone non interessa a nessuno.
Così come nessuno è interessato alle migliaia di bancari dopo le fusioni o degli informatori scientifici dopo la sostanziale distruzione per via legislativa del sistema distributivo dell'industria farmaceutica.
L'azienda da 50 persone che chiude suscita qualche clamore sul giornaletto locale.

Nessuno che si occupi del fatto che avere una pubblica amministrazione inefficiente uccide ogni anno (o non fa arrivare) migliaia e migliaia di posti di lavoro.
Che leggi e regolamenti assurdi non permettono l'emersione di lavoro nero.
Che l'articolo diciotto è il più grosso amico del precariato (so già la risposta, ma non è vero, che senza l'art.18 saremmo tutti precari).

Tutti a parlare dei "poveri lavoratori" mai nessuno che parli dei poveri artigiani o negozianti che non ce la fanno. Tanto quelli sono degli evasori. E se il mercato li ha puniti è perché erano incapaci.

Vero ma anche i lavoratori potrebbero aver contribuito al fallimento dell'azienda in cui lavorano. E Alitalia ne è un esempio.
Non a caso spessissimo appena un'azienda comincia ad andare male le persone capaci la abbandonano. E quelli che restano spesso sono i più deboli come capacità o i fannulloni.

giovedì 11 settembre 2008

11 settembre


Un avvenimento è tanto importante quanto ci si ricorda tutto del momento.
Ero in ufficio, a Bergamo, in riunione.
In una pausa decisi di dare un'occhiata alla borsa: crollo incredibile...
Aprii corriere.it.
E scoprii quello che era successo.

Pochi istanti per rendermi conto che mia nipote era a NY.
E per pregare che non avesse proprio quel giorno deciso di visitare le torri, come avevo fatto io tanti anni prima.

C'mon rise up
!

mercoledì 10 settembre 2008

Migliore marketing

Ecco perché poi ci sono differenze tra le compagnie aeree.

Soliti problemi di Marketing e profilazione dei consumatori.

Mentre Alitalia col suo programma millemiglia mi manda un'offerta entro l'8 Settembre (data adatta alla compagnia) oggi ricevo dai crucchi:

Scopra le più affascinanti regioni vinicole in Europa - con Lufthansa

Che nel mio caso è certamente più appetibile ;-)

martedì 9 settembre 2008

Profondamente maschilisti

A parole il mondo è pieno di persone per i pari diritti.

Poi il tic viene fuori appena si parla di una donna.
E per primi tra le persone di sinistra che dovrebbero essere i migliori.

Tralascio la Guzzanti, alla quale le droghe hanno probabilmente fulminato il cervello, e le sue scurilità.

Dimenticando che anche tra di loro ci fu chi portò tra i protagonisti della politica la propria amante.

Ma moltissime volte appena si parla di ministre scatta il preconcetto che siccome una è donna, e magari carina (o devono essere solo come la Turco o la Bindi?) allora diventa una serie di "si, però" infinita.

Allora la Gelmini non va bene, la Prestigiacomo neppure, la Carfagna non parliamone che sa solo fare i lavoretti al Berluska, la Meloni è inadeguata ecc.
Senza contare poi che prima si chiede lo svecchiamento e poi si contestano i "giovani inesperti".

Insomma, a parole. A parole siamo tutti buoni.
Un po' come gli stranieri, che noi non siamo razzisti basta che non vengano ad abitare nell'appartamento di fianco al nostro.

Posso dirlo? Che palle!
Quando misureremo le persone per quello che fanno?

A me piace ad esempio il tentativo della Gelmini di riportare un po' d'ordine nella nostra scuola distrutta dal 1968 e dai sessantottini.
E ho avuto modo tanti tanti anni fa di conoscere la Prestigiacomo come persona volenterosa e capace.

Anche questa sarebbe meritocrazia. Parola sconosciuta ai più in Italia.

Tutti uguali

Alla fine anche i liberisti USA e, non dimentichiamolo, gli Inglesi (normalmente ancora più liberisti) applicano quei metodi "latini" tanto esecrati normalmente dai loro soloni.
E nazionalizzano aziende private destinate al fallimento.

Lo stato interviene a salvare banche decotte che si sono affossate per ingordigia.

Mi piacerebbe che però adesso ci fosse una azione di rivalsa verso chi (amministratori, venditori, responsabili) ha gonfiato, in cambio di sicuramente elevati bonus, il pallone che poi è diventato talmente inconsistente da diventare una bolla ed esplodere malamente.

E come al solito paga "il popolo" cioè tutti, cioè nessuno.

E mentre alcuni se la spassano con i bonus guadagnati la solita provvidenza si occupa di non far saltare in aria tutto.

Abbiamo l'abitudine di parlar male dell'Italia, ma come vedete siamo in pessima compagnia.

Con lo sguardo verso il futuro

Un paese con lo sguardo rivolto stabilmente ed indiscutibilmente al futuro: quello dove le prime pagine dei giornali sono occupate dalle polemiche sulla Repubblica di Salò ed il Fascismo.

Per i prossimi giorni mi aspetto polemiche su Garibaldi e Cavour.

Infatti anche in USA in questi giorni sono in corso feroci polemiche sulla guerra di secessione...

giovedì 4 settembre 2008

Fino all'8 settembre

Ricevo dal programma Millemiglia:

fino all'8 settembre
approfitti delle nostre offerte. Potrà volare in Italia e nel mondo a partire dal 9 settembre.


Ma siamo sicuri che poi si possa partire?
E comunque per il momento l'orizzonte temporale è di ben 4 giorni...