venerdì 31 luglio 2009

L'attesa

Ultimo giorno in città.

Il mitico 31 Luglio è arrivato, quest'anno di Venerdì.
Sabato 1 Agosto. Un mito, praticamente.
Da domani l'Italia è (quasi tutta) chiusa per ferie.

Ma il mondo industriale è in attesa, molte domande si accavallano.

Quanti riapriranno a settembre? Quanti torneranno e si troveranno senza un lavoro?
Le aziende (soprattutto le PMI) per la maggior parte, ad oggi, hanno tenuto duro, sfruttando ferie residue, manutenzioni straordinarie, CIG, e ogni trucco per tenersi stretti i collaboratori con tanti sforzi cresciuti e formati.

Ma il gioco non può durare all'infinito.
Molti settori sono stati in caduta libera nell'ultimo semestre. Poi una ripresa piccina piccina.
Ivolumi di un paio di anni fa sono lontanissimi.
E qui sta il problema.

Nella maggior parte dei casi le aziende stanno cercando di capire dove si stabilizzerà la produzione per avviare il processo di adeguamento della struttura ai nuovi volumi produttivi.
Sarà qualcosa di traumatico e doloroso. Con forti implicazioni sociali.
Ed è ciò che ci aspetta al rientro.

Senza contare tutte quelle aziende che hanno proprio finito i soldi e quindi non riusciranno a sopravvivere per asfissia finanziaria.

Questo post partecipa alla campagna "siccome non vado in ferie cerco di rovinarvi le vostre"

mercoledì 15 luglio 2009

Politica operativa

Windows - PDL
Nessuno lo ama, nessuno ne parla bene, monopolista.
Ma alla fine quasi tutti lo usano (tappandosi il naso) per necessità o convenienza ed è in larga maggioranza.
Guidato da un signore ricchissimo.

MAC- PD
Chi lo ha si sente parte di una elite, migliore, diventa un po' puzzone e guarda gli altri dall'alto al basso.
E non capisce perché non lo adottino tutti.
Ma nonostante tutti gli sforzi rimane elitario e pur con buoni numeri, minoranza.

IPHONE - Lega
Fa finta di non essere un computer ma lo è.
In forte crescita e con un grande leader carismatico mezzo malato.
Chi lo ha ne è fan sfegatato e probabilmente non lo cambierebbe mai con niente altro.
Il suo segreto, nonostante certe ruvidezze che lo fanno odiare da alcuni, è che nell'uso quotidiano quasi mai delude.

UBUNTU- Radicali
Piccolo, veloce, libero, aperto, gratuito, senza preconcetti.
Ma mal si collega con gli altri ed è a volte complicato da capire e da utilizzare.
Chi lo ha ne diventa un fan sfegatato. gioendo un poco del suo essere elitario e adattabile.
Ma nonostante le potenzialità resta inchiodato ad una quota infinitesimale del mercato.

MAINFRAME IBM - IDV
Populista, in numero di utenti utilizzatori è alto.
Ma resta vecchio, poco adatto ai tempi che viviamo, vorrebbe avere il monopolio togliendosi dalle palle tutti gli altri che sono una inutile complicazione.
Non parla con nessuno e va per la sua strada.

DISTRIBUZIONI LINUX- Sinistra radicale
Ognuno vuole la sua ce ne sono tante da non capirsi più nulla.
Cambiano continuamente e clonano continuamente separandosi e dando vita a nuove distribuzioni facendo morire le vecchie.
Il massimo della elite. Il loro ideale è il sistema operativo personale, ognuno il suo, taylor made.
Solo che a furia di separarsi nessuno poi ha numeri decenti.


NB chi scrive ha una macchina Ubuntu e gli capita di usare Windows.

martedì 14 luglio 2009

Sedotti e abbandonati

Dopo averli irretiti per giorni i blogger scioperano e nessuno se li fila, neppure uno straccio di trafiletto su repubblica.it

Dimostrazione che la blogobolla conta niente.
Se la suonano e raccontano in quattro gatti.
Anch'io eh, ma almeno lo so.

Ore 12:40 Update

dimenticavo che i giornalisti si svegliano sul tardi con comodo.
finalmente è spuntata un'articolessa.

Da dentro o dal colle?

Da sempre una delle decisioni da prendere quando si combatte una battaglia è se farlo da "dentro" il sistema o da fuori.
Questo post nasce dall0 "sciopero dei blogger" odierno ma da mille altre volte in cui ho dovuto prendere questa decisione.

Fin da ragazzi, in compagnia, c'era sempre il tipo che continuava a dire "facciamo qualcosa" e quando gli chiedevi "cosa?" la risposta era "boh, basta che facciamo qualcosa".

Personalmente ho sempre preferito combattere da dentro, il sistema, fosse i Confindustria nelle varie sedi, in politica o in mille altre cose.
Mi è anche capitato, quando per ragioni di opportunità pensavo fosse meglio, di dare le dimissioni. Ma anche da fuori se avevo (ho) qualcosa da dire mando in modo trasparente le mie proposte, altrimenti cerco di non fare il grillo parlante dal colle.

Certo il mondo è pieno di persone che sparano sentenze sul lavoro degli altri ma come Wolly personalmente preferisco chi come Marco Camisani Calzolari e Stefano Quintarelli o altri (citateli nei commenti grazie) cerca di intervenire su chi decide, su chi ha la possibilità di cambiare le cose con proposte concrete rispetto a chi fa lo "sciopero". E' una operazione culturale che porta anche frutti a medio termine.

E' vero che ci sono probabilmente dei problemi di interpretazione della legge, ma è anche vero che va regolamentato, estendendolo al web, il problema delle notizie false.

E non dico che non si può, anzi, deve, criticare.

Ma è sempre molto facile (anche in azienda) criticare il lavoro degli altri. E' innegabile: chi fa prende dei rischi e può sbagliare.
Chi commenta tutto avrà sempre un minimo ragione, qualcosa c'è sempre che va male.
Io però ho un'altra idea della funzione di chi vuol farsi promotore di iniziative:

Il mondo si cambia con proposte concrete sulle quali aggregare il consenso.
E per farlo occorre intervenire costruttivamente là dove si decide.

lunedì 13 luglio 2009

Effetti collaterali

Da sempre sostengo che il problema non sono le aziende che chiudono, il mercato fa selezione e le aziende, come le persone, possono avere un ciclo di vita e morire.
Il problema sono le aziende che non nascono e che non crescono.

E' uno degli effetti collaterali della globalizzazione.
Mi vengono in mente due ragioni:
una volta molte aziende nascevano da persone brave e intraprendenti che uscivano dall'azienda e (outsourcing ante litteram) ne diventavano fornitori.
una volta per mettere su l'aziendina con qualche risparmio, qualche cambiale e magari l'aiuto dei parenti ce la facevi.

La globalizzazione ha reso tutto difficile.
L'outsourcing ormai spessissimo si fa comperando dall'altra parte del mondo in paesi dove la mano d'opera costa poco proprio per eliminare l'operaio bravo (quindi costoso) che non solo non fa 'azienda ma resta disoccupato (grande spreco di risorse per la società).
Per far partire un'azienda oggi tra attrezzature, complicazioni burocrazia e necessità di strutturarsi in un certo modo ci vogliono un sacco di soldi.

Restano le aziende fondate da manager o gestori tecnici o commerciali (spesso gemmazioni che avvenivano anche anni fa) ma ormai molti pensano che sia meglio far carriera in una multinazionale che rischiare in proprio.

giovedì 9 luglio 2009

Istinto primordiale

Sei in una di quelle strade di paese strette dietro al solito cinghialino (auto nera piccola, modello vorrei ma non posso) occhiale da sole enorme, orecchino.

Al giallo (lontano) accelera e passa con un rosso pieno a una velocità alta.

Da destra, dopo qualche istante (per fortuna è prudente), vedi spuntare l'auto di tua figlia. E ti viene un tuffo al cuore.

Vincere l'istinto primordiale è non scendere e riempire il truzzo di botte quando tu, in moto, lo trovi inevitabilmente fermo al semaforo successivo.

martedì 7 luglio 2009

Libertà di movimento/2

Triste, molto triste.

Oggi si parlava di business, investimenti, mercato e spazi per fare cose.
E siamo d'accordo con un potenziale partner che c'è spazio per fare belle cose in una zona del sud.

Ma...

Ma ambedue siamo concordi di informarci.
Se si "paga" o no in quella zona.

E se si paga ce ne terremo lontani.
Contribuendo ad un piccolo passo indietro del mercato, della crescita e della creazione di lavoro ed iniziative nella nostra Italia.

Libertà di movimento

Chi mi legge sa che cito spesso detti e proverbi.

Le colpe dei padri ricadono sui figli.

L'attuale crisi economica, ne abbiamo parlato tante volte, richiede un forte intervento del pubblico nell'economia.
Siamo vicinissimi al disastro sociale che un innalzamento della disoccupazione senza prospettive potrebbe portare.

Quindi proprio in una fase come questa sono facilitate le formiche rispetto alle cicale: velocità di movimento, disponibilità economica sono di grande aiuto.

Ma noi abbiamo già sulle spalle un enorme debito pubblico (gli altri ci stanno raggiungendo con ampie falcate).
E come Atlante, schiacciati dal peso, ci muoviamo lentamente e speriamo di venircene fuori con qualche pannicello caldo o interventi spot a costo quasi zero.

Teniamolo presente quando ragioniamo sulla situazione. Qualcuno quel masso l'ha costruito.
E spesso abbiamo contribuito tutti, ognuno con la sua piccola fetta di interesse.

lunedì 6 luglio 2009

Setacci


Un mio messaggio su Twitter ha portato ad una discussione sul tema immigrazione in FF.
Nei giorni scorsi si è lungamente discusso in FF anche sul tema dei limiti di velocità.

Queste cose mi fanno pensare a quanto oggi sia complessa la società, essendo tutti informati. Lo è sempre stata, ma forse una volta la gente era meno informata.

Governare la complessità con le leggi è cosa improba. Ci sono interessi contrastanti continui.
Ad esempio la voglia di tranquillità degli abitanti di certe zone e la necessità di avere nelle città luoghi di aggregazione. Per contro le zone non frequentate perché non ci sono i locali presentano poi il problema della sicurezza e della gente che dice che non c'è neppure un bar aperto.
I grandi eventi e i problemi che portano, salvo poi lamentarsi che non si fa mai nulla.
Insomma interessi contrastanti anche per le stesse persone: l'appassionato di calcio magari non vuole concerti a San Siro, l'appassionato di concerti che odia il calcio dice "perché loro si io no?".
Vogliamo i parcheggi ma non i box sotto casa.
Vogliamo il verde e dimentichiamo quanto lavoro comporta (con relativi costi) poi la manutenzione, e magari parcheggiamo l'auto nell'aiuola e gettiamo i rifiuti nel giardinetto.

L'esempio dell'immigrazione è uno dei più attuali.
- si le immigrate che fanno le badati no le prostitute
- si gli immigrati ingegneri e che lavorano no i delinquenti

Le leggi, in uno stato serio, sono poche, chiare applicabili e applicate. Esattamente l'opposto che da noi.
Perché devo sentire un politico che dice "regolarizziamo le badanti" e se uno ha una persona che lavora in azienda senza permesso di soggiorno va in galera?
I privati sono più uguali degli imprenditori davanti alla legge? Ambedue fanno lavorare qualcuno in nero.
Un po' come le discussioni dell'altro giorno sui limiti di velocità. O ci sono e si rispettano tutti (compreso il 20 all'ora nei cantieri) se no chi decide quale rispettare e quale no?

Sembra facile, ma non lo è.
Come dicevo la società è sempre più complessa, gli interessi divergenti, a volte anche tecnicamente non è facile trovare meccanismi che offrano garanzie e giustizia.
Chi decide che quell'immigrato è utile per la nostra società e l'altro è un delinquente?

Insomma un bel problema.
Non a caso esplodono gli episodi di intransigenza, stiamo purtroppo tornando ad una specie di far west dove troppo spesso la gente si fa giustizia da se. Sta tornando la legge del più forte.
Che per certi versi, nei limiti, non era poi così negativa. Quando ero ragazzo io se facevi stupidate troppo grosse un qualsiasi adulto che ti scopriva ti dava due ceffoni. E se tornavi a casa a lamentarti ne prendevi altri due da papà.
A scuola, nei bar, in giro era tutta una presa in giro, ogni scusa era buona: grasso, magro, alto, basso, gay, sfigato, conquistatore, povero, ricco, moro, biondo, troppi capelli, senza capelli ecc.
Oggi ci sono genitori che denunciano i professori per un brutto voto. Ad ogni presa in giro si invoca il political correct e la discriminazione.
Cresciamo una generazione di inetti iperprotetti. E troppo spesso, purtroppo, leggiamo di ragazzi che fanno follie davanti alle prime difficoltà.

Invece la soluzione è semplice, lì, a portata di mano. Si chiama educazione civica, si chiama rispetto per gli altri, si chiama tolleranza.
E si chiama poche leggi, semplici, applicate in modo corretto.
E magari un pochino di autoironia, via.

Ma ce lo siamo scordato, la legge serve a far valere i nostri diritti, ad essere "interpretata".
E' uguale per gli altri, per noi stessi abbiamo mille scuse.
Usiamo il setaccio personalizzato per far passare quello che ci interessa.

venerdì 3 luglio 2009

Gente che conta

Volete sapere chi comanda in lombardia?
Leggete questa:Matching 2009.
Non "alle fiere" ma "a quella fiera".

Incidentalmente organizzata dalla Compagnia delle Opere.

E tutti gli associati (per legge) alla CCIAA pagano.

Civiltà

Questo signore si chiama Madoff ha fatto un bel buco nel 2008.
Arrestato l'11 dicembre è stato condannato nei giorni scorsi a 150 anni.
Questo signore si chiama Cragnotti ha fatto un buco nel 2004.
Il processo è in corso.
Questo signore si chiama Tanzi, ha fatto un buco nel 2003.
Nel dicembre 2008 viene condannato a dieci anni per aggiotaggio. In primo grado, la sentenza definitiva è ancora lontana.
Il processo per la bancarotta è ancora in corso.

E state a chiedervi ancora perché definisco l'Italia un paese incivile?

Defic...

... riempire a piacere: it, enti o quel che volete.

Non ci voleva certo un fine economista (come capita spesso basta semplicemente il buon senso) per capire che il deficit 2009 sarebbe esploso.
Ci si dimentica che alla fine le entrate derivano da IVA, accise varie e tasse dei dipendenti privati (per i pubblici è una partita di giro) e delle aziende.

Se le aziende non hanno lavoro: non pagano tasse loro, non le pagano i dipendenti in cassa integrazione, non le pagano i consulenti che non lavorano, e via così per tutta la catena dei subfornitori.
Inoltre non pagano le accise sulla benzina (il traffico si è molto ridotto), sui consumi energetici (gas, elettricità).
Le aziende commerciali vendono meno, meno IVA.

E intanto la spesa rimane uguale.

Resta la domanda: chi paga? Una risposta l'avevo già in mente tempo fa.

Ter monti /2

Il mitico decreto estivo (ai tempi della DC e del cinghialone si chiamavano balneari) contiene anche delle norme sui pagamenti della pubblica amministrazione.

In questo caso è semplicemente una presa in giro.

Parlare di pagamenti della PA escludendo la sanità è come se vi dessero da gestire un bar in una zona di grande passaggio escludendo i caffè.

Il grosso dello stock dei crediti accumulati dalla PA sono nella sanità.
Oltretutto hanno escluso il pregresso. Quindi parliamo di promesse.

L'ho capito e lo so benissimo che il pagamento immediato dei crediti farebbe schizzare ancora più su il deficit (lo Stato come detto più volte ha i bilanci fatti per cassa e non per competenza).
Ma stiamo uccidendo la gallina. Poi non avremo più uova.
Stiamo uccidendo un sacco di aziende che salteranno per mancanza di soldi dovuti ai ritardi nei pagamenti.

Ma è una battaglia di civiltà. e questo, ormai è consolidato, non è un paese civile.

giovedì 2 luglio 2009

Ter monti

Disclaimer: questo post sembrerà in alcuni passaggi un po' arrogante spero che chi mi legge sappia non sono così. Però mi capita di parlare con chi queste cose le va a negoziare, e di dire la mia. Lungi da me l'idea di essere il suggeritore, ma penso che la spiaggia sia formata da tutti i granelli di sabbia. Mi sa che sarà anche lungo.

Così alla fine una delle cose che io invoco da tempo è arrivata: la Tremonti ter.
Leggendo le notizie uscite (non ho letto il decreto, odio leggere le leggi, quello è lavoro da commercialisti e avvocati) pur sapendo che il percorso è lungo e ci saranno quasi certamente variazioni qualche idea me la sono fatta.

Intanto secondo me è in ritardo. Andava fatta al massimo alla fine del primo trimestre, per agganciare la mini ripresa che abbiamo avuto per la ricostituzione delle scorte di magazzino. Nei momenti di crisi i tempi sono importanti.
Capisco e condivido la scelta di stabilizzare, per prima cosa, il sistema finanziario, ma un segnale alle imprese andava dato prima.
Poi è un insieme di cose che io qui e in altre sedi ho più volte proposto: defiscalizzazione investimenti, defiscalizzazione utili lasciati in azienda.

Il difetto più grande che ha è che defiscalizza gli utili (ma questo non può essere diversamente, le tasse si pagano su quelli) in un momento nel quale i budget puntano a contenere le perdite.
Ma il metodo di calcolo (defiscalizzazione secca del 50% dell'investimento) è molto molto più favorevole del passato.
Quindi chi quest'anno sta andando bene (e ce ne sono) o meno peggio ha un fortissimo stimolo ad investire. Ed in questo credo assolva il suo scopo.

Investimenti agevolati: qui un po' di colpa me la sento. Parlando con alcune persone ad alto livello di Confindustria e spingendo per la Tremonti 3 mi disse "si ma loro dicono che poi costruiamo capannoni e compriamo le macchine" e la mia risposta fu "digli di escluderle" come poi è avvenuto.
Avendo espresso l'opinione in passato anche qui vorrei puntualizzare il mio pensiero.
Credo che l'esclusione di auto sia evidente. Evitiamo che l'imprenditore si comperi l'auto nuova (o magari intesti qualche auto personale all'azienda) detassandola. L'auto può attendere. Come ho scritto, personalmente ho preferito investire in impianti e macchinari e tenermi l'auto "vecchia" (se un'auto di 4 anni è "vecchia").

Un po' meno consenso si trova sul discorso capannoni. molti sostengono che comunque l'edilizia sia un settore importante.
Io ho una mia filosofia e sono abbastanza contrario, salvo una forte integrazione impianti/immobile necessaria in certi settori, agli investimenti immobiliari delle aziende.
Intanto ho visto troppe aziende saltare in aria per aver costruito faraonici uffici simbolo della potenza del proprietario.
E poi l'immobile è qualcosa che è legato alle necessità aziendali. Di crescita o riduzione.
Le aziende in forte crescita hanno una montagna di liquidità drenata dalla continua esigenza di ampliare gli spazi produttivi, mentre potrebbero secondo me investire maggiormente in impianti e prodotti e meno in immobili per migliorare i loro rendimenti.
In caso di riduzione (come avverrà in molte aziende nel prossimo periodo) ho bisogno meno spazio. Certo l'immobile lo posso affittare, se c'è richiesta, (ed oggi no ce n'è) ma il mio business è fare prodotti non affittare immobili.
So la contestazione, ma i soldi dell'affitto sono buttati e le banche amano gli immobili per il patrimonio.
La soluzione può essere che ho una società immobiliare mia che possiede e costruisce gli immobili per l'operativa (come fanno moltissimi) ma i due business sono divisi e concettualmente l'operativa la posso spostare anche in altri immobili più adeguati alle nuove esigenze.
E con rendimenti, nell'industriale, del 6% quando va bene vuol dire che in affitti ci metto 16 anni a ripagarlo. Dove e come sarà la vostra azienda tra 15 anni?
Tutto questo per dire che non ho mai visto, tranne rari casi, l'immobile come un importante cespite aziendale.
Lo so che le banche li amano, perché sono una garanzia interna dell'azienda. Ma anche lì vado controcorrente e dico che la banca mi deve finanziare per il mio business, non perché c'è l'immobile.

L'esclusione dei computer, che ha fatto ridere la rete (sono invece inclusi i toner) credo verrà recuperata così come, a mio parere, andrà incluso il software.
Anzi a dirla tutta io per il software alzerei addirittura l'agevolazione.
Vogliamo che le aziende facciano un salto in avanti tecnologicamente? "Costringiamole" oltre al fatto che forse sarebbe l'occasione per molti per mettersi a posto con le licenze (tra le PMI la pirateria è ancora abbastanza diffusa). Alla fine aiuteremmo la sopravvivenza delle software house in questo momento difficile (se davvero vogliamo favorire il terziario avanzato in Italia) e alzeremmo il livello tecnologico delle aziende.

Tempi di attuazione: per chi, come la nostra azienda, non ha interrotto il piano di investimenti anche nel momento di crisi è evidente che vedere centinaia di migliaia di euro già investiti nel 2009 fino ad oggi che non sarebbero agevolati fa un po' (solo un po' eh...) alterare.
Il vero grande rischio è che un mercato già quasi fermo si arresti del tutto in attesa della legge finale.
Invece allargare la deducibilità a tutti gli investimenti effettuati nel 2009 premierebbe i pochi coraggiosi che non hanno interrotto i programmi di investimento anche nei momenti più bui e non fermerebbe il mercato nel prossimo periodo, che sarà il peggiore.
Calcolati i tempi aziendali di decisione, i tempi di progetto e preparazione di certi impianti siamo già quasi al limite per investire nel 2009. Luglio è qui, due o tre incontri ed è andato. Settembre per ordinare, due o tre mesi per produrre e consegnare (a star bassi) e sei già a Dicembre.
Non dimentichiamo che la meccanica italiana è fortissima su macchine utensili "custom made" mentre megacorporation straniere sono più forti sulle macchine utensili "di serie".
Tempi stretti, inutile dirlo, favoriscono gli stranieri che magari hanno macchine già pronte a magazzino consegnabili quasi immediatamente.
Tenere d'occhio questo fattore non sarebbe male Signor Ministro.

Manca la detassazione degli utili lasciati in azienda. Il fatto che porterebbe, a mio parere, il maggiore beneficio al nostro sistema industriale dal lato finanziario.
Se vogliamo che le PMI aziende italiane escano dalla loro proverbiale sotto capitalizzazione.

Sempre sui cespiti (era ora) positiva l'idea di cambiare i coefficienti di ammortamento. Accelerando quello dei beni ad alta tecnologia.
L'esclusione dei PC dalla agevolazione sopra potrebbe nascere da qui. Se mi permettono di ammortizzarli più velocemente (tipo in due anni) il beneficio c'è già, e sarebbe permanente.

Altre cose del decreto.
Sembra incredibile che nel 2009 si debba fare una legge perché i vari archivi fiscali dello Stato si scambino i dati. Poi ci si lamenta dell'evasione!
Altro fattore positivo che si punti (finalmente) ai grandi elusori che attraverso società off shore paradisi fiscali, cessione di marchi in paradisi fiscali ecc di tasse ne pagano pochine.
Sapete quante parrucchiere ci vogliono per evadere le cifre che evadono certe aziende? ci sono aziende che spostano centinaia (migliaia?) di milioni di euro su società estere per sfruttamento del marchio (ne ho già parlato).

Un beneficio enorme per le aziende, in un momento di crisi di circolante come quello attuale, arriverà dai tempi massimi di valuta per assegni e bonifici.
Per intenderci gli assegni fuori piazza non era raro che avessero tempi di incasso di 10 giorni e passano a tre.
Sul massimo scoperto e i trucchi delle banche ci tornerò.

Lavoro
Ottimo il discorso dell'autoimprenditorialità, i soldi tanto vale darli per fare impresa piuttosto che per stare a casa.
Cassa integrazione. Tutte le volte mi fanno tenerezza. dicono che ci mettono 25 milioni.
Le aziende negli ultimi anni hanno versato 40 miliardi al fondo per la cassa integrazione (che l'INPS che mi pare le gestisca ha forse usato per pagare pensioni) e ci fanno un favore a darci 25 milioni? Mah.
Tutta la parte sugli "incentivi a chi non licenzia" ammetto le mie colpe non l'ho ancora capita.

Compensazione dei crediti fiscali. Qui rido perché è la classica cosa da suk: era 500, noi chiedevamo 1000, risultato: dai facciamo 750 e non se ne parla più.

Ottima la riduzione dei costi dell'energia ma mi sa che è destinato più ai soliti noti che alle PMI.

Per Alitalia. Si vergognino. Perché devo pagare tasse per rimborsare soldi a chi ha investito in una azienda decotta? E magari ci ha speculato.

Bravo, se sei arrivato si qui hai una bella resistenza!