venerdì 26 febbraio 2010

Vota e fai votare

Mi accodo al Piccoloimprenditore (preoccupatissimo di avermi dietro) per chiedere per una volta di votare.

Non pensate alle regionali e a quei quaquaraqua che ci troviamo sulle schede tra poco.

Ma Paola, una persona in gamba che concorre per i LinkedIn European Business Awards. nella categoria Rising Star.

Votate
E se non siete iscritti a Linkedin è la volta buona per farlo.

Inutile dire che mi rifiuto di credere che non conosciate il suo blog.

NB nessuna cena è stata (ancora) pagata per lo spot elettorale.

PS oltretutto volete mica perdere contro un portoghese!

giovedì 25 febbraio 2010

La legge non ammette ignoranza

E vuole da noi doti divinatorie.

Per una dichiarazione che si presenta il 20 l'agenzia delle Dogane ha emesso i moduli il 22.

Però, bontà loro, hanno detto che eventuali errori non saranno sanzionati.

Poi dicono che uno si sente suddito dei burocrati (che sarebbero nostri fornitori e dipendenti poi alla fine)

domenica 21 febbraio 2010

Roy Lichtenstein

E' un sacco che non scrivo di extra economia, in parte anche perché ormai ci sono altri luoghi dove parlo delle mie passioni.

Ieri (anche per sfuggire al carnevale in centro) dopo aver provato per la quarta volta ad andare a vedere McCurry e aver trovato troppa coda per i miei gusti, sono andato alla Triennale a vedere Lichtenstein.

La mostra mi è piaciuta moltissimo, mi aspettavo una mostra "commerciale" con una preponderante presenza di "fumetti", cioè delle opere forse più famose e caratterizzanti del pittore.
Invece è una vera retrospettiva che illustra (ottimamente) il percorso del pittore, con moltissime opere veramente eccezionali.
Probabilmente il grosso limite della mostra è che occorre una conoscenza abbastanza approfondita dell'arte moderna per godere appieno le citazioni di cui sono piene le opere.
Devo dire che non lo conoscevo moltissimo e quindi questa mostra mi ha fatto approfondire la vastità e bellezza del suo lavoro.
Due o tre opere di grandi dimensioni mi hanno letteralmente affascinato fino a farmi fermare nelle sale per guardarne tutti i particolari.
Molto molto consigliata.

Se poi avete voglia (e vi piace la fotografia) andate a vedere anche la mostra di Alec Soth, un fotografo che non conoscevo e che mi è piaciuto molto.
Una capacità di gestione della profondità di campo eccellente e (grazie anche all'uso di un banco ottimo) foto veramente molto belle.
Rispetto ai progetti presenti sul sito l'esposizione ha un po' meno foto, ma vederle in grande formato vale veramente la pena.

martedì 16 febbraio 2010

Nel mirino

Leggo sul Sole di sabato (sempre indietro) che la GDF concentrerà la propria attenzione su coloro che fanno esportazioni e poi nella denuncia IVA dichiarano volumi di affari inferiori alle esportazioni che fanno.

Ci stanno dicendo che non lo facevano?

Ma chi c'è Winnie The Pooh a gestire i Database?

Per forza poi c'è un sacco di evasione, se non incrociano neppure i dati che hanno!

venerdì 12 febbraio 2010

Definizioni

Quando fu il momento di scegliere uno pseudonimo, visto che volevo parlare di economia, scelsi quello che mi identificava con il mio lavoro.
Imprenditore.

Oggi questa definizione è sui giornali. Con diverse accezioni.

Degli "imprenditori" pare che brindassero perché c'era stato il terremoto. Un bel business, certo, ma a quale prezzo? Gentaglia che usa mezzi e mezzucci per rubare, per imbrogliare.

Un Imprenditore a Milano (come accadde ai tempi per Mario Chiesa, non dimentichiamolo) non si piega al solito ricattuccio della solita mezza tacca, e lo fa arrestare.

Ecco diciamolo chiaramente, in un periodo in cui si lavora per la legalità in Sicilia come in altre zone, i primi non sono assolutamente imprenditori, sono persone indegne, farabutti, se sono vere queste cose spero che li mettano in galera e buttino via la chiave.

Chi scrive sente di assomigliare molto di più a chi non si piega ai ricatti. A chi non cerca mezzucci e scorciatoie, a chi ogni giorno fa del suo meglio per portare avanti la baracca. Rispettando gli altri e e leggi (almeno quando riesce a capirle).

E mi vergogno che certa gente sia definita e/o si definisca Imprenditore.

giovedì 11 febbraio 2010

Incertezze

Neve: sembra una scemata, ma non si sa più dove metterla.
Non si scioglie e a furia di accumulare n fondo al piazzale il piazzale si è rimpicciolito di parecchio.
Uno dice: fai venire un camion a portarla via.
Vero, ma visto l'andazzo prima mi devo informare se va considerata rifiuto da smaltire (potrebbe contenere residui raccolti sul piazzale o olio) e in tal caso andrebbe pesata e andrebbe pagato un quibus, oltre a smaltirla nei dovuti modi, caricare il registro rifiuti ecc.

Insomma, uno mette anche il cliente al centro, ma poi passa le giornate a occuparsi di burocrazia.

martedì 9 febbraio 2010

A parole

A parole si parla sempre di semplificazione.

A parole i "nostri campioni sono gli esportatori"
A parole riduciamo la pressione fiscale
A parole va aiutata la gestione della liquidità delle aziende

Nei fatti si introducono nuovi metodi per la gestione delle esportazioni comunitarie (derivanti da regole comunitarie ma al solito con molti più dati richiesti in Italia) alla rinfusa in modo così chiaro che non sanno bene cosa fare neppure quelli della dogana (teoricamente controllori).
Nei fatti i grandi esportatori hanno per definizione crediti IVA enormi. Che adesso vanno "certificati". Pazienza noi che abbiamo il collegio sindacale (ma lo faranno a gratis?) ma le piccole aziende? Non si sa mai che compensino riducendo le entrate; in fondo non potere compensare non è altro che una tassa occulta, con forte impatto sul circolante.

A parole si dicono un sacco di stupidaggini. Il governo assomiglia al suo Presidente.

lunedì 8 febbraio 2010

Il nostro petrolio

Ne avevo accennato già qui, la grande incompiuta dell'Italia è il turismo.
Intendiamoci, sono e resto un manifatturiero meccanico, e non penso che un paese possaprescindere dal manifatturiero (chi ci ha provato oggi è messo molto peggio di noi).
Ma questo non toglie che siamo incapaci di sfruttare il nostro petrolio.
Potremmo essere la Disneyland del mondo, e mi fa piacere che anche sui media ogni tanto se ne parli e che la Confindustria rilanci sul tema.

Certo occorrerebbe un cambio di mentalità, da parte dei governanti ma anche e soprattutto da parte di operatori del settore e cittadini.
Abbiamo il sud che ha potenzialità infinite, ma come è possibile portarci tanti stranieri finché vive di illegalità diffusa? E quando è diffusa la colpa è di tutti, non di chi governa.

Negli Stati Uniti una baracca di legno di metà ottocento viene promossa e tenuta come una reliquia, da noi, in qualsiasi centro cittadino ovunque ti volti vedi palazzi ben più vecchi.
Abbiamo infinite risorse di storia e arte, che neppure noi che ci viviamo di fianco spesso conosciamo. Credo di essere entrato più volte a Notre Dame a Parigi che in Duomo a Milano (e non so quante volte ci passo davanti in un mese).

Occorre uno sforzo collettivo per una nuova stagione del turismo, anche qui attraverso una maggiore integrazione del settore e capacità di "fare filiera".
Sarebbe poi un ottimo ulteriore mezzo per promuovere la nostra industria agroalimentare.
Più stranieri in Italia, più stranieri che conoscono la nostra arte culinaria e i nostri migliori prodotti.
E più il nome del prodotto Italia è alto più ognuno (anche i meccanici) ne trae beneficio.

Ma siamo pronti a smettere di considerare il turista un pollo da spennare e a capire che il turismo oggi passa attraverso il web? (e qui c'è qualcuno che sta facendo grandi cose),
Siamo pronti a lavorare per offrire un servizio integrato a buon livello col giusto prezzo?
A girare per l'Italia spesso no.

venerdì 5 febbraio 2010

No ai ricatti

A me questo signore qui piace.
Non sono mai stato particolarmente appassionato al gioco molto in voga "dagli alla Fiat".
Anche perché in Italia è già molto praticato.
 
Negli ultimi giorni è in corso la battaglia su Termini Imerese.
Fiat oramai, piaccia o no è una multinazionale e non sono proprio sicuro, che al di là della (teorica) sede centrale sia ancora da considerare italiana. E come una multinazionale si comporta. Se c'è da razionalizzare va fatto.

E' allora cominciato il fuoco di fila del Ministro Scajola, noto per la sua incapacità di avere una politica industriale, a parte il rilancio del business del nucleare (che ti fa pensare possa essere perché le centrali sono costose da costruire quindi offrono ampi margini di interessamento) o per l'aeroporto di Albenga.
Peccato che il ministro ha un modo che definirei mafioso di mandare messaggi.
Prima dice che ci saranno gli incentivi, poi, in piena bagarre per Termini comincia a dire "valuteremo", pensando di piegare così Fiat al suo volere.

Peccato che il signore col maglioncino, il cui mercato ormai è globale e la produzione idem gli abbia risposto "no problem" e abbia risposto proprio sul punto debole del ministro, chiedendo "una seria politica industriale".

E la cosa non arriva dal maneggione Romiti, arriva da uno che ha rivoltato l'azienda come un calzino rimettendo al centro, finalmente, il prodotto.

Evitare i soliti commento "socializzare le perdite, privatizzare i profitti" ne è piena internet, e cercate di spiegarmi perché una azienda dovrebbe mantenere uno stabilimento inefficiente in una fase di sovracapacità produttiva.
Ed evito qualsiasi commento sullo sciopero come strumento per mantenere aperta una fabbrica (al limite invoglia ad accelerarne la chiusura).

martedì 2 febbraio 2010

Tutto il mondo è paese

Obama copia i governi Italiani e mette un "bonus" per le nuove assunzioni (da noi c'è da tempo).
Siccome sono solo gli italiani gli imprenditori "ladri e disonesti" come potete leggere qui "Mr. Krueger said the plan contained provisions to prevent abuse by employers seeking to get the tax credit and wage bonus by, for example, replacing a full-time worker with two part-time ones making the same total salary. The rules would also prevent companies from renaming themselves or merging to claim the credit."

Va detto poi che hanno anche tolto gli onere per la social security sugli aumenti di stipendio (tipo la nostra defiscalizzazione di straordinari e premi di produzione).

Insomma anche in USA forse si comincia a capire che sono le piccole aziende il motore dell'occupazione.