venerdì 10 agosto 2012

Generazione auto-perduta

Nonostante tutto, pare strano, ci sono aziende che assumo persone.
Magari, come noi, per esigenze prettamente stagionali e per periodi brevi di 4/6 mesi.
Non un lavoro a vita, ma, credo, se uno davvero vuole lavorare, meglio di nulla.

Parlo di esperienza vissuta direttamente, non per sentito dire.

La nostra è una azienda dove principalmente si fa assemblaggio in postazioni attrezzate. Ambiente pulito, luminoso, aria condizionata, ordinato. Certo i ritmi richiesti sono sostenuti, non impossibili ma non da battere la fiacca.
Sicurezza (e relative dotazioni) a livello maniacale.
Ambiente non litigioso e dove se vai a prendere il caffè o fai una battuta nessuno ti riprende.
Nel 70% dei casi si lavora seduti, quasi sempre senza particolari carichi (pesi ecc).
Cerchiamo di applicare la meritocrazia in tutto.

Da sempre per quei tipi di lavoro, molti dei quali non richiedono particolari competenze, per una nostra etica aziendale cerchiamo di inserire giovani alla prima esperienza o con bassa esperienza e competenze nulle (terza media ecc). Questo nella idea di dargli comunque una chance di cominciare e avere qualcosa nel CV. Non usiamo / accettiamo raccomandazioni.
Le assunzioni sono tutte regolari, fatte attraverso le primarie agenzie interinali e non ci sono cose strane, niente straordinari, se non salvo in certi periodi per tutti, nel qual caso regolarmente in busta.
Questo per dire che non saremo i vincitori del "great place to work" ma (e il turn over inesistente lo dimostra) potremmo candidarci.
Ogni tanto, quelli bravi, se ci sono esigenze di personale, vengono passati a termine per poi essere assunti a tempo indeterminato.

Primo problema: per trovare una persona mediamente facciamo almeno 7/8 colloqui su persone già filtrate dall'agenzia.
E notare che la nostra "pretesa" è che dimostri un minimo di voglia di lavorare e non sembri dormire in piedi.
Chi mi segue su twitter ricorda magari qualche perla che ho twittato e che arrivava dai colloqui, tipo "sono venuto via dal precedente lavoro perché oh, c'era da lavorare".

Secondo problema: il tasso di abbandono.
Quest'anno abbiamo aggiunto un record di 45 minuti. Cioè questo alle 8,30 (dopo la mezz'ora di introduzione all'azienda) ha iniziato a lavorare alle 9.15 se ne è andato perché "non stava bene" e non è mai rientrato.
Nella maggior parte dei casi la motivazione è quella sopra "c'è da lavorare", seguita dal "pensavo fosse diverso".
Tralasciando quelli che lavorano con una mano sola, semi-sdraiati sul banco di lavoro o usando l'altra per sostenere la testa (quelli li lasciamo a casa noi).
Io sinceramente non so cosa si aspettino ma credo che "lavorare" abbia un preciso significato, diverso da "ti paghiamo per stare lì seduto".
In qualche caso è venuta la mamma a lamentarsi che il figlio arrivava la sera a casa stanco.
Tralascio per carità di patria l'assenteismo del lunedì mattina per le storte del week end.
Va detto che ci sono anche alcuni casi di persone che quando sanno che entriamo in stagione vanno in agenzia a dire che sono liberi e verrebbero volentieri da noi.

Ne abbiamo parlato molto, ultimamente, increduli che in una situazione economica come l'attuale, nonostante tutto sia più comodo stare a casa mantenuti dai genitori che lavorare.

Alla fine la decisione presa è stata "alziamo l'età". Andando a prendere gente un po' più "vecchia" che ha le bollette da pagare, che ha lavorato in altri posti (e quindi magari apprezza di più la nostra azienda) che ha maggiori responsabilità. In qualche caso (siamo gente strana noi stessi) magari un po' strani e che in una azienda tradizionale guarderebbero di traverso.
Le cose sono decisamente migliorate.

Ma il disagio che provo dentro nel vedere dei ragazzi così distanti da quella che è la vita reale, non quella della TV o dei giochi, è un tarlo che mi porto dentro e mi fa molto male.

re-edit:
Come sempre a fianco di queste situazioni ci sono molti ragazzi bravi che si impegnano (che se no sembra sempre che ce l'ho con tutti).
E va detto che anche fra i cinquantenni miei coetanei conosco molta gente che ha voglia di far nulla o si "arrangia" nel sottobosco.

giovedì 9 agosto 2012

Qualità vò perdendo

I cinesi non riescono a fare qualità (elettronica a parte dove i controlli sono automatici) per il semplice motivo che non hanno il concetto di qualità.
Per loro comperare un paio di pantaloni è qualcosa inerente il costo, non la qualità del tessuto, la finitura, il "value for money".

In Italia abbiamo uno dei nostri punti di forza (non a caso siamo fortissimi nel sistema moda) proprio nella capacità di coniugare il gusto, i materiali, la qualità mantenendo un prezzo equilibrato o riuscendo spesso a ricavare un sovrapprezzo.

Ma questo è possibile se la qualità permea la società.

Sono molto preoccupato per il futuro, la crisi sta mettendo a dura prova le famiglie e la tensione economica sta portando anche da noi i mali americani del consumo a tutti i costi rinunciando alla qualità. 
E chi conosce il mercato USA sa di cosa parlo. Era Bill Gates, l'uomo più ricco del mondo che diceva di non avere mai speso più di qualche centinaio di dollari per un vestito (e si vedeva)?
Un concetto che porta a privilegiare la quantità alla qualità.
Avere, robaccia da poco, ma possederla. Avete mai visto le auto USA? Costano pochissimo, ma hanno un livello di finitura inaccettabile per l'Europa a parità di segmento.

Ma proprio così si perde il concetto diffuso di qualità che è basilare (per chi fa il mio mestiere) che i collaboratori abbiano.
La battaglia del "costare poco" l'abbiamo persa, a meno che, e non mi pare il caso, si torni allo schiavismo e riduciamo del 50/70% stipendi che già così sono insufficienti.
Ma se la battaglia deve essere "costa ma è di qualità" è assolutamente necessario che chi lavora sappia cosa vuole dire qualità, nella produzione ma anche nel servizio al cliente, nei flussi di lavoro interni, nell'agire quotidiano.

In una era di consumismo low cost il mio terrore è che la mentalità che si diffonde sia "si ma intanto costa poco".
Ci sono già i cinesi (e domani i vietnamiti, dopodomani qualcun altro) per quello.

O sapremo tornare eccellenti artigiani appassionati della qualità nel nostro lavoro, qualunque esso sia, o saremo perdenti.

sabato 4 agosto 2012

Di-servizio al cliente

Lungi da me rubare il mestiere a persone più brave di me ma...

Col mestiere che faccio ho l'agenda che sembra sempre un campo di battaglia, e gli inconvenienti dell'ultimo minuto si sprecano.
Proprio per questo (e per fortuna il lavoro rende abbastanza da sopportare i mancati sconti) prenoto quasi sempre molto tardi, per non dire all'ultimo momento.
Recenti esperienze mi fanno capire come il nostro paese è "indietro".

Estero
Devo andare in una capitale europea dopo pochissimi giorni, per ottimizzare uno si occupa di voli l'altra persona (io) di hotel col solito sito che uso.
Chattiamo al telefono e intanto facciamo le prenotazioni.
Io nella fretta di prenotare schiaccio la data sbagliata e prenoto.
Me ne accorgo e poi vedo che essendo ormai l'ultimo momento non è cancellabile.
Riprenoto per il giorno dopo.
Per quella sbagliata mi dico "ci provo". Scrivo una mail all'hotel (è praticamente notte) e spiego l'accaduto. contemporaneamente scrivo al servizio clienti del sito.
La mattina trovo una mail dell'hotel che mi dice "signor Imprenditore, si figuri, può capitare, abbiamo cancellato la prenotazione senza addebiti".
Al pomeriggio ricevo la mail dal sito di prenotazione che mi dice che in via eccezionale bla bla l'hotel ha accettato la cancellazione


Italia
Devo andare in vacanza faccio le mie ricerche (ormai con google maps non mi faccio più fregare da "vicino al mare) e individuo un paio di strutture che mi piacciono.
Scelgo una delle due.
Vado sul sito nell'area prenotazioni, e contemporaneamente controllo sul solito sito che uso per le prenotazioni.
Scopro che se prenoto dal sito dell'albergo spendo oltre il 10% in più (e so che oltretutto il sito di prenotazioni prende una considerevole percentuale).
Compilo il loro form per i preventivi spiegando la cosa, dicendo le date alle quali sono interessato e che se il costo è adeguato vorrei una camera superiore.
Questo diversi giorni fa.

Voi avete ricevuto risposta? (anche un vaffanculo te e i siti di prenotazione on line andava bene)
Ecco io uguale! Insomma passano i giorni e la risposta non arriva.
Certo nel frattempo le camere si sono riempite e l'albergo non è più prenotabile. Fortunati loro.

Ma credetemi, visto il lavoro che faccio, l'attenzione al cliente è ben altro e sul lungo periodo è quella che ti salva. E deve essere maniacale e continua. Non è che perché è Agosto e sei pieno te ne puoi disinteressare, anzi, è proprio nei picchi e quando va bene che deve essere maggiore.

E il primo che mi dice "prossima volta telefona" non ha capito nulla del turismo moderno.