mercoledì 3 aprile 2013

Ce lo meritiamo, che ci insultino

Anche quello del lavoro, si sa, è un mercato.
Con i suoi alti e bassi e con un prezzo che dipende dall'offerta.

Ma come ogni mercato per funzionare bene ha bisogno di regole adatte e credibili e di operatori corretti ed onesti.
Tralascio il discorso regole, i danni fatti da Fornero stanno esplodendo. Ne riparlerò.

Oggi me la voglio prendere con i miei "colleghi".
Voglio essere chiaro da subito, la schiavitù è stata abolita da parecchio, e c'è chi ha donato la vita per farlo.
Non è che la crisi profonda che stiamo vivendo che autorizza a reintrodurla.

Come altro definire offerte vergognose come uno stage full time a 200 euro al mese?
Sappiamo ormai bene tutti che lo stage, da opportunità per uno studente per imparare e vedere il lavoro da dentro, si è trasformato nel modo, per molti, di avere manovalanza a basso costo.
Ho sentito storie incredibili, nella mia vita, da stagisti che si occupavano di seguire i certificatori di qualità ad aziende con interi reparti mandati avanti di stagisti.
Nella comunicazione mi pare diventato una specie di standard.
Non a caso la battuta per chi frequenta twitter e i social network quando uno famoso fa una cazzata è "lo stagista di xy ha fatto una cazzata".

Mi spiace, sarò vecchio, fuori moda, troppo poco spietato per fare il mestiere che faccio, ma io mi ostino a pensare che le persone siano persone e come tali vadano trattate.
Mi rifiuto di fare lavorare per 10 euro al giorno un neolaureato full time, magari anche con orario allungato.
Mi rifiuto di credere che la promessa "stiamo valutando delle assunzioni" possa essere una scusa per sfruttare le persone.
Mi rifiuto di sfruttare la difficoltà, magari la fame, di una persona per schiavizzarla.

Siccome sono profondamente convinto che le aziende le facciano le persone che ci lavorano (ognuno per la sua parte e con la sua dignità) non mi stupisce che aziende che trattano le persone di merda facciano poi prodotti e servizi di merda, con una profonda insoddisfazione dei clienti.

Spero fortemente che chi vede le persone per selezionarle e poi non le degna neppure di una risposta "se non la chiamiamo non se ne fa nulla" si trovi, un giorno, nella stessa situazione.
Magari sono di quelli che poi fanno gli scandalizzati per come uno, a volte, viene trattato negli uffici della pubblica amministrazione.

Per forza poi, chi fa il mio mestiere, viene considerato uno stronzo sfruttatore.
A me piange il cuore quando la gente ci ringrazia semplicemente perché rispondiamo a chi ci manda un CV, sorpresa, perché non lo fa nessuno.
E nonostante quei tre o quattro che ognuno di noi ha assunto (e che ci sono anche in azienda da noi) ce la mettano tutta per farmi cambiare idea, continuerò a guardare con rispetto e a trattare da persone non da servi, tutti: chi lavora con noi, chi viene da noi a cercare un lavoro, coloro che passano da noi per lavoro.
E a odiare profondamente tutti i miei colleghi che trattano le persone da schiavi.
Se li vedo fallire, possibilmente senza un soldo (purtroppo a quelli veramente stronzi capita poco), ho profondo dispiacere per i loro collaboratori che perdono il posto, ma una sottile gioia  per loro, augurandogli di trovarsi davanti a uno che per lavorare gli offre 200 euro al mese, circa un euro all'ora, molto meno di quello che loro davano, ai tempi del benessere, alla loro donna di servizio.

E se lo ricordino i miei colleghi, che cercano sempre prodotti e servizi a prezzi che se uno ci pensa non possono essere remunerativi. Se pagate poco e male avrete pessimi fornitori, e pessimi prodotti.
E se lo ricordino i clienti, tutti vogliamo risparmiare, ma comperare a certi prezzi è solo connivenza con gli sfruttatori.

 

PS: questo post appartiene alla serie: anche gli imprenditori hanno figli che cercano lavoro.

2 commenti:

L' Uomo Con La Valigia ha detto...

Condivido come idea, come ideale.
La mia attuale esperienza dice il contrario, ma confido in chi come te continua su questa strada.

Fabio ha detto...

non si trova lavoro perché non si assume, e non si assume perché si sa bene che non si potrebbe MAI licenziare il dipendente, perché le aziende sono appesantite da una marea di persone che fa a malatena il proprio dovere, senza passione, senza eccitazione.
Gli imprenditori pagano una montagna di soldi... al lordo. Peccato che poi il grosso va in tasse e pensioni che non vedremo mai.
risultato: dipendenti e padroni assolutamente scontenti e rancorosi, entrambi vittime dello Stato tassatore e dei dipendenti pubblici parassiti, ed economia tutta bloccata ed ingessata.
Ne verremo fuori quando ci sarà libertà di licenziamento in primis nel pubblico impiego, a cominciare proprio dalle forze armate!!!