Si fa un gran parlare, ultimamente di fusioni, aggregazioni della necessità di crescere e di diventare più grandi.
Vero per molti (soprattutto per le micro imprese). Ma siamo sicuri che grande sia sempre bello?
Faccio l'esempio dei Confidi. (parlo di quelli di estrazione Confindustriale che conosco)
Anni fa la maggior parte dei Confidi era gestito all'interno della Associazione Industriali locale, da un funzionario part-time, con un Presidente (imprenditore) non retribuito, un comitato tecnico formato da imprenditori (non retribuiti) e una o due segretarie dell'Associazione. Costo della struttura: bassissima. Funzionamento: agile e snello. Il finanziamento arrivava da quote della Regione e della Camera di Commercio che versavano importi che andavano a patrimonio e permettevano (attraverso i moltiplicatori) di operare. Le basse commissioni coprivano le basse spese.
Perdite sui crediti: bassissime.
Poi è arrivata Basilea 2 e le nuove regole sulle garanzie. Per essere valide per le banche devono venire da intermediari finanziari sottoposti alla 107 Tub, in pratica sotto il cappello di Banca D'Italia, che è abituata ad avere a che fare con le banche.
Primo problema: crescere (ci vogliono 75 milioni di volume).
Aggregazioni aggregazioni aggregazioni.
Secondo problema: diventare 107 e sottoporsi a Banca D'Italia.
Basta la snella struttura di un tempo, anche alla luce dei nuovi volumi? No di certo.
Ecco allora che si comincia con direttori generali, amministratori delegati, competenze di firma, comitato fidi per l'istruzione della pratica, sistemi di rating e un sacco di belle strutture:segretarie, informatica, sedi ecc.
Costose.
Contemporaneamente la Camera di Commercio che versava i soldi mica li va più a buttare in un calderone, la Regione non versa più poco a molti (a pioggia accontentando tutti come piace ai politici) ma molto ad uno (e allora vuole anche metterci il naso dentro o peggio qualcuno si fa venire strani appetiti) magari inferiore al totale di prima.
Oltre a quello (quest'anno complice anche la crisi) le perdite aumentano a causa della ricerca dei volumi (con promoter vari che girano) e per la maggiore distanza dal territorio.
La struttura costa.
Secondo voi chi paga?
Indovinato, il cliente, le imprese, che si trovano nuovi balzelli sui finanziamenti.
Quindi l'agile struttura nata come solidarietà tra aziende che forniva quasi gratis un ottimo servizio è diventata un costoso bisonte. Alla fine quasi una banca.
Ne vale la pena?
Siamo sicuri che a volte non sia meglio un agile e veloce topolino di un elefante lento e con grandi necessità di risorse per la sola sopravvivenza?
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sabato 19 dicembre 2009
venerdì 7 agosto 2009
Comunicazione finanziaria
Sapete che una delle mie manie è la comunicazione finanziaria.
Questa è la relazione sulla gestione di una società che fattura quasi 10 milioni di Euro (e guadagna bene come vedete)
La Nostra società è impegnata sin dalla sua costituzione, avvenuta nel xxxx, nel settore della fabbricazione di attrezzature per XXXX. Nel corso dell’esercizio chiuso al 31.12.2007 l’Organo Amministrativo è stato impegnato a sviluppare ulteriormente la produzione e la distribuzione del prodotto sul mercato nazionale ed estero, rafforzando la rete di vendita. Si è cercato di ottimizzare la produzione sfruttando al meglio le risorse umane e tecnologiche presenti in azienda, per far fronte alla concorrenza straniera sempre più penetrante.
I risultati ottenuti in questi ultimi anni sono stati soddisfacenti e hanno visto un costante aumento del fatturato e un notevole incremento dell’utile dell’esercizio.
L’Organo Amministrativo informa i Signori Soci che la società ha proceduto all’adozione del Documento Programmatico sulla Sicurezza dei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 196 del 30 giugno 2003.
In osservanza alle disposizioni di cui all’Art. 2428 C.C. si precisa, inoltre, quanto segue:
ATTIVITA’ DI RICERCA, SVILUPPO
La società non ha eseguito nel corso dell’esercizio chiuso al 31.12.2007 alcuna attività di ricerca e sviluppo.
ANDAMENTO DELLE PARTECIPATE
La società non detiene alcuna partecipazione in imprese controllate e collegate, ne è sottoposta al controllo di altre imprese.
AZIONI PROPRIE E QUOTE POSSEDUTE TRANSAZIONI CON IMPRESE CONTROLLATE, COLLEGATE, CONTROLLANTI E IMPRESE SOTTOPOSTE AL CONTROLLO DI QUESTE ULTIME
La società non possiede alla data del 31.12.2007 (data di fine periodo) proprie quote, nè azioni o quote di società controllanti. Né ne ha possedute o movimentate nel corso dell’esercizo 2007.
Nulla pertanto da rilevare ai fini dell’art. 2428 comma 2 punti 3 e 4 del C.C.
FATTI DI RILIEVO AVVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
Dopo la chiusura dell'esercizio non si sono verificati fatti di rilievo che possono modificare la situazione patrimoniale e finanziaria della società risultante dal bilancio sottoposto all'approvazione dell'assemblea dei soci.
EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE
I primi mesi del 2008 mostrano un buon andamento dell’attività sociale.
CONCLUSIONI
La Società XXXX chiude l’esercizio 2007 con un utile di € 742.000.
Si propone, pertanto, che l’utile conseguito sia accantonato a riserva statutaria, in quanto la riserva
legale ha raggiunto il 20% del Capitale Sociale.
Reputando che questo bilancio meriti la Vostra approvazione, Vi ringraziamo per la fiducia
accordataci.
II Presidente
Secondo voi si capisce come va (utile a parte) e cosa fa o farà?
E' vero che guadagnano, e quello che conta è quello, ma è la classica relazione che sostituite le XXX va bene per chiunque.
Che impressione avreste se foste un bancario seduto all'ufficio fidi che l'azienda non la conosce?
Per la cronaca la mia è di 7 pagine belle fitte e con circa una decina di capitoli.
Questa è la relazione sulla gestione di una società che fattura quasi 10 milioni di Euro (e guadagna bene come vedete)
La Nostra società è impegnata sin dalla sua costituzione, avvenuta nel xxxx, nel settore della fabbricazione di attrezzature per XXXX. Nel corso dell’esercizio chiuso al 31.12.2007 l’Organo Amministrativo è stato impegnato a sviluppare ulteriormente la produzione e la distribuzione del prodotto sul mercato nazionale ed estero, rafforzando la rete di vendita. Si è cercato di ottimizzare la produzione sfruttando al meglio le risorse umane e tecnologiche presenti in azienda, per far fronte alla concorrenza straniera sempre più penetrante.
I risultati ottenuti in questi ultimi anni sono stati soddisfacenti e hanno visto un costante aumento del fatturato e un notevole incremento dell’utile dell’esercizio.
L’Organo Amministrativo informa i Signori Soci che la società ha proceduto all’adozione del Documento Programmatico sulla Sicurezza dei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 196 del 30 giugno 2003.
In osservanza alle disposizioni di cui all’Art. 2428 C.C. si precisa, inoltre, quanto segue:
ATTIVITA’ DI RICERCA, SVILUPPO
La società non ha eseguito nel corso dell’esercizio chiuso al 31.12.2007 alcuna attività di ricerca e sviluppo.
ANDAMENTO DELLE PARTECIPATE
La società non detiene alcuna partecipazione in imprese controllate e collegate, ne è sottoposta al controllo di altre imprese.
AZIONI PROPRIE E QUOTE POSSEDUTE TRANSAZIONI CON IMPRESE CONTROLLATE, COLLEGATE, CONTROLLANTI E IMPRESE SOTTOPOSTE AL CONTROLLO DI QUESTE ULTIME
La società non possiede alla data del 31.12.2007 (data di fine periodo) proprie quote, nè azioni o quote di società controllanti. Né ne ha possedute o movimentate nel corso dell’esercizo 2007.
Nulla pertanto da rilevare ai fini dell’art. 2428 comma 2 punti 3 e 4 del C.C.
FATTI DI RILIEVO AVVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
Dopo la chiusura dell'esercizio non si sono verificati fatti di rilievo che possono modificare la situazione patrimoniale e finanziaria della società risultante dal bilancio sottoposto all'approvazione dell'assemblea dei soci.
EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE
I primi mesi del 2008 mostrano un buon andamento dell’attività sociale.
CONCLUSIONI
La Società XXXX chiude l’esercizio 2007 con un utile di € 742.000.
Si propone, pertanto, che l’utile conseguito sia accantonato a riserva statutaria, in quanto la riserva
legale ha raggiunto il 20% del Capitale Sociale.
Reputando che questo bilancio meriti la Vostra approvazione, Vi ringraziamo per la fiducia
accordataci.
II Presidente
Secondo voi si capisce come va (utile a parte) e cosa fa o farà?
E' vero che guadagnano, e quello che conta è quello, ma è la classica relazione che sostituite le XXX va bene per chiunque.
Che impressione avreste se foste un bancario seduto all'ufficio fidi che l'azienda non la conosce?
Per la cronaca la mia è di 7 pagine belle fitte e con circa una decina di capitoli.
mercoledì 28 marzo 2007
Comunicazione finanziaria
Avevo parlato anch'io della necessità di migliorare la comunicazione finanziaria da autodidatta della comunicazione.
Ora vi segnalo un bell'articolo di chi della comunicazione ha fatto la propria professione: Basilea 2: un’occasione di crescita per la comunicazione d’impresa.::comunitàzione::.
E visto che dice di essere una mia lettrice segnalo anche il suo blog.
Ora vi segnalo un bell'articolo di chi della comunicazione ha fatto la propria professione: Basilea 2: un’occasione di crescita per la comunicazione d’impresa.::comunitàzione::.
E visto che dice di essere una mia lettrice segnalo anche il suo blog.
martedì 8 novembre 2005
Basilea 2
Si fa un gran parlare (spesso purtroppo a sproposito) di Basilea 2.
Per varie ragioni un pò l'ho seguito e per varie ragioni mi trovo spesso a fare il "bancario" ed analizzare operazioni di finanziamento.
La gente non si rende neppure conto che è già in ritardo, entrando in vigore nel 2007 l'ultimo bilancio approvato è quello del 2005 e quello ormai è quasi fatto!
Il post sarà lungo, spero sia anche interessante.
Alcuni punti fermi me li sono formati nella mente:
- non è vero che ci sarà razionamento del credito, per alcuni cambierà il "prezzo" del prodotto denaro, ma allo stesso tempo il prezzo sarà in parte più trasparente (dipendendo dal rating)
- i miei colleghi imprenditori nella maggior parte dei casi non sono pronti, non hanno capito, non sanno a cosa andranno incontro e come sempre piangono in modo preventivo o contro le banche
- all'interno del sistema bancario ci saranno grosse differenze di applicazione e le imprese dovranno abituarsi a scegliere le banche più adatte all'impresa
- se si vuole sfruttare B2 (ogni cambiamento porta rischi e opportunità) non si potrà più lavorare con 10 banche e non si potrà più delegare al commercialista la gestione finanziaria.
Qualche spiegazione di come la penso.
Le banche useranno diversi sistemi: indici brutali di bilancio (piccole o piccolissime aziende), analisi più approfondite (piccole e medie) di rating interno, utilizzo dei rating esterni (grandi aziende).
A loro volta le banche piccole non potranno costruire metodi di rating interno perchè troppo costosi. Tali metodi infatti devono essere "validati" sia internamente che da Banca D'Italia.
Con rating migliore il patrimonio della banca avrà un moltiplicatore maggiore per la concessione di fidi, oggi la cosa è fissa, ecco perchè molte banche potranno concedere più credito.
Al rating sarà poi legato il "prezzo" (in parte avviene anche oggi per le PMI molto indebitate ed è prassi per le corporation) ovvero gli interessi sui prestiti.
Allora eccoci ai miei colleghi che fanno i bilanci per pagare poche tasse e prelevano la cassa sfruttando pesantemente la leva. Se sono piccoli e quindi ci sarà un puro uso di indici il bilancio con un sacco di interessi passivi e l'utile di 5000 euro (fatto dal commercialista partendo dall'utile e ricostruendo il bilancio a salire) non è proprio il massimo della vita.
Visto che poi quando analizzo le possibilità di fallimento il nodo cruciale sono margine operativo, flussi ed elasticità di cassa.
Non solo, spesso i bilanci sono fatti in modo abbreviato e con una trasparenza discutibile (vecchio metodo, meno si capisce meglio è).
Consiglio: andare dalle piccole banche dove la discrezionalità del direttore ci sarà ancora ma comunque il rating, non si scappa, ve lo danno, cercate di migliorare gli indici. E di fare un minimo di pianificazione finanziaria e di controllo di gestione.
Per le medie aziende veniamo a quello che è il problema topico, a mio parere di B2: la comunicazione finanziaria.
Vale anche per le piccolissime aziende ma soprattutto per le medie occorrerà imparare a fare comunicazione finanziaria. Non è più possibile delegare tutto al commercialista e trasmettere in banca il bilancio inviando il fax del fax che ci ha fatto il commercialista.
Occorre che il bilancio contenga i dati necessari e in modo trasparente, occorre che l'imprenditore o chi per lui a domanda sappia rispondere e non che dica "aspetti che chiedo al commercialista". Altrimenti cosa pensate che faccia il bancario che lo mette a sistema se non gli spiegate cosa c'è nella voce "debiti"? Esatto, li considera tutti al più alto livello di rischio.
L'analisi poi sarà con un buon peso anche qualitativa e quindi anche la qualità dell'informazione finanziaria, la capacità di rispondere alle domande, la capacità di governare i flussi di cassa e le strategie aziendali saranno basilari.
Anche la capacità di reazione e di andamento confronto al settore di appartenenza (uno dei fattori inseriti) verrà misurato.
Allora è inutile cominciare a piangere che le banche sono sempre le stesse e B2 è la solita fregatura. Cerchiamo di capire come le banche ragioneranno e a sfruttare questa opportunità. Basta pochissimo, personalmente da anni considero le banche un fornitore della materia prima denaro, cerco di capire come ragionano e di sfruttare le opportunità. I soldi ci sono, anche senza garanzie, ma la collaborazione e trasparenza che si chiedono devono essere reciproche.
Non posso chiedere di deliberare una operazione con dati di 8 mesi prima o peggio, senza specificare perchè i soldi mi servono e con un bilancio che fa schifo dicendo che io di garanzie non ne metto e che le banche sono sempre le stesse.
Devo coltivare il rapporto con il responsabile della banca, non vecchio metodo del direttore "amico", ma per informarlo, per fargli capire che so cosa sto facendo e che ho una strategia per l'azienda. Allora i soldi a buon mercato non mancano.
Ma se prendi gli imprenditori gli dici di fare dei corsi e di prepararsi ti dicono che non hanno tempo, che la colpa è delle banche e che loro hanno da lavorare, mica possono perdersi dietro queste cose, tanto c'è il commercialista (dove il bilancio magari lo fa uno stagista senza esperienza).
Peccato che l'incapacità di gestire questo processo porta ad un rating basso, e anche se i soldi non mancano, ad esempio in soldoni il mio spread rispetto all'euribor sarà del 3%. Il mio concorrente, più bravo in queste cose ha rating migliore e ottiene spread 1%.
Se ambedue siamo indebitati al 50% del fatturato (e in moltissimi casi la situazione è peggio) vuole dire 1% sul fatturato di maggiori costi.
Se il mio margine è del 5% parliamo del 20% del margine........ ma mica posso perdere tempo a fare formazione io!
Per varie ragioni un pò l'ho seguito e per varie ragioni mi trovo spesso a fare il "bancario" ed analizzare operazioni di finanziamento.
La gente non si rende neppure conto che è già in ritardo, entrando in vigore nel 2007 l'ultimo bilancio approvato è quello del 2005 e quello ormai è quasi fatto!
Il post sarà lungo, spero sia anche interessante.
Alcuni punti fermi me li sono formati nella mente:
- non è vero che ci sarà razionamento del credito, per alcuni cambierà il "prezzo" del prodotto denaro, ma allo stesso tempo il prezzo sarà in parte più trasparente (dipendendo dal rating)
- i miei colleghi imprenditori nella maggior parte dei casi non sono pronti, non hanno capito, non sanno a cosa andranno incontro e come sempre piangono in modo preventivo o contro le banche
- all'interno del sistema bancario ci saranno grosse differenze di applicazione e le imprese dovranno abituarsi a scegliere le banche più adatte all'impresa
- se si vuole sfruttare B2 (ogni cambiamento porta rischi e opportunità) non si potrà più lavorare con 10 banche e non si potrà più delegare al commercialista la gestione finanziaria.
Qualche spiegazione di come la penso.
Le banche useranno diversi sistemi: indici brutali di bilancio (piccole o piccolissime aziende), analisi più approfondite (piccole e medie) di rating interno, utilizzo dei rating esterni (grandi aziende).
A loro volta le banche piccole non potranno costruire metodi di rating interno perchè troppo costosi. Tali metodi infatti devono essere "validati" sia internamente che da Banca D'Italia.
Con rating migliore il patrimonio della banca avrà un moltiplicatore maggiore per la concessione di fidi, oggi la cosa è fissa, ecco perchè molte banche potranno concedere più credito.
Al rating sarà poi legato il "prezzo" (in parte avviene anche oggi per le PMI molto indebitate ed è prassi per le corporation) ovvero gli interessi sui prestiti.
Allora eccoci ai miei colleghi che fanno i bilanci per pagare poche tasse e prelevano la cassa sfruttando pesantemente la leva. Se sono piccoli e quindi ci sarà un puro uso di indici il bilancio con un sacco di interessi passivi e l'utile di 5000 euro (fatto dal commercialista partendo dall'utile e ricostruendo il bilancio a salire) non è proprio il massimo della vita.
Visto che poi quando analizzo le possibilità di fallimento il nodo cruciale sono margine operativo, flussi ed elasticità di cassa.
Non solo, spesso i bilanci sono fatti in modo abbreviato e con una trasparenza discutibile (vecchio metodo, meno si capisce meglio è).
Consiglio: andare dalle piccole banche dove la discrezionalità del direttore ci sarà ancora ma comunque il rating, non si scappa, ve lo danno, cercate di migliorare gli indici. E di fare un minimo di pianificazione finanziaria e di controllo di gestione.
Per le medie aziende veniamo a quello che è il problema topico, a mio parere di B2: la comunicazione finanziaria.
Vale anche per le piccolissime aziende ma soprattutto per le medie occorrerà imparare a fare comunicazione finanziaria. Non è più possibile delegare tutto al commercialista e trasmettere in banca il bilancio inviando il fax del fax che ci ha fatto il commercialista.
Occorre che il bilancio contenga i dati necessari e in modo trasparente, occorre che l'imprenditore o chi per lui a domanda sappia rispondere e non che dica "aspetti che chiedo al commercialista". Altrimenti cosa pensate che faccia il bancario che lo mette a sistema se non gli spiegate cosa c'è nella voce "debiti"? Esatto, li considera tutti al più alto livello di rischio.
L'analisi poi sarà con un buon peso anche qualitativa e quindi anche la qualità dell'informazione finanziaria, la capacità di rispondere alle domande, la capacità di governare i flussi di cassa e le strategie aziendali saranno basilari.
Anche la capacità di reazione e di andamento confronto al settore di appartenenza (uno dei fattori inseriti) verrà misurato.
Allora è inutile cominciare a piangere che le banche sono sempre le stesse e B2 è la solita fregatura. Cerchiamo di capire come le banche ragioneranno e a sfruttare questa opportunità. Basta pochissimo, personalmente da anni considero le banche un fornitore della materia prima denaro, cerco di capire come ragionano e di sfruttare le opportunità. I soldi ci sono, anche senza garanzie, ma la collaborazione e trasparenza che si chiedono devono essere reciproche.
Non posso chiedere di deliberare una operazione con dati di 8 mesi prima o peggio, senza specificare perchè i soldi mi servono e con un bilancio che fa schifo dicendo che io di garanzie non ne metto e che le banche sono sempre le stesse.
Devo coltivare il rapporto con il responsabile della banca, non vecchio metodo del direttore "amico", ma per informarlo, per fargli capire che so cosa sto facendo e che ho una strategia per l'azienda. Allora i soldi a buon mercato non mancano.
Ma se prendi gli imprenditori gli dici di fare dei corsi e di prepararsi ti dicono che non hanno tempo, che la colpa è delle banche e che loro hanno da lavorare, mica possono perdersi dietro queste cose, tanto c'è il commercialista (dove il bilancio magari lo fa uno stagista senza esperienza).
Peccato che l'incapacità di gestire questo processo porta ad un rating basso, e anche se i soldi non mancano, ad esempio in soldoni il mio spread rispetto all'euribor sarà del 3%. Il mio concorrente, più bravo in queste cose ha rating migliore e ottiene spread 1%.
Se ambedue siamo indebitati al 50% del fatturato (e in moltissimi casi la situazione è peggio) vuole dire 1% sul fatturato di maggiori costi.
Se il mio margine è del 5% parliamo del 20% del margine........ ma mica posso perdere tempo a fare formazione io!
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