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venerdì 17 ottobre 2008

Più stato meno mercato

Per una volta non sono del tutto d'accordo con Steve, di Fuorimercato su Il gioco dell'Opa.

O meglio, sono d'accordo con lui in linea generale ma credo che il problema sia, al solito, la reciprocità.
Sarei d'accordo a non avere interventi "pesanti" dello stato se questa regola fosse valida per tutti.

Invece il grande rischio è che noi ci troviamo (come spesso è accaduto) ad essere corretti, a lasciar fare al mercato, a vedere cosa succede mentre Francesi e Tedeschi (che hanno regole sull'Opa, sfruttate in passato per fermare le nostre aziende) e che hanno grande consuetudine negli aiuti di stato ne approfittano.

Quindi il rischio è che mentre noi facciamo fare al mercato i tedeschi facciano le barricate, diano gli aiuti di stato e anzi qualcuno ne approfitti per fare acquisti.
Non a caso chi ha cominciato a fare acquisti è la Libia che non definirei esattamente economia di mercato.

Il problema che mi pongo è se una volta dentro lo stato si ritirerà in buon ordine finita la bufera. E qui si che ho grandi dubbi.

domenica 21 settembre 2008

Regole

Nulla di nuovo, alcune cose sono note da sempre.
Ma se qualcosa la situazione dei mercati ci ha insegnato è che il liberismo sfrenato e senza regole non porta da nessuna parte.

Le regole devono esserci. E i primi a volerle sono gli imprenditori seri.

Semmai il problema è che le regole devono essere chiare, credibili (e non sempre vale per i signori qui di fianco) e deve esserci qualcuno che controlla la sostanza e non la forma.

Non a caso per salvarsi i sopravvissuti si assoggetteranno alle regole delle banche normali.
L'assurdo è che chi aveva rischi maggiori delle banche "normali" non avesse regole.

Poi in Italia la cosa è declinata al contrario, non con i divieti ma con i permessi (non è libero ciò che non è vietato ma non è vietato ciò che è permesso) che costituisce un freno per l'economia reale e forse in questo caso un poco (ma vedremo prossimamente) ci ha salvaguardati.
Certo, qui il vero problema è quello dei controlli di sostanza e non di forma.
Finché avremo una burocrazia che si ostina a controllare se manca il timbro e non guarda la congruità delle cose non ci staccheremo mai dall'Africa (con il massimo rispetto per gli africani...)

mercoledì 17 settembre 2008

Roba che si tocca

L'avranno detto in mille, ma questo blog non ha la pretesa dell'originalità, solo di mettere in piazza i pensieri di chi lo scrive.

La mia speranza è che questa enorme crisi che stiamo affrontando (è notizia di oggi che sia pure parzialmente ci siamo dentro tutti come stato, fondi pensione ecc) faccia ritornare con i piedi per terra chi si era ubriacato.

Per un certo periodo si è parlato molto di servizi, economia dematerializzata, vivere di trading. Abbiamo visto ragazzini diventare enormemente ricchi perché passavano i giorni davanti al computer di banche d'investimento a vendere e comperare muovendo enormi quantità di denaro.

Prodotti sempre più complessi, come i derivati, tanto complessi che neppure chi li emetteva ci capiva più qualcosa.

E intanto milioni di metalmeccanici, tessili ecc a usar le mani sentendosi un pezzo di antiquariato.

Con quei ragazzini che, in massimo spregio per i lavoratori, facevano salire le quotazioni delle aziende quando licenziavano.

Sarò all'antica, ma per me un'automobile, un vestito, un mobile continua a valere più di un pezzo di carta di pari valore. Vendere qualcosa di tangibile (o servizi misurabili) più che piazzare un derivato o un castello di carta.

Non nascondo che in fondo un piccolo impeto di gioia da rivincita viene a noi desueti vedendo i golden boy della finanza uscirsene mogi con la loro scatola dall'ufficio.
L'unico rimpianto è che chi ha costruito davvero quei castelli che stanno crollando non verrà mai chiamato a risponderne.

Forse si tornerà a parlare, finalmente, di mercati e prodotti.

martedì 16 settembre 2008

Segnali deboli

Le case di investimento e di rating, si sa, sono particolarmente attente ai segnali deboli provenienti dal mercato.

Dopo l'abbassamento del rating su Lehman Bros di ieri pare che oggi la maggior parte delle case di investimento emetteranno un verdetto Sell.
Alcune non oseranno contrariare il cliente e usciranno con un Hold.

lunedì 15 settembre 2008

Capitale di rischio

Per chi fa il mio mestiere è abbastanza scontato.
Molti investitori invece purtroppo si illudono o pensano che investire in capitale di rischio, quali sono le quote di società, comperate attraverso la borsa o direttamente sia indolore.

Si chiama capitale di rischio perché il rischio è di perderlo tutto.

Quindi inutile fare i furbi e gli speculatori (come quelli che han fatto trading sulla morente Alitalia) e poi gridare allo scandalo e alla protezione dei "poveri investitori".

Adesso la valanga bancaria va avanti. E non tutte potranno essere salvate.

Usciranno gli sciacalli a mangiarsi i resti, come sempre capita, non temete.

Ma ricordate si chiama capitale di rischio.
Ed è il motivo per il quale (se va bene) io guadagno molto di più dei miei collaboratori.
Perché io rischio tutto.

martedì 9 settembre 2008

Tutti uguali

Alla fine anche i liberisti USA e, non dimentichiamolo, gli Inglesi (normalmente ancora più liberisti) applicano quei metodi "latini" tanto esecrati normalmente dai loro soloni.
E nazionalizzano aziende private destinate al fallimento.

Lo stato interviene a salvare banche decotte che si sono affossate per ingordigia.

Mi piacerebbe che però adesso ci fosse una azione di rivalsa verso chi (amministratori, venditori, responsabili) ha gonfiato, in cambio di sicuramente elevati bonus, il pallone che poi è diventato talmente inconsistente da diventare una bolla ed esplodere malamente.

E come al solito paga "il popolo" cioè tutti, cioè nessuno.

E mentre alcuni se la spassano con i bonus guadagnati la solita provvidenza si occupa di non far saltare in aria tutto.

Abbiamo l'abitudine di parlar male dell'Italia, ma come vedete siamo in pessima compagnia.

martedì 15 luglio 2008

Borsa

Non parlo di borsa ormai da tempo.

Da un pezzo ci credo poco e le ultime operazioni fatte erano dei CW put.

Devo dire che la giornata di oggi non è male. Ormai nonostante ci si ostini a dire che si è toccato il fondo è un po' che ci si è messi a scavare...
-3,2%... martedì nero lo chiameranno

mercoledì 30 gennaio 2008

Le favole della finanza

Steve di FUORIMERCATO con Le favole della finanza mi ha anticipato.

Mi permetto di aggiungere un corollario.

Ma voi affidereste i vostri soldi ad una banca nella quale un pinella davanti al Pc movimenta senza controllo 50.000.000.000 di Euro (pari vorrei ricordare a circa cento mila miliardi di lire, quattro o cinque finanziarie del nostro stato)?
Sia pure in derivati.

lunedì 3 settembre 2007

Capacità di giudizio

Sottoscrivo in toto il post del quasi omonimo (ma lui è nato prima) Pensieri economici in libertà: "alla vigilia di decisioni importanti, la documentazione viene fornita con molto ritardo se non, addirittura, nel corso della stessa riunione in cui occorre decidere".

Il sottoscritto ha fatto parte (non in aziende quotate sia chiaro) di diversi Consigli di amministrazione e/o direttivi e/o associazioni.

La regola è praticamente quella di ricevere il documento (magari di 10 pagine) sul quale fare la discussione quando inizia la riunione. E spesso l'argomento è complesso.
La scusa ufficiale è che "ci abbiamo lavorato fino all'ultimo minuto".

Per non parlare di posti in cui devi votare il bilancio ma non ti lasciano una copia per ragioni di "riservatezza"!?
Poi dicono che io sono un bastian contrario perché voto contro o mi astengo....

La verità è che ci sono i consiglieri "più uguali" che il documento l'han visto e digerito, e agli altri tocca fare come i parlamentari e votare la pappa fatta in base alla maggioranza di cui fan parte.
Ben vengano allora regole chiare che obbligano a fornire prima, a tutti, le informazioni necessarie.
Anche se sui consiglieri c.d. "indipendenti" ho una fila di dubbi lunga un chilometro anch'io.

venerdì 17 agosto 2007

Gestori di fondi

Se sapete l'inglese leggetevi questo post.

ShockAndAwe.ilcannocchiale.it - DECISAMENTE PER POCHI (MOLTO POCHI):

A me ha particolarmente divertito "Some of you have written to us asking for your money back, citing clauses in the fund documentation called redemption rights. Frankly, we never expected you to actually read that prospectus, which came prepackaged when we bought the Microsoft Hedge-Fund Guy software. We certainly have no idea what all those long words mean."

lunedì 13 agosto 2007

Effetto

Ma queste continue immissioni di liquidità nel mercato che effetto hanno?
Se tutto va bene a cosa servono?
Se sono così frequenti non è che sanno qualcosa che non sappiamo noi?

Insomma stabilizzano o aumentano l'allarme?

O come spesso accade sulla pelle dei piccoli si giocano battaglie ben più grandi?

mercoledì 25 luglio 2007

Borsa


A parte chi (come il sottoscritto) si è posizionato al ribasso... ci si augura di no!

venerdì 8 giugno 2007

Borsa

A furia di fare la danza della pioggia piove?

Tutti ad aspettarsi lo storno, arriva?

Personalmente circa 10 giorni fa ho venduto praticamente tutto l'azionario, un po' prima avevo comperato un po' di warrant put sull'indice (e su un paio di titoli) e mi ero messo comodo.
Io in queste cose sono notoriamente una bestia ma sentire l'animale (nel senso di animal spirit) e il capitano della nave dei blog economici che dicono di stare attenti mi mette in allarme.

Adesso vedo tre giorni in caduta del nostro indice, NY che fa -1,48 e Nasdaq a -1,71.
Mi sa che oggi si balla. Già è venerdì che giorno ballerino lo è spesso.

venerdì 13 aprile 2007

Preconcetti

Che la donna più pagata della borsa italiana (Jonella Ligresti) sia di origine siciliana e abbia solo 39 anni non sbatte contro qualche preconcetto?
Oltre alla di lei mamma altre non ne vedo tra i primi 100.
Astenersi da commenti tipo "figlia di" e "padre costretto a ", tutto vero, ma carta canta, altre donne non ce n'è. Neppure la cotonata Marina.

martedì 10 aprile 2007

Mappa del potere

Grazie al link di [mini]marketing scopro una bellissima (e utilissima) applicazione di Casaleggio Associati.

Scoprite anche voi i link!
Bello mettere una azienda e poi un'altra azienda e capire come sono collegate (oltre a cercare le poltrone di ognuno.

Ecco cosa sono riuscito a fare in pochi minuti.

lunedì 26 marzo 2007

giovedì 1 marzo 2007

Sono un pessimo investitore

Per chi mi avesse seguito dall'inizio avrà notato che praticamente non mi occupo più di borsa.

La prima ragione è che mi sono accorto che nei link qui a fianco ci sono persone mille volte meglio di me in questo, io in borsa sono un animale che va a sensazioni, pessima cosa.

E poi perché sono un pessimo investitore.
Con la borsa faccio esattamente quello che cerco di non fare con tutto il resto, predicare bene e razzolare male.

Dico di applicare gli stop loss, di stare attenti che il periodo è da caduta, di pensare prima di acquistare.
E poi lascio correre le perdite, mi dimentico di controllare le scadenze dei CW, compero quando mi aspetto un crollo, inserisco gli ordini senza guardare grafici o simili. Insomma, un disastro.

E' vero, lo considero un gioco e le cifre in gioco, quasi sempre, sono non importanti sia in termini assoluti sia per il sottoscritto.
A mia discolpa va detto che il tempo per seguire queste cose è quello che è. Ad esempio martedì ero in giro tutto il giorno (lontano dai pc) mentre un sacco dei gain teorici che avevo prendevano il volo.
E devo anche dire che è e resta un gioco, non sono un trader, i soldi cerco di guadagnarmeli lavorando ogni giorno. E per me un nuovo cliente, un nuovo prodotto un nuovo mercato valgono certo più di qualche punto percentuale su qualche azione comperata.
Allora inutile che faccia il grillo parlante e vi dica cosa penso o faccio. Il mondo è pieno di grilli parlanti.

Fra gli amici ci sono persone competenti, che si occupano con più dedizione di me a queste cose. Molti di loro hanno dimostrato nei fatti e non a parole di conoscere il mercato.
E anch'io farei meglio a seguirli di più ogni tanto.

mercoledì 28 febbraio 2007

Business as usual

ANSA.it - Economia - Milano in ribasso, ma scambi record: "Battuto il record di tutti i tempi per controvalore degli scambi".

Quando ci sono i crolli la gente vende.
Qualcuno compera.

Oggi il 7,5% di Fiat cambia mani.

Indovina chi vende e chi compera?