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martedì 8 aprile 2008

Ignoranti


Il "caso Luciani" non ha fatto altro che portare alla luce quello che sta diventando uno dei problemi dell'Italia.
L'ignoranza.

Una volta la nostra scuola, per tradizione, forniva una buona preparazione umanistica. l'alfabetizzazione di un paese arretrato è stata portata avanti (immagino per i racconti sentiti, non c'ero) con passione e dedizione da una generazione di insegnanti che si sentivano elite.
In fondo una volta in paese le persone di riferimento erano il maestro, il prete e il dottore.

Oggi, lo dice il padre di due adolescenti, abbiamo o vecchi insegnanti demotivati solo in attesa di andare in pensione o insegnati figli del sessantotto, loro stessi fondamentalmente ignoranti, spesso anche nella loro materia. Non solo quindi spesso incapaci di insegnare ma proprio senza i fondamentali necessari.
Non a caso nei recenti test comparati spesso sono risultati più ignoranti dei loro studenti.

Ecco che allora questo diventa un problema per il paese.
Laureati incapaci di esprimere un concetto o di scrivere decentemente una relazione, adolescenti che si esprimono con suoni gutturali più che parole, persone cui manca la base e la passione per la l'apprendimento continuo necessario nel mondo odierno.

Se la nostra competitività deve basarsi sulle idee (la battaglia sul costo è persa) e la scuola non fornisce almeno la formazione di base come ce la caveremo?
Un tempo gli industriali illuminati (ma era anche necessità) hanno finanziato e avviato fior fiore di scuole professionali che hanno generato generazioni di artigiani e imprenditori.
Oggi la formazione professionale è la cenerentola, tutti vogliono laurearsi, magari in comunicazione.

Faccio un esempio concreto, ricevo curriculum di ingegneri con inglese scolastico. Visto da uno come il sottoscritto un ingegnere che non parla perfettamente l'inglese è un controsenso.
Se deve tenersi informato cosa fa, aspetta le traduzioni dei documenti tecnici pubblicati nel mondo in Italiano? E come fa a leggere le normative internazionali che riguardano il suo lavoro? Devo affiancargli un'interprete?

Ecco che allora il mega manager da centinaia di migliaia di euro all'anno che fa (col beneficio del dubbio) una gaffe come quella della vittoria di Napoleone a Waterloo può diventare lo specchio di un paese tristemente decadente.

giovedì 27 marzo 2008

Idee sparse

La campagna elettorale è ormai sul filone "più pelo per tutti", mi ero illuso per un attimo che dicessero la verità, che le risorse sono scarse e sarà dura, ma dopo un po' al solito han cominciato con le promesse su pensioni ecc.
Certo, basta uccidere il vitello con le tasse e poi aumentare le pensioni (occhio che quando parlano di 400 euro sono all'anno, 30 e rotti al mese) ma senza il vitello poi cosa facciamo?


Oggi ho letto il magazine del Corriere dove Panebianco, al solito puntuale, mette il dito su quanto poco sia sentito il discorso scuola e questo lo tenga fuori dal dibattito sul nostro futuro, mentre dovrebbe essere centrale, e non a caso paesi come la Cina ci stanno investendo molto.
Poi ho letto il Sole24 ore e ho trovato un decalogo di richieste di Confindustria.
Che avrà anche mille difetti, ma i temi li pone.
Purtroppo poi la gggennte segue Vespa e i delitti in famiglia, sapere se i nostri ragazzi saranno preparati ad affrontare un futuro difficile è un tema non appassionante. Certo meno delle pensioni con le quali spesso quei ragazzi sono poi mantenuti.

Prendo poi spunto da un commento di Bol su Colaninno. Chi scrive è in conflitto di interessi visto che innova ed esporta, quindi sarebbe premiato.
Matteo è un bravo ragazzo, a volte l'impressione che avevo è che fosse a gestire cose più grandi di lui. Da un lato ha una parte di ragione, se nella globalizzazione dobbiamo vivere occorre favorire la presenza sui mercati internazionali (con le cose richiamate) ma poi il grosso della nostra economia deriva dal mercato interno, dai servizi, dalle piccolissime imprese che non hanno prodotti e possibilità di andare all'estero.
Purtroppo da questo punto di vista tradizionalmente i DS amano le grandi aziende, perché più orientabili, più politiche, con alto tasos sindacale, a volte a loro vicine (come la famiglia Colaninno o altri) mentre non si filano per nulla le piccole attività che sono per loro tipo le zanzare per noi d'estate. Piccole, fastidiose, inutili e da far fuori.

Invece quasi ogni grande industria è probabilmente partita dal piccolo. E uccidere i bimbi nella culla porta all'invecchiamento della popolazione. Certo, chi è "piazzato" sta meglio senza zanzare. Ma senza figli non c'è futuro.

giovedì 8 novembre 2007

Orientamento

Ritornando a Precari e contenti una delle cose che non ho citato ed è sottolineata nel libro è la carenza di orientamento nella società italiana.

Da un lato la famiglia che dovrebbe aiutare i giovani a decidere (lo vivo sulla mia pelle non è facile per un adolescente cercare di capire cosa vuol fare nella vita).

Una parte fondamentale di questo lavoro toccherebbe alla scuola che dovrebbe cercare di valorizzare le capacità di ognuno, assecondarle ed orientarle.
Invece da quanto vedo la scuola non ha questa capacità.
Soprattutto nei casi più estremi.

Capisco che ormai i genitori hanno perso la favella e assalgono gli insegnanti per ogni scemata ma in moltissimi casi occorrerebbe tornare ai vecchi tempi e dire chiaramente: suo figlio/a non ha voglia/capacità di fare un certo tipo di scuola le consiglio un percorso professionale (tra l'altro in buona parte aboliti).

Certo non è facile dire cose di questo genere.
Ma è meglio un bravo operaio / artigiano o uno che si trascina stancamente a scienze politiche per dieci anni e poi disilluso finisce a campare di lavoretti (o punta alla grande mamma, la Pubblica Amministrazione)?
Se tutti devono avere l'opportunità di essere giudicati e partire alla pari si dovrebbe fare esattamente l'opposto della cultura imperante che vuole "tutti uguali".
Favorire e aiutare i meritevoli, reindirizzare a più basse pretese chi non ce la fa.

mercoledì 5 settembre 2007

Tabelline o computer

Ennesima riforma della scuola. Ognuno che arriva applica le sue priorità, in compenso il livello è sempre più scarso.

Ma a nessuno viene in mente che nel 2007 sarebbe utile sapere bene sia le tabelline che il computer?
Solite stupidaggini da titoli giornalistici...

E che ricominciare seriamente a fare educazione civica (e a farla applicare a scuola) sarebbe utile?