
Il "caso Luciani" non ha fatto altro che portare alla luce quello che sta diventando uno dei problemi dell'Italia.
L'ignoranza.
Una volta la nostra scuola, per tradizione, forniva una buona preparazione umanistica. l'alfabetizzazione di un paese arretrato è stata portata avanti (immagino per i racconti sentiti, non c'ero) con passione e dedizione da una generazione di insegnanti che si sentivano elite.
In fondo una volta in paese le persone di riferimento erano il maestro, il prete e il dottore.
Oggi, lo dice il padre di due adolescenti, abbiamo o vecchi insegnanti demotivati solo in attesa di andare in pensione o insegnati figli del sessantotto, loro stessi fondamentalmente ignoranti, spesso anche nella loro materia. Non solo quindi spesso incapaci di insegnare ma proprio senza i fondamentali necessari.
Non a caso nei recenti test comparati spesso sono risultati più ignoranti dei loro studenti.
Ecco che allora questo diventa un problema per il paese.
Laureati incapaci di esprimere un concetto o di scrivere decentemente una relazione, adolescenti che si esprimono con suoni gutturali più che parole, persone cui manca la base e la passione per la l'apprendimento continuo necessario nel mondo odierno.
Se la nostra competitività deve basarsi sulle idee (la battaglia sul costo è persa) e la scuola non fornisce almeno la formazione di base come ce la caveremo?
Un tempo gli industriali illuminati (ma era anche necessità) hanno finanziato e avviato fior fiore di scuole professionali che hanno generato generazioni di artigiani e imprenditori.
Oggi la formazione professionale è la cenerentola, tutti vogliono laurearsi, magari in comunicazione.
Faccio un esempio concreto, ricevo curriculum di ingegneri con inglese scolastico. Visto da uno come il sottoscritto un ingegnere che non parla perfettamente l'inglese è un controsenso.
Se deve tenersi informato cosa fa, aspetta le traduzioni dei documenti tecnici pubblicati nel mondo in Italiano? E come fa a leggere le normative internazionali che riguardano il suo lavoro? Devo affiancargli un'interprete?
Ecco che allora il mega manager da centinaia di migliaia di euro all'anno che fa (col beneficio del dubbio) una gaffe come quella della vittoria di Napoleone a Waterloo può diventare lo specchio di un paese tristemente decadente.