In
mio tweet di ieri ha avuto qualche successo e causato qualche polemica.
Premesso che di studenti universitari ne ho due in casa, pur essendo possibile l'idea che siano i miei ignoranti e tutti gli altri eruditi, ho anche una lunga frequentazione di studenti.
Prima direttamente, in tempi caldi, nei quali il rischio era prendersi una pallottola, dove ho frequentato gente e riunioni di tutto l'arco costituzionale e ben oltre e poi frequentando le scuole per fare relazioni ed orientamento.
E confermo quanto detto, troppo spesso l'esuberanza giovanile, la voglia di cambiare il mondo e di fare casino vengono sfruttati da altri con ben altri scopi.
I dati delle manifestazioni di ieri parlavano di qualche migliaio (2/3) di studenti per città. A Milano quanti studenti universitari ci sono? 20/30.000?
Quindi il 10% era in piazza (ammesso fossero tutti studenti) e il 90% era a fare lo studente, cioè a studiare.
Dalle facce viste nelle foto molti o erano parecchio fuori corso o non erano studenti ma Cobas, gli altri organizzatori.
Gli studenti sono comodi, basta una miccia e scendono in piazza a rimpolpare le manifestazioni di tutti. Uno sciopero e un giorno di scuola saltato sono da sempre una facile attrattiva. Poi il grosso si perde nei bar strada facendo e non sa neppure le ragioni dello sciopero ma il risultato per andare sui giornali è ottenuto.
Anche in nelle territoriali di Confindustria o altre organizzazioni quando certe manifestazioni o incontri mostrano dubbi sulla partecipazione sfruttano gli studenti per avere poi una sala piena. (ho qualche dubbio che poi la maggior parte stia a sentire, ma fa parte delle cose).
Ma veniamo a nocciolo della questione, sulla strumentalizzazione.
Partendo dal lavoro.
Con il mestiere che faccio, e visto che ho una azienda che è sempre stata in crescita e non se la sta cavando male anche nella crisi, il discorso di assunzioni, per fortuna, è da noi abituale.
E quindi so bene il meccanismo che si avvia. Tenete presente che con oltre 50 persone per noi le regole per i licenziamenti sono quelle dei grandi.
Il problema principale che abbiamo è quello della instabilità dei mercati. E' difficile prevedere cosa succederà tra due mesi con alti e bassi molto forti e una serie di fermi e improvvisi riavvii difficili da governare.
Giusto ieri, neppure a farlo apposta, in viaggio con mio padre parlavamo di due ragazzi che sono da noi come interinali che sono molto in gamba.
Ma so già, come è accaduto tante altre volte il meccanismo che partirà.
Sono bravi, sono così rari quelli bravi e che si impegnano (di questo riparlerò ma ho già parlato) che vale la pena di offrirgli un lavoro fisso.
Nel modo ideale licenzierei quei due lavativi che abbiamo (in tutte le aziende ce ne sono) e li sostituirei, applicando la meritocrazia, con due giovani in gamba.
Nella realtà siccome non posso licenziare i due lavativi comincerà il balletto su che prospettive di lavoro abbiamo per i prossimi mesi, sull'organico ideale, su come fare fronte ai picchi (interinali o straordinari) e tutta una serie di cose di gestione.
Alla fine so già che, se va bene, otterranno probabilmente un contratto a tempo determinato di un anno, in attesa di vedere come va il lavoro.
Ecco questi sono i giovani che scendono in piazza a difendere l'articolo 18? Uno dei più grossi limiti alla meritocrazia che tutti dicono di volere in Italia?
Ah se non ci fossero gli interinali, non assumeremmo, faremmo molti più straordinari come mille altri o sposteremmo fuori alcuni lavori. Tanto per sgombrare il campo dall'idea che siano il male. E quei due non avrebbero neppure i 6 mesi di lavoro.
Pensioni: Per mantenere l'equilibrio delle pensioni i contributi dei giovani sono sempre più alti andando a tagliare fortemente i loro redditi netti.
L'idea è che quei contributi servano per la loro pensione.
No, quelli INPS servono per pagare la pensione del loro papà, mamma, nonno, zio magari andati in pensione a 50 anni con le vecchie regole e che stanno prendendo una pensione commisurata agli ultimi stipendi gonfiati a fronte di contributi molto bassi versati.
Mentre i giovani difficilmente potranno godere di regole anche lontanamente comparabili.
Insomma un paio di casi dove i giovani scendono in piazza a difendere i privilegi di chi li chiama in piazza mentre il mondo è cambiato e quei privilegi loro non li avranno mai.
E certo non possono ottenerli scendendo in piazza.
Sta diventando un poema ma voglio anche parlare del tema di questi giorni.
La discesa in piazza preventiva su un governo che non è neppure ancora insediato per me è appunto strumentalizzazione.
Si contesta qualcosa senza neppure sapere cosa. In amicizia, per spirito di contestazione del quale i giovani sono pieni.
D'altra parte scendono per difendere le università ispirati dai baroni che le università le hanno rovinate contro persone che hanno saputo creare una delle migliori università italiane dove, mi dicono, il merito (e non il censo) è fortemente applicato.
Ma vogliamo parlare di banche e debito?
Il debito l'abbiamo creato tutti, chi più chi meno.
Io ho avuto una nonna che per 30 anni ha preso una pensione di reversibilità senza avere mai versato una lira di contributi non avendo mai lavorato.
Tanti tanti anni fa, quando la situazione era completamente diversa, anche noi in azienda (come tutti, intendiamoci era la regola) avevamo sacche di nero sia nelle vendite sia con i collaboratori.
Anche a me è capitato di pagare in contanti per evitare l'IVA o in cambio di uno sconto (ed è evasione).
Molte aziende (non la nostra) hanno prosperato vendendo alla PA a prezzi enormemente gonfiati.
Molti dipendenti della PA hanno fatto ben poco di quello per cui erano pagati (e magari avevano altri lavori in nero).
Tutte cose che hanno contribuito a creare il debito.
L'altro lato della medaglia, cari studenti, è che la pensione del nonno contribuisce magari a pagarvi gli studi o a mantenervi a casa se siete tra quelli che non studiano e non cercano lavoro (troppi).
E' che magari papà è riuscito a comperare casa col lavoretto in nero o pagando parte della casa in nero per risparmiare.
Insomma abbiamo vissuto sopra alle nostre possibilità e una quota del debito si è trasferito (attraverso sovvenzioni o minori tasse) ai privati.
Allora cari studenti se volete rinnegare il debito dovreste anche rinunciare a ciò che vi verrà lasciato, da un certo punto di vista anche alle infrastrutture. E ripartire da zero.
Sulle banche poi, siccome gestiscono i soldi di tutti noi, stanno fallendo perché noi di soldi non ne abbiamo quasi più, e i titoli di stato gli investitori non li vogliono più quindi si sono svalutati e le banche ne sono piene per tenere in piedi in nostro malridotto stato.
Ma lì dentro ci sono i nostri soldi e se la banca salta noi potremmo non rivedere i nostri soldi. Chiedete a papà se gli sta bene e con che cosa vivrete poi.
La speculazione internazionale è un bella scusa, ma voi prestereste 1000 euro al vostro amico che chiede soldi sempre a tutti, va in giro con una bella macchina, spende e spande mentre sapete che guadagna 800 euro al mese?
L'impressione, visti da fuori, è che mentre i genitori e noi tutti (finanziando l'università, i treni a prezzo politico, le strade su cui marciate) vi mantengono voi scendete in piazza a fare casino.
Per appoggiare altri che hanno solo il fine di posizionarsi in una certa area politica. Ma non per voi, perché quello è lo spazio che occupano, poi sul da farsi lanciato qualche slogan in TV alla prima votazione sul tagliare le pensioni dei parlamentari o qualche privilegio votano compatti con tutti gli altri (magari a favore ma dopo aver controllato i numeri e di essere in forte minoranza).