Prendo spunto da un commento al post precedente.
Che mi dice quanta confusione, ignoranza ed ideologia ci sia nei referendum di domenica prossima.
Certo anche la signora Gina ci mette tutta l'ideologia di cui è capace.
Ma leggere "Solo che per privatizzazione in Italia a me viene in mente Telecom, con tutto il brutto che posso pensare" mi fa cadere dalla sedia.
Intanto la privatizzazione della Telecom fu fatta da gente che oggi è schierata per il si al referendum.
Ma soprattutto non c'entra nulla.
Al limite potremmo discutere sulle Autostrade andate ai rentier Benetton, che poi non hanno fatto il previsto piano di investimenti (ma chiedono continui aumenti tariffari).
Qui non si tratta di "privatizzare l'acqua" lo hanno detto in 100.000 ad un popolo che sembra sordo e guidato solo dalla ideologia e, come un cane rabbioso, dal mordere ancora Berlusconi.
L'acqua è e resta un bene pubblico.
Qui si tratta, per il primo quesito, di restituire alle nostre fantastiche ed efficienti conglomerate comunali TUTTI i servizi.
Senza più gare.
Mentre oggi se non altro le società comunali devono partecipare ad una gara, è già successo per elettricità e trasporti, anche se magari non ci avete fatto caso.
Quindi, probabilmente anche senza il referendum alla fine ci troveremmo il "pubblico" a gestire l'acqua. Come oggi spesso gestisce elettricità, gas e trasporti.
Ma almeno ha degli standard di servizio da rispettare, e non lo fa "a prescindere".
Poi vorrei ricordare che non si paga l'acqua, ma il servizio di trasporto e depurazione.
Per chi non volesse pagare l'acqua ci sono comode fonti e fontanelle libere presso le quali approvvigionarsi senza problemi.
Non a caso per le aziende il costo maggiore è sulla depurazione non sull'acqua.
E non mi pare che il pubblico abbia dato prova di grande efficienza, mi pare di ricordare che Milano abbia avuto il depuratore solo sotto Albertini.
Insomma la cecità che fa vedere nel "privato" i barbari e il male, ottenebra le menti e a guardarmi in giro a nulla valgono gli appelli di chi non credo sia accusabile di connivenza con il nemico, o il fatto che (l'Italia è il paese del ridicolo) in pratica Bersani sia favorevole ad un referendum che abroga leggi fatte da lui.
Ma veramente, credete se non a me a a gente di sinistra, il primo quesito "acqua" sarebbe un enorme passo indietro del paese ridando enormi poteri alla politica.
Il secondo alla fine è solo un referendum che decide se il prezzo va pagato attraverso le tariffe (chi consuma paga) o attraverso la tassazione generale o i disservizi per mancati investimenti.
Tra l'altro parlando con amici, i racconti di aree in cui erano partiti gli ATO (pubblici eh) sono la cosa veramente spaventosa.
Costo per le aziende raddoppiato, per i privati +50% e in compenso i soliti politici a governare appalti per centinaia di milioni, non so se mi spiego.
Se si raggiungerà il quorum sul nucleare farà molto la paura e resteremo schiavi di Russia, Algeria e Libia con il loro gas o delle centrali nucleari piazzate a quattro passi in Francia o Slovenia.
Per il quarto credo si vada verso il 98% dei si, ma intanto uscirà un'altra legge ad personam.
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martedì 7 giugno 2011
sabato 4 giugno 2011
Referendum acqua
Come nessuno sa la vittoria dei SI nei referendum sull'acqua, colpirebbe non solo l'acqua ma tutti i servizi che sono stati assegnati con gara (rifiuti, trasporti ecc), tra l'altro spesso vinte dalle stesse municipalizzate.
Mi piacerebbe anche capire cosa succede alle società multiutilities quotate, che perderebbero molto del loro valore (per la serie fatti di chi le ha comperate e dei comuni che sono ancora azionisti).
Per ragioni lunghe da spiegare mi sono trovato, per una fase della mia vita, anche in CdA di una di queste aziende spa semipubbliche.
L'esperienza è stata abbastanza traumatica.
Io sono arrivato bello carico e voglioso di portare un po' di capacità di gestione, ottimizzazione e servizio proveniente dal settore privato.
Partito con le mie cose dopo poco mi hanno fermato, e mi hanno detto che non avevo capito.
Il nostro compito non era certo quello di ottimizzare la gestione, di dare un servizio all'utente.
Il nostro compito era rispettare il contratto di servizio. Basta.
Se quello facevamo sarebbero arrivati i soldi. Se no no. E ottimizzare una qualsiasi cosa poteva volere dire non rispettare il contratto.
Insomma gestione e servizio al cliente? Chissenefrega tanto paga il comune.
E non a caso oggi che l'acqua è pubblica, per chi ce l'ha (perché vorrei ricordare che non tutti la ricevono regolarmente) il servizio è così eccellente che siamo i più grandi consumatori di acqua minerale (che ha enormi costi ambientali).
Evidentemente la gestione dell'acqua, visto quella che ci arriva al rubinetto, non è così apprezzata.
Insomma non c'è servizio al cliente.
E domani tornerebbero al servizio diretto del comune tutti i servizi oggi assegnati con gare.
E' veramente questo che vogliamo?
Carrozzoni politici malgestiti che paghiamo sia attraverso le tariffe che poi attraverso le tasse (non avendo alternative possono chiudere in perdita, chi gli toglie il servizio)?
Io no, ma parlare in modo normale in Italia ormai è impossibile e qualsiasi cosa diventa tifo.
Certo i privati forse farebbero profitto, come oggi lo fanno i produttori di acqua minerale (non sarebbe forse pubblica anche quella), ma lo farebbero se sono bravi a gestire e sarebbe loro interesse se sono in competizione avere clienti contenti.
Mi piacerebbe anche capire cosa succede alle società multiutilities quotate, che perderebbero molto del loro valore (per la serie fatti di chi le ha comperate e dei comuni che sono ancora azionisti).
Per ragioni lunghe da spiegare mi sono trovato, per una fase della mia vita, anche in CdA di una di queste aziende spa semipubbliche.
L'esperienza è stata abbastanza traumatica.
Io sono arrivato bello carico e voglioso di portare un po' di capacità di gestione, ottimizzazione e servizio proveniente dal settore privato.
Partito con le mie cose dopo poco mi hanno fermato, e mi hanno detto che non avevo capito.
Il nostro compito non era certo quello di ottimizzare la gestione, di dare un servizio all'utente.
Il nostro compito era rispettare il contratto di servizio. Basta.
Se quello facevamo sarebbero arrivati i soldi. Se no no. E ottimizzare una qualsiasi cosa poteva volere dire non rispettare il contratto.
Insomma gestione e servizio al cliente? Chissenefrega tanto paga il comune.
E non a caso oggi che l'acqua è pubblica, per chi ce l'ha (perché vorrei ricordare che non tutti la ricevono regolarmente) il servizio è così eccellente che siamo i più grandi consumatori di acqua minerale (che ha enormi costi ambientali).
Evidentemente la gestione dell'acqua, visto quella che ci arriva al rubinetto, non è così apprezzata.
Insomma non c'è servizio al cliente.
E domani tornerebbero al servizio diretto del comune tutti i servizi oggi assegnati con gare.
E' veramente questo che vogliamo?
Carrozzoni politici malgestiti che paghiamo sia attraverso le tariffe che poi attraverso le tasse (non avendo alternative possono chiudere in perdita, chi gli toglie il servizio)?
Io no, ma parlare in modo normale in Italia ormai è impossibile e qualsiasi cosa diventa tifo.
Certo i privati forse farebbero profitto, come oggi lo fanno i produttori di acqua minerale (non sarebbe forse pubblica anche quella), ma lo farebbero se sono bravi a gestire e sarebbe loro interesse se sono in competizione avere clienti contenti.
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