A furia di dirmi "domani lo scrivo" non sono più andato avanti sul discorso produttività. Pigro.
In questi giorni sto, come sempre, ma in questo periodo di più, lavorando su organizzazione interna e miglioramento dei processi aziendali.
E mi stupisco di come a volte cose che a me appaiono evidenti non vengano segnalate dai miei collaboratori: colli di bottiglia, attività ripetitive non ottimizzate, perdite di tempo.
D'accordo, io ho un occhio maggiore per queste cose, ho un maggiore interesse.
Ma mi comincio a chiedere se non ci siano altre ragioni.
Maggiore produttività vuole dire metterci meno a fare le cose.
Metterci meno a fare le cose significa che fatto 100 il livello produttivo con 50 persone, se risparmio il 2% del tempo tendenzialmente ho bisogno solo 49 persone (o portare la produzione a 102%).
Non è che la poca produttività fa comodo alle persone perché giustifica la loro presenza?
Anche se poi, come spesso accade, una azienda meno competitiva alla fine può portare alla chiusura.
Visualizzazione post con etichetta Produttività. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Produttività. Mostra tutti i post
mercoledì 15 febbraio 2012
mercoledì 21 dicembre 2011
Produttività vò cercando
Se ne fa un gran parlare ma la produttività è come il marketing: a seconda della persona con cui parli la produttività è una cosa diversa.
Parto da una autocritica.
Se parlate con molti miei colleghi la mancanza di produttività deriva da quei fannulloni dei loro dipendenti che non hanno voglia di lavorare.
Invece, in azienda, la produttività si basa su investimenti in tre pilastri strettamente correlati: tecnologia, formazione, organizzazione.
Per evitare un post monstre arriveranno tre post dedicati.
Ci sono poi le diseconomie produttive "esterne". Non è un mistero che il peso della burocrazia in Italia è enormemente superiore a molti altri paesi.
Basta dire che per una start-up che vende servizi (o app) via internet è conveniente aprire una filiale nel Delaware perché se fa microfatture da massimo 50 dollari è talmente alto il costo burocratico di tutta la contabilità che rende anti-economico farlo in Italia.
Pensate poi a quante incombenze ci sono, quanta carta occorre preparare. In una piccola azienda da circa 50 persone secondo me almeno 2 persone sono dedicate al 100% a faccende burocratiche (non dico registrazioni contabili che si farebbero comunque ma proprio cose burocratiche).
Basta dire che da me stanno lavorando in due da due settimane per preparare lo "spesometro" e di quattro commercialisti interpellati non siamo riusciti ad avere una risposta univoca su cose come se Telecom è contratto o no.
Esportiamo e ci vuole una dichiarazione contenete di tutto e di più per un certo numero di leggi. Secondo voi va bene una dichiarazione standard? No naturalmente, ogni dogana utilizzata per l'export vuole la sua. Che vuole dire prepararla, firmarla, ecc.
Per non parlare di code in posta o in uffici vari che presuppongono la presenza di una persona addetta e dotata di calma olimpionica.
Da anni parlano di semplificazione.
Visto da qui non fanno che complicare le cose.
Basta dire che in due anni adesso di elenchi operazioni ne abbiamo tre: intra, black list e spesometro. E meno male che c'era il Ministro della Semplificazione anche se certo da uno con questa faccia non è che ci si può aspettare molto.
Quando poi senti dire che aumentiamo la produttività eliminando la festività locale o spostando al sabato certe feste ti viene vogli di inseguirli con un forcone.
[Continua...]
Parto da una autocritica.
Se parlate con molti miei colleghi la mancanza di produttività deriva da quei fannulloni dei loro dipendenti che non hanno voglia di lavorare.
Invece, in azienda, la produttività si basa su investimenti in tre pilastri strettamente correlati: tecnologia, formazione, organizzazione.
Per evitare un post monstre arriveranno tre post dedicati.
Ci sono poi le diseconomie produttive "esterne". Non è un mistero che il peso della burocrazia in Italia è enormemente superiore a molti altri paesi.
Basta dire che per una start-up che vende servizi (o app) via internet è conveniente aprire una filiale nel Delaware perché se fa microfatture da massimo 50 dollari è talmente alto il costo burocratico di tutta la contabilità che rende anti-economico farlo in Italia.
Pensate poi a quante incombenze ci sono, quanta carta occorre preparare. In una piccola azienda da circa 50 persone secondo me almeno 2 persone sono dedicate al 100% a faccende burocratiche (non dico registrazioni contabili che si farebbero comunque ma proprio cose burocratiche).
Basta dire che da me stanno lavorando in due da due settimane per preparare lo "spesometro" e di quattro commercialisti interpellati non siamo riusciti ad avere una risposta univoca su cose come se Telecom è contratto o no.
Esportiamo e ci vuole una dichiarazione contenete di tutto e di più per un certo numero di leggi. Secondo voi va bene una dichiarazione standard? No naturalmente, ogni dogana utilizzata per l'export vuole la sua. Che vuole dire prepararla, firmarla, ecc.
Per non parlare di code in posta o in uffici vari che presuppongono la presenza di una persona addetta e dotata di calma olimpionica.
Da anni parlano di semplificazione.
Visto da qui non fanno che complicare le cose.
Basta dire che in due anni adesso di elenchi operazioni ne abbiamo tre: intra, black list e spesometro. E meno male che c'era il Ministro della Semplificazione anche se certo da uno con questa faccia non è che ci si può aspettare molto.
Quando poi senti dire che aumentiamo la produttività eliminando la festività locale o spostando al sabato certe feste ti viene vogli di inseguirli con un forcone.
[Continua...]
Iscriviti a:
Post (Atom)