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martedì 7 luglio 2009

Libertà di movimento/2

Triste, molto triste.

Oggi si parlava di business, investimenti, mercato e spazi per fare cose.
E siamo d'accordo con un potenziale partner che c'è spazio per fare belle cose in una zona del sud.

Ma...

Ma ambedue siamo concordi di informarci.
Se si "paga" o no in quella zona.

E se si paga ce ne terremo lontani.
Contribuendo ad un piccolo passo indietro del mercato, della crescita e della creazione di lavoro ed iniziative nella nostra Italia.

venerdì 28 settembre 2007

Meglio soli che forti

Se dovessi puntare il dito contro IL DIFETTO di chi fa impresa in Italia lo farei sulla incapacità di aggregarsi.

Ogni popolo porta il peso della storia, che influenza pesantemente il modo di pensare. Questo è il paese dei Comuni, dove tantissimi piccoli signorotti cercavano di fregarsi l'un l'altro.
L'economia stessa è figlia della storia (se non li avete mai letti prendete qualche libro sul tema del Professor Carlo Maria Cipolla) e della mentalità di chi fa l'imprenditore.
E ancora oggi tra comuni vicini ci sono rivalità profonde.

Ecco che allora in questo paese si preferisce essere padroni al 100% del nulla, con corollario magari del retropensiero di essere comunque più furbo del concorrente, di avere il controllo assoluto. Magari col corollario del "fai così perché lo dico io e non rompere le balle che non capisci niente".

Leggevo ieri su Magazine una citazione del Berlusca che avrebbe detto che nessuno ha fatto più di lui, forse solo Bill Gates in USA. Tralascio per carità di patria un commento alla frase.

Ma soffermiamoci un attimo sulla situazione.
Da subito Microsoft fu aperta ad altri soci, i dipendenti venivano pagati in azioni (e sono diventati miliardari), Certo Gates ha sempre tenuto probabilmente la maggioranza, ma non il 100% come il Berlusca fino a prima di entrare in politica.

Ed è così quasi dappertutto, credetemi, in nessun paese al mondo ci sono così poche centrali di acquisto per la piccola distribuzione o centrali di vendita (magari cooperative per riallacciarsi sopra).
Ad esempio quando si va all'estero si va in ordine sparso.
Non si riesce ad organizzare neppure una rete di assistenza e vendita all'estero tra non concorrenti (tra concorrenti è addirittura vietato farselo venire in mente) che porterebbe benefici a tutti.
Dopo due secondi che un consorzio si è formato cominciano le gelosie e ripicche.

Per non parlare delle migliaia di aziende della subfornitura incapaci di sviluppare un prodotto proprio che vengono strozzate da clienti approfittatori e che dovrebbero aggregarsi con altre aziende della filiera per essere in grado di fornire servizi avanzati su sistemi complessi, oltre al piccolo pezzo fatto su disegno.

E intanto, naturalmente ci si lamenta.
I piccoli vengono stritolati dai grandi.
E non si rendono conto che è una scelta loro.

Se poi ci aggiungiamo la spiacevole attitudine a preferire che un lavoro vada ad uno straniero che ad un concorrente diretto Italiano è detto tutto.


PS Ho trovato interessante anche il commento che diceva che è una scelta anche delle associazioni per avere tanti piccoli associati che hanno meno capacità di incidere (e pagano complessivamente di più, mi si consenta ;-) ) che non pochi forti associati.

martedì 25 settembre 2007

Coop & Caprotti

Leggo (sono sempre un po' in ritardo) la (non) risposta di Coop a Caprotti.
Nulla si dice delle facilitazioni per piani regolatori "amici".
Si dice che è normale che ci siano prezzi "differenziati" per area (ed è vero) ma non dice che chissà come mai i prezzi sono elevati dove (grazie ad ambiente "amico"?) sono in splendida solitudine e bassi dove c'è la concorrenza.

Una bella sbrodolata sui valori delle cooperative.
Ma è una cooperativa solidale un'azienda che fattura decine di miliardi di euro e che usa gli stessi metodi degli odiati capitalisti? (si vedano i commenti dell'altro post) ivi compresi (cito la risposta) "dolorosi processi di concentrazione e ristrutturazione", che vuol dire licenziamenti, per capirci.

lunedì 24 settembre 2007

Strano il mercato

ANSA.it - Economia - Consumi di pane al minimo storico: "Allarme della Coldiretti: 'su base annua la quantita' di pane consumato per uso domestico dagli italiani ha raggiunto il minimo storico'".

Ieri mancava il grano e quindi i prezzi del pane aumentano.
Oggi allarme per la diminuzione dei consumi.

Mai sentito in Coldiretti (certo che no, loro lavorano principalmente sui contributi UE) parlare di marketing mix? Al salire del prezzo diminuisce la domanda!
Sembra incredibile!

E se manca il grano, non è meglio se mangiamo meno pane?

lunedì 27 agosto 2007

Autodifesa

Non ho trovato nulla in rete, ma ho notizie dal mio distributore.

L'Argentina sta avviando una politica di restrizione delle importazioni per proteggere i prodotti nazionali.
La cosa dovrebbe essere generale, Mercosur compreso (per essere coerente col WTO), ma dalle notizie che ricevo il vero obiettivo sono i paesi Asiatici.

lunedì 19 febbraio 2007

Don Quixote e il consumatore

Solo chi saprà vedere dove gli altri vedono un mulino un gigante con le braccia rotanti potrà forse un giorno fare il botto.

I soldi quelli veri, tanti, si fanno solo uscendo dagli schemi, innovando, pensandola diversamente dalla massa dei pecoroni.

E una volta visto il gigante, avuta la visione occorre dedicarsi anima e corpo al progetto, perseguire il proprio obiettivo con coerenza e flessibilità. Il creativo dovrà saper passare la mano ai pianificatori.

Adattandolo alla risposta del mercato quando necessario.

Tra questi visionari ci saranno pochi che ce la fanno e migliaia che falliscono. Occorrerebbe la visione calvinista: chi è fallito (non parliamo di fraudolenti, naturalmente) è uno che ci ha provato, l'importante se riparte è che abbia imparato dai suoi errori.

Chi avrebbe detto 20 anni fa che un'azienda Italiana di jeans sarebbe stata tra i migliori al mondo e la Levi's quasi fallita?

Don Quixote e il mercato

Troppo spesso accade che molti scambiano le proprie idee per la realtà, scambiano mulini per enormi giganti e greggi di pecore per nemici.
Troppi conservatori sono convinti di essere nel giusto, che sono gli altri che non capiscono, che un giorno capiranno.

E intanto il mercato, come i mulini, gira e macina utili per qualcuno.

Mai mettersi contro il mercato, in borsa come in azienda. Il mercato, come la natura, saprà difendersi e trovare il modo di emergere.
Possiamo fare di tutto per proteggere, regolare, indirizzare, ma alla lunga il mercato emergerà.
E noi possiamo solo sfruttarlo, anticiparlo (ma non troppo) indirizzarlo verso situazioni a noi favorevoli che lo assecondano.
E forse, ogni tanto, vale la pena di ascoltare quello che dicono i nostri Sancho Panza.

Guardate il sistema musicale, i conservatori delle case discografiche hanno fatto (e fanno) di tutto per regolare, indirizzare ma la digitalizzazione della musica è un fiume in piena inarrestabile.