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lunedì 31 maggio 2010

Facile profeta

Da tempo sostengo: per quanto tempo gli ex contadini cinesi si accontenteranno di uno stipendio da fame?

La mia teoria era che con la facilità di comunicazione di oggi e con l'ambiente che c'è in fabbrica (pettegolo) anche là dove ci sono le dittature, prima o poi l'ex contadino pagato qualche decina di dollari al mese avrebbe saputo che il manager europeo prendeva quasi centinaia di volte in più. E anche l'operaio specializzato cinese lì di fianco guadagna molto molto di più.
E avrebbe saputo quanto erano gli stipendi in Europa e USA.

Quindi avrebbe cominciato a alzare la testa.

Tenete conto che è vero che in campagna guadagnano meno, ma con il lavoro in campagna il cibo non ti manca. E di solito la casa (o baracca) per vivere ce l'hai.
In città lavorando in fabbrica hai molte più spese.

Sono di questi giorni le notizie di scioperi e rivendicazioni in diverse fabbriche cinesi.

Certo, ci vorranno decenni prima che raggiungano i nostri stipendi, ma intanto la "fabbrica del mondo" comincia a diventare più cara.

lunedì 7 settembre 2009

Mercato selvaggio

Premessa: sono contrario al protezionismo e per il libero mercato. Esportiamo il 90% della nostra produzione, non può che essere così, il protezionismo porta protezionismo e meno crescita del mercato.

Il mio post "notti in bianco" ha suscitato un buon dibattito, d'altra parte è un periodo difficile e moltissimi sono sensibili all'argomento.

Per puntualizzare meglio la mia posizione, non sono affatto contro il mercato, i cinesi li abbiamo, come concorrenti, da ormai quasi dieci anni e ce la siamo cavata. Prima di loro ci provarono i giapponesi e coi tedeschi è sempre un bel testa a testa.

Ma vendere dei cloni, con l'inganno, non è concorrenza, è truffa.
E' posizionarsi come un parassita su un'altra azienda e sfruttarne il lavoro.

I blogger sono gente strana, insorgono per una frase rubata, per un mancato link ad un originale, si scandalizzano per blog che riportano post di altri senza citare l'originale.
Quasi tutti hanno le foto in flickr non in creative commons ma in copyright.
Materiale che, certo, implica parecchio lavoro intellettuale, esperienza ecc ma alla fine pochi costi. Si predica la condivisione poi però "le mie idee sono mie".

Poi ti lamenti che ti copiano un prodotto, dietro al quale ci sono milioni di euro di investimenti in marketing e ricerca e sviluppo, 40 anni di lavoro e ti dicono "è il mercato baby perché non lo accetti?"
Ma io vivo di e nel mercato, non vivo in ambiente protetto. Ma che la mia reputazione venga rovinata da questi poco di buono se permettete mi fa incazzare come una bestia.


Poi leggi "rispondo di primo acchito, non me ne vogliate,alle possibili implicazioni penso dopo. vabbe' ma se la panda la fanno a Tichy o a Pechino a me che me ne viene?"
Ma infatti della enorme fabbrica cinese senza regole e con personale schiavizzato i consumatori hanno approfittato. La bassa inflazione deriva anche da quello.
E nessuno si pone il problema di dove è fatto, "è il mercato" come hanno detto molti.
Vero, assolutamente vero, ma allora il mercato deve valere per tutto, se è ininfluente come consumatore il dove è fatto poi non si può poi inveire contro gli industriali che chiudono le fabbriche qui per spostarle altrove. Non si può mostrare solidarietà a chi resta senza lavoro. Andate da loro a dirgli "è il mercato baby", spiegatelo voi ai loro figli e alle loro famiglie.
Non lamentatevi se il lavoro non si trova e quando si trova è sottopagato o stagionale o precario, è il mercato baby.

Noi con questa storia possiamo anche (sgratt sgratt) chiudere. Poco male per quasi tutti.
Importerà alla sessantina di persone che lavorano qui, agli altri cinquanta o giù di lì dell'indotto, ai fornitori di merci e anche quelli di servizi, basta pubblicità, sito, consulenze ecc ecc, ai nostri distributori e ai loro dipendenti.
Però, visto che malcontato versiamo tra azienda, dipendenti e personale un milione e mezzo di tasse pretenderei che siano anche ridotte le spese dello stato per tale importo. Licenziando quelle venti o trenta persone che manteniamo.
Tanto lavoro ce n'è possiamo sempre diventare tutti commessi di un enorme centro commerciale di merce fatta in Cina. O fare una bella internet company e vendere i nostri servizi a, a... vabbé, alle implicazioni ci pensiamo dopo.

giovedì 3 settembre 2009

Notti in bianco

Vedere a rischio 40 anni di lavoro, una rete di distribuzione globale perché i cinesi hanno deciso che siccome sei bravo vale la pena di clonarti le macchine.
E sai che è una lotta impari ed impossibile.

Toglie il sonno.

E ti mette una rabbia e un senso di impotenza insopportabili.

Come se il periodo non fosse già abbastanza complicato da solo.

lunedì 30 luglio 2007

Applicazioni web 2.0

Nel mio disperatissimo tentativo di difesa dai copiatori cinesi ho trovato navigando una bella applicazioncina che fa molto business to business web 2.0.

Uno si collega, si registra, poi inserisce il prodotto (con foto) che vorrebbe in copia.
I vari costruttori di copie si collegano e poi se la cosa è interessante avviano la produzione.


Carino vero?
Un pò meno trovarci diverse richieste per i tuoi prodotti... quelli che ancora non hanno copiato, non quelli già copiati.