Obama copia i governi Italiani e mette un "bonus" per le nuove assunzioni (da noi c'è da tempo).
Siccome sono solo gli italiani gli imprenditori "ladri e disonesti" come potete leggere qui "Mr. Krueger said the plan contained provisions to prevent abuse by employers seeking to get the tax credit and wage bonus by, for example, replacing a full-time worker with two part-time ones making the same total salary. The rules would also prevent companies from renaming themselves or merging to claim the credit."
Va detto poi che hanno anche tolto gli onere per la social security sugli aumenti di stipendio (tipo la nostra defiscalizzazione di straordinari e premi di produzione).
Insomma anche in USA forse si comincia a capire che sono le piccole aziende il motore dell'occupazione.
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martedì 2 febbraio 2010
mercoledì 10 dicembre 2008
Yes we can

Cominciando, nella migliore tradizione democratica e comunista, dai maggiorenti del partito.
Illinois, arrestato il governatore - Corriere della Sera
domenica 9 novembre 2008
Cosa diranno

Da unire a "un taglio delle tasse per la classe media" che in Italia varrebbe per quadri, commercianti ecc e certo non "lavoratori" come nella migliore tradizione di certi nostri politici.
Il mondo cambia.
I nostri politici no.
giovedì 6 novembre 2008
Culture

Sarebbe velleitario voler condurre una trattativa con un tedesco e nello stesso modo con un arabo o un sudamericano o un cinese.
Le differenze culturali contano ed influenzano moltissimo anche l'economia.
Ecco che allora la crisi in atto si ripercuoterà in modo ben diverso sulle diverse aree.
Prendendo le due più grandi macro aree di consumo Stati Uniti ed Europa, vedremo secondo me una grande differenza nei tempi e nei modi di uscita.
Gli Stati Uniti vivono sul debito e di debiti, con fortissima mobilità sociale e territoriale. Perdere un lavoro significa ripartire, cercare nuove opportunità, magari trasferirsi. Il futuro è un'opportunità e il segnale di un nero alla Presidenza, come dicono tutti i commentatori, è forte: tutti ce la possono fare (anche scherzandoci sopra).
In Europa viviamo in una società ingessata, poco flessibile.
Alle prime avvisaglie economiche, non essendo tradizionalmente abituati al debito ma al risparmio, sapendo che perdere il lavoro è un dramma, tiriamo i remi in barca e riduciamo i consumi.
La flessibilità del lavoro per le aziende è bassa.
Tutte cose positive e grandi conquiste, ma in un momento come queste economicamente pericolose.
Se tutti riduciamo le spese, la contrazione economica innesca una spirale che ci porta a ridurre ulteriormente. Non sono per lo "spendete" Berlusconiano, ma occorre trovare un giusto equilibrio.
Allo stesso modo la rigidità nel mondo del lavoro rende meno flessibili e adattabili alla situazione le aziende che rischiano di non riuscire a reagire nel modo giusto.
Noi poi viviamo in un paese dove, per quanto possa sembrare assurdo, è più facile chiudere completamente uno stabilimento che licenziare due o tre persone.
Insomma la mia grande paura è che gli USA passeranno brutti momenti ma ripartiranno pieni di entusiasmo, noi staremo qui a menarcela sul cosa fare e sul di chi è la colpa mentre gli altri ci passano davanti.
mercoledì 5 novembre 2008
Un nuovo leader

Si può pensarla come si vuole, essere contro gli Amerikani (e mettersi le Nike) o adorarli, pensare che sono il male del mondo o la guida.
Ma nessuno può verosimilmente pensare al mondo come è oggi senza il più grande mercato unico di consumo. Sarebbe velleitario.
Oggi il mondo ha un nuovo leader.
Moltissimi in lui hanno proiettato grandissime speranze.
Personalmente ho qualche dubbio, troppi soldi, troppi movimenti intorno a lui, pur senza essere un complottista come chi ha scritto a Buddy.
Con questo mi auguro che si apra una nuova stagione. I grandi, enormi, dubbi mi vengono quando penso alla capacità di noi europei di saper partecipare e collaborare alla leadership mondiale.
Chiusi come siamo nella nostra torre dorata, incapaci di capire che il mondo è cambiato, che occorrono nuove prospettive e idee.
Ognuno di noi, nel suo piccolo, può e deve fare qualcosa per cambiare. Ma occorre un cambio di mentalità da parte di molti.
E le ultime vicende italiane non fanno ben sperare.
PS: mi piacerebbe essere stato al posto della figlia di Obama, ma non perché è il presidente ;-)
venerdì 31 ottobre 2008
Tutto chiacchiere e distintivo
Che non a caso per la battaglia finale riempie la TV di spot.
E ha firmato per la raccolta fondi tante di quelle cambiali che potrebbe essere peggio di Bush.
Quando poi leggo articoli come questo viene a me, l'ansia.
E ha firmato per la raccolta fondi tante di quelle cambiali che potrebbe essere peggio di Bush.
Quando poi leggo articoli come questo viene a me, l'ansia.
venerdì 29 agosto 2008
Come Kennedy?
giovedì 17 aprile 2008
Tempi duri per Obama

Over here on E Street, we're proud to support Obama for President.
Chi scrive notoriamente ama a dismisura il musicista.
Ma l'uomo non ha mai portato particolarmente bene in politica.
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