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domenica 6 maggio 2012

Investire per risparmiare

Normalmente si investe per risparmiare in fasi successive.
E' un po' che non scrivo di libri, perché leggo meno.
E perché leggo meno? 
Perché sono sempre attaccato ai social network con i (troppi) device elettronici anche in mobilità.

Proprio per questo, seguendola e stimandola da tempo, sono stato incuriosito da questo libro di Alessandra Farabegoli già uscito in forma elettronica e in uscita in forma cartacea.

Nello stile dell'autrice, che non a caso si definisce "distributrice di buonsenso" il libro si legge velocemente, senza troppi ghirigori e ripetizioni all'americana e contiene moltissimi suggerimenti, appunto, di buonsenso e operativi.
Cose che ognuno di noi probabilmente dovrebbe sapere (si parla di dieta informativa, e da lunedì tutti siamo a dieta vero?) ma che spesso non facciamo.

In molti punti mi ha costretto a fronteggiare mentalmente la mia pigrizia nell'affrontare certe tematiche che non amo e per le quali ogni scusa è buona.
E ribadisce fortemente l'ansia da notifica che quasi tutti abbiamo (è suonato un avviso sul cellulare proprio ora, che sarà?)

Ma oltre alla componente "psicologica" c'è una ampia spiegazione operativa, molto interessante, anche per gli utenti più "avanzati", con la spiegazione di metodologie e software che ci permettono di ottimizzare l'utilizzo della nostra risorsa più scarsa, il tempo.

Insomma investire un po' di tempo nel leggere il libro permette di ottimizzare e risparmiarne parecchio dopo.
Se poi siete "nuovi" sui social network e ve ne state appassionando è un must read.

E io spero di riuscire a mettermi a dieta, con una dieta equilibrata in ambedue i suoi significati.

lunedì 23 maggio 2011

Giusto mezzo, modo sbagliato

Uno come me si lamenta sempre poi dice: fico, una territoriale di Confindustria che ha imparato a usare i social media.

poi segue il link
#fail

Non cambieremo proprio mai, e in Confindustria non capiranno mai la differenza tra internet e intranet.

Non ha caso il 90% di quello che trovate in home page del sito Confindustria richiede una password per essere letto.

Re-edit. Chi di fail colpisce di fail perisce. E mette h di troppo. Cancellata ma non eliminata :-)

martedì 10 maggio 2011

Social network rischi e opportunità

Come promesso vorrei ritornare sull'uso e l'abuso dei SN, mille altri certamente più qualificati ne hanno parlato, ma vorrei raccontare le mie idee sull'uso dei SN in occasioni come i convegni Confindustria, visto il quello che ho suscitato.

L'uso di twitter wall o dei social network non è certo una novità nella convegnistica, nei *camp o in eventi legati all'argomento.

Lo sarebbe in eventi più strutturati e, mi si permetta di dirlo spero senza offendere nessuno, di rilevanza molto elevata.
Da sempre Confindustria (ma vale per i sindacati e altre associazioni) investe nella convegnistica, attraverso gli sponsor, cifre molto elevate.

Chi ha mai provato ad organizzare un evento immagina i costi dell'organizzare un evento per 6000 persone, con una sala plenaria, altre 7 sale separate, una sala stampa attrezzata per, credo, centinaia di giornalisti, il pranzo per tutti con grossi problemi di sicurezza (fisica, c'è parecchia gente che gira con scorta lì dentro) ecc ecc

Per inciso uno dei risultati di Bergamo è "meno convegni" ma di questo magari riparleremo.

A fronte di una "macchina" tanto complessa naturalmente si cercano di ottenere dei risultati di comunicazione il più possibile vicini all'obiettivo che ci si dà. A Bergamo era anche "siamo tanti".

E qui si innesta il problema social network.

Come detto non è la prima volta che comunico live da un convegno, ma qui c'è un tweet che dice "la maggior parte degli interventi confusi e noiosi. Meglio che non ci siano giornalisti a sentire questa roba. Proposte poche".
Non pare vero a Repubblica.it, che lo mette in prima pagina, di potere sparare nel titolo "poche proposte". Ne ho già parlato di quello che era il significato quindi non mi ripeto.

Da quel punto è una specie di fiume in piena, visto che la cosa finisce nelle agenzie (mi scuso ma non sono risalito alla primogenitura) e quindi praticamente sulla buona parte della informazione italiana, che in alcuni casi va a riprendere altri tweet tra lo scherzoso e il satirico e un po' dissacratori (quello è il mio stile, spesso anche verso me stesso). Ma praticamente in nessun caso approfondisce contattando l'autore.

Notare che il Sole 24 ore aveva organizzato un account twitter specifico per le assise che mi ha citato, ma aveva anche meno followers dei miei pochi. E altri hanno twittato dalle assise.

Non so se ho fatto un favore a Confindustria (in fondo vale l'assunto "purché se ne parli") o le ho dato un dispiacere, non ho notizie di particolare agitazione sulla cosa al settimo piano.

Se però in un evento come questo l'uso dei SN fosse "spinto" avremmo più problemi.

Già l'altro giorno ad un certo punto spunta questo tweet
Peccato che Laterza non avesse ancora iniziato a parlare! La sua risposta è "conoscevo già il contenuto dell'intervento" e visto che fa il consulente l'idea che l'abbia scritto (in tutto o in parte) non è strana.

Siccome i partecipanti in queste cose (Gente come Della Valle, Moretti, Colaninno & Co.) hanno spesso schiere di addetti stampa e consulenti è inutile che racconti come può andare.
Basta fare un giro su certe pagine facebook e si nota come ci siano persone che non hanno nulla di meglio da fare che mettere dei like a post di aziende e a pagine.

Immaginatevi un Moretti, per fare un nome, e una bella quantità di tweet che partono e ne esaltano l'intervento.
Il rumore diventa molto elevato, e potremmo perdere la spontaneità e immediatezza del corretto uso dello strumento.

Un altro problema, nel caso Confindustriale, è che siamo a elevato rischio di intrusione da parte di gruppi più o meno organizzati. Gli stessi che si radunano davanti alle associazioni e lanciano uova sulle facciate o che le occupano e via dicendo.

In pochi secondi un eventuale wall sarebbe probabilmente coperto di insulti ed epiteti poco carini verso la signora che presiede l'associazione e i partecipanti.

Ecco che allora, vale per Confindustria ma per gli eventi in genere, può diventare pericoloso e poco producente l'utilizzo dei social network in modo troppo spinto.
Eppure il mezzo sarebbe ideale per un confronto aperto e leale.
Ma ci vuole la trasparenza.

E' vero che le "agenzie" e i vari "fan" dopo un poco chi conosce il mezzo li individua, e che chi insulta e cerca di sabotare fa lui stesso una brutta figura (salvo con i suoi solidali magari convinti di "avergliela fatta vedere") un po' come certi commentatori qui che periodicamente spuntano e mi hanno costretto malvolentieri a lasciare commentare solo chi si registra.

Ma il rumore e la contrapposizione come troppo spesso accade non permettono l'emersione delle idee e di chi vuole portare il proprio contributo (anche non allineato) in modo educato e pacato.

Io purtroppo la soluzione non la vedo, se non quella di avere a che fare con persone corrette.
Nei social network come nella vita.

domenica 8 maggio 2011

Assise Confindustria - Star for one day

Andy Warhol diceva che ognuno sarà famoso per un quarto d'ora. Oggi era il mio turno.

Credo che tutto sia nato da Repubblica che ha colto l'occasione di un mio tweet un po' deluso che diceva " la maggior parte degli interventi confusi e noiosi. Meglio che non ci siano giornalisti a sentire questa roba. Proposte poche".

Sgombero subito il campo, stamattina ci sono stati 54 interventi, io frequento queste cose da qualche anno, e non è certo la prima volta che twitto da un convegno.
Difficile avere nuove idee, perché se Abete può leggere l'introduzione delle assise 1992 e i problemi sono ancora quelli, il problema non sono le nostre idee sempre uguali, ma che in questo paese le cose non cambiano mai.

Giustamente Stefano Epifani ha detto "ma la vera notizia è ciò che ha detto @ o il fatto che i giornali l'abbiano ripreso? O entrambe le cose? ".
Ne riparlerò ma credo che la voglia di estrarre la mia voglia di dissacrare un po' certi riti abbia reso popolare la cosa anche e purtroppo insieme a quel sentimento anti industriale così chiaramente evidenziato da tutti alle assise di oggi.

Io non vengo a casa deluso dalle assise, ci sono cose che mi hanno sorpreso nei sondaggi. Il nostro mondo si è rivelato molto più variegato di quanto pensassi.
Non mi aspettavo certo la soluzione dei problemi da chi interveniva.
Se una cosa mi ha deluso nel pomeriggio è forse la passerella dei soliti noti, che piace tanto dire di aver visto ai nostri partecipanti  ma che hanno mille occasioni per dire a tutti i livelli (ed essere ascoltati) cosa pensano sia della economia che della politica che di Confindustria.
Non mi pare che molti degli intervenuti abbiano problemi a rilasciare interviste.

Per contro durante la "deludente" mattina sono intervenuti moltissimi colleghi più "normali".
E un piccolo e medio imprenditore non può che chiedere le solite cose, qualche sprazzo c'è stato ma poi sentirne 54 è lungo e pesante e la sensazione globale è quella del tweet incriminato.
Avete mai provato a parlare su un palco davanti a 1000 persone con tempo dato di 3 minuti? Non è facile, e se non sei abituato gestire tempo, ragionamento, respirazione ecc vai in confusione.
Forse proprio la scarsa capacità comunicativa di chi dovrebbe farlo ogni giorno con clienti, stakeholders e collaboratori è la cosa che mi ha un po' lasciato perplesso.

Poi io ho le mie idee e magari non sempre sono d'accordo con la maggioranza, sull'ICE, ad esempio, o su alcune cose di Confindustria (e non da oggi, chi ha voglia si faccia un giro qui dentro). Ma, ripeto, se i problemi sono i soliti da 20 anni e le risposte sono cose come il decreto dell'altro giorno difficile tirare fuori cose nuove. Quelli sono i problemi e ci piacerebbe venissero risolti.

E poi le Assise erano un momento per fare vedere che ci siamo, che siamo compatti, che vogliamo salvare le nostre aziende e tenerle in Italia (per inciso il cantare l'Inno d'Italia alla fine con i miei colleghi mi abbastanza commosso).
Perché, purtroppo, la politica ragiona per numeri, e se non fai vedere che c'è un movimento non ti ascoltano.

Magari sarò stato con alcuni un po' irriverente, con altri irrispettoso (come da tradizione del mio blog) e questo piace tanto tanto ai giornalisti che ci possono costruire i titoli.
Ma alla fine ho visto una Confindustria compatta dietro al suo Presidente, determinata a chiedere ancora non soldi o aiuti (è stato ribadito più volte) ma di creare le condizioni perché le aziende possano operare nella legalità in un ambiente che almeno non le freni (favorirle mi pare velleitario se la cultura è ancora così anti industriale).

Ho sentito parlare molte volte di "fare cultura" per i giovani, per capire meglio economia e mercato, per creare una cultura della sicurezza, dell'ambiente della crescita sostenibile.
Io ci sono dentro, sono i miei valori e probabilmente do' il tutto molto più per scontato di quanto faccia chi è fuori da questo ambiente.

Domani tornerò nel mio comodo angolino, ci si dimenticherà di me. E scriverò un post sull'impatto dei social network su incontri di questo genere e sui relativi problemi.

PS questo post è stato volutamente scritto prima di vedere bene le cose dette e scritte oggi sui miei tweet, per non farmi influenzare.

martedì 16 dicembre 2008

Social networks

So che qualche esperto di queste cose (tipo [G]ianluca) mi legge.

E allora mi pongo una domanda.

Considerando che dopo un po' su network come Facebook ti trovi con amici veri, conoscenti e gente che non sai chi è, perché non hanno pensato a stratificare (come avviene nella vita reale) il network?

Ad esempio col mio profilo vero (lasciate perdere quello da blogger) ho dentro amici veri, conoscenti, contatti di lavoro e ?chi cavolo è questo?.
Quindi ad esempio certe foto o stati non mi fa piacere li veda/legga un mio contatto di lavoro o uno che non è mio amico vero.
Nella vita (il nostro original social network) mica diamo confidenza a tutti nello stesso modo, o no?
Perché tale comportamento non lo posso riportare nei social network?

Perché un mio fornitore/collega/conoscente deve leggere le stupidate che mi scambio con un amico ne tempo libero?

E' così stupida l'idea? E programmarla a tabelle non è così complicato. Poi se voglio sono io a gestirla.