A volte i simboli nascono dalle piccole cose, anche un maglione blu al posto del solito gessato può essere un simbolo in un paese dove conta più l'apparenza della sostanza.
La disdetta (alla sua scadenza, tra l'altro) del Metalmeccanici contratto 2008 è un atto che dovrebbe essere normale, visto che è già stato aggiornato con un altro.
Ma questo non è un paese normale.
Questo è un paese dove, ancora, una parte significante del paese è legata a schemi mentali di contrapposizione.
Un paese rovinato da una generazione di insegnati cresciuta nel mito del '68 (col 6 politico senza studiare) che hanno riversato nella scuola tutte le loro frustrazioni, incapacità e paranoie.
Un paese dove sento sempre parlare di diritti, ma poco o nulla di doveri.
Un paese dove i primi a cercare scorciatoie, a cercare compromessi, ad accettare situazioni inaccettabili, a credere al colpo di fortuna della lotteria, a vedere i furbi come più intelligenti degli onesti sono proprio le persone della "gente comune" che diventano poi elettori e cercano chi possa loro fare un favore più che un politico onesto.
Un paese dove la burocrazia si autoalimenta per darsi uno scopo e poter approfittare della confusione per trarne vantaggi.
Un paese dove la notizia è quando uno fa le cose normali e il suo dovere.
Un paese che ha perso la tensione morale e la voglia di migliorarsi, che insegue sogni di soldi facili e subito, che non è più disposto al sacrificio del duro lavoro giornaliero per raccogliere poi i risultati.
Un paese dove ormai da anni i sindacati (spesso ivi compreso il nostro, Confindustria) difendono se stessi e l'indifendibile, sempre più lontani dalla loro funzione di rappresentare le istanze degli iscritti. Sempre più parte del sistema essi stessi.
Un paese dove c'è ancora chi non ha capito che siamo tutti ai remi, che tocca a tutti remare e che il comandante (la politica) lo scegliamo noi quindi poco da lamentarsi se non fa il suo lavoro. Ma se tutti siamo ai remi, non remare o remare contro vuole soro dire stare peggio tutti.
Un paese dove tutto ormai è tifo calcistico e quindi meglio che l'avversario perda, anche se è una sconfitta del paese, per la soddisfazione di vederlo nella polvere.
Ci voleva Marchionne, con la sua cultura internazionale, la sua lontananza dai soliti giri per scardinare un sistema basato sugli amici degli amici. Per far saltare il compromesso di una mano lava l'altra.
Per mettere tutti davanti alle loro responsabilità.
Per minacciare di far saltare anche il nostro tavolo, quello Confindustriale, se non ci mettiamo ad essere più coerenti con la nostra funzione e meno poltronisti e burocratici.
Spero che continui, che tenga duro.
E che faccia scelte coerenti pulendo anche nella Fiat (che serva di esempio anche per gli altri) certi bubboni tipo acquisti non proprio trasparenti e pagamenti in ritardo che strozzano i fornitori.
E che contribuisca ad una Federmeccanica più moderna e aperta.
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lunedì 13 settembre 2010
venerdì 5 febbraio 2010
No ai ricatti
A me questo signore qui piace.
Non sono mai stato particolarmente appassionato al gioco molto in voga "dagli alla Fiat".
Anche perché in Italia è già molto praticato.
Negli ultimi giorni è in corso la battaglia su Termini Imerese.
Fiat oramai, piaccia o no è una multinazionale e non sono proprio sicuro, che al di là della (teorica) sede centrale sia ancora da considerare italiana. E come una multinazionale si comporta. Se c'è da razionalizzare va fatto.
E' allora cominciato il fuoco di fila del Ministro Scajola, noto per la sua incapacità di avere una politica industriale, a parte il rilancio del business del nucleare (che ti fa pensare possa essere perché le centrali sono costose da costruire quindi offrono ampi margini di interessamento) o per l'aeroporto di Albenga.
Peccato che il ministro ha un modo che definirei mafioso di mandare messaggi.
Prima dice che ci saranno gli incentivi, poi, in piena bagarre per Termini comincia a dire "valuteremo", pensando di piegare così Fiat al suo volere.
Peccato che il signore col maglioncino, il cui mercato ormai è globale e la produzione idem gli abbia risposto "no problem" e abbia risposto proprio sul punto debole del ministro, chiedendo "una seria politica industriale".
E la cosa non arriva dal maneggione Romiti, arriva da uno che ha rivoltato l'azienda come un calzino rimettendo al centro, finalmente, il prodotto.
Evitare i soliti commento "socializzare le perdite, privatizzare i profitti" ne è piena internet, e cercate di spiegarmi perché una azienda dovrebbe mantenere uno stabilimento inefficiente in una fase di sovracapacità produttiva.
Ed evito qualsiasi commento sullo sciopero come strumento per mantenere aperta una fabbrica (al limite invoglia ad accelerarne la chiusura).
Non sono mai stato particolarmente appassionato al gioco molto in voga "dagli alla Fiat".
Anche perché in Italia è già molto praticato.
Negli ultimi giorni è in corso la battaglia su Termini Imerese.
Fiat oramai, piaccia o no è una multinazionale e non sono proprio sicuro, che al di là della (teorica) sede centrale sia ancora da considerare italiana. E come una multinazionale si comporta. Se c'è da razionalizzare va fatto.
E' allora cominciato il fuoco di fila del Ministro Scajola, noto per la sua incapacità di avere una politica industriale, a parte il rilancio del business del nucleare (che ti fa pensare possa essere perché le centrali sono costose da costruire quindi offrono ampi margini di interessamento) o per l'aeroporto di Albenga.
Peccato che il ministro ha un modo che definirei mafioso di mandare messaggi.
Prima dice che ci saranno gli incentivi, poi, in piena bagarre per Termini comincia a dire "valuteremo", pensando di piegare così Fiat al suo volere.
Peccato che il signore col maglioncino, il cui mercato ormai è globale e la produzione idem gli abbia risposto "no problem" e abbia risposto proprio sul punto debole del ministro, chiedendo "una seria politica industriale".
E la cosa non arriva dal maneggione Romiti, arriva da uno che ha rivoltato l'azienda come un calzino rimettendo al centro, finalmente, il prodotto.
Evitare i soliti commento "socializzare le perdite, privatizzare i profitti" ne è piena internet, e cercate di spiegarmi perché una azienda dovrebbe mantenere uno stabilimento inefficiente in una fase di sovracapacità produttiva.
Ed evito qualsiasi commento sullo sciopero come strumento per mantenere aperta una fabbrica (al limite invoglia ad accelerarne la chiusura).
giovedì 12 luglio 2007
Lezioni di marketing
Chi vive in azienda sa che il marketing è tutto e nulla, che è pervasivo ma spesso incorporeo.
Ma per capire l'importanza del marketing basta guardare con attenzione l'operazione 500 di Fiat. Finalmente hanno ricominciato a parlare di prodotto, a studiare il mercato. E i risultati si vedono.
Un lancio fatto di mesi e mesi di lavoro per preparare il momento.
Non va dimenticato che l'idea originale è del tanto bistrattato Lapo, che ha mille difetti, ma secondo me su certe cose testa buona.
Il rilancio e ringiovanimento del marchio secondo me è passato (anche) attraverso apparenti stupidate tipo felpe, scarpe, stabilimenti balneari.
Ma per capire l'importanza del marketing basta guardare con attenzione l'operazione 500 di Fiat. Finalmente hanno ricominciato a parlare di prodotto, a studiare il mercato. E i risultati si vedono.
Un lancio fatto di mesi e mesi di lavoro per preparare il momento.
Non va dimenticato che l'idea originale è del tanto bistrattato Lapo, che ha mille difetti, ma secondo me su certe cose testa buona.
Il rilancio e ringiovanimento del marchio secondo me è passato (anche) attraverso apparenti stupidate tipo felpe, scarpe, stabilimenti balneari.
venerdì 29 giugno 2007
500 mania
Mi raccontano che i concessionari stanno facendo il pieno di ordini per la nuova 500 Fiat.
Ordini tipo le vecchie Mercedes per intenderci, al buio, quello che arriva arriva, senza sapere prezzo, colore, allestimento.
Grandissimi concessionari hanno già a magazzino migliaia di macchine e il problema che hanno è prepararle per la consegna.
Sarebbe un bel botto però, come immagine, che dopo pochi giorni dalla presentazione se ne vedono in giro tante.
Devo dire che questa volta, a mio parere, il marketing Fiat ha fatto un lavoro eccellente.
Speriamo che anche i progettisti siano stati all'altezza.
Qualche giorno fa ho avuto occasione di salire su una Bravo (senza guidarla) e l'effetto portiera finalmente è all'altezza, anzi, ottimo.
Per chi non lo sa la portiera di un'auto è uno dei punti distintivi e più importanti, il rumore che fa chiudendosi è basilare per collocare l'auto in un certo segmento.
Uno sbrang effetto lattina la colloca tra le utilitarie low cost.
Un stuff sordo e solido la colloca tra le medie.
Provate e guardate le portiere delle ammiraglie.
E' in fondo il primo impatto con la macchina, il momento in cui ti chiudi e prendi possesso della tua auto, per questo è così importante.
Ordini tipo le vecchie Mercedes per intenderci, al buio, quello che arriva arriva, senza sapere prezzo, colore, allestimento.
Grandissimi concessionari hanno già a magazzino migliaia di macchine e il problema che hanno è prepararle per la consegna.
Sarebbe un bel botto però, come immagine, che dopo pochi giorni dalla presentazione se ne vedono in giro tante.
Devo dire che questa volta, a mio parere, il marketing Fiat ha fatto un lavoro eccellente.
Speriamo che anche i progettisti siano stati all'altezza.
Qualche giorno fa ho avuto occasione di salire su una Bravo (senza guidarla) e l'effetto portiera finalmente è all'altezza, anzi, ottimo.
Per chi non lo sa la portiera di un'auto è uno dei punti distintivi e più importanti, il rumore che fa chiudendosi è basilare per collocare l'auto in un certo segmento.
Uno sbrang effetto lattina la colloca tra le utilitarie low cost.
Un stuff sordo e solido la colloca tra le medie.
Provate e guardate le portiere delle ammiraglie.
E' in fondo il primo impatto con la macchina, il momento in cui ti chiudi e prendi possesso della tua auto, per questo è così importante.
mercoledì 6 giugno 2007
Ripresa
Come corre il Pil se la Fiat mette la quarta - Corriere della Sera
Devo dire che l'avevo detto e più volte alcuni lettori mi avevano contestato la cosa.
Devo dire che l'avevo detto e più volte alcuni lettori mi avevano contestato la cosa.
giovedì 17 maggio 2007
Pierino e il lupo
Favole e proverbi hanno una loro morale. A furia di urlare e urlare alla fine non ti stanno più a sentire, a furia di comportarti in un certo modo causi una certa reazione istintiva nelle persone.
Un lettore mi scrive: lo sai che Ifil emette nuovi bond??? Ma Fiat non sta andando bene? Perchè hanno così bisogno di liquidi? Il mio consiglio è non comperare azioni Fiat: i crollo sarà vicino, finita l'era delle bugie...
Personalmente credo che Fiat sia oggi un'azienda profondamente diversa (e migliore) da quella di anni fa (gestione Romiti-Agnelli) e si stia faticosamente cercando di trasformarne la mentalità, giustamente partendo dal vertice.
Ho più volte detto che la ripresa Fiat (sia pure in parte drogata da certi meccanismi,ma vale per molti) ha contribuito non poco, visto il peso del settore, alla ripresa della nostra economia.
Ma i passati comportamenti pesano come macigni, e la gente non si fida.
Ed è facile poi ribattere che hanno avuto un'altra tornata di prepensionamenti. Vero. Ma questa è l'Italia, l'alternativa usata all'estero è licenziare e basta. Sicuri di preferire quello? (io magari come datore si, ma i dipendenti?)
E si vede in ogni operazione il male.
Se una finanziaria come Ifil emette dei bond sta semplicemente facendo il suo lavoro, ha evidentemente in mente di usare quei soldi per investimenti che le rendono più dei bond.
Oppure ha del debito da consolidare.
E Ifil è un azionista Fiat, non Fiat. Godrà, come tutti, dell'aumento del valore delle azioni e dei dividendi. Ma come l'azionista da 10 azioni, semplicemente moltiplicato per X volte avendo investito X volte.
Un lettore mi scrive: lo sai che Ifil emette nuovi bond??? Ma Fiat non sta andando bene? Perchè hanno così bisogno di liquidi? Il mio consiglio è non comperare azioni Fiat: i crollo sarà vicino, finita l'era delle bugie...
Personalmente credo che Fiat sia oggi un'azienda profondamente diversa (e migliore) da quella di anni fa (gestione Romiti-Agnelli) e si stia faticosamente cercando di trasformarne la mentalità, giustamente partendo dal vertice.
Ho più volte detto che la ripresa Fiat (sia pure in parte drogata da certi meccanismi,ma vale per molti) ha contribuito non poco, visto il peso del settore, alla ripresa della nostra economia.
Ma i passati comportamenti pesano come macigni, e la gente non si fida.
Ed è facile poi ribattere che hanno avuto un'altra tornata di prepensionamenti. Vero. Ma questa è l'Italia, l'alternativa usata all'estero è licenziare e basta. Sicuri di preferire quello? (io magari come datore si, ma i dipendenti?)
E si vede in ogni operazione il male.
Se una finanziaria come Ifil emette dei bond sta semplicemente facendo il suo lavoro, ha evidentemente in mente di usare quei soldi per investimenti che le rendono più dei bond.
Oppure ha del debito da consolidare.
E Ifil è un azionista Fiat, non Fiat. Godrà, come tutti, dell'aumento del valore delle azioni e dei dividendi. Ma come l'azionista da 10 azioni, semplicemente moltiplicato per X volte avendo investito X volte.
mercoledì 21 marzo 2007
Oggetti del desiderio
giovedì 15 febbraio 2007
martedì 13 febbraio 2007
A cosa serve avere un giornale
Se cercate in piccolo, molto in piccolo, in fondo alla pagina di Corriere.it potrete trovare una righetta con un titolo per iniziati.
Consob: sospesi Gabetti e Grande Stevens - Corriere della Sera: "Arrivano le sanzioni Consob per la vicenda Fiat Exor del 2005: multe per complessivi 16 milioni di euro e sospensione per il top management di Ifi, Ifil e Giovanni Agnelli e C. Sapa"
Il fatto che la maggiore azienda privata Italiana e i suoi top manager siano stati condannati per la sua condotta in borsa è, per il maggiore quotidiano italiano (che vi lascio indovinare chi ha fra i suoi azionisti), una notizia meno di rilievo e di importanza nell'ordine delle seguenti:
Il Testimonial Feto di Ilary: debutta in video dalla pancia
Robbie Williams ricoverato negli Stati Uniti. «Usa troppi farmaci»
Sfogo della Marcuzzi: «Vanno al Gf per fare sesso e stare in perizoma»
Consob: sospesi Gabetti e Grande Stevens - Corriere della Sera: "Arrivano le sanzioni Consob per la vicenda Fiat Exor del 2005: multe per complessivi 16 milioni di euro e sospensione per il top management di Ifi, Ifil e Giovanni Agnelli e C. Sapa"
Il fatto che la maggiore azienda privata Italiana e i suoi top manager siano stati condannati per la sua condotta in borsa è, per il maggiore quotidiano italiano (che vi lascio indovinare chi ha fra i suoi azionisti), una notizia meno di rilievo e di importanza nell'ordine delle seguenti:
Il Testimonial Feto di Ilary: debutta in video dalla pancia
Robbie Williams ricoverato negli Stati Uniti. «Usa troppi farmaci»
Sfogo della Marcuzzi: «Vanno al Gf per fare sesso e stare in perizoma»
domenica 11 febbraio 2007
Segnali
Nell'arte del management i segnali e i comportamenti sono più importanti delle parole.
Mi spiace trovarmi in compagnia di Bertinotti, ma devo dire che Marchionne mi piace sempre di più.
Con l'occasione rispondo anche ad un commento di Marco S. su un mio post che mi diceva spiegami perché epurare i bugianen porta bene alla fiatte.
Cito a memoria perché non so se saprei ritrovare il libro in cui l'ho letto. Fiat è stata sempre organizzata alla "Savoia" e in modo molto simile a quello militare. Non a caso c'è una tradizione militare negli Agnelli, Gianni e senior.
Quindi rigida catena di comando, struttura piramidale e "caste" a seconda del livello. Mi narravano che alle cene dove c'era molta dirigenza Fiat comunque i tavoli erano divisi per "livello" quindi un middle manager non poteva in nessun caso sedersi con un top manager. Un pò come la mensa ufficiali, sottufficiali e truppa.
Unito a questo la scuola ufficiali era considerato un ottimo bacino per andare a cercare il management e per abitudine si sono sempre preferiti i piemontesi, permeati del mito Fiat e psicologicamente adatti a quel tipo di organizzazione.
La presenza di uno come Romiti (che come intelligence certo batteva 100 a 0 quei quattro polli di Telecom) non migliorava certo la situazione. Per lui l'auto era probabilmente una rottura di palle. Non a caso fece fuori Ghidella (certo non uno stinco di santo come molti a quel livello) che voleva una Fiat auto-centrica e nel suo mandato seppe dare una chiara impronta di prodotto con auto di livello tipo la Duna.
Torniamo all'oggi. Dicevo che i segnali sono importanti.
Già il marketing si è evoluto con ottime iniziative come il blog di lancio della Bravo.
Presentarsi all'appuntamento con gli analisti in maglione (cosa normale in Usa) è un segnale.
Dire "sono un metalmeccanico" è un segnale.
Ma con una situazione come quella raccontata prima che l'amministratore delegato, un sabato si presenti insieme a diversi suoi collaboratori a vendere le auto è una specie di bomba atomica.
Immagine? Certo, ma anche segnale per tutti i dipendenti e il mercato.
Anche nelle piccole aziende troppo spesso l'imprenditore o il management si chiude in ufficio e nulla sa del processo per il quale il suo prodotto è poi venduto sul mercato.
Non parlano con le persone che acquistano il prodotto per capire perché hanno preso quello e non quello di un concorrente.
Andare in mezzo ai clienti per un'azienda come Fiat è il segnale che occorre cambiare strategia (e molto è stato fatto) e fare macchine per i clienti, non che piacciono ai tecnici o peggio che hanno una strategia solo di costo.
E spero che il fatto che l'Ad di Fiat "scenda in strada" convinca i troppi che stanno chiusi in ufficio a farlo. Quanti hanno mai provato ad andare ad acquistare un proprio prodotto in modo anonimo? Provare per credere.
Mi spiace trovarmi in compagnia di Bertinotti, ma devo dire che Marchionne mi piace sempre di più.
Con l'occasione rispondo anche ad un commento di Marco S. su un mio post che mi diceva spiegami perché epurare i bugianen porta bene alla fiatte.
Cito a memoria perché non so se saprei ritrovare il libro in cui l'ho letto. Fiat è stata sempre organizzata alla "Savoia" e in modo molto simile a quello militare. Non a caso c'è una tradizione militare negli Agnelli, Gianni e senior.
Quindi rigida catena di comando, struttura piramidale e "caste" a seconda del livello. Mi narravano che alle cene dove c'era molta dirigenza Fiat comunque i tavoli erano divisi per "livello" quindi un middle manager non poteva in nessun caso sedersi con un top manager. Un pò come la mensa ufficiali, sottufficiali e truppa.
Unito a questo la scuola ufficiali era considerato un ottimo bacino per andare a cercare il management e per abitudine si sono sempre preferiti i piemontesi, permeati del mito Fiat e psicologicamente adatti a quel tipo di organizzazione.
La presenza di uno come Romiti (che come intelligence certo batteva 100 a 0 quei quattro polli di Telecom) non migliorava certo la situazione. Per lui l'auto era probabilmente una rottura di palle. Non a caso fece fuori Ghidella (certo non uno stinco di santo come molti a quel livello) che voleva una Fiat auto-centrica e nel suo mandato seppe dare una chiara impronta di prodotto con auto di livello tipo la Duna.
Torniamo all'oggi. Dicevo che i segnali sono importanti.
Già il marketing si è evoluto con ottime iniziative come il blog di lancio della Bravo.
Presentarsi all'appuntamento con gli analisti in maglione (cosa normale in Usa) è un segnale.
Dire "sono un metalmeccanico" è un segnale.
Ma con una situazione come quella raccontata prima che l'amministratore delegato, un sabato si presenti insieme a diversi suoi collaboratori a vendere le auto è una specie di bomba atomica.
Immagine? Certo, ma anche segnale per tutti i dipendenti e il mercato.
Anche nelle piccole aziende troppo spesso l'imprenditore o il management si chiude in ufficio e nulla sa del processo per il quale il suo prodotto è poi venduto sul mercato.
Non parlano con le persone che acquistano il prodotto per capire perché hanno preso quello e non quello di un concorrente.
Andare in mezzo ai clienti per un'azienda come Fiat è il segnale che occorre cambiare strategia (e molto è stato fatto) e fare macchine per i clienti, non che piacciono ai tecnici o peggio che hanno una strategia solo di costo.
E spero che il fatto che l'Ad di Fiat "scenda in strada" convinca i troppi che stanno chiusi in ufficio a farlo. Quanti hanno mai provato ad andare ad acquistare un proprio prodotto in modo anonimo? Provare per credere.
venerdì 9 febbraio 2007
Questi svizzeri
ANSA.it - Economia - Fiat uscira' da Mediobanca
Certo che questo Marchionne che si mette a fare l'industriale invece di giocare su più tavoli al gioco delle tre carte si vede che non è della Famiglia.
Non fosse per le esigenze di immagine del suo Presidente magari sarebbe capace perfino di uscire da RCS.
Poi l'Ifil, che è una holding finanziaria, naturalmente è libera di investire dove vuole. Ma una concentrazione sulla produzione alle aziende industriali fa solo bene.
Certo che questo Marchionne che si mette a fare l'industriale invece di giocare su più tavoli al gioco delle tre carte si vede che non è della Famiglia.
Non fosse per le esigenze di immagine del suo Presidente magari sarebbe capace perfino di uscire da RCS.
Poi l'Ifil, che è una holding finanziaria, naturalmente è libera di investire dove vuole. Ma una concentrazione sulla produzione alle aziende industriali fa solo bene.
Grazie Visco
ANSA.it - Economia - Industria: produzione 2006 +1, 9%: "E' il risultato migliore registrato dal 2000"
La provvidenziale presenza di Visco al Governo, dopo la moltiplicazione dei pani, dei pesci, degli introiti da tasse, ha fatto un altro miracolo, facendo crescere la produzione industriale.
La realtà è che la ripresa di Fiat ha trascinato l'industria e l'indotto. Non da sola, certo, ma una bella mano l'ha data.
La provvidenziale presenza di Visco al Governo, dopo la moltiplicazione dei pani, dei pesci, degli introiti da tasse, ha fatto un altro miracolo, facendo crescere la produzione industriale.
La realtà è che la ripresa di Fiat ha trascinato l'industria e l'indotto. Non da sola, certo, ma una bella mano l'ha data.
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