Si e no.
Spesso ce lo dimentichiamo. Una delle prime balle che vi raccontano è che "il cliente ha sempre ragione".
Vero, il cliente ha ragione ma non per questo la risposta è sempre si.
Mi contraddico? Si e no!
Cercherò di farla breve.
Da un lato il cliente ha ragione e va ascoltato, esprime le sue esigenze e le sue aspettative. Dal suo punto di vista ha ragione.
Ma questo non vuol dire che abbia ragione in senso assoluto.
Esiste una cosa che si chiama strategia* (dalla quale deriva il nostro posizionamento sul mercato). Quindi le esigenze del cliente sono giuste e vanno ascoltate e meditate, ma non è detto che siano compatibili con le nostre aspettative e strategie.
Ancora di più in un momento come questo sembra contro natura dire no ad un cliente.
Eppure il si a volte è una strada senza ritorno che sul lungo periodo dà più problemi che ritorno.
Intanto il problema tipico è che la prossima volta il cliente dirà "me lo hai concesso l'altra volta" e tenderà ad alzare l'assicella ma soprattutto non daremo l'impressione di avere in testa una strategia chiara.
Certo, dire si è più facile.
Dire no è qualcosa che è contrario all'essere venditore, la strategia del no è lunga e faticosa.
E, anche se può sembrare assurdo, non devo neppure stare troppo a giustificare i miei no.
Lasciarsi trascinare sulla strada del giustificare punto per punto i particolari è una strada perdente. Diventa una spirale senza fondo. Il cliente non sarà mai contento e a furia di parlare di particolari si perderà di vista il progetto globale. E alla fine non si chiuderà comunque.
Dire no mentre il business non va. Sembra assurdo. Potrebbe essere un punto di forza.
Senza esagerare, se sono sempre no forse è la nostra strategia che è sbagliata.
* lo so torno sempre alla stragia ma quello è il fondamento del fare impresa.
lunedì 27 aprile 2009
sabato 18 aprile 2009
Si può fare
Ricevo una mail da un lettore che si dice confuso e stanco e mi chiede:
Ma oggi è ancora possibile fare quello che hanno fatto i nostri padri ?[...] Parlo ad esempio degli imprenditori che hanno avviato attività industriali negli anni ' 60 e ' 70. Quelli che oggi [...] hanno 200 dipendenti o più.
Mi chiedo, ma oggi i loro figli sarebbero stati in grado di fare lo stesso ?
Ci sono dentro due domande: è ancora possibile e se i loro figli sono in grado di farlo.
Le risposte sono entrambe si, per me.
Si può ancora fare? Si ma è enormemente più difficile.
Negli anni sessanta il mercato vedeva più domanda che offerta. Bastava produrre e il mercato assorbiva, anche merce non proprio affidabile, mancava tutto, venivamo dalla guerra e l'Italia era un paese povero. In quella situazione i margini erano molto elevati e gli investimenti ritornavano velocemente.
Va anche detto che ho sentito una battuta una volta "guadagnavo più di quanto fatturavo" e molte leggi erano più blande.
Ma poi le aziende devono sopravvivere. Quante delle grandi aziende degli anni 60 sono morte?
Oggi partire è enormemente più difficile, il mercato è più competitivo il ritorno degli investimenti più incerto, ci sono mille e mille leggi e regolamenti da rispettare.
Ma le buone idee pagano. Sempre.
Ricordate sempre che in ogni momento, anche il peggiore, c'è sempre qualcuno che sta facendo i soldi.
Quanti imprenditori sono cresciuti da zero in Cina, India o in Sud America negli ultimi 15 anni? Il mondo non è il nostro paesello.
Certo, per avere successo occorre dimenticare la smania del controllo (per trovare i soldi) e ragionare in termini globali.
Seconda domanda i giovani sono in grado di farlo?
Esattamente come allora, alcuni si alcuni no.
Non tutti negli anni 60 si sono messi a fare gli imprenditori. Non tutti potranno fare gli imprenditori nel nostro secolo.
Chi è stato cresciuto con il senso del dovere e dell'impegnarsi potrà provarci.
Chi è stato cresciuto nella bambagia, tutte vinte e tutto e subito non potrà mai riuscirci.
mercoledì 8 aprile 2009
Dubbi
Non sono certo antindustriale.
Ma a volte mi sorgono dei dubbi, tanti su alcuni "colleghi".
Poi mi rinfranco, non considero certa gente "colleghi".
E comprendo come poi possa nascere l'odio per l'industria.
lunedì 6 aprile 2009
Wiki Solidarietà per il terremoto
Vi segnalo un wiki che cerca di mettere info per gli aiuti
http://terremotoabruzzo.pbwiki.com/
Se ci sono altre iniziative simili prego segnalarle nei commenti
http://terremotoabruzzo.pbwiki.com/
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Dura realtà
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