Premessa: è una cosa scritta diversi giorni fa, in gestazione da lungo tempo. Non la "limo" e lascio la scrittura di getto o mi metto anch'io ad autocensurarmi.
La querrelle Marchionne/FIOM occupa ormai da tempo le prime pagine dei giornali.
Sono stati versati fiumi d'inchiostro da commentatori molto più autorevoli di me.
Volevo però soffermarmi (da tempo a dire il vero) da "insider" su ciò che la cosa sta scatenando.
A scanso di equivoci chiarisco subito che sto dalla parte di Marchionne.
Perché sta sollevando un problema che non è (solo) quello sindacale, ma che sono Federmeccanica e Confindustria.
E' indubbio che negli anni le organizzazioni si stratificano, che i funzionari che dovrebbero difendere le parti alla fine sviluppano una certa contiguità e familiarità.
Detto fuori dai denti, Federmeccanica per come è stata negli ultimi anni non serve a molto e men che meno alla competitività del paese.
E' vero che gli accordi e la politica sono l'arte del compromesso, ma questo non deve fare perdere di vista l'obiettivo principale.
Non so chi di voi ha mai letto il contratto dei metalmeccanici, fatelo, è una lettura istruttiva, se volete tornare indietro di 40 anni.
Tenete presente che siamo ormai a 240 (duecentoquaranta) pagine. L'orario di lavoro è regolato in 21 agili paginette.
Troverete delle descrizioni di mestieri ed inquadramenti che risalgono ormai alla prima industrializzazione, troverete tonnellate e tonnellate di cavilli, incrostazioni e stratificazioni formatesi in anni e anni di mitico "contratto nazionale". Per dire, voi che magari siete informatici, se fate la perforazione delle schede meccanografiche o il relativo controllo sappiate che siete in 2a categoria (ma se fate perforazione E verifica 3a).
E di fronte alle richieste di molti di modernizzare e rendere più attuale il contratto ho sentito le scuse più diverse.
La verità è che non c'era e non c'è la volontà di Federmeccanica di mettere le mani sulla struttura stessa del contratto.
Troppo difficile, troppo impegnativo, troppo lavoro.
E' vero che la Fiat l'ha sempre fatta da padrone in Federmeccanica, ma la Fiat del mitico Re d'Italia sabaudo Agnelli e del non rimpianto Romiti, quella che aveva in cambio sempre qualcosa.
Oggi che è guidata da una persona che se non altro non pensa che il mondo termini con i confini della provincia di Torino e che non si sente membro dell'esercito dei Savoia, si comincia a guardare in termini di costo/opportunità, a pensare in termini globali, a vedere i fattori che rallentano lo sviluppo.
Vero che la produttività deriva da scelte aziendali e che in Italia gli imprenditori non sono molto attenti sul tema. Ma è anche vero che è tempo di finirla con i "diritti" senza responsabilità. E' ora di finirla con un sistema dove questi fattori diventano lotta ideologica e politica, spesso sulla testa di imprese e lavoratori.
Non mi sono sentito tutelato da Federmeccanica come il grosso dei miei collaboratori non si è sentito tutelato dai sindacati.
E il problema non si ferma alla figlia.
Anche la grande mamma Confindustria non è ce se la passi meglio.
Cos'è la Confindustria oggi?
Ok abbiamo problemi di cassa, ma come posso sentirmi rappresentato da gente come Eni, Enel, Poste, Trenitalia, Telecom?
Come possiamo difendere gli imprenditori se poi concediamo potere di veto ai monopolisti? Se poi un vicepresidente parla di energia e pesta i piedi all'associato Enel per difendere le PMI e viene gentilmente accompagnato alla porta?
Certo la battaglia per la legalità è basilare, ma è comoda, non intacca gli interessi di associati forti.
Invece ci troviamo a tagliare articoli ed interventi negativi sui monopoli, a pagare l'energia più che negli altri paesi, con un sistema monopolistico ed oligarchico in utility e servizi.
E anche in Confindustria non vi dico i muri di gomma se qualcuno vuole fare qualcosa di _veramente_ incisivo e che vada al di là delle belle parole.
Ben venga allora Marchionne a parlare chiaro, a rompere il giocattolo. Certo, ricatta, certo, usa a volte toni un po' forti, ma le rivoluzioni non si fanno se si è troppo educati.
E' ora di finirla con un paese dove esiste il potere di veto di chi urla di più, dove la sconfitta in una votazione democratica prevede immediatamente i distinguo e le recriminazioni (vale per la Fiom e mille altri).
E' ora di finirla di lavorare contrattando continuamente sotto il ricatto del rinvio.
La questione straordinari ad esempio, con i tempi della economia attuale è credibile potere aspettare più di un mese l'autorizzazione a fare degli straordinai?
In quel tempo puoi passare dagli straordinari all'avere nulla da fare. E a chi mi dice "programmate meglio" se vuole offro uno stage a fare programmazione della produzione. Col cliente che ormai ti chiama quando ha già venduto la merce che ti ordina, e che chiama oggi per domani. E tu che lotti per migliorare la produttività e hai sbalzi del 50% sulle necessità settimanali.
Si accomodino. Se sanno programmare esattamente a 30 giorni senza ritardi, continue variazioni e scompensi produttivi lo stipendio offerto è ottimo.
Sta diventando un romanzo (forse per quello non mi mettevo a scriverlo).
Troppe cose grigie per non dire buie si vedono anche da dentro, troppa flemma.
Purtroppo frequentando certi ambienti uno si rende conto che anche dove si aspetterebbe il contrario c'è una grande mancanza di persone con carattere e coraggio (essendoci molte donne parlar di senza palle mi pare indelicato, ma il concetto è quello).
E ci sono schiere di galleggiatori e navigatori della poltrona, bravi a parlare, gentili, educati, di gran classe e savoir faire ma incapaci di prendere una decisione che vada contro qualcuno.
E mi piacerebbe far leggere certe robe da burocratese e attenzione alla forma e ai regolarmenti che ogni tanto escono dai nostri palazzi confindustriali degni della peggiore burocrazia ministeriale.
In fondo di quello vivono, e a frequentare certi ambienti, si sa, ci si adegua.
E a sentire certe voci sulle forniture al nostro palazzone romano vengono i brividi
Ben venga allora Marchionne che porta la Fiat fuori da Confindustria e che rompe gli equilibri, anche interni e anche estetici (maglione di chi lavora, contro grisaglia)
Magari con la prospettiva di una Confindustria che perdendo i pezzi fatica a pagare gli stipendi qualcuno capirà che forse dovrebbero difendere gli interessi delle aziende.
Oppure associeranno anche i ministeri così non avranno più problemi di budget.
E faranno Berlusconi anche presidente di Confindustria, che andrà molto d'accordo con il presidente del consiglio.
PS il tutto scritto in treno di fronte a uno che lavora (a mannina) su un documento CGIL :-)