Ricevo una mail da un lettore che si dice confuso e stanco e mi chiede:
Ma oggi è ancora possibile fare quello che hanno fatto i nostri padri ?[...] Parlo ad esempio degli imprenditori che hanno avviato attività industriali negli anni ' 60 e ' 70. Quelli che oggi [...] hanno 200 dipendenti o più.
Mi chiedo, ma oggi i loro figli sarebbero stati in grado di fare lo stesso ?
Ci sono dentro due domande: è ancora possibile e se i loro figli sono in grado di farlo.
Le risposte sono entrambe si, per me.
Si può ancora fare? Si ma è enormemente più difficile.
Negli anni sessanta il mercato vedeva più domanda che offerta. Bastava produrre e il mercato assorbiva, anche merce non proprio affidabile, mancava tutto, venivamo dalla guerra e l'Italia era un paese povero. In quella situazione i margini erano molto elevati e gli investimenti ritornavano velocemente.
Va anche detto che ho sentito una battuta una volta "guadagnavo più di quanto fatturavo" e molte leggi erano più blande.
Ma poi le aziende devono sopravvivere. Quante delle grandi aziende degli anni 60 sono morte?
Oggi partire è enormemente più difficile, il mercato è più competitivo il ritorno degli investimenti più incerto, ci sono mille e mille leggi e regolamenti da rispettare.
Ma le buone idee pagano. Sempre.
Ricordate sempre che in ogni momento, anche il peggiore, c'è sempre qualcuno che sta facendo i soldi.
Quanti imprenditori sono cresciuti da zero in Cina, India o in Sud America negli ultimi 15 anni? Il mondo non è il nostro paesello.
Certo, per avere successo occorre dimenticare la smania del controllo (per trovare i soldi) e ragionare in termini globali.
Seconda domanda i giovani sono in grado di farlo?
Esattamente come allora, alcuni si alcuni no.
Non tutti negli anni 60 si sono messi a fare gli imprenditori. Non tutti potranno fare gli imprenditori nel nostro secolo.
Chi è stato cresciuto con il senso del dovere e dell'impegnarsi potrà provarci.
Chi è stato cresciuto nella bambagia, tutte vinte e tutto e subito non potrà mai riuscirci.
13 commenti:
si... forse tutto è più complicato da un pò di debito che ci portiamo dietro (e non parlo solo del debito pubblico, ma anche quello latente derivante dalla cattiva gestione della cosa pubblica: strade, istruizione, pensioni, ecc)
ma ce la caveremo anche questa volta!
;-)
è difficile ! poi dipende dal settore in cui si lavora. Non sono catastrofista, certamente in un modo o nell'altro la via la troveremo, ma devo altresì dire che in giro "c'è poco" . Un tempo le aziende crescevano orbitando intorno ad altre più grandi che davano lavoro. Prova oggi a bussare ad una azienda , maagari multinazionale, ed ha presentare i tuoi servizi....
Oggi c'è poco lavoro, non c'è spazio per tutti.
Molte realtà, medie e piccole, se non ci sarà una inversione di tendenza a breve termine, nel giro di non molto si vedranno costrette a gettare la spugna.
Puoi lavorare guadagnando poco o niente (quanto basta per la gestione) per un breve periodo ma poi devi lavorare sufficientemente bene per compensare il calo precedente e gli aventuali altri momenti di magra.....ma ai miei occhi la situazione economica non è buona, e con essa i risultati, da almeno un decennio (non vado oltre...), se escludiamo qualche breve periodo di euforia.
Alla lunga una situazione del genere "stanca" .
La mia esperienza, per rispondere ad una delle domande del post, mi porta a dire che ad oggi di aziende floride nate dal nulla da parte di giovani , io , non nè conosco nella mia area (centro). Di figli di papà si, ne conosco diversi, ma anche loro vanno avanti faticosamente, ovviamente con i padri fondatori sempre pronti a dare qualche buon consiglio, e questo è già un bel vantaggio.
A dire il vero, proprio ieri ho visitato un mio cliente che in questi momenti di incertezza stà "tirando" molto bene. Ho voluto approfondire con lui le ragioni di questo andamento in controtendenza. Nè è venuto fuori uno scenario poco edificante del suo modo di lavorare. Dipendenti a nero, attrezzature usate obsolete e fatte lavorare senza alcun rispetto delle norme sulla sicurezza, capannoni fatiscenti, molte vendite a nero e mille altri sotterfugi....
La concorrenza che vuole stare sul mercato con maggiore dignità ed offrire una immagine diversa è in assoluta difficoltà.
Vedremo...
Sono d'ccordo con te imprenditore.La mia esperienza parla chiaro.Sono cresciuto letteralmente nell'azienda di famiglia.Ho cominciato dai lavoretti e ho faticato tanto.Adesso ho una buona posizione pero' conosco il valore dell'impegno e del sacrificio.
La mia esperienza è di dipendente di grandi aziende, di quelle multinazionali, da circa 20 anni.
Ho lavorato molto, con risultati soddisfacenti, per quanto non mi senta mai arrivato. E guardo sempre avanti, oltre.
Ho visto e sto vedendo cambiare molto il modo di lavorare, inteso come obiettivo. Come ragione del sè.
Intendo dire che è sempre più frequente vedere aziende (persone...) che accorciano i tempi per raggiungere traguardi (€) cercando scorciatoie, sotterfugi, rimedi, abbreviazioni. Con il risultato di operare spesso in contraddizione del bel manifesto che campeggia nell' ingresso, declamando mission e vision.
In tante aziende cercano di uscire velocemente da questa crisi utilizzando gli stessi strumenti che l' hanno provocata.
Si può fare impresa oggi? Si, ma se si ha voglia di fare davvero azienda. Studiando bene, progettando solidamente, crescendo con maturità.
Possono farlo i giovani, i figli di papà purchè riconoscano la validità di un lavoro fatto con etica, da non confondersi come spesso accade con la morale.
Lascio per ultimo, una domanda un pò provocatoria.
Ma a quante aziende interessano persone in grado di lavorare tanto e duramente, per un vero obiettivo, con il solido ottimismo delle idee concrete e non l'illusorio ottimismo dei numeri proiettati?
-f
Pienamente concordi con te Imprenditore.
Non è così difficile farcela, anche se poi la verità sta molto nella modalità con la quale si affronta il mondo e la vita.
Certamente non tutti sono portati a fare gli imprenditori, ma allo stesso modo tutti dovrebbero avere una visione aggiornata, realistica e moderna del mondo del lavoro - e magari questo avvenisse.
@La Valigia delle Idee
Ti diamo una nostra opinione: a molti imprenditori, in particolare delle PMI, interessa quel tipo di persone - anche se purtroppo la nostra esperienza dice che sono una razza sempre + rara in questo nostro paese.
La differenza rispetto agli anni 60/70 e' sicuramente che bisogna essere mooolto piu' preparati.
I clienti hanno molta piu' consapevolezza di cio' che vogliono e di cio' che stanno acquistando.
Non basta avere un ottimo prodotto, tecnicamente ineccepibile... anzi a volte basterebbe anche un prodotto un po' meno perfetto (e vallo a spiegare ai tecnici...).
E' necessario essere poliedrici e avere una conoscenza a 360° ... tecnica, commerciale, finanziaria... per non parlare del personale diventata ormai piu' una questione di "Psicologia" che di mera gestione organizzativa.
Ovviamente parlo della mia esperienza di seconda generazione in una PMI nel settore metalmeccanico.
Assolutamente non facile.
E' chiaro che chi non sa' cosa vuol dire "spirito di sacrificio", coraggio e tenacia... meglio che cambi strada.
E speriamo comunque che questo possa bastare per superare questa crisi che sembra non aver ancora scoperto tutte le sue carte in tavola :o(
Non dimenticherei, tra le condizioni ostative, un peso del "pubblico" enormemente maggiore.
E soprattutto, al di sopra di ogni cosa: l'idea. Senza di questa, si fa esattamente ciò che fanno tutti gli altri. E gi spazi, qui - come avete detto - sono saturi (se va bene).
Saluti
FB
Sicuramente è possibile ma ai giovani oggi si chiede una preparazione molto più approfondita.
E soprattutto se uno ha la fortuna di avere un padre con un'azienda cerchi di iniziare la sua carriera fuori dalle calde mura domestiche che possono diventare anche molto opprimenti. Qualche giorno fa ho partecipato a un incontro in Assolombarda con i giovani imprenditori che discutevano di innovazione con manager di grandi aziende. A un certo punto uno ha raccontato la sua esperienza nell'azienda di famiglia dove il padre dice di avere istituito una sorta di dittatura democratica.
In questi casi la dittatura è certa e la democrazia un po' meno. Così gli è stato consigliato di andarsene, fare carriera magari all'estero e poi tornare.
Con qualche idea nuova perché l'innovazione è oggi fondamentale.
Fornitori di fascia A convinti che in tempi di crisi si possa comunque fare "quello che si vuole".
Peccato che poi costretto ti si apre un mondo che prima non immaginavi.
Alternative alla metà del prezzo, qualitativamente migliori con tutte le garanzie sulla continuità di fornitura.
A chi resterà il cerino in mano? Si troverà a non fatturare più una cospicua fetta dei suoi ricavi, con un prodotto caro difficilmente piazzabile sul mercato.
Ovvero quando sono anche i vecchi con esperienza a fare stupidaggini convinti che non "cambi fornitore".
concordo che oggi si possa fare ancora impresa, ma in che modo ? in che misura ? con quali limiti e restrizioni ?
Non nascondiamoci dietro a un dito.Imprenditore ha detto una cosa vera, cioè che si veniva da un conflitto mondiale ed io aggiungerei che non vi erano molti altri ostacoli alla libertà d'inventiva. Non saprei....negli anni '50 o '60 o forse anche '70 se ti fosse venuto in mente di fare cucchiai , ed avendo un poco di testa sulle spalle, avresti fatto probabilmente con un poco di tempo una bella Spa che forse oggi evolvendosi produrrebbe , che ne sò, batterie al litio piuttosto che pannelli solari. Credo si potesse fare quasi di tutto, o per lo meno si poteva cominciare. Oggi non puoi più , credo, fare cucchiai. Non ha alcun senso fare cucchiai e combattere quotidianamente la guerra dei prezzi con i cinesi, i turchi, gli indiani o i pakistani per non parlare dei tunisini. Oggi devi partire direttamente dalle batterie al litio o dai pannelli solari. Ma ci vuole preparazione, caparbietà è tanti soldi. Il mercato è globale. E' veloce. Non puoi più permetterti di cominciare con la bottega e piano piano crescere.....sei già bello che morto, obsoleto.
Nel mondo ci sono milioni di ingegneri che pensano notte e giorno come fare un determinato oggetto meglio del tuo e più a buon mercato, senza manco averti mai conosciuto e senza sapere che anche tu ci stai lavorando. L'unica differenza, spesso, è che lì i soldi non mancano mai mentre qui .....
E se non possiamo fare più i cucchiai, le pentole, le posate, le ceramiche, le lavorazioni a basso valore aggiunto è anche vero che non tutti possono convertirsi all'Hi-Tec perchè il nostro è un paese di artigiani, bravi, ma pur sempre di artigiani.
Grazie a tutti per i commenti, che ho trovato molto interessanti.
Nessuno però ha colto una mia piccola provocazione: "Il mondo non è il nostro paesello."
Chi ha detto e dove sta scritto che io un'impresa la debba aprire in Italia?
Concordo poi in particolare con Adriano, figli, fate carriera lontano da papi, magari all'estero.
Ma naturalmente era sottointeso "fare impresa in Italia" !
All'estero ? Why not ?
Credo che oggi più che mai ci siano delle forti barriere in ingresso che per un giovane imprenditore sono insormontabili se non si hanno le spalle ben coperte (finanziariamente e non solo...)
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