martedì 6 aprile 2010

Mezze tacche

In questo periodo pre e post elettorale mi sono spesso trovato a parlare di politica e di candidati.

Nella maggior parte dei casi si era concordi nel considerare di livello veramente infimo certi candidati.

Da pessimi (o cattivi) candidati nasce una pessima o cattiva politica amministrativa.
Se questo accade ci lamentiamo.

Vero, tutto vero, ma di chi è la colpa?
Alla fine è "nostra", mi si permetta con scarsa modestia di inserirmi tra quelli che si definiscono "classe dirigente".

Quanti di coloro che avrebbero le capacità e conoscenze di organizzazione, amministrazione, ottimizzazione delle risorse sono disponibili ad impegnarsi in politica?
Quanti sono disponibili a lasciare un lavoro ben pagato per un lavoro che (se fatto onestamente) soprattutto a livello locale non paga lontanamente l'impegno profuso?
Quanti sono disponibili a mollare la loro poltrona di potere per andare a discutere ore per rosicchiare un po' di possibilità per agire non per se stessi ma per il bene pubblico?
Quanti sono disponibili a rinunciare ad essere ricattabili per quel favore che ciascuno ha sempre bisogno dall'amministrazione locale?
Quanti sono disponibili ad imparare il nuovo mestiere di politico, schierandosi e facendosi dei nemici (spesso tra quelli che sono teoricamente gli amici)?
Quanti sono disposti a perdere sabati e domeniche per andare a premiare il vincitore della garetta locale?

Non molti vero?
Abbiamo cose più importanti da fare, mandare avanti un'azienda, ad esempio.
E lasciamo che altri gestiscano la cosa pubblica.
Altri che sono pensionati, dipendenti pubblici, sindacalisti (guardate gli elenchi dei consiglieri comunali della maggior parte dei centri medio piccoli) professionisti marginali che magari hanno esperienza politica ma poco di buona amministrazione e organizzazione.
Quando addirittura non siamo di fronte a persone che si mettono in politica con l'obiettivo principale di arrotondare le loro entrate il più possibile.

E se nei partiti comandano i mediocri sempre più si circonderanno di mediocri o ricattabili per non perdere potere.

Insomma se chi avrebbe le capacità si tira indietro non è inutile lamentarsi se poi la maggioranza di chi fa politica è uno scarto delle professioni, una mezza tacca, uno che non ha trovato nulla di meglio da fare nella vita?
E' una vita che lo dico, abbiamo i politici che meritiamo.

9 commenti:

duca ha detto...

Concordo totalmente.......altro che non andare a votare.....bisogna imprgnarsi se si vuole il cambiamento.....altrimenti abbiamo i politici che ci meritiamo.

Anonimo ha detto...

Per emergere in politica servono "qualitá" diverse dalle qualitá che servono per emergere negli affari.

Inoltre, se una persona competente proponesse sacrifici oggi per benefici domani... la gente non lo eleggerebbe.

Quindi, concordo con lei su tutto. Anzi, no. Non tutto.

Non sono d´accordo che la colpa sia nostra, di noi cittadini ed elettori.

Non siamo noi che sbagliamo a ragionare così. Semplicemente, ragioniamo così (collettivamente). Questo é il dato di fatto, di partenza.

Il metodo di selezione di chi ci governa e degli obiettivi da raggiungere DEVE PARTIRE da questo dato di fatto, non trascenderlo.

Cioè, il metodo dovrebbe essere strutturato in modo da trasformare le nostre scelte collettive in risultati soddisfacenti.

Il problema é il sistema che usiamo. Mettiamo dentro trucioli di legno e poi ci stupiamo che non ne escono viti di ferro.

L´argomento andrebbe sviluppato più nel concreto. Magari nel prossimo post (se non mi buttate fuori prima :D ).

Anton

Anonimo ha detto...

L'obiettivo principale del politico è quello di lavorare per farsi rieleggere la volta successiva e per ottenere questo non è per nulla necessario amministrare bene, anzi.
Poi se è bravo bravo dalle cariche locali "sotto pagate" può ambire a un posticino in provincia, in regione o al parlamento (con le liste bloccate è tutto molto più facile).
I "professionisti" alla politica attiva preferiscono incarichi ben remunerati a tariffa professionale piena: architetti, ingegneri e geometri per i lavori pubblici. Commercialisti, avvocati e revisori in consigli di amministrazione di enti e collegi sindacali.
Purtroppo non è solo la competenza che manca, ma spesso anche il senso civico di fare le cose in un certo modo perché è così che si fa.
Punto e basta, senza se e senza ma.
Questione di civiltà e cultura, che manca a tutto tondo non solo nelle competenze tecniche.

Matteo M.

Francesco Cuccuini ha detto...

Sante parole.

Ognuno ha i governanti che si merita...

Distinguendo colpe, obblighi e responsabilità ma ognuno ha i governanti che si merita.

Anonimo ha detto...

Oggi la Cina cresce grazie a politiche economiche intelligenti.

40 anni fa la Cina era in miseria a causa di politiche economiche errate.

È lo stesso popolo.

Se avesse "i politici che si merita" come si spiega il cambiamento?

Anton

frank77 ha detto...

Questa volta non sono d'accordo.
Ho diversi parenti e amici di famiglia che hanno fatto politica a livello locale e dopo un mandato visto l'andazzo non si sono più ripresentati.
Gli Italiani non vogliono politici che li amministrino bene,ma gente che li faccia fare il proprio comodo.

Anonimo ha detto...

Ci sono diverse ragioni per cui il funzionamento del nostro sistema rappresentativo non funziona nel modo in cui dovrebbe.

Alcuni esempi:

- In una regione in cui il 51% della gente vota il Partito A e il 49% della gente vota il Partito B, il Partito A vince il 100% delle volte. Gli elettori del Partito B non sono rappresentati il 49% delle volte, ma non sono rappresentati MAI.

- Gli elettori possono votare chi gli promette i benefici immediati maggiori. Questo é facile da fare: basta fare debiti e regalare i soldi. I debiti sono conti da pagare per le generazioni future. Le generazioni future--essendo future!--non votano. Quindi, non sono rappresentati. Una generazione può facilmente vivere al di sopra delle proprie possibilitá a scapito di quelle successive.

- Nel sistema attuale, alcune categorie minoritarie riescono ad organizzarsi e a promuovere i loro interessi in modo sproporzionato al numero di persone che rappresentano.

- Un sistema economico sostenibile é il risultato di scelte complesse e di una strategia di lungo termine. È impensabile che la maggioranza della gente possa dedicare il tempo a questioni che esulano dalle loro competenze. Inoltre, dovrebbero magari votare contro il loro interesse immediato. Non accade.

- I politici possono promettere qualcosa e fare tutt´altro.

- Molte misure, anche se scelte dalla maggioranza, sono ingiuste o controproducenti.

- Se ci sono due partiti forti e opposti, non ha senso votare i partiti minori, anche se promuovono idee migliori. I voti si polarizzano e il sistema si paralizza.

Ora ne stiamo vedendo i risultati.

Anton

gufoimpiccione ha detto...

decisamente non condivido il contenuto del post.

gli italiani ( anche colti anche "vincenti")hanno uno scarsissimo senso dello stato e della collettività. chiunque tentasse di fare davvero la cosa giusta in questo paese ( punire i fancazzisti, premiare il merito, abolire le rendite di posizione , eliminare trattamenti di favore vari ) non verrebbe rieletto neanche in un consiglio di quartiere, figurarsi a livello cittadino o regionale.

è doloroso da dire, ma il livello medio dei politici italiani rispecchia fedelmente il livello medio di noi italiani.

mezze tacche i politici?
allora mezze tacche anche noi.

Anonimo ha detto...

Comunque é un´illusione pensare che la situazione sia ancora salvabile.

Sta venendo miseria e disordine sociale.