giovedì 28 aprile 2011

Artisti

Ci sono persone che sono degli artisti.

In questo caso si tratta del (ir)responsabile del magazzino.

Ok la nostra azienda non è molto estesa, ma possibile che in un mese sia nella pausa pranzo che la sera non ti sia capitato 1 volta, dico 1 di ritardare l'uscita di un minuto?
Possibile che non hai mai avuto una cosa da fare, che so il computer che non si spegne, un muletto da mettere a posto, una bolla, una telefonata, una momentanea distrazione?

No 42 volte sei riuscito a timbrare entro il minuto in cui la sirena ha iniziato a suonare.
Un artista!

Però per farlo c'è un metodo solo, smettere dieci minuti prima di lavorare, mentre io ti pago fino al minuto di timbratura. Anche quando tu sei già lì in zona timbratura mani lavate, fresco e pronto ad uscire.

Credi che siamo scemi? Poi non ti lamentare se non prendi un aumento neanche a piangere (mentre i tuoi colleghi lo prendono senza chiederlo) e se le tue valutazioni su come lavori non sono mai positive (il cartellino rispecchia l'impegno generale).

Certo che dev'essere ben triste lavorare così. E avevi l'occasione di crescere.

Nota per i polemici, non sono di quelli che pretendono ore gratis e paghiamo eventuali straordinari (tranne che ai quadri, ma lì lo stipendio li ricomprende). E molti altri timbrano nel minuto, anche degli uffici. Ma non con una regolarità così.
Non fatevi distrarre dall'ora di entrata, sta in cortile a parlare e al suono della sirena, con passo felpato si avvia verso il suo posto di lavoro, si veste, accende il computer ecc.

EDIT - non è vero, mi sono sbagliato, sul mese scorso una volta sei uscito alle 12.01. Mi cospargo il capo di cenere ;-) (stavo guardando quello di Aprile e non era successo)

4 commenti:

Andrea ha detto...

A me, in veste di dipendente, è capitato l'esatto contrario: un po' per educazione, un po' in ossequio ai miei più intimi principi, ho sempre dato il massimo, sforando spesso e volentieri l'orario di lavoro e non chiedendo mai nulla in cambio. Il risultato ? Non appena l'azienda ha attraversato un periodo di crisi, sono stato messo alla porta; peraltro a 34 anni, senza alcuna possibilità di trovare un altro lavoro. Perché, in Italia, ad una certa età, non si capisce per quale arcano disegno, sei considerato fuori dai giochi.

Ho allora maturato la convinzione d'aver sbagliato ogni cosa: evidentemente, il mondo è degli "artisti" come il tuo amico.

Manfredi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
CVP ha detto...

Durante la mia ultima esperienza lavorativa ammetto di aver vestito i panni dell'artista. Ma aspettate a criticarmi. Lavoravo per un'importante multinazionale (servizi finanziari), dopo due mesi che uscivo con una certa regolarità la manager a cui facevo riferimento ha avuto la faccia tosta di dirmi "sei un ragazzo molto intelligente, lavori bene e sei un tipo preciso... però dovresti essere più proattivo". Quando le ho chiesto ulteriori spiegazioni in merito sapete cosa mi ha risposto? Che non era "necessario uscire ogni giorno con puntualità svizzera alle 18 e che, se volevo, ogni tanto, potevo fermarmi una mezzoretta in più, magari per fare qualche ricerca e qualche report non richiesto, così, tanto per mostrare iniziativa"...

Nota per i polemici: sono stato preso come stagista, non avevo nessun obbligo su entrata e uscita (tanto che non avevo neanche un cartellino da timbrare), la paga non era certo un incentivo particolarmente efficace e inoltre pretendere da uno stagista lavoro extra non retribuito (a colpi di mezzora in mezzora) mascherando il tutto con la scusa della proattività, per come la penso, uccide l'idea stessa di prestazione lavorativa. Il problema è che molti imprenditori e manager di multinazionale non vogliono lavoratori ma gente che faccia volontariato...

(Con questo non voglio difendere l'artista del post, volevo solo raccontarvi un aneddoto personale...)

Folletto ha detto...

@Andrea: dimentichi una parola: il mondo è *rovinato* da quegli artisti. ;)

Perché è mi sembra evidente che una persona che fa il proprio lavoro di base non ha bisogno di un cartellino, e di contro il cartellino è solamente un indice, come viene fatto notare anche nel post: "Ma non con una regolarità così.".
Purtroppo non è che l'orario garantisce nulla, è solamente un indice, come la temperatura può o non può indicare qualcosa, ma se è troppo alta, beh una verifica la fai. E quella verifica poi può essere positiva o negativa... ;)

Quindi quegli "artisti" - come quelli che invece non fanno il loro lavoro e hanno "creato" la necessità del cartellino - sono quelli che rovinano la giornata a tutti gli altri. A tutte quelle persone che fanno il loro lavoro bene, raggiungono gli obbiettivi e magari anche prima del tempo, ma son costretti a rimanere lì "per timbrare il cartellino". E anche a tutte quelle persone che farebbero il loro lavoro anche senza un cartellino che li controllasse.

Io, personalmente, ho sempre trovato il concetto del cartellino offensivo, ma sono anche una persona che fin'ora è stata fortunata e non è mai dovuta scendere a compromessi per arrivare a fine mese - gli ideali, alla fine, si scontrano sempre con la pagnotta.

Ma ecco, quegli "artisti" lì, è meglio che facciano la fine che fanno ed è ancora meglio che capiamo che non siamo noi a dover diventare "artisti", ma sono loro che stanno danneggiando noi, non solo l'imprenditore che li assume, perché trasformano il posto di lavoro in un luogo "da fregare" e un ambiente con una persona simile non può essere positivo.