mercoledì 31 agosto 2011

Bravo Dottor Sottile

Mi si rivolta lo stomaco e mi girano gli attributi a dirlo.

Ma visto lo spettacolo penoso e pericoloso di questi giorni, starring il puttaniere di Arcore, rivaluto Giuliano Amato.

Un bel furto con destrezza dalla sera alla mattina, Hai soldi sul conto corrente? Ecco, me ne dai un po'.
Mille proteste ma chi si è visto si è visto. E finisce lì.

Qui invece: primo, non si capisce più nulla in questi annunci, decreti, emendamenti, richieste ecc. (chi ha capito cosa è in vigore mi faccia un fischio)
Secondo se si tratta di trovare 45.000.000.000 di Euro qualcuno che soffre ci dovrà essere no?
Mi pare impossibile fare una manovra di quell'importo senza che ci sia qualcuno che, attraverso le pensioni, maggiori tasse, tagli agli statali ecc che ci mette un po'
E i tagli alla politica, possono essere un segnale, ma certo non il tutto.

Qui invece ci stiamo comportando come se a casa papà ha perso il lavoro, soldi non ce ne sono ma si pretende di fare la stessa vita di prima non rinunciando a nulla.
E il figlio dice di tagliare la paghetta alla sorella, la sorella alla mamma di spendere meno e la mamma al papà.

Siamo governati da cialtroni (C) Phastidio perché siamo un paese di cialtroni

martedì 23 agosto 2011

Scopri le differenze

Leggo oggi sul Corriere Milano che ci sono 20 nuove stazioni di bike sharing per BikeMe in attesa e che non si sa bene quando verranno fatte.

Il tutto perché? Perché a Maggio, come forse qualcuno ricorda, con grandi speranze, c'è stato un cambio di Giunta.
La localizzazione delle stazioni è decisa (strano eh) da una commissione.
La commissione, con il cambio giunta, non è stata ancora nominata.

Ora, con tutto il rispetto, quando poi si parla di efficienza privata e pubblica si parla di queste piccole cose.

Voi immaginate una azienda dove dopo tre mesi da un cambio di Amministratore Delegato (ma anche di proprietà) non si decide, che so, il posizionamento estintori (la proporzione è quella) o delle macchinette del caffé per la mancanza di una commissione (a patto che la commissione non preveda la partecipazione dei sindacati, lì la storia cambia ma per ragioni diverse).
E questa naturalmente è la punta dell'iceberg.

sabato 13 agosto 2011

Siamo per la pace nel mondo e i bambini non devono morire di fame

Cito
" Il Pd propone di adottare subito misure concrete per alleggerire gli oneri sociali e un pacchetto di progetti per l’efficienza energetica, la tecnologia italiana e la ricerca, con particolare riferimento alle risorse potenziali e sollecitabili del Mezzogiorno. Sarebbe un errore imperdonabile intervenire sul controllo dei conti pubblici senza mettere in campo, sia pure limitatamente alle risorse disponibili, un pacchetto di stimoli alla crescita e per l’occupazione. In questo contesto rientra anche l’implementazione dei più recenti accordi tra le parti sociali senza intromissioni che ledano la loro autonomia. "


Anche io sono per la pace nel mondo, favorevole al fatto che i bambini non muoiano di fame, che la gente sia felice, che il tempo sia bello, non ci siano terremoti e disastri.


Ok, siamo tutti d'accordo.


MA COME? E con che soldi?

I costi della democrazia

Per chi ne sa di queste cose l'operazione è semplice e anche un po' scontata e facile.

Tutti a prendersela con i costi della politica.
OK, vi metto in manovra l'accorpamento di province e comuni.

Nel paese dei campanili saranno gli stessi cittadini che fino a ieri si scagliavano contro i costi della politica a scendere in piazza per difendere l'autonomia e la necessità del proprio comune/provincia, piuttosto di dovere essere aggregati ai nemici di sempre del comune di fianco.

Quindi per volontà popolare manterremo comuni e province (e i miei colleghi di Monza sono stati fra i più grandi lobbisti per la provincia separata da Milano, per fare un esempio).

Invece la tassa sui "ricchi" (voi ditemi se un professionista che guadagna 55.000 euro, 2500 netti al mese circa è da considerarsi ricco) è giusta e nessuno scende in piazza per le tasse.
Mentre i poveri pagheranno ampiamente sulle bollette le ulteriori tasse sull'energia. Penserete mica che ce le mettano le società...

venerdì 12 agosto 2011

Il vero, grande rischio

Sono (ero?) una persona fortunata, l'ho sempre detto, e faccio parte di quelli che probabilmente pagheranno il 10% di tasse in più. A fronte dell'oltre 40% che già pagano. Vale a dire lavorare più per questo stato inefficiente e sprecone che per me.

C'è però un problema fondamentale.
Che io, come molti miei colleghi onesti (quelli che non hanno la holding in Lussemburgo, che non pagano tangenti, che pagano tutte le tasse, che rispettano le norme di sicurezza, non fanno lavorare gente in nero, ecc) mi sto scoraggiando e mi sto chiedendo se ne vale la pena.
Ne vale la pena di fare un lavoro che non ha orario, che comporta pressioni mentali e morali fortissime, che comporta rischi penali enormi (il PM d'assalto è sempre dietro l'angolo) che dà soddisfazioni ma anche una quantità di rotture di scatole e situazioni nelle quali mandare giù amaro elevata?
Vale la pena di avere un investimento che permetterebbe di vivere praticamente di rendita probabilmente fino all'età della pensione e oltre ma che ormai rende quasi nulla?
Vale la pena di scontrarsi ogni giorno con collaboratori, leggi. leggine, mercato, concorrenti disonesti?

Molti ormai cominciano a pensare che no, non ne vale la pena.
E immaginano di andarsene da questo paese o semplicemente chiudere l'attività.

Quindi il vero, grande, rischio, è se che chi fa l'imprenditore molla, chi crea lavoro?
Chi alimenta la società di servizi?
Chi paga le tasse?

Il lavoro, checché ne pensino le persone, i sindacati i politici che "vogliono più lavoro" cresce se qualcuno investe, se qualcuno immagina e crea prodotti o servizi che qualcun altro sia disposto a pagare per avere. Se su ciò costruisce una azienda.
Il lavoro cresce se le aziende e i loro soci trovano le motivazioni per investire, che sono naturalmente il rendimento atteso. E il rendimento deve essere tale da coprire il rischio.
Investe se poi uno dal suo lavoro ci ricava uno stipendio o un guadagno che gli permetta di vivere decentemente secondo le sue aspettative.
Ci sono oggi queste condizioni in questo paese?

No, lo scrivono ormai tutti in tutte le salse.
Ci sono le condizioni per i mercati protetti come utilities, professionisti con i loro ordini, grandi aziende (che hanno un tax rate del 25% perché hanno 1000 modi per ottimizzare i loro carichi fiscali).
Ci sono le condizioni per le aziende scorrette quelle che fanno lavorare in nero (perché poi vendono in nero), pagano tangenti, vivono nel sottobosco della politica o della criminalità.

Insomma, una meritocrazia al contrario che espelle dal sistema la parte sana e quindi diventa sempre più marcio.
E che porta inevitabilmente al disastro sociale, alla guerra civile perché, come abbiamo visto a Londra, ogni barriera morale è saltata e ormai conta "avere", in qualsiasi modo, sia anche il saccheggio.
Perché se nessuno crea lavoro le nostre famiglie devono comunque mangiare, avere una casa in cui stare.

E l'unica categoria che crea lavoro che paga le tasse (mantenendo servizi per i meno fortunati e i servizi basilari dello stato) è quella di chi fa il mio mestiere.
Se ci fate scappare conviene poi trovare la bacchetta magica o la lampada di Aladino.

Cià dai, fuori dalle balle

Patrimoniale (il bollo sui conti titoli altro non è).
Altre tasse sui redditi, oltre a quelle sui consumi tipo benzina.
Leggi protezionistiche (libri e ordini).
Aumento tasse attraverso la diminuzione delle detrazioni.

A questo punto meglio torni la sinistra, aumenta le tasse ma almeno non mi devo sopportare quel pagliaccio di Berlusconi (ormai vedrei bene Macario ad interpretarlo) e la sua banda di ladri di galline.
E anche Bossi è ora che si tolga di torno, ormai è più romano di molti romani (e non per offendere i romani, ma per seguire i suoi sragionamenti).