A volte stiamo tanto a riempirci di paroloni e a fare megamacroanalisi ma bastano poche parole.
Oggi ero ad un mercatino di quelli organizzati nelle città e nei paesi per cercare di ravvivare il centro.
Mi sono fermato ad un banchetto dove una combattiva signora abbastanza anziana vendeva i suoi formaggi.
Ne ho assaggiati un po' e comperati un paio, ma la signora insisteva per vendere la maggiore quantità di prodotti possibile.
Ridendo glielo ho fatto notare, dicendo che insisteva parecchio.
La signora mi ha detto: abbiamo fatto duecento chilometri per venire qui, abbiamo il magazzino di formaggi pieno e il fienile vuoto.
Andandomene riflettevo sulla semplicità della frase che illustra egregiamente la situazione di molti imprenditori in questo momento. E la signora non credo abbia studiato economia.
Oggi chi fa impresa si spinge sempre più lontano per vendere i propri prodotti (per un anziano delle alti valli scendere è un viaggio comparabile al per me andare a Mumbai) perché il magazzino è pieno di prodotti e manca di che nutrire la propria produzione; per una impresa la liquidità è pari al foraggio per un contadino, non a caso si dice "mettere fieno in cascina".
Purtroppo, a volte non basta spingersi lontano per cercare di vendere se poi non si ha una adeguata strategia.
domenica 28 marzo 2010
mercoledì 24 marzo 2010
Per una volta
Per una volta i miei sforzi elettorali (unitamente ad altri amici) non sono stati vani.
Spero ci sia qualche lettore che ha votato Paola (anche fosse uno sarei contento).
Beh, Paola ha meritatamente vinto nei LinkedIn European Business Awards 2010 non solo la categoria Rising star ma tadaaaaaa, rullo di tamburi, anche il Best of the best.
Inutile dire che sono molto felice. A volte il merito e l'impegno pagano.
Spero ci sia qualche lettore che ha votato Paola (anche fosse uno sarei contento).
Beh, Paola ha meritatamente vinto nei LinkedIn European Business Awards 2010 non solo la categoria Rising star ma tadaaaaaa, rullo di tamburi, anche il Best of the best.
Inutile dire che sono molto felice. A volte il merito e l'impegno pagano.
La mela marcia
Per lungo tempo insieme a molti mi sono illuso che una Italia più integrata nell'Europa ci avrebbe aiutato a migliorare il nostro paese (e altri del sud Europa, intendiamoci).
Invece come accade nelle cassette di mele mi sa che prende il sopravvento la mela marcia, facendo marcire tutte le mele.
Gli scioperi che fioccano nelle linee aeree europee e gli ondeggiamenti sul come affrontare la crisi economica e Greca sono solo gli ultimi dei segnali di una Europa sempre più litigiosa, burocratica, incapace di una visione strategica di ampio respiro.
Di un continente fatto di caste dedite alla autodifesa al di là di ogni ragionevole vergogna.
Incapaci di pensare al bene comune.
Tutti a litigare per le fette e le briciole di una apple pie sempre più piccola e striminzita invece di pensare a come mettere su una bella produzione di apple pies in grado di sfamare tutti.
Mi sembra impossibile che siano tutti così ciechi. Per dividere bisogna avere qualcosa da dividere. O tutti veramente pensano che per loro e i loro amichetti ci sarà sempre qualcosa da dividere?
Invece come accade nelle cassette di mele mi sa che prende il sopravvento la mela marcia, facendo marcire tutte le mele.
Gli scioperi che fioccano nelle linee aeree europee e gli ondeggiamenti sul come affrontare la crisi economica e Greca sono solo gli ultimi dei segnali di una Europa sempre più litigiosa, burocratica, incapace di una visione strategica di ampio respiro.
Di un continente fatto di caste dedite alla autodifesa al di là di ogni ragionevole vergogna.
Incapaci di pensare al bene comune.
Tutti a litigare per le fette e le briciole di una apple pie sempre più piccola e striminzita invece di pensare a come mettere su una bella produzione di apple pies in grado di sfamare tutti.
Mi sembra impossibile che siano tutti così ciechi. Per dividere bisogna avere qualcosa da dividere. O tutti veramente pensano che per loro e i loro amichetti ci sarà sempre qualcosa da dividere?
lunedì 22 marzo 2010
Basta mancette
Ho grande Sfiducia nelle capacità del ministro Scajola di mettere in piedi una seria politica industriale.
E, va detto, ho altrettanta poca fiducia nella capacità delle lobby di categoria di volare alto.
La politica industriale non si fa con gli incentivi.
Gli incentivi sono una jattura (la forma j arcaica è un omaggio al ministro) per il mercato.
Lo so che i presidenti di categoria (ne ho visti anch'io ai convegni, ho anch'io il mio) si riempiono la bocca con il fatto che hanno ottenuto gli incentivi.
Ma a che prezzo?
Davvero crediamo che la droga sia il metodo per migliorare in modo stabile le prestazioni? O come è purtroppo accaduto a molti atleti il doping porta alla morte per effetti collaterali?
Gli incentivi
O è tutto fumo?
D'altra parte siamo o non siamo ad una settimana dalle elezioni?
Vogliamo fare una cosa seria?
Usiamo la leva dell'IVA se vogliamo davvero fare una politica di risparmio energetico.
In modo continuativo, non spot, trasparente e valido per tutti abbassiamo l'aliquota IVA sulle cose che vogliamo incentivare: elettrodomestici classe A+, motorini con basso impatto ambientale, auto elettriche eccetera.
Forniamo un "bonus ricerca" trasparente, fisso, per l'abbattimento dell'IRER (per chi fa utile, così la gente magari si mette anche a pagare un po' di più le tasse) alle aziende che hanno ottenuto in via definitiva brevetti relativi all'ambiente e mini-bonus ricerca per le aziende che depositano ed ottengono brevetti. Se hanno brevetti faranno ricerca, o no?
Troppo semplice?
Certo, ma io sono stufo, arcistufo di avere a che fare con dei quaquaraqua che mi ricordano lo zio lontano che non vedi mai e quando arriva ti dà la mancetta, ma si capisce benissimo che di te non gli può interessare di meno.
E, va detto, ho altrettanta poca fiducia nella capacità delle lobby di categoria di volare alto.
La politica industriale non si fa con gli incentivi.
Gli incentivi sono una jattura (la forma j arcaica è un omaggio al ministro) per il mercato.
Lo so che i presidenti di categoria (ne ho visti anch'io ai convegni, ho anch'io il mio) si riempiono la bocca con il fatto che hanno ottenuto gli incentivi.
Ma a che prezzo?
Davvero crediamo che la droga sia il metodo per migliorare in modo stabile le prestazioni? O come è purtroppo accaduto a molti atleti il doping porta alla morte per effetti collaterali?
Gli incentivi
- fermano il mercato prima, in attesa degli incentivi, che poi a volte oltretutto non arrivano
- drogano il mercato durante, favorendo magari le aziende meno efficienti che hanno il magazzino che straborda di materiale disponibile
- fermano il mercato dopo perché a fronte degli incentivi si tende ad anticipare gli acquisti
- creano una aspettativa di "magari li ripetono" che incide sul mercato
- aumentano in molti casi l'indebitamento delle famiglie (per comperare il materiale incentivato spesso si fanno finanziamenti) con forti conseguenze sull'andamento generale dei consumi.
O è tutto fumo?
D'altra parte siamo o non siamo ad una settimana dalle elezioni?
Vogliamo fare una cosa seria?
Usiamo la leva dell'IVA se vogliamo davvero fare una politica di risparmio energetico.
In modo continuativo, non spot, trasparente e valido per tutti abbassiamo l'aliquota IVA sulle cose che vogliamo incentivare: elettrodomestici classe A+, motorini con basso impatto ambientale, auto elettriche eccetera.
Forniamo un "bonus ricerca" trasparente, fisso, per l'abbattimento dell'IRER (per chi fa utile, così la gente magari si mette anche a pagare un po' di più le tasse) alle aziende che hanno ottenuto in via definitiva brevetti relativi all'ambiente e mini-bonus ricerca per le aziende che depositano ed ottengono brevetti. Se hanno brevetti faranno ricerca, o no?
Troppo semplice?
Certo, ma io sono stufo, arcistufo di avere a che fare con dei quaquaraqua che mi ricordano lo zio lontano che non vedi mai e quando arriva ti dà la mancetta, ma si capisce benissimo che di te non gli può interessare di meno.
domenica 21 marzo 2010
Era ora
Era ora che qualcuno si scagliasse contro il pensiero egemone.
Ne sentivamo la mancanza.
La terza via esiste già, è quella che ci sta rovinando economicamente.
Dove c'è un bel primato della politica, magari tralasciando qualcosina a livello di diritti civili, ambiente, etica sulla proprietà intellettuale ecc ma sa sollevare un popolo indigente dalla miseria.
Mi farebbe enormemente piacere che tutti i nostri pensatori si trasferissero là dove il rimpianto comunismo ha sposato il capitalismo. Con le loro battaglie per la democrazia e la redistribuzione.
Il vizio di dimenticare che per ridistribuire serve qualcosa da distribuire, e il pensiero "a prescindere" restano a mio parere il più grande freno di una certa politica.
Ne sentivamo la mancanza.
La terza via esiste già, è quella che ci sta rovinando economicamente.
Dove c'è un bel primato della politica, magari tralasciando qualcosina a livello di diritti civili, ambiente, etica sulla proprietà intellettuale ecc ma sa sollevare un popolo indigente dalla miseria.
Mi farebbe enormemente piacere che tutti i nostri pensatori si trasferissero là dove il rimpianto comunismo ha sposato il capitalismo. Con le loro battaglie per la democrazia e la redistribuzione.
Il vizio di dimenticare che per ridistribuire serve qualcosa da distribuire, e il pensiero "a prescindere" restano a mio parere il più grande freno di una certa politica.
venerdì 19 marzo 2010
Nuovo progetto
Ma c'è qualcuno che ha voglia di partecipare ad un blog collettivo sui temi del fare impresa?
Mi piacerebbe aprire un posto di discussione su queste cose.
Per il momento ho aperto un tumblr fareimpresa.tumblr.com dove è possibile postare e per il momento importa i miei articoli qui.
Se vi va inserisco anche i feed di blog simili.
Vediamo come va
Mi piacerebbe aprire un posto di discussione su queste cose.
Per il momento ho aperto un tumblr fareimpresa.tumblr.com dove è possibile postare e per il momento importa i miei articoli qui.
Se vi va inserisco anche i feed di blog simili.
Vediamo come va
Facciamoci del male
La cronaca di ogni giorno dimostra come quasi sempre siamo noi stessi, in una delle nostre "incarnazioni" a frenare o arretrare la modernizzazione di questo paese.
Spessissimo assistiamo a prese si posizione da parte delle categorie (ivi inclusa la mia) che sono chiaramente ispirate dalla difesa di interessi di bottega più che all'interesse comune.
Del tutto legittimo, intendiamoci, le lobby esistono in tutto il mondo. Magari in modo più trasparente.
Ieri leggevo la presa di posizione degli avvocati contro la nuova possibilità dell'arbitrato per le controversie di lavoro (il licenziamento, vi ricordo, è escluso).
L'arbitrato è una delle possibilità che chi opera sui mercati internazionale ben conosce. E' molto utilizzato perché più veloce e immediato di una causa civile. Ed è utilizzato nei contratti anche in paesi con una giustizia infinitamente più veloce della nostra.
Ma certo, i contenziosi di lavoro (soprattutto nella pubblica amministrazione) sono un big business per gli avvocati, decine se non centinaia di migliaia di cause l'anno, ed è inutile ricordare che a volte avvocati con pochi scrupoli tendono a non risolvere le cause per guadagnare di più.
Io stesso ho risolto un contenzioso semplicemente offrendo più soldi all'avvocato a parità di condizioni per "l'assistito".
Un po' come mi dicevano sulla certificazione del credito IVA, che è un favore ai commercialisti (soprattutto del sud) che possono portarsi a casa i (circa) 150 euro aggiuntivi per cliente.
O come la meritocrazia che deve valere per gli altri. Nei nostri premi di risultato aziendali tutti vogliono i premi differenziati per punire i fannulloni ma poi contestano se prendono il 3% meno del vicino perché la valutazione del loro lavoro è inferiore o, peggio, la loro tassazione per questioni familiari è peggiore.
Insomma premi differenziati, ma per gli altri, per me il massimo.
Il classico è poi la sindrome NIMBY che blocca qualsiasi progetto.
Insomma abbiamo un paese burocratico, farraginoso, dei mille campanili e complicazioni che noi stessi nella nostra veste di cittadini, lavoratori, commercianti, imprenditori, professionisti contribuiamo ad alimentare e accrescere.
Certo compito della mediazione sarebbe tipico della politica. Ma anche lì abbiamo i politici che meritiamo votando con la stessa mentalità del "cosa me ne viene in tasca" alla quale i politici (esperti del farsi venire qualcosa in tasca) si adeguano con gioia.
Spessissimo assistiamo a prese si posizione da parte delle categorie (ivi inclusa la mia) che sono chiaramente ispirate dalla difesa di interessi di bottega più che all'interesse comune.
Del tutto legittimo, intendiamoci, le lobby esistono in tutto il mondo. Magari in modo più trasparente.
Ieri leggevo la presa di posizione degli avvocati contro la nuova possibilità dell'arbitrato per le controversie di lavoro (il licenziamento, vi ricordo, è escluso).
L'arbitrato è una delle possibilità che chi opera sui mercati internazionale ben conosce. E' molto utilizzato perché più veloce e immediato di una causa civile. Ed è utilizzato nei contratti anche in paesi con una giustizia infinitamente più veloce della nostra.
Ma certo, i contenziosi di lavoro (soprattutto nella pubblica amministrazione) sono un big business per gli avvocati, decine se non centinaia di migliaia di cause l'anno, ed è inutile ricordare che a volte avvocati con pochi scrupoli tendono a non risolvere le cause per guadagnare di più.
Io stesso ho risolto un contenzioso semplicemente offrendo più soldi all'avvocato a parità di condizioni per "l'assistito".
Un po' come mi dicevano sulla certificazione del credito IVA, che è un favore ai commercialisti (soprattutto del sud) che possono portarsi a casa i (circa) 150 euro aggiuntivi per cliente.
O come la meritocrazia che deve valere per gli altri. Nei nostri premi di risultato aziendali tutti vogliono i premi differenziati per punire i fannulloni ma poi contestano se prendono il 3% meno del vicino perché la valutazione del loro lavoro è inferiore o, peggio, la loro tassazione per questioni familiari è peggiore.
Insomma premi differenziati, ma per gli altri, per me il massimo.
Il classico è poi la sindrome NIMBY che blocca qualsiasi progetto.
Insomma abbiamo un paese burocratico, farraginoso, dei mille campanili e complicazioni che noi stessi nella nostra veste di cittadini, lavoratori, commercianti, imprenditori, professionisti contribuiamo ad alimentare e accrescere.
Certo compito della mediazione sarebbe tipico della politica. Ma anche lì abbiamo i politici che meritiamo votando con la stessa mentalità del "cosa me ne viene in tasca" alla quale i politici (esperti del farsi venire qualcosa in tasca) si adeguano con gioia.
martedì 16 marzo 2010
Pecunia non olet
Vedere il co-marketing di Legambiente con una nota azienda verde mi fa sorridere.
L'Eni, noto sponsor di tutto ciò che è verde e che ha sempre avuto l'ambiente al centro dei suoi pensieri. Tipo quella fabbrichetta che aveva, aspetta com'è che si chiamava?
Boh mi pare Porto Marghera
L'Eni, noto sponsor di tutto ciò che è verde e che ha sempre avuto l'ambiente al centro dei suoi pensieri. Tipo quella fabbrichetta che aveva, aspetta com'è che si chiamava?
Boh mi pare Porto Marghera
Non tutto è perduto
Non tutto è perduto nella nostra battaglia contro la Cina.
Esiste una speranza, visto il consulente che hanno assoldato.
Esiste una speranza, visto il consulente che hanno assoldato.
sabato 13 marzo 2010
Posizionamento strategico
Si parla tanto di SEO di posizionamento, di argomenti.
poi la terza chiave di ricerca di arrivo su questo blog è:
coglioni in azienda
poi la terza chiave di ricerca di arrivo su questo blog è:
coglioni in azienda
venerdì 12 marzo 2010
Son problemi
Secondo l'ANM con la nuova legge sul lavoro e i contratti certificati si depotenzia il ruolo del giudice del lavoro.
Che in qualche caso potrebbe trovarsi addirittura costretto a dare ragione all'azienda.
Che in qualche caso potrebbe trovarsi addirittura costretto a dare ragione all'azienda.
mercoledì 3 marzo 2010
Dilettanti
Una volta, quando i partiti erano partiti, appena uno si impegnava imparava a fare due cose: raccogliere firme e attaccare i manifesti.
E i più svegli li mandavano a controllare lo spoglio nelle sezioni.
Adesso son tutti dirigenti e mancano i galoppini.
Ma gli sta bene, capiscono cosa prova un suddito quando la burocrazia gli contesta i documenti presentati perché manca una firma, data, timbro ecc.
E i più svegli li mandavano a controllare lo spoglio nelle sezioni.
Adesso son tutti dirigenti e mancano i galoppini.
Ma gli sta bene, capiscono cosa prova un suddito quando la burocrazia gli contesta i documenti presentati perché manca una firma, data, timbro ecc.
martedì 2 marzo 2010
Legalità
Tutti qui a menarsela per firme, firmette listini e listoni.
Poi nessuno dice che secondo la legge un Governatore potrebbe fare due mandati e c'è chi si presenta per il terzo.
Sarà, io come sempre mi sento preso in giro.
E mi chiedo come si può pretendere che un cittadino creda in uno Stato che è il primo a non rispettare le leggi.
Poi nessuno dice che secondo la legge un Governatore potrebbe fare due mandati e c'è chi si presenta per il terzo.
Sarà, io come sempre mi sento preso in giro.
E mi chiedo come si può pretendere che un cittadino creda in uno Stato che è il primo a non rispettare le leggi.
Grande è bello
C'è una ragione importante per cui crescere.
E la si vede in modo importante in questo periodo di crisi.
Se devi 100.000 Euro alla banca il problema è tuo, anche perché, se sei un piccolo imprenditore, probabilmente la banca si sarà premurata di avere un po' di tue firme su garanzie varie.
Se devi 500 milioni alla banca il problema è della banca, che si rivelerà disponibile a qualsiasi compromesso (ivi compresa la trasformazione del debito in azioni) pur di cercare di farti andare avanti.
E intanto migliaia di piccoli imprenditori lasciati soli da tutti cercano di lottare per salvare la propria dignità, la propria vita e quella dei loro collaboratori.
Per chi non l'ha letto consiglio lo splendido articolo di Dario Di Vico apparso sul Corriere.
E la si vede in modo importante in questo periodo di crisi.
Se devi 100.000 Euro alla banca il problema è tuo, anche perché, se sei un piccolo imprenditore, probabilmente la banca si sarà premurata di avere un po' di tue firme su garanzie varie.
Se devi 500 milioni alla banca il problema è della banca, che si rivelerà disponibile a qualsiasi compromesso (ivi compresa la trasformazione del debito in azioni) pur di cercare di farti andare avanti.
E intanto migliaia di piccoli imprenditori lasciati soli da tutti cercano di lottare per salvare la propria dignità, la propria vita e quella dei loro collaboratori.
Per chi non l'ha letto consiglio lo splendido articolo di Dario Di Vico apparso sul Corriere.
Iscriviti a:
Post (Atom)