venerdì 19 marzo 2010

Facciamoci del male

La cronaca di ogni giorno dimostra come quasi sempre siamo noi stessi, in una delle nostre "incarnazioni" a frenare o arretrare la modernizzazione di questo paese.


Spessissimo assistiamo a prese si posizione da parte delle categorie (ivi inclusa la mia) che sono chiaramente ispirate dalla difesa di interessi di bottega più che all'interesse comune.
Del tutto legittimo, intendiamoci, le lobby esistono in tutto il mondo. Magari in modo più trasparente.

Ieri leggevo la presa di posizione degli avvocati contro la nuova possibilità dell'arbitrato per le controversie di lavoro (il licenziamento, vi ricordo, è escluso).
L'arbitrato è una delle possibilità che chi opera sui mercati internazionale ben conosce. E' molto utilizzato perché più veloce e immediato di una causa civile. Ed è utilizzato nei contratti anche in paesi con una giustizia infinitamente più veloce della nostra.
Ma certo, i contenziosi di lavoro (soprattutto nella pubblica amministrazione) sono un big business per gli avvocati, decine se non centinaia di migliaia di cause l'anno, ed è inutile ricordare che a volte avvocati con pochi scrupoli tendono a non risolvere le cause per guadagnare di più.
Io stesso ho risolto un contenzioso semplicemente offrendo più soldi all'avvocato a parità di condizioni per "l'assistito".

Un po' come mi dicevano sulla certificazione del credito IVA, che è un favore ai commercialisti (soprattutto del sud) che possono portarsi a casa i (circa) 150 euro aggiuntivi per cliente.

O come la meritocrazia che deve valere per gli altri. Nei nostri premi di risultato aziendali tutti vogliono i premi differenziati per punire i fannulloni ma poi contestano se prendono il 3% meno del vicino perché la valutazione del loro lavoro è inferiore o, peggio, la loro tassazione per questioni familiari è peggiore.
Insomma premi differenziati, ma per gli altri, per me il massimo.


Il classico è poi la sindrome NIMBY che blocca qualsiasi progetto.

Insomma abbiamo un paese burocratico, farraginoso, dei mille campanili e complicazioni che noi stessi nella nostra veste di cittadini, lavoratori, commercianti, imprenditori, professionisti contribuiamo ad alimentare e accrescere.

Certo compito della mediazione sarebbe tipico della politica. Ma anche lì abbiamo i politici che meritiamo votando con la stessa mentalità del "cosa me ne viene in tasca" alla quale i politici (esperti del farsi venire qualcosa in tasca) si adeguano con gioia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo al 100%, il nostro è un paese di piccoli e particolari interessi e la nostra classe politica ne è il fedele specchio.

Alessandro.

Anonimo ha detto...

È proprio così.

Questo comporta costi più alti, margini minori, meno capitale disponibile per investimenti e ricerca.

Nel lungo termine questo sistema porta alla perdita di competitivitá delle ditte, alla distruzione dei posti di lavoro a minori entrate fiscali.

Nel frattempo, il debito aumenta.

Prima o poi, il sistema arriva al crack.

(Bentornata vecchia liretta?)