mercoledì 24 marzo 2010

La mela marcia

Per lungo tempo insieme a molti mi sono illuso che una Italia più integrata nell'Europa ci avrebbe aiutato a migliorare il nostro paese (e altri del sud Europa, intendiamoci).

Invece come accade nelle cassette di mele mi sa che prende il sopravvento la mela marcia, facendo marcire tutte le mele.

Gli scioperi che fioccano nelle linee aeree europee e gli ondeggiamenti sul come affrontare la crisi economica e Greca  sono solo gli ultimi dei segnali di una Europa sempre più litigiosa, burocratica, incapace di una visione strategica di ampio respiro.
Di un continente fatto di caste dedite alla autodifesa al di là di ogni ragionevole vergogna.
Incapaci di pensare al bene comune.

Tutti a litigare per le fette e le briciole di una apple pie sempre più piccola e striminzita invece di pensare a come mettere su una bella produzione di apple pies in grado di sfamare tutti.

Mi sembra impossibile che siano tutti così ciechi. Per dividere bisogna avere qualcosa da dividere. O tutti veramente pensano che per loro e i loro amichetti ci sarà sempre qualcosa da dividere?

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Il concetto di fondo lo condivido: bisogna creare un sistema che produca ricchezza.

Come farlo ora, però, non é così semplice.

Creare ricchezza sufficiente per pagare debiti e oneri giá esistenti é molto più complicato che creare ricchezza sufficiente per coprire le spese correnti.

In sostanza: é impossibile creare tale ricchezza mantenendo il tenore di vita.

Politiche di lacrime e sangue porterebbero a disordini sociali.

Il default é problematico perché destabilizzerebbe anche il sistema bancario.

L´uscita dall´euro sarebbe una mezza soluzione. Rimane il problema del debito, tra gli altri.

L´adozione di una valuta interna sarebbe la soluzione migliore: euro per i rapporti esterni, dracma o lira per quelli interni (Financial Times).

L´ultima opzione che vedo é di stampare soldi. Iperinflazione. Questo penso che avverrá comunque.

Unknown ha detto...

Eliminare un po' di sprechi e mettere in condizione le persone di lavorare di più e occuparsi meno di burocrazia, tenendo la sostanza delle leggi e magari qualche formalità in meno sarebbe già un metodo per aumentare la torta per tutti.
Certo magari comporterebbe il restringimento della torta dei burocrati e di qualche altra torta...

Anonimo ha detto...

Vero. Quello che propone dovrebbe essere la normalitá.

(Il fatto che non lo sia é di per se indicativo.)

Oltre un certo limite di debito e inefficienza, comunque, il problema sfugge di mano. Cioé, non ci sono tagli che tengano. Basta guardare la Grecia.

La torta si restringe per i cittadini e anche per i poveracci.

Non é così che iniziano le rivoluzioni?

Ed é appunto per questo che le sue proposte dovrebbero essere la normalitá. Per evitare di arrivare dove siamo ora.

Andrea ha detto...

Contribuisco all'interessante tema spero non in maniera troppo provocatoria..

Quelli che "valgono" (persone, imprese..) scapperanno finche' e' possibile e conveniente. Dove, non so. forse ci sono paesi dove i ruoli e le responsabilita' sono realmente piu' semplici e trasparenti di qua.

Qui tanto cresce la consapevolezza dell'ineluttabile o e' una mia impressione?

Rimarranno solo i furbi, quelli dei "diritti acquisiti", i pigri e quelli che stanno (ancora) bene (per rendite?); le tasse per le spese correnti si giocheranno su questi..

La stato, secondo voi, ha ancora qualcosa da vendere per fare cassa?
Si potra' pagare per commettere reati e non essere condannati?
i beni demaniali chi ce li compra? finalmente la fontana di Trevi sara' in vendita per davvero!

Quanti giochi d'azzardo e lotterie potranno ancora essere inventati?

Se uno scafista prende 5K€ per clandestino, quanto potremmo chiedere per l'ingresso legale? (finche' partono i barconi..)

Riusciremo ad esportare "veline e calciatori" per valuta pregiata in cambio?

Quanto puo' rendere il mestiere piu' antico del mondo se cresce l'offerta e c'e' persino chi la regala? (su internet ovviamente ;-)


la situazione economica quindi si risolvera' (sempre piu') velocemente.

alla fine, nell'inazione, il default dei titoli di stato e' la cosa piu' probabile. Chi ha avuto ha avuto e chi ha dato..

Un consiglio, secondo voi, quale e' attualmente il bene rifugio piu' resistente? Il caro vecchio lingotto?

Anonimo ha detto...

Sono d´accordo con Andrea.

Misure utili per salvare la situazione ci sarebbero. Ma sarebbero cambiamenti radicali--che sono impossibili nel sistema attuale. Quindi, ai fini pratici vale la conclusione che la situazione ora é sfuggita di mano.

Ci sono paesi che offrono opportunitá migliori. Direi che questo valga per quasi tutti.

Chi ha capitale può andare dove il capitale é tassato più favorevolmente e dove trova più facile impiego. Chi ha competenze e capacitá, puó trovare posti dove le opportunitá economiche sono più favorevoli. Chi é pensionato può andare in paesi che offrono servizi migliori (coperti dalla pensione italiana, ad esempio) o dove la vita costa meno. Chi é disoccupato può andare a cercare lavoro in paesi con opportunitá migliori.

In sostanza, rimanere in Italia conviene a pochi. E quando il paese andrá in bancarotta non converrá a nessuno.

Il migliore investimento?

Acquisire competenze e prevenire problemi di salute sono i due impieghi di risorse in assoluto migliori.

Quello che fa l´oro lo fanno anche altre commodities. Forse con prospettive migliori. I prodotti agricoli, ad esempio, che sono anche a prezzi bassi. Ci sono alcuni problemi legati agli strumenti finanziari usati. Investire in futures non é la stessa cosa che investire nel bene reale.

Azioni di ditte con buone prospettive e comprate a prezzo ragionevole sono un altro investimento.

Immobili dove ci sono opportunitá per il futuro.

In sostanza: dove i prezzi sono depressi ma i fondamentali non sono minati, con un´ottica di lungo termine.

Anton

Anonimo ha detto...

PS

Mai investire in qualcosa che non si conosce a fondo.

Se qualcosa interessa, vale la pena di studiarne le caratteristiche a fondo prima di decidere se investire.

Anton

Andrea ha detto...

Grazie per i consigli che condivido.

Personalmente ho gia' investito su competenze e capacità e sono alla ricerca attiva di una migliore prospettiva "dal basso" visto lo stallo dei "decision makers".

In merito all'investimento in commodity, mi riferivo semplicemente alla gestione, qui ed ora, del momento del "redde rationem".
Arrivera', temo, il giorno in cui il bancomat sara' "out of service" per tutti ed il 27 anche qualcuno della PA non ricevera' la sua "busta meritata".

Allora, sarebbe meglio avere in mano qualcosa di molto reale e "liquido" per gestire il transitorio.

Anonimo ha detto...

Andrea

Negli scenari peggiori é esattamente cosí.

L´oro può essere una soluzione, sì. Bisogna prendere alcune precauzioni però.

Nei casi estremi, ci sarebbero problemi anche per gli approvvigionamenti alimentari. Qualcuno consigliava di procurarsi un terreno da coltivare. Qualcun altro si é messo ad allevare conigli. Vedo il senso, ma per me non sarebbe molto pratico. Ho difficoltá a far campare anche la piantina di basilico in cucina... :)

Speriamo che scenari così estremi non siano imminenti.

Comunque non vedo alternative ad un forte calo del tenore di vita che durerá per decenni. Il sistema é completamente marcio--economicamente, politcamente, eticamente... culturalmente, socialmente.

Forse, non sarebbe più semplice vendere tutto ed andarsene?

Ci sono paesi dove la vita costa molto meno che in Europa e che hanno buone prospettive per il dopo-crisi.

Anton

Anonimo ha detto...

In effetti, se l´Italia esce dall´euro, ´dovrebbe succededre qualcosa di simile. Blocco dei soldi in banca, riconversione in nuove lirette. Come in Argentina.

E l´euro, così com´é, non credo che possa durare. I problemi sociali lo renderanno insostenibile.

Anton

Mike ha detto...

L'uscita dall'euro non sarebbe una soluzione: dato che non è mai stata prevista una strategia di uscita, e che l'euro è una sola valuta, e non una serie di valute a cambio fisso un ritorno alla lira avrebbe tutte le difficolta` tecniuche e organizzative del passaggio lira-euro, delle pesanti conseguenze a livello politico che porterebbero a conseguenze ancor piu` pesanti a livello economico ed industriale.

Anonimo ha detto...

Mike

È vero che l´uscita dall´euro non sarebbe una soluzione. I problemi strutturali dell´economia infatti non si risolvono uscendo dall´euro.

Il punto é che potrebbe diventare inevitabile.

La situazione in Italia e in altri paesi é uguale a quella dell´Argentina: alto debito, bassa produttivitá e valuta forte.

Con una valuta forte, i prodotti diventano troppo costosi a causa della bassa produttivitá e non si vendono. Le ditte chiudono, il bilancio dello stato peggiora e i tassi di interesse salgono mentre sale anche il debito. Dopodiché non si riescono a raccogliere soldi sul mercato ed arriva il crack.

In teoria, con una valuta forte dovrebbero adeguarsi rapidamente i prezzi. Ma questo non succede.

L´unico modo per adeguare rapidamente i prezzi é di lasciare libero il cambio.

L´uscita dall´euro avrebbe conseguenze molto negative--ma anche rimanerci.

I presupposti dell´euro erano errati in partenza.

Altrimenti possono stampare soldi e creare iperinflazione e portare l´economia al collasso. Ma questo sarebbe peggio per tutti.

Anonimo ha detto...

L´uscita dall´euro non é stata prevista.

I politici invece avevano previsto che nel 2010 l´Unione Europea sarebbe stata la zona economica più competitiva del mondo! :)

Sembrano barzellette. Purtroppo é vero.

Saluti,
Anton

Andrea ha detto...

Detto tra noi, voi state ancora cercando una soluzione "alta e forte" che provenga dall'alto ed immaginando un percorso "controllato".

io posso anche crederci, come piano A, ma, come si fa nel famoso business plan col diagramma SWOT (!), a fronte di una "ipotetica inazione", vorrei cautelarmi con un piano B che dipenda meno possibile da terzi, e per questo pensavo a come trasformare i risparmi in beni tangibili. Certo sara' piu' inefficiente, ma e' il concetto delle securities, no?

cintura e bretelle!

comportarsi cosi' creera' un circuito perverso di "profezia che si autoavvera"?

forse.. ma qui sta proprio il confine tra la ragione e l'emozione.
Oramai siamo piu' di la che di qua. no?

Anonimo ha detto...

Andrea

In caso di completo collasso dell´economia, servono beni che garantiscano la sussistenza--e gli strumenti per proteggerli.

Un terreno in cui piantare patate, frutta e verdura, un allevamento di conigli o galline, una mucca, i pannelli solari, ecc.

Se tutto crolla, almeno mangi. E puoi barattare.

Se tutto NON crolla, probabilmente energia e alimentari diventeranno comunque più costosi e l´investimento produrrebbe dei risparmi. Un risparmio, a paritá di importo, vale più di un guadagno perché il guadagno é tassato, mentre il risparmio é esente tasse.

Ma la cosa migliore da fare, se possibile, é la valigia. Finché si é in tempo.

Anton

Anonimo ha detto...

"A euro exit is the only way out for Greece"

Questo articolo del Financial Times parla appunto della Grecia e dell´euro.

http://www.ft.com/cms/s/0/6a618b7a-3847-11df-8420-00144feabdc0.html

Se non potete aprire l´articolo, basta mettere il titolo: "A euro exit is the only way out for Greece" su Google. Aprendo il link, si può accedere all´articolo senza il filtro della registrazione al sito del FT.

Unknown ha detto...

Un solo commento da parte mia.

Bello avere dei lettori ottimisti...

Anonimo ha detto...

Le catastrofi offrono spettacolari opportunitá a chi si é preparato.

...quindi sono pessimista o ottimista?

Anton

uniroma.tv ha detto...

Al seguente link potrete vedere il servizio dal titolo "Montezemolo a Tor Vergata", interamente dedicato alle parole dello storico manager della Ferrari.

http://www.uniroma.tv/?id_video=15842

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