A volte i numeri uno sono soli perché così deve essere. C'è sempre un momento nel quale ti trovi a dovere decidere, se sei il numero uno.
E in quel momento sei solo.
A volte i numeri uno sono soli per scelta, vai a capire perché, perché non ti fidi? Perché non vuoi nessuno che ti faccia ombra?
E a volte questo difetto è chiaro e ripetitivo.
E pensare che a mio parere chi governa una organizzazione (a maggiore ragione se pro-tempore e con un mandato relativamente breve) dovrebbe avere tra i suoi principali obiettivi quello della successione, del lasciare una organizzazione più forte di prima.
E invece, a volte l'impressione che viene è che l'idea sia "dopo di me il disastro" (come già successo anni fa quando si era giovani).
Ma forse è perché uno dei consiglieri più ascoltati è uno portato al Macchiavellismo, all'intrigo, alla non fiducia, al divide et impera. Certo i risultati (personali) magari vengono a casa. Ma a che prezzo per il sistema?
Non bastava la crisi, non bastava un governo "amico" che fa tutto il contrario di quello che servirebbe. Ci mancava un manager internazionale a guidare Fiat. Uno che delle tradizioni se ne frega, e che cerca di fare business da multinazionale. A volte è bello averlo da sventolare in giro, quando rompe certi equilibri è meno bello.
E dire, che con la salita del giovane erede tra le infinite vice-presidenze, all'interno di una strategia "una poltrona per tutti" che ci ha dotati di un direttivo che fra un po' replica i numeri del governo (credo siamo ormai a 80 persone) doveva dare prestigio (fa sempre fico nelle foto di circostanza essere di fianco ad uno di quella famiglia, vedi assemblea) e coprire le spalle dal Piemonte. Che di posti ne ha parecchi, vedi anche SGR, Cda della mucca da mungere ecc.
E invece cosa ti va a combinare sto svizzero?
Scombina le carte, alza il bubbone su una Federmeccanica ormai più sindacato dei sindacati, governata dagli amici degli amici. Incapace di darsi una strategia.
Non per la piccola impresa (sarebbe troppo) ma ormai anche incapace di tutelare il suo più grosso socio.
Certo sempre di poltrone parliamo, ma non basta scegliere uno a pochi km da casa per garantire i risultati (quando oltretutto la struttura è una pallido ricordo di chi non c'è più).
Se poi il precedente è diventato deputato del Pd è chiaro anche ai sassi che qualcosa non funziona.
Certo potrebbe essere il momento della verità per i millemila della base incazzati con Fiat, da sempre uno dei parafulmini italiani, che smoccolano contro i troppo potenti Torinesi.
Ma domani, se il settore auto è fuori (Fiat si tirerebbe dietro quasi per certo tutta la catena) chi cavolo me lo fa fare di restare lì con regole peggiori di quelle di altri. Oltretutto con una decrescente capacità di incidere sul contratto quando dalla nostra parte del tavolo ci si trova con funzionari forti (ma inetti) e rappresentanza inesistente.
E tutti gli stipendi nelle decine e decine di territoriali dove il settore auto è fondamentale chi li paga? E tutti i direttori?
Non è che poi a tutti i nemici di Fiat (come spesso accade in queste cose) gli tocca ricredersi?
Ma è così, divide et impera, organismi elefantiaci permettono di fare, al numero uno, quello che vuole.
Ma il numero uno a quel punto deve decidere.
Non puoi trovarti con due posizioni chiave inadatte (internamente e nella tua principale fonte di sostentamento) e non volerle cambiare perché le hai scelte tu e faresti la figura di avere sbagliato.
Ho capito che internamente Mr K fa il facente funzioni, ma mi sembra comunque una cazzata.
E il non volere organizzare successione e rappresentanza adeguata non fa che aprire la strada (a maggiore ragione se l'unico privato grande se ne va) al progetto dei nuovi entrati, grandi ma pubblici, di (eufemismo) contare di più.
Qualche passo di quelli fondamentali e importanti è già stato fatto, MI pare che il progetto sia chiaro.
E allora sarebbero certamente macerie, un monopolista di nomina politica che va a tirare la giacchetta al governo? Ma veramente c'è qualcuno che ci crede?
Ma purtroppo mi rimane poca speranza. Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire. E qui non si tratta di "conversazione", di quello, nonostante la giovane età credo non ci sia proprio neppure lontanamente idea (basta vedere le strategie di comunicazione).
E con il buon A in giro capisco che si gestisce concedendo visibilità (poca eh) e poltrone. Ma mettere persone già super impegnate e non operative a gestire i progetti non aiuta a che siano utili alle aziende, alla fine li gestisce la struttura, che di come funziona una azienda capisce pochino.
E non a caso l'unica commissione decente degli infiniti vice-presidenti mi si dice che era quella gestita da un capace medio-piccolo bergamasco, nostro ex-giovane amico.
Giustamente segato al giro successivo, non è che poi a qualcuno viene in mente di fare benchmarching?
In compenso ci inventiamo la tassa sulla scuola per le associazioni. Per tenere in piedi una struttura col solito ex-giovane amico a gestirla.
Io continuo a credere di potere spostare granellino dopo granellino per rendere la spiaggia migliore. Ma ogni giorno è più difficile.
E non serve usare la nostra fonte di sostentamento (sempre più arida) per sparare tranquillizanti titoli in prima pagina.
Ci conosciamo da tanti anni e sai che noi piccoli di provincia magari non siamo bravi negli intrighi di corridoio ma non siamo scemi.
PS scritto di getto e non corretto che se mi metto a correggerlo ne taglio metà
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