sabato 24 settembre 2005

Nordest

Ho appena finito di leggere Nordest di Massimo Carlotto e Marco Videtta.

Bel libro, mi è piaciuto, dal punto di vista strettamente giallistico ho intuito presto l'assassino, ma credo si volesse scrivere più un libro d'atmosfera, mi è piaciuto per la descrizione di un certo ambiente che ben conosco, quello dell'industria della provincia italiana.

Per ovvie ragioni la scrittura di un noir porta ad esagerazioni su alcuni passaggi ma quella strana commistione tra affari personali, poco rispetto per gli altri e troppo spesso per le regole non è purtroppo una fantasia letteraria.

Non sono un'anima candida, non penso che fare affari non comporti a volte il prendere decisioni difficili nei confronti degli altri (ad esempio dei collaboratori) o che spesso ci si muova andando vicinissimi ai confini della legalità, con qualche passetto di sconfinamento qua e là. O a volte semplicemente uno stiracchiamento :-) delle regole (a onor del vero penso soprattutto al versante fiscale).
Mi è capitato di vedere colleghi che cercavano di avere appoggio su pratiche che proprio legali non erano e purtroppo accade che gli impianti di depurazione abbiano una valvola di by-pass.

Il problema, per me, è che l'etica di base ci deve essere, che i confini vanno avvicinati ma non superati, che occorre che l'industria sia inserita nel contesto sociale e chi fa il mio mestiere non consideri il cancello della sua fabbrica un muro oltre il quale è imperatore.

Troppo spesso ho visto i piccoli potenti di provincia tessere le loro trame non per lo sviluppo generale ma per il proprio tornaconto, troppo spesso per frenare chi arriva, che potrebbe oscurare la loro piccola stella, anche se non è un concorrente.

Sarà perchè la nostra azienda opera in tutto il mondo, sarà perchè siamo sempre stati assolutamente per il basso profilo, ma mi fa ridere quando vedo i tronfi industrialotti di provincia che si credono chissà chi. Fai 15 chilometri e non sei più nessuno!


Ho conosciuto anche tanti industriali del Veneto e in alcuni casi trovo certi tratti descritti in Nordest.
La descrizione dei giornalisti locali poi la trovo assolutamente attinente a quello che succede.
Forse la componente che non appare nel libro e che invece in queste situazioni è importante e molto presente è quella dei politici locali.

Certo poi non bisogna semplificare, ho conosciuto moltissimi imprenditori onesti, attenti al sociale, rispettosi delle regole (per quanto questo sia fattibile in Italia, ce ne sono così tante che sei sempre fuori regola per qualcosa) e aperti al cambiamento.

Già l'Italia fra cattolicesino e comunismo non è fra i paesi con un buon concetto di chi fa questo mestiere, purtroppo spesso anche i colleghi imprenditori fanno di tutto per far passare il messaggio che questo mestiere è qualcosa che non si può fare senza sporcarsi le mani.
Non è vero!

Poi è evidente che fa più notizia l'aereo che cade che i migliaia e migliaia che quel giorno lì hanno volato senza alcun problema.

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