giovedì 20 maggio 2010

Tengo famiglia

Anche i sindacalisti tengono famiglia. In particolare figli.
E allora quando è il momento ti telefonano per raccomandarlo.

As usual, vizi privati e (finte) pubbliche virtù.

30 commenti:

Anonimo ha detto...

Che orrore vivere in un contesto dove quella é la "normalitá."

Un modo per sottrarsi é proclamare chiaramente il totale rifiuto dell´azienda di considerare candidati raccomandati, prima che qualsiasi proposta venga fatta. Anzi, con un bel cartello che tutti vedano.

Se fossi un cliente della ditta, sarei molto contento di vederlo. Se cercassi lavoro, anche.

Se fossi il figlio del sindacalista... meno. Farei telefonare a qualcun altro.

Bugaz ha detto...

Il nipote di un sindacalista mi ha rubato un lavoro a dicembre... ne so qualcosa.

Anonimo ha detto...

Con una mentalitá come questa, non c´é manovra o riforma che possa rendere il paese competitivo. E questa mentalitá non si può cambiare.

Ora si prospettano "aiuti" dal nord Europa, tagli e riforme. Non funzioneranno. Sono soldi e tempo buttati. Peggiora solo la situazione per tutti. Alla fine dovrá verificarsi l´inevitabile: che alcuni paesi dovranno uscire dall´euro. I paesi in difficoltá hanno bisogno di svalutare. Per il nord Europa, invece, la svalutazione avrebbe conseguenze estremamente negative, sia economiche che sociali.

Mariolartigiano ha detto...

Non c'è niente da stupirsi...
Hai voglia che cercare di essere ottimisti, il marcio purtroppo ha infettato tutto.
Non c'è un programma, non c'è un progetto... Ci sono solamente sindacalisti, dipendenti pubblici ecc ecc.

Anonimo ha detto...

Il marcio avrá anche infettato tutto, ma non mi pare che l´Italia sia mai stata diversa.

E, alla fine, diventa un circolo vizioso. Quella é la normalitá a cui la gente si abitua. E quel modo di pensare é l´unico che funziona. Diventa quindi difficile interromperlo.

Ora siamo vicini al punto di rottura. Vedremo se da lí prevarrá il desiderio di diventare davvero normali... o solamente ancora piú "furbi."

Freerider ha detto...

In assenza di mercato, un'azienda ha bisogno più di accontentare i vari potentati che di disporre di lavoratori capaci.
Quindi se devi nominare un'amministratore delegato, lo scegli tra i protetti dei vari boss politici/bancari/ecclesiastici.
Per assumere un contabile o un magazziniere fai invece un favore al sindacalista o al consigliere comunale.
Questa è la situazione della pubblica amministrazione, degli enti e delle aziende private che operano in ambiti molto regolati o sovvenzionati dallo stato (come l'editoria).

Anonimo ha detto...

Eh, appunto.

Se non cedi, te la fanno pagare. Se cedi, alla fine la ditta va a farsi friggere...

È il meccanismo che ha portato il paese alla situazione attuale. Le apparenze di un tenore di vita alto sonos tate mantenute grazie ai debiti e--nel frattempo--si é distrutta la capacitá di pagarlo.

Ma il problema in assoluto piú grave, piú dei debiti e dello stato dell´economia, é la mentalitá che si é creata. Questo é il vero problema di fondo--penso insuperabile.

Anonimo ha detto...

Eh, appunto.

Se non cedi, te la fanno pagare. Se cedi, alla fine la ditta va a farsi friggere...

È il meccanismo che ha portato il paese alla situazione attuale. Le apparenze di un tenore di vita alto sonos tate mantenute grazie ai debiti e--nel frattempo--si é distrutta la capacitá di pagarlo.

Ma il problema in assoluto piú grave, piú dei debiti e dello stato dell´economia, é la mentalitá che si é creata. Questo é il vero problema di fondo--penso insuperabile.

Mike ha detto...

Aggiungerei anche che è prassi comune se in un'impresa c'è da assumere una persona per fare un lavoro, chiedere prima ad amici e parenti se conoscono qualcuno in grado di coprire la posizione e solo dopo tentare la strada ad esempio degli annunci o delle agenzie di selezione.
Questa prassi poi non viene vista assolutamente come raccomandazione, anzi ...

Anonimo ha detto...

Eh, certo, perché poi licenziare é un problema insormontabile... Quindi, si cerca di limitare il rischio cercando tra persone giá conosciute. Il vantaggio é che c´é un primo vaglio e che i rapporti preesistenti costituiscano un valore da non compromettere con una raccomandazione inaffidabile.

Ogni passaggio, come sempre, ha una sua logica. Solo che, nel complesso, il sistema non ha senso.

sergio ha detto...

@ anonimo

Eh, certo, perché poi licenziare é un problema insormontabile...

scusa ma non sono d'accordo .
la mia ex ditta ha delocalizzato la logistica in francia e ha mandato a casa 56 persone , me compreso ,dopo 28 anni di servizio.
legalm. non puoi farci niente, punto .
che c...o racconti ?
o vivi nei pressi di saturno ????

p.s. dimenticavo, noi non lavoriamo in Alcoa o Termini Imerese ,e il fatturato era calato SOLO del 10 %

Anonimo ha detto...

Licenziare un dipendente assunto a tempo indeterminato a te risulta che sia facile?

Il caso che citi tu é diverso.

Anonimo ha detto...

Hey, a che livello di ottimismo siete oggi?

Sempre ai massimi??

Anonimo ha detto...

p.s. dimenticavo, noi non lavoriamo in Alcoa o Termini Imerese ,e il fatturato era calato SOLO del 10 %

Se hanno spostato la ditta altrove é perché, evidentemente, lo ritenevano preferibile. Il capitale é loro e mi pare chiaro che abbiano il diritto di fare quello che ritengono opportuno.

Non mi stupisce affatto che se ne siano andati dall´Italia. Quello che mi pare curioso, piuttosto, é perché abbiano mai aperto in Italia.

I paesi sono come gli alberghi: ognuno va in quello dove trova le condizioni piú congeniali. Vale per le ditte, vale per i capitali e vale anche per i lavoratori.

O l´Italia e gli italiani si dcidono a rendere l´albergo attraente in relazione ai prezzi... oppure continuerete a rimanere delusi quando accade l´ovvio.

Siccome ora non potete migliorare l´offerta e, con l´euro, non potete nemmeno abbassare i costi rapidamente, avete un problemino. Rimane l´opzione di tagliare tutto. Ma questo provocherá un calo dell´economia.

Che gli altri paesi riescano a pagare per i PIIGS é improbabile.

Quindi, l´unica alternativa che vedo rimasta é: bentornata vecchia liretta.

Cosí, pur non adeguando la qualitá dell´albergo, potrete almeno adeguare rapidamente i prezzi. Forse sará possibile fare concorrenza agli ostelli. Forse.

Anonimo ha detto...

E se il figlio del sindacalista fosse comunque un lavoratore in gamba?

Actarus74

Anonimo ha detto...

E se il figlio del sindacalista fosse comunque un lavoratore in gamba?


Avrebbe bisogno della raccomandazione?

Forse sì. Con quel sistema lí si distorce tutto.

sergio ha detto...

@ Anonimo

Se hanno spostato la ditta altrove é perché, evidentemente, lo ritenevano preferibile. Il capitale é loro e mi pare chiaro che abbiano il diritto di fare quello che ritengono opportuno.
Non mi stupisce affatto che se ne siano andati dall´Italia. Quello che mi pare curioso, piuttosto, é perché abbiano mai aperto in Italia.


perchè se sei sul mercato italiano da 50 anni , e in italia fatturi 74 mil. di euro con 250 persone, e tutto fila, non vedo motivi per andar via. forse che in francia il lavoro costa meno ?questa è bella !!

I paesi sono come gli alberghi: ognuno va in quello dove trova le condizioni piú congeniali. Vale per le ditte, vale per i capitali e vale anche per i lavoratori.

sì , ma
dopo 50 anni c'è anche una responsabilità sociale, e non mi sembra di parlare di assistenzialismo. è evidente che tu un problema del genere non l'hai mai vissuto sulla tua pelle.
non credo tu faccia il dipendente, facile sciacquarsi la bocca con la logica di mercato, ma questo che ho citato della mia ex ditta c'entra un bel tubo, i numeri te li ho già detti.
il fatto è che gli industriali non si accontentano mai.vanno a produrre in cina e pagano i dip. con 2 soldi, e poi pretendono di vendere qui a prezzi occidentali .
complimenti !

O l´Italia e gli italiani si dcidono a rendere l´albergo attraente in relazione ai prezzi... oppure continuerete a rimanere delusi quando accade l´ovvio

con questo andazzo delle aziende che delocalizzano,col cavolo che venderanno qui i loro prodotti, lo stesso vale anche per l'estero.
se la gente è a spasso non compraaaa...
il gatto si morde la coda, te capì ??

Anonimo ha detto...

Sergio

"Tutto fila" dici tu.

Se sono andati via, é logico supporre che gli convenisse. Inoltre, le decisioni tengono conto delle aspettative future.

Le ditte non sono opere di beneficienza. Il profitto non é un extra. Operare in perdita, oltre che essere assurdo, é anche insostenibile. Quindi, funziona così: si creano le condizioni favorevoli alle ditte, le ditte prosperano e, a quel punto, hanno anche i soldi per accollarsi oneri sociali. Non puoi partire da arrivato.

In Italia molte ditte chiudono. Alcune si trasferiscono. Nessuna viene ad investire da fuori. Le condizioni sono sfavorevoli alle ditte--e ció va al di lá dei costi. Oltre al tuo esempio della Francia, puoi anche constatare che la Germania é stata in questi ultimi anni il maggiore esportatore mondiale. Ha esportato piú della Cina e degli USA. Eppure ha costi alti, euro forte, ecc.

Prendersela con le ditte non serve. È utile, invece, capire la ragione.

Come dici tu: le ditte vanno via, la gente non guadagna e non puó piú comprare i prodotti.

La conclusione peró é un´altra: bisogna far sí che le ditte abbiano interesse a rimanere!

Anche perché il problema é soprattutto per la gente, gli italiani stessi, non per le ditte. Il mercato italiano é marginale. Solo in Cina sono uscite dalla povertá piú persone di quante non ve ne siano in tutta Europa! E c´é ancora l´India, il resto dell´Asia, il Sud America, l´Africa... che stanno crescendo. Mentre l´Europa vede aumentare la povertá, si stanno aprendo altri enormi mercati!

Se non venderanno in Italia, se ne faranno una ragione.

Comunque il problema di fondo, del sistema, ha prodotto altre gravi conseguenze: ritardi competitivi di tutti i tipi e un debito pubblico terrificante. Quindi, c´é da domandarsi se un domani l´Italia avrá i soldi per le spese essenziali. Cioé, se glieli presteranno, perché altrimenti il dubbio non si pone.

Questo é di per se spaventoso. Ma che si sia arrivati a questo punto con ottimismo e in allegria--e perdendo tempo mentre il problema si aggravava--é ancora peggio!

Speriamo davvero che ora riescano ad evitare il tracollo. Ma un drastico calo del tenore di vita é sicuro.

Chiudo con una nota di ottimismo non fantasioso: si aprono e si apriranno spettacolari opportunitá.

sergio ha detto...

@ Anonimo

la ditta se n'è andata perchè si è trasferita in una sua mega struttura logistica già esistente, che distr. merce in tutto il sud europa.
noi lavoravamo solo per il mercato italiano .
e ci risulta che là in francia erano messi non benissimo .hanno voluto salvare i lavoratori francesi ( una parte ) portandogli in dote il ns. lavoro.
a noi non hanno nemmeno preso in consid. il fatto di trasferirci là ( nessuno avrebbe accettato, ma nemmeno ce l'hanno chiesto ) .
in sostanza , la loro è una decisione " politica " , non dettata dal mercato.
adesso il mio/ ns problema è la ricollocazione.
se vado a bussare ai cancelli mi rispondono che sono in cig o mobilità, e a me mi ha licenziato una ditta che non era in difficoltà
( si son fatti straordinari fino a 15 gg. prima di darci l'annuncio della chiusura.....) .come dovrei definire chi ha preso la decisione ?????? temo si offenda qualche bovino o suino .
posso solo augurargli di spendere i suoi soldini in cicli di chemio .

sergio ha detto...

@ Anonimo

Le ditte non sono opere di beneficienza. Il profitto non é un extra. Operare in perdita, oltre che essere assurdo, é anche insostenibile. Quindi, funziona così: si creano le condizioni favorevoli alle ditte, le ditte prosperano e, a quel punto, hanno anche i soldi per accollarsi oneri sociali. Non puoi partire da arrivato.

la ditta in questione ha avuto dal comune i terreni in comodato gratuito , e se si è impiantata qui ha fatto i suoi conti in precedenza, non preoccuparti che non ha perso nulla, ha solo guadagnato.beneficenza è una parola che le aziende non hanno in vocabolario, stai tranquillo.
se le ditte sono sotto l'ala statale o parastatale allora sì, purtroppo,ma qui si parla di multinazionali, non della dittarella del Sciur Brambilla .

Anonimo ha detto...

Sergio

Capisco bene la tua situazione e mi dispiace. Non sto dicendo che la ditta abbia fatto bene.

Un caso singolo non dimostrerebbe comunque niente di definitivo. Ma vedi che il fenomeno é generale e pressoché unidirezionale. Quindi, ci saranno casi in cui ditte fanno scelte politiche e magari meno che etiche. Ma il problema di fondo é la combinazione di quello che offre il paese in relazione ai costi. Ed é anche l´unica cosa su cui si puó (e si sarebbe dovuto!) intervenire.

Ieri al TG italiano parlavano di "rischio Grecia".

Questo era ovvio da tanti anni. Invece di affrontare i problemi quando le condizioni erano favorevoli, con ottimismo li si é ignorati. Vedi anche qui sul blog l´ottimismo dura ancora adesso! Per me é terrificante andare a sbattere perché la maggioranza si ostina a rifiutare di frenare o sterzare... perché é in preda all´ottimismo.

Ora la situazione é decisamente grave. È grave ovunque per la crisi, ma i problemi strutturali assicurano conseguenze anche per il dopo-crisi.

Anche il fatto che alla ditta avessero dato il terreno in comodato: di solito serve per compensare altri svantaggi. Senza questi extra la ditta non avrebbe nemmeno aperto.

Cioé, il discorso é generale, a livello di paese e lo scopo é quello di evitare situazioni come quella che descrivi.

Senza riferimenti al tuo o ad altri casi specifici (ci sono ragioni per cui non ci si puó trasferire), ma la generale riluttanza ai trasferimenti é un problema. Specialmente nel contesto attuale.

È probabile che l´esperienza che hai acquisito ti darebbe un vantaggio in altri paesi .

Ma ci sono opportunitá anche diverse dal lavoro, come tradizionalmente inteso, da dipendente. Con internet ora c´é il vantaggio che si puó accedere ad informazioni ed entrare facilmente in contatto.

È qui che serve l´ottimismo: per cercare soluzioni.

Anonimo ha detto...

Che ne pensate: i tagli salveranno l´euro e il paese?

Anonimo ha detto...

Secondo me, non funziona.

La svalutazione creerá l´illusione di una ripresa tirata dall´export.

Ma dura poco. Il passo successivo é l´importazione di inflazione.

Salari bassi bloccati per anni
+
Inflazione
=
Drastico calo dei consumi interni;
Peggioramento dei conti pubblici;
Aumento dei tassi di interesse;
Una situazione sociale esplosiva.

Con ottimismo verso il baratro.

Anonimo ha detto...

La soluzione migliore per tutti sarebbe quella che la Germania uscisse dall´euro. Subito.

Anonimo ha detto...

Per chi é affetto da ottimismo compulsivo:

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-15975.htm

Buone notizie: con ingenti dosi di realtá si puó guarire.

Mike ha detto...

> Licenziare è un problema insormontabile.

Se uno è a tempo determinato, oppure ha un co.co.pro. direi che il problema non si pone. Eppure anche in questi casi si viaggia per passaparola spesso e volentieri.

Per il ragionamento che fanno certi imprenditori è funzionale nel breve periodo a guasdagnare tanti soldi, ma nel lungo periodo porta alla distruzione dell'azienda, o se va bene dall'acquisto dell'azienda stessa dai subfornitori di Taiwan.

Anonimo ha detto...

Tutti i "diritti" dati ai lavoratori hanno prodotto:

- Lavoro nero;
- Escamotage per raggirarli;
- Disoccupazione;
- Ditte che hanno un disincentivo a crescere.

L´Italia é un vero paradiso dei lavoratori, vero?

Ho lavorato per un breve periodo da dipendente (non in Italia).

È capitato che qualcuno nella ditta venisse licenziato in tronco alla mattina appena arrivato. Tutto legale e tutto normale. L´assunzione era in regola e il licenziamento anche.

Ma per i dipendenti era una tragedia? No.

Data la facilitá di licenziare, c´era eguale propensione ad assumere.

Il licenziamento poi avveniva se c´era un motivo: la persona non lavorava o non era adatta. Altrimenti non conveniva proprio cercare qualcun altro. Se il dipendente é affidabile, per quale motivo il datore di lavoro dovrebbe licenziarlo?

E non é vero che il dipendente é necessariamente in una posizione debole. Io avevo le competenze, ma non avevo alcuna esperienza, dato che avevo appena finito gli studi. Dopo un anno, la ditta mi avrebbe rinnovato il contratto, ma io ho rifiutato perché volevo fare altro. Io non glieli ho nemmeno chiesti perché non mi interessavano, ma la ditta mi ha offerto un aumento per rimanere.

Per riconoscenza, sono rimasto fino a quando non gli ho trovato qualcun altro affidabile e in grado di sostituirmi. L´ho deciso io e non mi sono sentito in una posizione debole nei confronti della ditta.

In Italia tutto mi sembra assurdamente conflittuale. Alla fine non conviene a nessuno.

Anonimo ha detto...

Berlusconi, che é sempre gioviale e rassicurante, mi sembra veramente preoccupato ora.

...hmmm...

Anonimo ha detto...

Lavoro:

http://racconta.repubblica.it/cercare-lavoro/risultatitotali2.php?pag=2

***

Euro:

http://www.youtube.com/watch?v=AZMJ2bRcz5A&feature=player_embedded

Anonimo ha detto...

ITALIA - DEBITO PUBBLICO DA RINNOVARE

http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=947625

Da considerare le conseguenze anche solo di un aumento dei tassi di interesse...

***

REAZIONI DEI MERCATI ALLE MISURE PROPOSTE

http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=947152

***

TENUTA DELL`EURO

http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=948034

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