domenica 13 giugno 2010

Quale Cina?

Come spesso accade quando si parla di qualcosa si tende a generalizzare.
Un po' come quando si dice che gli imprenditori evadono le tasse.
Sono affermazioni frutto da una parte del sentire comune o di "medie" tra le varie sfumature.

Ma il mondo, notoriamente, non è bianco o nero ed esistono infinite sfumature di grigio.

Per la Cina vale lo stesso discorso.
Esistono oggi tante Cina, come esistono, chi può negarlo, diverse Italia.

Nel mondo del business per quella che è la mia esperienza la Cina è molto simile all'Italia.

A fianco di aziende che sono cresciute e sono attori importanti sul mercato globale, con propri reparti di R&D, di progettazione, di marketing, organizzate come vere aziende esiste tutto un sottobosco che vive ai margini della legalità.

Per intenderci, aziende come l'ormai tristemente nota Foxconn sono quasi sicuro che non fanno copie, pagano poco, ma in modo allineato al mercato locale i dipendenti, ha una sua struttura.
E producono prodotti di buona qualità-

Poi ci sono migliaia di aziende del sottobosco che operano ai limiti (per non dire oltre) della legge.
Sono piccole aziende che schiavizzano i dipendenti, vivono di copie, di prodotti di pessima qualità, magari contenti materiali dannosi per la salute.
Non molto distante dall'Italia di un po' di anni fa, e per certi versi, in alcune zone, anche di quella di oggi.

Di quale Cina parliamo allora quando, come nei commenti di qualche recente post si accusano gli imprenditori italiani di non voler accettare la concorrenza?

Dai dati che ho produrre con qualità comparabile alla nostra costa, in Cina, tra il 30 e il 40% in meno (almeno nel metalmeccanico) che, intendiamoci, è moltissimo.
Ma ben lontano da quell'80% in meno che a volte si vede sul mercato.

Il problema di noi piccoli è che come concorrenti ci troviamo questi piccoli fuorilegge, non le aziende serie ed organizzate.
Ed è questo che ci fa alterare.
Ma vale non solo per le aziende cinesi. Chi lavora non in regola in Italia, parimenti, ci fa concorrenza sleale.

Noi la nostra parte la facciamo, e se non la facciamo il mercato ci punirà.
Ma vorremmo competere senza trucchi.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Imprenditore

Sono d´accordo. La Cina non é una realtá unica. C´é di tutto. Dai prodotti di qualitá a quelli contraffatti.

Come c´é la contraffazione e l´irregolaritá in Italia.

Anzi, aggiungerei che ci sono anche molti costi nascosti al di lá della manodopera e i costi di produzione diretti. Ci sono imprese tedesche che sono rientrate in Germania, ad es., perché non gli conveniva operare in Cina.

Quindi, anche per TizQ, dovrebbe essere uno spunto positivo, visto che mi vede come un cinico schiavista--impressione errata, tra l´altro.

Una domanda che viene da fare all´Imprenditore, che dice "noi piccoli": La ditta mi pare vada bene anche in tempi di crisi, quindi perché é rimasta piccola?

Non é una critica. Penso che la risposta dovrebbe gettare luce sul sistema Italia oppure sull´imprenditoria... o magari su niente. Se risponderá, magari impariamo qualcosa.

Non ricordo l´accusa che le ditte italiane rifiutano la competizione. Comunque mi pare piú utile tener presente che la Cina é variegata, molto dinamica e nemmeno il solo paese che compete con l´Italia.

Chiaramente, sono un fan della Cina. Apprezzo chi programma, ha una strategia, affronta i problemi con pragmatismo e responsabilitá e lavora fino a raggiungere gli obiettivi.

Detto questo, é anche vero che ora ci sono significativi squilibri in Cina e questi potrebbero portare ad una crisi. Non é detto che avvenga, ma se avviene avrebbe probabilmente ripercussioni ingenti. Quella sarebbe un´ottima opportunitá per investire in Cina. La Cina ha sicuramente un dopo-crisi.

Parlando di competitivitá, non si puó isolare la ditta dal contesto. Il fallimento o il successo del sistema, del paese in cui si opera hanno implicazioni notevoli sulla ditta. È questo l´aspetto chiave nel confronto tra Italia e Cina, non che necessariamente le singole ditte siano migliori o peggiori. La Cina ha un sistema centrale (diffrente dalle autoritá locali) che é gestito in modo efficace, pragmatico e competente da gente che puó agire rapidamente. È molto diverso da quello che avviene in Europa, e diametralmente opposto da quello che avviene in Italia.

Troll

LivePaola ha detto...

Il tema delle regole è fondamentale. Ieri Abravanel sul Corriere: http://meritocrazia.corriere.it/2010/06/diritti_e_doveri_delle_pmi.html

Anonimo ha detto...

@Troll
Non è questione di cinici schiavismi ma di cinismo nell'affrontare il dumping sociale che inevitabilmente si crea e creerà sempre più.Secondo me ci sarà via via un obbligato livellamento e certo per noi non sarà indolore.Tutto qui.
Unire poi frasi come "gestito in modo efficace, pragmatico e competente" e "da gente che puó agire rapidamente" mi rafforza l'impressione pregressa.Sono capaci tutti di fare gli efficaci, pragmatici e competenti con il bastone in mano (ammesso piaccia), il problema semmai è garantire certi equilibri senza un liberismo sfrenato che alla lunga ti crea instabilità e malumori.Che poi ad oggi un investitore non vada lì esclusivamente per sfruttare la manodopera a basso costo ci credo pure io che possa essere una realtà.
Ciao

@imprendotore
carica un Boeing di sindacalisti fiomm e paracadutaglieli.
In Itlalia pare si stia facedo strada un nuovo statista pragmatico ed efficace, magari risolve. :-)

@Paola:
Il link non funge

Tiz.Q

Anonimo ha detto...

TizQ

Sull´Italia:

Quello che vorrei é un piano di sviluppo che permetta alle ditte di operare con profitto e ai lavoratori di partecipare in una condizione paritaria.

Non c´entra niente il fatto che la Cina ha costi bassi o meno. La competizione é un elemento da prendere in considerazione ma non é il punto decisivo. Un esempio é la Germania. Non é che tutto della Germania sia da prendere come esempio. Ma il sistema é riuscito a creare ditte competitive in settori tecnologici avanzati e a formare anche dipendenti che, pur con costi alti, erano comunque competitivi. Questo é riscontrabile maggiormente nei decenni passati che ora, ma quello che conta é il principio.

In Italia il problema é la pessima organizzazione, gli sprechi, l´incompetenza. Avete paura della Cina, ma é il vostro sistema che vi sta rovinando e vi rovinerebbe comunque, anche senza la Cina.

Quando vedete gli sprechi, vedete i vostri soldi che vengono presi in tasse e buttati--o rubati. Queste sono tasse che rendono il sistema meno competitivo per tutti, ditte incluse. La burocrazia assurda fa lo stesso effetto e aumenta i costi anche per le ditte. Il prezzo é quello di mercato e i costi aggiuntivi da qualche parte devono essere assorbiti: minori margini, minori stipendi per i dipendenti, ecc.

Ma ogni aspetto si interseca ad altri, quindi ci vuole tempo per fare modifiche e ci vuole un piano, un programma. Ci vogliono anche competenze.

Quando dell´acquisto di aerei militari inutili purché siano fatti per il 70% in Italia... é chiaro che manca una visione di come deve funzionare l´economia e di come puó svilupparsi il paese.

Quello che accade oggi é il risultato di decenni di scelte sbagliate. Con un minimo di competenza era chiaro che sarebbe successo. Veramente dispiace e, anzi, preoccupa perché la situazione probabilmente peggiorerá parecchio.

Ma, per lo stesso motivo per cui la situazione é grave, sarebbe anche facile individuare tagli e migliorare immediatamente la situazione. Peró bisogna riconoscere il problema.

Probabilmente quello che dico é percepito come brutalmente diretto. Era inteso solo come diretto. Senza il brutalmente.

Sulla Cina:

Hanno gente competente che ha anche il potere di agire rapidamente. Questo é vero.

Non hanno la democrazia e questo permette maggiore rapiditá.

Ho amici cinesi e oggi hanno un tenore di vita e opportunitá che i loro genitori non avrebbero nemmeno potuto immaginare. Vivono molto meglio degli amici che ho in Italia--anche quelli con posizioni agiate. Questo progresso é il frutto di un piano di lungo termine.

C´é ancora molto da fare e molti in Cina vivono ancora in condizioni non soddisfacenti. Ma il progresso c´é e nei prossimi decenni é molto probabile che continuerá--anche se ci potranno essere periodi con problemi seri.

Alla fine, quello che conta, é che un paese riesca a migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini in modo sostenibile. Guardando l´Occidente, la situazione é allarmante: si é mantenuta l´illusione di prosperitá facendo debiti esorbitanti--e sprecando i soldi. Quando il limite sará raggiunto, ci saranno problemi estremamente gravi.

A me, di aver potuto mettere una X su un nome che non conoscevo e che poi ha prodotto risultati che non volevo, non consola affatto.

Brutalmente pratico?

Saluti

Troll

Anonimo ha detto...

"Democracy could ‘collapse’ in Greece, Spain and Portugal unless urgent action is taken to tackle the debt crisis, the head of the European Commission has warned."

http://www.dailymail.co.uk/news/worldnews/article-1286480/EU-chief-warns-democracy-disappear-Greece-Spain-Portugal.html

Vale anche per l´Italia.

Anonimo ha detto...

Ma non vedete cosa sta succedendo?

L´Occidente si é svuotato di ditte e riempito di debiti.

La Cina ha acquisito tecnologie, ha costruito infrastrutture e sta diventando sempre piú indipendente dall´Occidente.

Tra un po´, l´Occidente diventerá marginale, come l´Africa un tempo.

La Cina commercerá con i paesi asiatici, con quelli ricchi di risorse e avrá un mercato interno solido.

All´Occidente non presterá piú soldi e quindi le vendite diventeranno marginali. Non avrá bisogno di comprare praticamente niente dall´Occidente: non ci sono risorse e la tecnologia é andata.

L´idea di esportare con poco e di cavarsela perché la crisi passa é una ingenua illusione.

Quando vi sveglierete sará tardi.

Troll

PS
Invece di stizzirvi del fatto che dico le cose in modo diretto, verificate quello che vi dico che, forse, individualmente siete ancora in tempo. Collettivamente non c´é piú speranza.

Anonimo ha detto...

Soros: "se i tedeschi non cambiano la loro politica, una loro uscita dall'Unione monetaria sarebbe utile per il resto dell'Europa"

Sono in buona compagnia a pensarlo!
;)

Troll


http://it.finance.yahoo.com/notizie/crisi-soros-germania-puo-provocare-crollo-dell-euro-agixml-a49b6ec83bc1.html?x=0

Anonimo ha detto...

"China's chief auditor warns mounting local government debt a risk to economy"

http://www.telegraph.co.uk/finance/china-business/7851504/Chinas-chief-auditor-warns-mounting-local-government-debt-a-risk-to-economy.html

Crisi = Opportunitá

Troll

Anonimo ha detto...

"Greece puts its islands up for sale to save economy"

http://www.guardian.co.uk/world/2010/jun/24/greece-islands-sale-save-economy

Russi e cinesi potenziali acquirenti.

Piú che il federalismo, pare piú probabile che inizino i saldi di fine stagione.

Secondo me, sarebbe un´ottima soluzione. Vendere o affittare terreni, strutture, ditte, patrimonio pubblico é meglio che andare in bancarotta (e/o rivoluzione).

Inoltre, questi investimenti porterebbero ad un uso piú efficiente delle risorse: si potrebbe creare ricchezza laddove ora la ricchezza viene distrutta.

Il rapporto diretto con altre culture secondo me sarebbe anche utile per stimolare un rinnovamento del paese.

Troll

Anonimo ha detto...

"China’s Export Economy Begins Turning Inward"

http://www.nytimes.com/2010/06/25/world/asia/25china.html?hp


Ecco che succede in Cina:

- Prima hanno sviluppato la costa con prodotti a basso valore aggiunto;
- Mentre il livello dei prodotti saliva, lo stato ha investito in inrfrastrutture per collegare l´interno del paese;
- Ora i posti di lavoro a basso valore aggiunto si spostano verso l´interno e i ricchi della costa diventeranno il motore della crescita: l´interno produce e i ricchi delle cittá costiere compreranno.

Il mercato cinese é talmente grande e promettente che anche le ditte occidentali sono andate a produrre in loco.

Ormai la tecnologia é diffusa. L´Occidente non ha risorse, ha ceduto i vantaggi competitivi... ha un andamento demografico catastrofico e eccesso di debito.

Secondo me, é probabile un notevole declino degli standard di vita. L´instabilitá sociale é una ulteriore, probabile conseguenza.

Le opportunitá per il futuro sono altrove.

Troll

PS
Comunque i cinesi sono veramente intelligenti. Sarebbe il caso di copiare da loro quello che funziona.

Anonimo ha detto...

"China has invested billions in improving its scientific standing. Almost every Chinese ministry has some sort of program to win a technological edge in everything from missiles to medicine."

http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2010/06/27/AR2010062703639.html

Articolo interessante.

Troll

Anonimo ha detto...

CINA: tecnologia ed ecologia

http://www.youtube.com/watch?v=_hKz7AS7qv0&playnext_from=TL&videos=1HFjHJER7P0&feature=sub