Ciclicamente chi fa il mio mestiere si trova con persone che dicono cosa deve fare, come si deve comportare e lezioncine varie.
Non ultimi, come da commenti di oggi su questi blog, anche "manager" che si vanno allegramente ad aggiungere a politici, sindacalisti e persone della strada.
Dando già per scontato che lo fanno dei dipendenti geni incompresi.
Un po' l'effetto allenatore (di gran moda in questi giorni di mondiali) per il quale abbiamo 50 milioni di commissari tecnici della nazionale e un pirla che non capisce nulla che è stato messo lì (probabilmente perché raccomandato, o leccaculo ecc ecc) a farlo davvero.
Se è così chiaro e semplice fare l'imprenditore, e quelli che lo fanno sono chiaramente degli incapaci, magari lì solo perché figli di papà; perché tutte queste persone non fanno una bella azienda che conquista il mercato ad ampie falcate e fa fallire gli incapaci?
Io vivo di mercato, non ho protezioni di sorta, non abbiamo aiuti di stato e siamo anche tra quei pazzi che pagano le tasse e cercano di comportarsi correttamente.
Oltretutto è una azienda famigliare portata avanti da raccomandati entrati in azienda in quanto parenti del "padrone".
Insomma la schifezza assoluta.
E non ci sono particolari barriere d'ingresso. Basta avere dei buoni tecnici in grado di mettere assieme un progetto (se ce la facciamo noi, via non sarà difficile no?) e due soldini per fare un po' di investimenti.
Dovrebbe essere un gioco da ragazzi.
Eppure vedo gente (manager compresi, anzi per primi) che parla, parla, parla e spara sentenze. Ma che stranamente non si mette a fare l'imprenditore.
Le scuse saranno le solite, "le banche non aiutano", "il mercato è bloccato" ecc ecc, le solite scuse. Se mi lamento io o altri siamo dei lamentosi sempre lì a lagnarsi.
Ma certamente per loro è diverso.
Eppure per un manager capace e con i contatti giusti non sarà difficile far partire in quattro e quattr'otto un'azienda di successo. Cosa ci vuole?
E ci sono tanti manager che l'hanno fatto e ce l'hanno fatta (Colaninno per parlare di uno famoso, faceva il manager di De Benedetti, ma ne conosco molti altri).
Ci sono tante altre persone che ci provano ogni giorno, magari con poche risorse e confidando nelle loro idee, partendo da dipendenti, neppure da dirigenti.
Ma la maggior parte restano allenatori da bar, capaci di parlare davanti ad un caffé corretto grappa e poco più.
Insomma come si dice, al solito "son tutti finocchi col culo degli altri".
[È venerdì] Ho creato un post virale con l’AI
1 giorno fa
20 commenti:
Ma magari ;) Firmato: finocchio.
Non potrei essere più d'accordo.
Grande!
Imprenditore
Un giorno scoprirá che invece di stizzirsi avrebbe fatto meglio ad ascoltare.
Good luck!
Troll
Egregissimo Troll
io non mi stizzisco, la mia era una nota di costume, e leggo sempre attentamente (rigorosamente con le mani sulle palle visto il suo ottimismo).
Ciò non toglie che è più comodo dire agli altri cosa fare che mettersi a farle, le cose.
A lei buona fortuna, vista la capacità di visione immagino che sia già all'estero dove creerà certamente una azienda di grande successo.
Ne abbiamo già uno di unto del signore, fa il presidente del consiglio
Imprenditore
La ringrazio dell´attenzione.
Alcuni presupposti della risposta non li condivido. Altri sí. Chiarisco:
- Non mi pare di aver detto come deve gestire la sua ditta. Non so nemmeno cosa faccia, quindi sarebbe impossibile. Mi pare anzi di capire che la sua ditta vada molto bene, dunque non ne vedo neanche bisogno. Il discorso che facevo era generale: infatti il problema secondo me é sistemico.
- Semmai, dico che se riesce ad avere successo in Italia, altrove ne avrebbe anche di piú. L´Italia di domani sará comunque molto diversa da quella a cui si é abituati. Quindi, sará comunque un altro paese. All´estero in casa propria.
- Sul fatto che le dimensioni della ditta NON siano un fattore assolutamente determinante siamo d´accordo. Dipende dai casi. Ci sono peró implicazioni generali per il paese.
- Indicare ad altri un problema ha il solo scopo di dar loro un´opportunitá di evitarlo. Singolarmente penso che forse siate ancora in tempo. Collettivamente no.
- Dico quello che vedo, senza ottimismo, né pessimismo.
- Importa solo se quanto detto é vero. Non importa CHI dice. Se il semaforo é rosso--é rosso. Anche se lo dicesse uno che non avesse la patente. Meglio guardare il semaforo che preoccuparsi della patente.
- Non c´é un rapporto biunivoco tra essere competenti in business ed essere imprenditori. Molti imprenditori noti e celebrati dimostrano sia con le parole che con i fatti di essere incompetenti. Altrettanto, puó essere vero il contrario. Ben Franklin consigliava di imparare il piú possibile dall´esperienza degli altri prima che dalla propria.
- Studiare é utile. Ma studiare non c´entra molto con i titoli accademici. Basta guardare chi é diventato ricco investendo e facendo affari: neanche un accademico. Anzi, guardi cosa dicono Buffett, Munger, Soros, Rogers, Faber... delle teorie economiche e finanziarie prevalenti.
- Confermo sulla lungimiranza, per quanto il commento suonasse un po´ sarcastico. Non si puó prevedere il futuro con certezza, ma alcuni sviluppi sono assai probabili. I tempi praticamente mai.
- Impressione giusta anche sul fatto che non vivo in Italia. Chiaramente.
- Ho gestito affari per anni, con successo. Non escludo in futuro, ma al momento non ho intenzione di fondare una ditta. Credo che sia un errore supporlo. Ci sono altre opportunitá. Investire, ad esempio. Peró, nella sostanza sono d´accordo con quello che dice: penso che si debba rischiare in prima persona.
Questo é un principio che andrebbe applicato a tutto il sistema. Troppa gente puó fare danni con la propria incompetenza e irresponsabilitá senza subirne le conseguenze e lasciando agli altri il conto da pagare. Dalla politica all´economia, questo problema lo vediamo ovunque.
Se spiega su cosa esattamente, di quello che ho detto, non é d´accordo lo leggo con interesse.
Troll
Imprenditore
Aggiungo una considerazione sulle implicazioni delle dimensioni della ditta.
Secondo me, é un argomento interessante da analizzare. Anche utile. Probabilmente, quello che dico la fará cascare dalla sedia.
Quindi, premetto che la considerazione é generale e che non sto dicendo a nessuno cosa deve fare con la sua ditta. In certi casi, come evidenzio di seguito, non c´é scelta.
Inoltre, chiarisco che queste considerazioni sono di imprenditori e investitori (fonti multiple) e le ho lette prima ancora di riflettere sull´argomento. Penso che siano ragionevoli.
***
Un business che dipende dall´impegno attivo dell´imprenditore o di una singola persona ha un valore di investimento minore rispetto alla stessa attivitá gestita in modo organizzato ed indipendente dall´imprenditore.
La ragione é che se l´imprenditore smette (volontariamente o involontariamente) la propria collaborazione, l´attivitá ne risente negativamente e potrebbe anche fermarsi.
Un caso estremo é quello di un avvocato o di un dentista. L´attivitá non puó essere ceduta ad altri senza che ne sia compromesso il presupposto fondamentale.
Una ditta piccola dove l´imprenditore é impegnato nella gestione quotidiana dell´attivitá, é un investimento molto meno attraente rispetto ad una ditta in cui l´attivitá si svolge in modo organizzato e strutturato. Nel primo caso, se succede qualcosa all´imprenditore, la ditta smette di operare. Anche se puó essere ceduta, nel frattempo é probabile che si verifichino complicazioni e perdite. Mentre nel secondo caso, non succederebbe niente.
Quindi si verifica una situazione paradossale: piú l´imprenditore lavora, meno la ditta vale!
L´imprenditore dá il suo contributo migliore lavorando sull´organizzazione dell´attivitá, non nello svolgimento della stessa.
***
In un forum anni avevo scambiato qualche messaggio con una ragazza italiana che raccontava un caso simile. Il padre imprenditore era improvvisamente morto e lei si era dovuta rivolgere ad "esperti". Solo che la situazione era peggiorata. Per responsabilitá nei confronti dei dipendenti, aveva rifiutato di chiudere o cedere. Quando mi scriveva aveva giá perso tutto. Pensava al suicidio. Non l´ho piú sentita e spero che non l´abbia fatto--si puó vivere anche poveri. Ma questo é un esempio di un problema da evitare.
***
Ogni caso é diverso e non tutte le attivitá possono diventare organizzazioni strutturate.
Ma, ove possibile, penso valga la pena considerare i pro ed i contro di tale scelta.
Che ne pensa?
Troll
PS
È cascato dalla sedia poi?
Pensare alle eventualitá peggiori non é pessimismo. Anzi. Preparandosi, di solito, si riesce ad evitarli!
Mr Troll
certo che le aziende one man company non valgono nulla.
Sono d'accordo (per quello io cazzeggio sul blog e faccio lavorare gli altri).
Ma inevitabilmente la PMI spessissimo ha persone chiave non facilmente sostituibili. Anche solo perché sono gli unici che conoscono bene un ceto lavoro.
Anche a quello dovrebbero servire qualità (procedure) e gestione della knowlwdge base infornatizzata
Gne gne soliti piagnistei dell'imprenditore con la coda di paglia.
Una certezza "leggo sempre attentamente (rigorosamente con le mani sulle palle visto il suo ottimismo)" dopo l'imprenditore che si rivolge per consigli al fruttivendolo o macellaio quello superstizioso che si rivolge alla cartomante.
Ma la smetta ne conoscevo tanti come lei tutta chiacchera e distintivo, erano talmente bravi che sono chiusi o falliti e non per la crisi ( se lo dicevi si inc...... pure ).
Anonimo Manager
Mi pare comunque che le one-man-company non sia solo un fenomeno delle pmi. Pensiamo alla Apple e quando Mr. Jobs ha dovuto ritirarsi per cause di forza maggiore... mi pare che gli investitori non l'avessero presa proprio bene.
Anonimo Manager
Il blog serve per scambiare idee e punti di vista.
Dobbiamo rassegnarci a credere che le sue idee migliori siano quelle espresse nel suo ultimo messaggio--oppure possiamo aspettarci qualcosa di meglio in futuro?
Troll
Woman
Il punto critico é quanto il valore della ditta dipende dalla collaborazione di uno o di alcuni.
Dipende dal contesto specifico.
Nel caso della Apple, il mercato potrebbe anche sovrastimare il ruolo del fondatore. Cioé, la reazione del mercato non é detto che rifletta la situazione all´interno della ditta in modo oggettivo.
Troll
Egregio Imprenditore
- Innanzitutto, complimenti. Gestire una ditta non é mai facile e, secondo me, lo é ancor meno oggi. Dai commenti traspare chiaro anche il suo senso di responsabilitá. È un ottimo esempio.
- Una notizia relativamente buona (per voi) e una un po´ deprimente per tutti. Ieri ho letto e ascoltato il discorso di Soros. La buona: Soros non indica affatto come auspicabile una uscita della Germania dall´euro. Non sono quindi d´accordo con lui su questo argomento. Deprimente é che le notizie pubblicate sui media non sono sempre molto precise...
- IT: Il tecnico che si occupa della gestione del sistema informatico puó diventare davvero un collaboratore critico. Potrebbe risultare difficile sostituirlo all´improvviso.
Questo mette anche il tecnico in una posizione negoziale piuttosto favorevole nei confronti della ditta... Un altro problema é che la collaborazione potrebbe essere interrotta anche per cause involontarie.
Se possibile, sarebbe meglio avere almeno una seconda persona dedicata.
Sarebbe utile mantenere uno schema del sistema informatico e un resoconto dettagliato delle modifiche e degli aggiornamenti apportati. Faciliterebbe il lavoro di un nuovo tecnico.
In caso di dubbi su cosa accadrebbe in caso di assenza del tecnico, si potrebbe fare una prova.
Saluti
Troll
Berlusconi: «Crisi dietro le spalle»"
Sí... come quello che,
cadendo dal 42´ piano,
passa davanti al 10´
e dice: "Visto che non é
successo niente!"
Troll
http://www.youtube.com/watch?v=Tk1jmeXpO30
http://www.youtube.com/watch?v=yMLGlz6CHeM&playnext_from=TL&videos=m3oqazKdVzY&feature=sub
A (2:30) un italiano parla dei vantaggi dell´investimento in Germania.
E la Germania non é né un paradiso fiscale, né un paese del Terzo Mondo che compete con manodopera a basso costo, né un paese senza regole. Anzi.
Riesce ad attirare investimenti.
Le lamentele che i problemi dell´economia italiana sono da attribuire alla congiuntura internazionale o alla "competizione sleale" di paesi emergenti sono fondamentalmente errate. I problemi sono interni e strutturali.
Pensate alle implicazioni della bassa competitivitá e dell´alto livello del debito pubblico e degli oneri sociali futuri.
E alla sostenibilitá di una moneta unica per paesi con cosí ampie divergenze...
Troll
ma l'amico che preconizzava la fine dell'euro e svalutazioni a raffica dove è finito..?
questo è il male di internet, ognuno butta la tanto poi è facile nascondersi dietro un comodo anonimato..
è che poi magari c'è chi ci cede al catastrofismo e rischia di farsi molto molto male..
per la cronaca io a 1,20 ho liquidato i $ che uso per differenziare i miei risparmi, magari sopra a 1,30 ne ricompro un pò (ma credo che si torni più a 1,50 che a 1,10)
Marco
Marco
I commenti sono solo uno spunto. Poi, se l´argomento ti interessa, puoi fare ricerca, verificare e farti un´opinione tua.
Non é che le opinioni scritte sui grandi giornali siano da prendere come oro colato pure. Anche perché molte volte le opinioni presentate sui media ufficiali sono contraddittorie. Quindi, necessariamente, almeno una deve essere errata.
La questione delle unioni monetarie é complessa. La tua constatazione che l´Italia é ancora nell´euro é chiaramente vera. Ma non é tutto.
C´é anche la volontá politica di rimanere nell´euro. Ma c´é poi un costo economico e sociale.
Il divario di competitivitá tra i paesi all´interno dell´euro sta aumentando e la situazione economica e politica italiana, secondo me, é terrificante.
Poi, magari, hai ragione tu. Anzi, me lo auguro. Se argomenti il perché, magari capisco perché devo cambiare idea.
Se ti interessa sentire opinioni di investitori ed economisti noti (non anonimi!) sui problemi strutturali dell´euro, basta una semplice ricerca. L´argomento é trattato ampiamente, sicuramente in inglese e tedesco. Forse anche in italiano.
Troll
vede caro troll,
di tutto si può argomentare e tutto può essere meritevole di approfondimento, a me danno fastidio le affermazioni perentorie ed assolute che lei da mesi stà rovesciando su questo malcapitato blog, in assoluta contraddizione con la enunciazione di moderazione del suo ultimo messaggio.. che poi nel realizzarsi di una ipotesi diventano fondamentali anche i tempi e le percentuali che un evento si verifichi, elementi che mai ho riscontrato nelle sue affermazioni.
anche ai tempi del nazismo si cominciò additando delle colpe del malessere generale un certo gruppo di persone, poi sappiamo come è finita, ed oggi internet pullula di anonimi pseudo-economisti che vorrebbero ghigliottinare banchieri, politici, stati esteri paventando imminenti scenari da apocalisse.
Io a questo gioco non ci stò.
Marco
Marco
In Italia bisogna sempre scrivere "secondo me" altrimenti tutti si offendono.
Quando sono andato all´universitá (in un altro paese), il professore mi ha detto di piantarla di scrivere "secondo me" perché se lo scrivo io é chiaro che é secondo me.
Ora, la sua attenzione si concentra su questi dettagli di forma.
A me non preme affatto convincere lei o nessun altro di alcunché. Poi, comunque, é piú facile illudere che spiegare.
Quello che legge, non importa se lo scrive un grande economista o uno pseudo economista. Dovrebbe fare affidamento solo su quello che lei riesce a capire e verificare di suo.
Per me, é ovvio che l´Italia é in una situazione disperata. Cioé, é sicuro che va a finire male.
È impossibile dire esattamente come o quando. Ci sono tanti modi per mandare avanti una situazione disperata, senza risolverla. Anzi, piú si riesce a "tirare avanti" e salvare le apparenze, piú la situazione di fondo peggiora.
Non vede che le ditte chiudono? Che hanno solo svantaggi ad operare in Italia? Che molte possono produrre in Serbia (la OMSA, ad es.), in Romania (la Bialetti), o in Polonia (la Fiat) a prezzi molto minori?
Non vede che ci sono ditte in Cina che riescono a produrre a costi piú bassi quello che si produceva in Italia?
Non vede la gestione politica del paese?
Non vede che il debito sta salendo e che le entrate fiscali diminuiscono?
Non vede che mentre la Germania paga il 2.60% sui titoli decennali, l´Italia paga oltre il 4%. (Circa, ho fretta e non sono andato a guardare. Li trova su Bloomberg.) Circa tre anni fa, il differenziale era 0,20%.
Da dove pensa che possa "ripartire" il paese?
E tutti questi "risparmi" degli italiani dove sono? In immobili, Bot... in banca. Molto solidi.
Che il paese sia destinato ad andare in miseria é sicuro (secondo me, chiaramente). 100% di probabilitá.
Che l´euro sia fallato é altrettanto sicuro. Rimanere nell´euro imporrá pesante deflazione. C´é scelta: andare in miseria in un modo, oppure in un altro.
Quando? Non é detto che la situazione precipiti. Potrebbe continuare a peggiorare per anni. Potrebbero anche riuscire a gonfiare un´altra bolla speculativa, come hanno fatto fino ad ora, e dare l´illusione che tutto va bene.
La gente si puó illudere facilmente.
Ma il problema diventerá sempre piú grande e prima o poi dovrá essere affrontato. Il problema potrebbe scoppiare da un momento all´altro o andare avanti per anni.
Capendo il problema, ci si mette al riparo molto prima. Nessuno competente cerca di azzeccare il timing.
Sui movimenti, gli -ismi, dal nazismo alle religioni, si basano sempre sull´accettazione di dogmi, non di argomenti analizzati in modo critico. È fondamentale che la gente si illuda. Ed é facile illudere chi non sa.
Quello che ho detto ha il solo fine di stimolare il pensiero critico. Penso che sia soprattutto nel vostro interesse, visto che abitate in Italia.
Per me, é indifferente che l´Italia vada bene o male, o che mi crediate o meno. Solo altruismo dirvelo.
Saluti,
Troll
La Fiat va in Serbia. E la gente si indigna dell´ovvio...
http://www.repubblica.it/economia/2010/07/22/news/fiat_serbia-5742600/?ref=HREA-1#commentatutti
Troll
Posta un commento