Mi sono letto l'articoletto segnalato sopra che mi era sfuggito.
Italians Grumble That Goldman Sachs Is, in Effect, Running Their Country - May 30, 2007 - The New York Sun: "A Rome prosecutor, Giuseppa Geremia, concluded in November 1996 that there was enough evidence to press charges against Mr. Prodi for conflict of interest, but by then he was prime minister. She set off a firestorm.
Ms. Geremia later told the Telegraph that intruders broke into her offices. The case was shut down within weeks by superiors. She was exiled to Sardinia."
Per intenderci, per chi non sa l'inglese, l'articolo parla di vendita di cirio-bertolli-de rica venduta a 100 quando era valutata tra 220 e 340 (mi fa venire in mente qualcosa, SME forse?) e finita a Unilever di cui tale Prodi (un omonimo) era consulente fino a poche settimane prima.
Goldman Sachs era coinvolta nella cosa. E anche un suo consulente tale Prodi (un omonimo).
Un PM decide che c'erano abbastanza prove per configurare un conflitto di interessi di Prodi (lui, non gli omonimi) che nel frattempo diventa Primo ministro.
L'ufficio del PM subisce un furto.
L'indagine viene stoppata dai superiori.
Il PM finisce in Sardegna.
Deve essere la mia memoria che fa le bizze anche questo mi ricorda qualcosa.
Visco e Unipol? Boh.
Oggi va così.
giovedì 31 maggio 2007
Uomo d'oro
Assisteremo al divorzio degli ex uomini d'oro?
alle 10.30 parla Draghi.
Incidentalmente in Italia si son dimenticati tutti di parlare di Siemens e le tangenti per la fusione con Italtel riportate nell'articolo sopra linkato.
alle 10.30 parla Draghi.
Incidentalmente in Italia si son dimenticati tutti di parlare di Siemens e le tangenti per la fusione con Italtel riportate nell'articolo sopra linkato.
Bruce - Live in Dublin
E' in uscita il nuovo disco di Bruce Springsteen.
Dal vivo a Dublino con la sua band di musica tradizionale Americana.
L'appuntamento per gli Springsteeniani lombardi come al solito è da Feltrinelli in Piazza Piemonte a Milano. Le vendite inizieranno a Mezzanotte, prima a parlarne ci sarà Davide Van De Sfross con Luca Crovi.
Dal vivo a Dublino con la sua band di musica tradizionale Americana.
L'appuntamento per gli Springsteeniani lombardi come al solito è da Feltrinelli in Piazza Piemonte a Milano. Le vendite inizieranno a Mezzanotte, prima a parlarne ci sarà Davide Van De Sfross con Luca Crovi.
mercoledì 30 maggio 2007
Litigate litigate!
"La mia cura è quella giusta basta liti o me ne vado" - Politica - Repubblica.it
Evidentemente conserva l'arroganza (di cui Visco è maestro) da professore universitario.
Evidentemente conserva l'arroganza (di cui Visco è maestro) da professore universitario.
Voleremo Russi?
Un grande risultato i compagni di lotta e di governo forse lo otterranno.
Voleremo grazie alla gloriosa compagnia Aeroflot della grande madre Russia. Fulgido esempio di tecnologia e democrazia.
Finalmente invece di quei reazionari Boeing potremo utilizzare i Tupolef e gli Antonof.
Per quanto riguarda il servizio non credo si noterà la differenza.
Voleremo grazie alla gloriosa compagnia Aeroflot della grande madre Russia. Fulgido esempio di tecnologia e democrazia.
Finalmente invece di quei reazionari Boeing potremo utilizzare i Tupolef e gli Antonof.
Per quanto riguarda il servizio non credo si noterà la differenza.
martedì 29 maggio 2007
Tutti uguali
Intesa per gli statali: 101 euro di aumento - Corriere della Sera
Quando c'è da calare le braghe con gli statali (tanto poi basta aumentare le tasse, son soldi nostri, mica pagano loro) son tutti uguali.
Berlusconi aveva dato aumenti fuori linea, poteva Prodi fare peggio (per gli statali)? No certamente.
Ci son pur sempre i ballottaggi in arrivo.
Quando c'è da calare le braghe con gli statali (tanto poi basta aumentare le tasse, son soldi nostri, mica pagano loro) son tutti uguali.
Berlusconi aveva dato aumenti fuori linea, poteva Prodi fare peggio (per gli statali)? No certamente.
Ci son pur sempre i ballottaggi in arrivo.
Ragazzi svegli
Vannino Chiti:«Problemi al nord» - Corriere della Sera
Devo dire che sono stupito di questa notizia, chi l'avrebbe mai detto che un governo delle tasse ed antindustriale avrebbe potuto avere problemi al nord.
Devo dire che sono stupito di questa notizia, chi l'avrebbe mai detto che un governo delle tasse ed antindustriale avrebbe potuto avere problemi al nord.
lunedì 28 maggio 2007
Infanti
Avete presente i bambini quando giocano?
Ho vinto io, no io, no io!
Ecco, nei prossimi giorni va così. Tutti a guardarsi l'ombelico mentre il mondo passa e va.
Ho vinto io, no io, no io!
Ecco, nei prossimi giorni va così. Tutti a guardarsi l'ombelico mentre il mondo passa e va.
Lo odia
il Giornale.it - D'Amato: Montezemolo ci usa per i suoi fini: "Anche molte delle cose dette da Luca Cordero di Montezemolo sulle gravi inadeguatezze della politica sono condivisibili."
Devo molto ad Antonio D'Amato, cominciai proprio con lui a frequentare Confindustria, è un gran lavoratore e ha grandi idee.
Ma si schierò troppo a favore del governo. E cercò inutilmente di fare da sponda (essendo poi abbandonato) sull'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. E la sua Presidenza fu fatta di alti e bassi. Probabilmente per questo suoi modi poco "politici" (nei quali mi ritrovo molto intendiamoci) più di bassi, calcolate le premesse.
Lui Montezemolo lo odia. Si sa.
La chiusura "Quando si tratta di fare un bilancio, quello che non gli è stato presentato il 24 maggio, ognuno, però, pensa con la sua testa e io credo che prevarrà l'esigenza di tornare a un'organizzazione capace di progettualità concreta nell'interesse di tutte le imprese».
E lei tornerà a frequentare l'organizzazione?
«Tornerò quando alla presidenza ci sarà un imprenditore vero" non mi trova d'accordo.
Il bilancio andava fatto nell'assemblea interna e non so se è stato fatto.
E avrei molto da dire anche sul fatto degli "imprenditori veri". Alla fine Tronchetti e Bondi erano anche suoi vice, tanto per intenderci. E Libera e Bella piaccia o no controlla pur sempre un gruppo quotato (Frau) oltre alle innumerevoli poltrone.
Devo molto ad Antonio D'Amato, cominciai proprio con lui a frequentare Confindustria, è un gran lavoratore e ha grandi idee.
Ma si schierò troppo a favore del governo. E cercò inutilmente di fare da sponda (essendo poi abbandonato) sull'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. E la sua Presidenza fu fatta di alti e bassi. Probabilmente per questo suoi modi poco "politici" (nei quali mi ritrovo molto intendiamoci) più di bassi, calcolate le premesse.
Lui Montezemolo lo odia. Si sa.
La chiusura "Quando si tratta di fare un bilancio, quello che non gli è stato presentato il 24 maggio, ognuno, però, pensa con la sua testa e io credo che prevarrà l'esigenza di tornare a un'organizzazione capace di progettualità concreta nell'interesse di tutte le imprese».
E lei tornerà a frequentare l'organizzazione?
«Tornerò quando alla presidenza ci sarà un imprenditore vero" non mi trova d'accordo.
Il bilancio andava fatto nell'assemblea interna e non so se è stato fatto.
E avrei molto da dire anche sul fatto degli "imprenditori veri". Alla fine Tronchetti e Bondi erano anche suoi vice, tanto per intenderci. E Libera e Bella piaccia o no controlla pur sempre un gruppo quotato (Frau) oltre alle innumerevoli poltrone.
domenica 27 maggio 2007
Stock options poche
L'eredità di Cuccia: 150 mila euro - Corriere della Sera
Quello che certi banchieri di oggi guadagnano in una settimana o giù di lì.
Quello che certi banchieri di oggi guadagnano in una settimana o giù di lì.
sabato 26 maggio 2007
Del.icio.us links
Chi segue il blog con i feed di Feedburner riceverà anche i links di del.icio.us che mi segno come interessanti.
Relazione Montezemolo mio commento
Qualche riflessione personale (non ho parlato con nessuno dei "potenti") suffragata anche dalla intervista di oggi di Beretta sul Corsera. Sapete che non sono mai stato tenero con Montezemolo.
Come ho citato ieri da sempre in Assemblea si critica il governo e si plaude per le cose giuste fatte.
Credo che il forte attacco di Montezemolo di Giovedì possa anche derivare da una voglia di occuparsi di politica, ma da "insider" della base credo derivi fortemente anche dall'atmosfera che c'è nella nostra associazione. Le critiche a Berlusconi vennero interpretate come appoggio a Prodi, quelle a Prodi la voglia di scendere in campo.
Una mia possibile interpretazione è invece che, interpretando le idee degli associati abbia lanciato il messaggio "noi la nostra parte l'abbiamo fatta, adesso fate la vostra".
Negli ultimi anni l'industria (purtroppo con molti morti e feriti) si è rimboccata le maniche e ha fatto la sua parte, certamente la maggior parte delle piccole e medie aziende. Le grandi seguono logiche diverse.
Adesso ci troviamo davanti lo svantaggio competitivo di uno stato sempre più litigioso e inefficiente, politici che ci maltrattano a fatti e parole.
Insomma la base è veramente stufa di avere una politica lontana (il mio articolo per Formiche era un esempio della cosa) e anzi contraria alle ragioni del fare impresa.
Il Presidente di Confindustria non ha fatto altro che interpretare questa atmosfera, cercando di portare l'esigenza delle imprese al centro della politica.
La politica ha risposto al solito modo, invece di dire cosa vuol fare per migliorare il paese e di rispondere puntualmente, ha spostato sulla lotta politica (vuol scendere in campo) la questione.
Ma i problemi restano.
E nessuno se ne occupa. Compreso Berlusconi che dice sempre che quello è il suo programma, peccato che poi il suo programma non l'abbia attuato nei suoi cinque anni di governo.
Ma tornerò sull'argomento.
Come ho citato ieri da sempre in Assemblea si critica il governo e si plaude per le cose giuste fatte.
Credo che il forte attacco di Montezemolo di Giovedì possa anche derivare da una voglia di occuparsi di politica, ma da "insider" della base credo derivi fortemente anche dall'atmosfera che c'è nella nostra associazione. Le critiche a Berlusconi vennero interpretate come appoggio a Prodi, quelle a Prodi la voglia di scendere in campo.
Una mia possibile interpretazione è invece che, interpretando le idee degli associati abbia lanciato il messaggio "noi la nostra parte l'abbiamo fatta, adesso fate la vostra".
Negli ultimi anni l'industria (purtroppo con molti morti e feriti) si è rimboccata le maniche e ha fatto la sua parte, certamente la maggior parte delle piccole e medie aziende. Le grandi seguono logiche diverse.
Adesso ci troviamo davanti lo svantaggio competitivo di uno stato sempre più litigioso e inefficiente, politici che ci maltrattano a fatti e parole.
Insomma la base è veramente stufa di avere una politica lontana (il mio articolo per Formiche era un esempio della cosa) e anzi contraria alle ragioni del fare impresa.
Il Presidente di Confindustria non ha fatto altro che interpretare questa atmosfera, cercando di portare l'esigenza delle imprese al centro della politica.
La politica ha risposto al solito modo, invece di dire cosa vuol fare per migliorare il paese e di rispondere puntualmente, ha spostato sulla lotta politica (vuol scendere in campo) la questione.
Ma i problemi restano.
E nessuno se ne occupa. Compreso Berlusconi che dice sempre che quello è il suo programma, peccato che poi il suo programma non l'abbia attuato nei suoi cinque anni di governo.
Ma tornerò sull'argomento.
venerdì 25 maggio 2007
Speranze e realtà
ANSA.it - Economia - Metalmeccanici, si' a intesa: "La piattaforma e' stata votata dall'assemblea dei 500 (quadri e dei delegati Fiom, Fim e Uilm) con soli due astenuti e uno contrario e sara' sottoposta a referendum nei luoghi di lavoro"
Piccolo problema... un conto è la richiesta, un conto poi la contrattazione, e ad oggi la cifra è un po' fuori budget per Federmeccanica.
Piccolo problema... un conto è la richiesta, un conto poi la contrattazione, e ad oggi la cifra è un po' fuori budget per Federmeccanica.
Sempre il solito ritornello
Grandi polemiche sta suscitando la relazione di Montezemolo. Qualche ripassino che la gente ha la memoria corta
1 - Tocca al Governo sapere realizzare il programma di riforme sul quale ha raccolto il consenso dei cittadini. Costruire una prospettiva sulla quale possa muoversi tutto il Paese, pur con i naturali contrasti tra gli schieramenti dei partiti, pur con la naturale dialettica tra i portatori dei diversi interessi in gioco.
Tocca all’opposizione svolgere un ruolo costruttivo, rilanciandosi su un progetto di modernizzazione.
2 - Non è dunque solo per un pur legittimo interesse nazionale che l’Italia, proprio durante questo suo semestre di presidenza, deve battersi perché si realizzino i Corridoi 5 e 8, che sono vitali per le imprese italiane. (il corridoio 5 è la TAV...)
[...]
Ancora una volta, in questi mesi, gli oneri del riaggiustamento della finanza pubblica si sono riversati sulle imprese. Ed è stato fatto in un modo brusco, da noi contestato, che ha modificato in corso d’anno la base imponibile delle imprese.
È stata una misura che ha dato molto gettito alle casse dello Stato e che ha risolto gran parte dei problemi di finanza pubblica di breve periodo: ha migliorato i conti del trimestre. Ma è stata una misura che non ha certo migliorato il clima di fiducia delle imprese, né dato certezze agli investitori esteri
[....]
Credo sia giusto parlarne non certo per entrare in ambiti politici che non sono propri della rappresentanza delle imprese, ma perché gli imprenditori, come tutti i cittadini italiani, vivono con grave e crescente disagio questa situazione.
Il continuo discredito di tutta la classe politica nazionale incide in modo determinante sulla nostra immagine all’estero. Ne risente pesantemente la stessa competitività del nostro sistema economico.
In una fase così difficile dell’economia nazionale e mondiale è grave che tante energie del Governo e dell’opposizione siano concentrate su polemiche che riguardano solo il passato.
3 - Oggi soffriamo di un eccessivo segmentazione delle competenze sul territorio. Lo spirito originale del federalismo, nato dall’idea di alcuni movimenti politici, non era sbagliato. Muoveva da un ragionamento semplice, comprensibile ai cittadini e razionale. Per cambiare la nostra pubblica amministrazione c’è bisogno di una profonda riorganizzazione dei poteri, in modo da avvicinare ai cittadini le responsabilità e le decisioni. Era l’occasione per avere una amministrazione pubblica più vicina ai cittadini e alle imprese, più leggera, semplice e meno costosa.
Ma, dopo quattro anni dalla prima riforma costituzionale e dopo molti progetti di ulteriore riforme, dopo decine di ricorsi alla corte costituzionale e una incredibile proliferazione legislativa a tutti i livelli, dobbiamo dire che stiamo andando nella direzione sbagliata. Questo federalismo rischia di far affondare il nostro Paese, altro che liberarlo! Il localismo avrebbe dovuto esaltare le specificità delle diverse aree, responsabilizzando i loro amministratori, aumentando la loro competitività. Invece il localismo ci sta uccidendo. Stanno aumentando i costi per la finanza pubblica, c’è confusione di competenze, c’è una rincorsa ad occupare potere. L’autonomia fiscale avrebbe dovuto ridurre le tasse alleggerendo l’amministrazione, invece viene usata per drenare più risorse per pagare apparati sempre più costosi e privilegiati.
4 - Schiacciati dal presente, divisi sul passato, rischiamo di prestare poca attenzione al nostro futuro. Serve uno sforzo di visione. Serve una capacità di leggere i fenomeni per costruire il domani. Serve una volontà di emergere dal quotidiano: non per sfuggirlo, ma per poterlo affrontare meglio, con una mappa che indichi una strada.
Sta qui il senso di una politica alta, che abbia un progetto per il domani e che sia vicina ai veri problemi della gente.
Dove vogliamo che sia l’Italia tra dieci anni?
Dobbiamo rimettere in funzione i meccanismi di selezione, con due parole chiave: la trasparenza e soprattutto la meritocrazia.
La meritocrazia è un valore di cui abbiamo estremamente bisogno, nelle imprese come nella società, nei servizi come nella pubblica amministrazione, nella scuola come nelle università.
[....] Non dobbiamo, al contrario, riscoprire vecchi dirigismi. Né riesumare enti pubblici pronti a intervenire su tutto né inventarne di nuovi.
Vedo con preoccupazione la strisciante invadenza dello Stato nell’economia attraverso l’attivismo di nuovi soggetti che richiamano alla mente la vecchia GEPI. Osservo con disagio le resistenze degli enti locali che proteggono le loro aziende di energia, acqua e gas e ostacolano i processi di liberalizzazione.
[...]Ma occorre che tutto il Paese abbia ambizioni e ritrovi il gusto della sfida. Alziamo lo sguardo verso il futuro. Dove vogliamo essere tra dieci anni?
[...]Occorre anche superare la logica del distruggere prima tutto quello che ha fatto il Governo precedente e poi avviare il proprio programma. I tempi della politica e quelli dell’economia corrono rapidamente. Se si perde tempo a distruggere, non ci sarà poi il tempo per costruire.
[...]Mai come oggi abbiamo bisogno di una politica alta, che assuma responsabilità, prenda decisioni e non si smarrisca in defatiganti dispute sul perimetro degli schieramenti, sia nel centrodestra che nel centrosinistra.
[...] Per ricostruire l’Italia ci vuole una guida politica e istituzionale, una classe politica con ambizioni di futuro e competenze elevate, con grande senso dello Stato. Per classe politica non intendo solo i partiti, ma anche le istituzioni, i corpi sociali, il mondo delle associazioni, le imprese e tutti coloro che non limitano il proprio agire al mero conseguimento di una pur legittima soddisfazione personale.
5 - Un capitolo a parte merita il tema dei costi della politica, alimentati anche dalla crescita a dismisura delle cariche rappresentative remunerate: dai consigli di circoscrizione fino al parlamento europeo, passando per consigli comunali, provinciali, regionali, ed enti collegati.
Come persone di impresa sappiamo benissimo che le funzioni di governo meritano di essere adeguatamente remunerate. Non ci sfugge neppure che la partecipazione democratica implica la creazione di organizzazioni permanenti. Ma è difficile da accettare l’idea che la politica - nel senso della gente che vive di politica a tutti i livelli - sia ormai di gran lunga la prima azienda del Paese.
[...] Modernizzazione, concorrenza, meritocrazia per premiare i migliori in tutti i settori della società, a cominciare dalla scuola fino alla pubblica amministrazione. E’ la nuova frontiera su cui dobbiamo impegnarci.
1 - Antonio D'amato - Relazione 2001
2 - Antonio D'amato - Relazione 2003
3 - Montezemolo - Relazione 2004
4 - Montezemolo - Relazione 2005
5 - Montezemolo - Relazione 2006
insomma in fondo la solfa è sempre la solita, e queste sono le cose uscite ad una velocissima lettura delle relazioni alle assemblee degli ultimi anni.
Con vari governi.
Solo che questa settimana è di "moda" il discredito della politica e l'interpretazione basilare è quella!
1 - Tocca al Governo sapere realizzare il programma di riforme sul quale ha raccolto il consenso dei cittadini. Costruire una prospettiva sulla quale possa muoversi tutto il Paese, pur con i naturali contrasti tra gli schieramenti dei partiti, pur con la naturale dialettica tra i portatori dei diversi interessi in gioco.
Tocca all’opposizione svolgere un ruolo costruttivo, rilanciandosi su un progetto di modernizzazione.
2 - Non è dunque solo per un pur legittimo interesse nazionale che l’Italia, proprio durante questo suo semestre di presidenza, deve battersi perché si realizzino i Corridoi 5 e 8, che sono vitali per le imprese italiane. (il corridoio 5 è la TAV...)
[...]
Ancora una volta, in questi mesi, gli oneri del riaggiustamento della finanza pubblica si sono riversati sulle imprese. Ed è stato fatto in un modo brusco, da noi contestato, che ha modificato in corso d’anno la base imponibile delle imprese.
È stata una misura che ha dato molto gettito alle casse dello Stato e che ha risolto gran parte dei problemi di finanza pubblica di breve periodo: ha migliorato i conti del trimestre. Ma è stata una misura che non ha certo migliorato il clima di fiducia delle imprese, né dato certezze agli investitori esteri
[....]
Credo sia giusto parlarne non certo per entrare in ambiti politici che non sono propri della rappresentanza delle imprese, ma perché gli imprenditori, come tutti i cittadini italiani, vivono con grave e crescente disagio questa situazione.
Il continuo discredito di tutta la classe politica nazionale incide in modo determinante sulla nostra immagine all’estero. Ne risente pesantemente la stessa competitività del nostro sistema economico.
In una fase così difficile dell’economia nazionale e mondiale è grave che tante energie del Governo e dell’opposizione siano concentrate su polemiche che riguardano solo il passato.
3 - Oggi soffriamo di un eccessivo segmentazione delle competenze sul territorio. Lo spirito originale del federalismo, nato dall’idea di alcuni movimenti politici, non era sbagliato. Muoveva da un ragionamento semplice, comprensibile ai cittadini e razionale. Per cambiare la nostra pubblica amministrazione c’è bisogno di una profonda riorganizzazione dei poteri, in modo da avvicinare ai cittadini le responsabilità e le decisioni. Era l’occasione per avere una amministrazione pubblica più vicina ai cittadini e alle imprese, più leggera, semplice e meno costosa.
Ma, dopo quattro anni dalla prima riforma costituzionale e dopo molti progetti di ulteriore riforme, dopo decine di ricorsi alla corte costituzionale e una incredibile proliferazione legislativa a tutti i livelli, dobbiamo dire che stiamo andando nella direzione sbagliata. Questo federalismo rischia di far affondare il nostro Paese, altro che liberarlo! Il localismo avrebbe dovuto esaltare le specificità delle diverse aree, responsabilizzando i loro amministratori, aumentando la loro competitività. Invece il localismo ci sta uccidendo. Stanno aumentando i costi per la finanza pubblica, c’è confusione di competenze, c’è una rincorsa ad occupare potere. L’autonomia fiscale avrebbe dovuto ridurre le tasse alleggerendo l’amministrazione, invece viene usata per drenare più risorse per pagare apparati sempre più costosi e privilegiati.
4 - Schiacciati dal presente, divisi sul passato, rischiamo di prestare poca attenzione al nostro futuro. Serve uno sforzo di visione. Serve una capacità di leggere i fenomeni per costruire il domani. Serve una volontà di emergere dal quotidiano: non per sfuggirlo, ma per poterlo affrontare meglio, con una mappa che indichi una strada.
Sta qui il senso di una politica alta, che abbia un progetto per il domani e che sia vicina ai veri problemi della gente.
Dove vogliamo che sia l’Italia tra dieci anni?
Dobbiamo rimettere in funzione i meccanismi di selezione, con due parole chiave: la trasparenza e soprattutto la meritocrazia.
La meritocrazia è un valore di cui abbiamo estremamente bisogno, nelle imprese come nella società, nei servizi come nella pubblica amministrazione, nella scuola come nelle università.
[....] Non dobbiamo, al contrario, riscoprire vecchi dirigismi. Né riesumare enti pubblici pronti a intervenire su tutto né inventarne di nuovi.
Vedo con preoccupazione la strisciante invadenza dello Stato nell’economia attraverso l’attivismo di nuovi soggetti che richiamano alla mente la vecchia GEPI. Osservo con disagio le resistenze degli enti locali che proteggono le loro aziende di energia, acqua e gas e ostacolano i processi di liberalizzazione.
[...]Ma occorre che tutto il Paese abbia ambizioni e ritrovi il gusto della sfida. Alziamo lo sguardo verso il futuro. Dove vogliamo essere tra dieci anni?
[...]Occorre anche superare la logica del distruggere prima tutto quello che ha fatto il Governo precedente e poi avviare il proprio programma. I tempi della politica e quelli dell’economia corrono rapidamente. Se si perde tempo a distruggere, non ci sarà poi il tempo per costruire.
[...]Mai come oggi abbiamo bisogno di una politica alta, che assuma responsabilità, prenda decisioni e non si smarrisca in defatiganti dispute sul perimetro degli schieramenti, sia nel centrodestra che nel centrosinistra.
[...] Per ricostruire l’Italia ci vuole una guida politica e istituzionale, una classe politica con ambizioni di futuro e competenze elevate, con grande senso dello Stato. Per classe politica non intendo solo i partiti, ma anche le istituzioni, i corpi sociali, il mondo delle associazioni, le imprese e tutti coloro che non limitano il proprio agire al mero conseguimento di una pur legittima soddisfazione personale.
5 - Un capitolo a parte merita il tema dei costi della politica, alimentati anche dalla crescita a dismisura delle cariche rappresentative remunerate: dai consigli di circoscrizione fino al parlamento europeo, passando per consigli comunali, provinciali, regionali, ed enti collegati.
Come persone di impresa sappiamo benissimo che le funzioni di governo meritano di essere adeguatamente remunerate. Non ci sfugge neppure che la partecipazione democratica implica la creazione di organizzazioni permanenti. Ma è difficile da accettare l’idea che la politica - nel senso della gente che vive di politica a tutti i livelli - sia ormai di gran lunga la prima azienda del Paese.
[...] Modernizzazione, concorrenza, meritocrazia per premiare i migliori in tutti i settori della società, a cominciare dalla scuola fino alla pubblica amministrazione. E’ la nuova frontiera su cui dobbiamo impegnarci.
1 - Antonio D'amato - Relazione 2001
2 - Antonio D'amato - Relazione 2003
3 - Montezemolo - Relazione 2004
4 - Montezemolo - Relazione 2005
5 - Montezemolo - Relazione 2006
insomma in fondo la solfa è sempre la solita, e queste sono le cose uscite ad una velocissima lettura delle relazioni alle assemblee degli ultimi anni.
Con vari governi.
Solo che questa settimana è di "moda" il discredito della politica e l'interpretazione basilare è quella!
And the winner is
Spotanatomy!
Chiusi i Marketing blog Playoffs 2007.
Complimenti a tutti i partecipanti.
Link a marketing BarbecueCamp di domani
Tutti i risultati e la classifica finale sul wiki.
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