Tutti i voli per l'Inghilterra sono bloccati.
Di nuovo il terrorismo a turbare le nostre vacanze.
Siamo in guerra, anche se facciamo finta di no.
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Faber est suae quisque fortunae. -
(ognuno è artefice delle proprie fortune)
When they said "Sit down" I stood up
1 commento:
VERO! Siamo proprio in guerra...ma non con chi pensiamo noi...
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Terroristi al biberon
Maurizio Blondet
12/08/2006
L'attentato sventato (sventatissimo) di Londra era una «october surprise» anticipata per necessità?
E' quel che ha detto Nasrallah, il capo di Hezbollah, ad Al Jazeera.
Vale la pena di seguire il suo ragionamento, se non altro per vedere che si tratta di un tizio ben informato della situazione USA.
Secondo Nasrallah, dunque, l'attacco israeliano al Libano meridionale era programmato dalla Casa Bianca per settembre-ottobre, in tempo per ottenere una «vittoria» da presentare alle elezioni di novembre in USA.
Ma la cattura dei soldati israeliani da parte di Hezbollah ha indotto Israele, con un colpo di testa, ad anticipare l'offensiva.
L'attentato di Londra doveva essere la fase due della «october surprise».
Anticipata, perché era stata anticipata la fase 1.
Lo scopo ovviamente è di convincere gli americani di votare i candidati del «partito della guerra» bipartisan, di cui gli elettori ne hanno ormai abbastanza.
La sonora bocciatura di Lieberman, il super-falco «democratico» (e super-giudeo) deve aver fatto suonare un campanello d'allarme nei due partiti.
Se gli americani vengono convinti che il pericolo si annida dovunque attorno a loro - anche nel biberon - rivoteranno i falchi, che promettono «sicurezza d'acciaio».
Gli americani vivono di paure, e perciò sono infinitamente passivi.
Ha ragione Alex Jones: l'allarme è stato anche una prova generale per vedere fino a che punto si possono ridurre gli occidentali allo stato di gregge servile.
Quando ci chiederanno di camminare a quattro zampe «per la nostra sicurezza», eseguiremo obbedienti.
Specie se le paure vengono coralmente agitate dalle TV, che infatti sono tutte impegnatissime a frullare il nulla londinese fino al parossismo.
Tanto più che l'aggressione di Israele sta andando male (quasi 50 soldati morti, il 10% % dei 500 che Tsahal giudica «sopportabili» dalla sua opinione pubblica, e dunque spendibili), e quindi l'igiene consiglia di sviare l'attenzione del pubblico dalle barelle di giudei feriti dagli RPG, e dalle devastazioni del Libano, nonché dalle atrocità relative.
Anche l'occupazione dell'Iraq è un disastro bisognoso di distrazione.
E la situazione in Afghanistan, dove i Talebani colpiscono ogni giorno, non è certo migliore.
Ci voleva un bell'allarmismo da prima pagina.
Le notizie da Londra parlano di un «agente britannico infiltrato» nel gruppo dei cosiddetti terroristi da diversi mesi.
La notizia poi è stata alquanto modificata: forse non era un infiltrato ma un terrorista intercettato a sua insaputa… correzione opportuna.
Gli agenti infiltrati nei gruppi terroristici, ricorda Nasrallah, in genere non s'infiltrano per sventare attentati, ma per suggerirli.
L'infiltrato coincide con la storica figura dell'«agente provocatore», e istigatore di delitti per poterli poi sventare e farsene un merito con avanzamento di carriera (rileggetevi il romanzo veridico di Joseph Conrad, «L'Agente segreto»).
A questo proposito, Nasrallah ricorda che un paio di mesi fa sei giovani negri americani sono stati arrestati in Florida accusati di voler far saltare la Sears Tower di Chicago: sotto influenza, si è poi scoperto, di un agente FBI che aveva contattato i giovani fingendosi uno membro di Al Qaeda.
Non è difficile trovare in Inghilterra adolescenti islamici pronti a cadere nella trappola di agenti provocatori; in Italia, abbiamo constatato da giornalisti che giovani «neri» sono caduti nella stessa trappola, ricevendo bombe ed armi da funzionari del governo interessato a fare «strategia della tensione» (governo DC, per la precisione).
La strage di Brescia parve proprio un'operazione del genere.
Due giornalisti coraggiosi, Lega e Santerini, ci scrissero un libro («Strage a Brescia, potere a Roma») che accusava apertamente il ministro dell'Interno di allora, Taviani.
Che non querelò.
Solo, qualcuno comprò l'intera tiratura.
Alquanto sospetta, per Nasrallah, la storia dei finanziamenti degli sventati terroristi di Londra. Viaggi di due di loro in Pakistan per soldi.
Trasferimenti di denaro dal Pakistan.
Il tutto per comprare biglietti aerei che, sulla tratta Londra-New York, costano meno di 200 dollari.
Ma un'agenzia ci soccorre: «La Banca d'Inghilterra ha annunciato oggi il congelamento dei conti bancari di 19 dei 24 arrestati sospettati di coinvolgimento in un complotto per far esplodere aerei di linea tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti».
«La Banca d'Inghilterra - afferma l'Istituto in un comunicato - ha ordinato oggi che tutti i fondi appartenenti a questi individui o tenuti a loro nome (...) devono essere congelati».
Inoltre, «le istituzioni finanziarie e altre persone dovranno controllare se detengono conti o fondi, beni finanziari, risorse economiche o utili a nome degli individui le cui generalità sono allegate, e all'occorrenza dovranno congelare i conti bancari o altri fondi e riferire queste informazioni alla Banca d'Inghilterra».
«Questi i nomi dei sospetti: Ahmed Abdula Ali, Cossor Ali, Khuram Shazad Ali, Nabeel Hussain, Tanvir Hussain, Umair Hussain, Umar Islam, Wassem Kayani, Abdullah Assan Khan, Arafat Waheed Khan, Adam Osman Khatib, Muneem Abdul Patel, Tayib Rauf, Usman Muhammed Saddique, Assad Sarwar, Ibrahim Savant, Asmin Amin Tariq, Mohammed Shamin Uddin, Waheed Zaman»; ma sono nomi comunissimi. Centinaia di migliaia di persone li portano.
Bloccano i conti di tutti i Waheed Khan e gli Amin Tariq che ci sono in Pakistan?
E poi, questa storia dei conti congelati è di per sé ridicola.
E' una misura che si adotta, che so, per bloccare conti miliardari, come quelli di dittatori africani, Bokassa o Mobutu.
Ma quanto avevano questi giovanotti sul conto corrente?
Un milione di sterline?
Come britannici medi, sarebbe sorprendente se non avessero i conti in rosso.
Inoltre: ci hanno sempre detto e ripetuto che il terrorismo islamico si finanzia e trasferisce il denaro per i suoi delitti non tramite banca, ma lungo i canali finanziari islamici che servono anche per le rimesse degli emigrati, l'hawala, dove si paga sulla parola e non si lasciano tracce nei computer. Com'è che questi sofisticati terroristi con esplosivo liquido (nel biberon) ricevevano da Al Qaeda bonifici su banche, come oneste persone normalissime?
Esplosivo liquido?
Dalla nitroglicerina all'astrolite G (nitrato di ammonio più idrazina), hanno tutti una caratteristica scomoda: sono instabili, scoppiano se semplicemente scossi.
Qualche TV e giornale ha parlato della miscela che si disse usata dagli attentatori del metrò londinese, acido nitrico più perossido di idrogeno (alias acqua ossigenata).
Ma ciò che si ottiene da piccoli chimici è un composto diluito in moltissima acqua, che va prosciugata con acido solforico, altrimenti non esplode.
Operazione non facile da fare nelle toilettes degli aerei: troppi biberon, fra l'altro.
Aspettiamo lumi da Fox News e da Emilio Fede.
Un lettore mi fa notare un'altra stranezza: a proposito del blocco del traffico aereo a Heathrow, con perquisizione dei bagagli di decine di migliaia di passeggeri, costretti a gettare oli solari, dentifrici, sciroppi, biberon… precauzioni giuste, se si teme un attentato in corso, o nel caso si debba disinnescare una bomba.
Ma qui, l'attentato era già stato sventato.
Bush ne era a conoscenza da quattro giorni.
I «terroristi» già tutti in galera (arrestati a casa loro, come cocchi di mamma).
E allora a che scopo il grande blocco?
Proviamo a indovinarlo da soli.
A nostro modesto parere credere alla realtà dello sventato, sventatissimo attentato, si può solo a patto di avere il quoziente intellettivo di Emilio Fede, la paga di Magdi Allam, la cattedra di Vittorio Parsi, o almeno i fuoribusta Sismi dell'agente Betulla.
Ma gratis, no.
Anche se c'è qualcuno che fa finta di crederci per tirare l'acqua al proprio mulino.
Il lettore di cui sopra mi segnala anche l'articolo di fondo de Il Sole 24 Ore, non firmato.
Il succo dell'argomento: «di fronte a questa drammatica realtà (la strage dei biberon), la lotta al terrorismo deve essere un momento di unità».
Ecco: la migliore risposta della nazione all'Islam che ci attacca dai cieli e dai flaconi di shampoo è la «grande coalizione» per tagliarci le pensioni, come vuole Montezemolo; non a caso detto «Libera e Bella».
Ma basta ridere.
Riportiamo una notizia seria e grave, questa volta.
Da un'agenzia saudita, segnalatami da un amico americano.
Eccola: «Al Qaeda rifiuta di collaborare con Hezbollah».
Lo dice «un sito web di Al Qaeda in Arabia Saudita» (esiste, vedete: ha anche il sito) in data 2 agosto scorso.
Assicura, il sito, che «Al Qaeda» ha ricevuto la richiesta «dall'Iran» di «addestrare gli Hezbollah nei campi militari»: ed ha rifiutato, considerando gli sciiti come eretici.
La cosa non sembra danneggiare troppo Hezbollah, che paiono già fin troppo ben addestrati da soli. Al contrario di Bin Laden, che deve essere un po' giù di forma atletica dopo cinque anni di inattività, e di Al Qaeda, che non riesce a mettere a segno un attentato nei cieli di Londra senza far arrestare tutti i suoi biberon.
In ogni caso Al Qaeda - dice l'autentico sito di Al Qaeda - preferisce «aspettare che le due parti siano esauste».
Anzi, invita le sue «cellule dormienti» in Libano ad attivarsi per contrastare Hezbollah.
Insomma, Al Qaeda combatte Hezbollah.
Si è alleata con Israele.
In fondo, non è nemmeno una notizia.
Osama bin Mossad.
Maurizio Blondet
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