Da lunedì preparatevi alle code se andate nei ristoranti di lavoro o in albergo al check out.
Sarà obbligatorio richiedere fattura con indicato il nome dei partecipanti al pranzo, e (ma forse, spero, ho capito male) una per ogni dipendente della stessa azienda.
Il tutto per portare (come richiesto da UE) in detrazione l'IVA ove inerente.
Inutile dire che diventando detraibile al 75% le tasse sono maggiori dell'IVA detratta (vedi sole di oggi pag 29) e che sentirete salire alte al cielo le maledizioni di commercialisti e uffici amministrativi che si troveranno a codificare tonnellate di fornitori e registrare tonnellate di fatture.
Ma non dovevano semplificare?
venerdì 29 agosto 2008
Pirateria
Leggo continuamente delle stime di quanto perde il settore musica e intrattenimento a causa della pirateria.
Un paio di considerazioni.
La pirateria esiste da sempre, una volta ci si scambiava cassette, poi CD copiati.
Certo, adesso con la digitalizzazione è molto più facile, ma il problema c'è da sempre.
La seconda: ma siamo proprio sicuri sicuri che il ragazzino che si tira giù il CD di Madonna lo compererebbe? Io non sono così certo.
Io frequento a volte PirateBay, lo ammetto, e nel 90% dei casi o tiro giù roba vecchia che ho su LP e di cui non ho voglia di star lì a digitalizzarla (ho il piatto USB e tutto quello che serve) o roba nuova che ascolto e poi se mi fa schifo cancello e se mi piace compro (sono un vecchio feticista e amo "possedere" l'LP o il CD).
Sono un pirata?
Si
Rubo alle case discografiche?
Secondo me no. Anzi con quello che spendo ancora oggi dovrebbero farmi un monumento.
Insomma non è poi così automatico il fatto che se un CD viene scaricato 10.000 volte ha perso 10.000 copie. Anche se fa comodo dirlo a quegli ottusi delle case discografiche.
Il mondo è cambiato e loro non se ne sono accorti, mentre migliaia di giovani hanno capito e li stanno bypassando, ad esempio con i piccoli gruppi autoprodotti che lavorano su web, myspace & co.
Un paio di considerazioni.
La pirateria esiste da sempre, una volta ci si scambiava cassette, poi CD copiati.
Certo, adesso con la digitalizzazione è molto più facile, ma il problema c'è da sempre.
La seconda: ma siamo proprio sicuri sicuri che il ragazzino che si tira giù il CD di Madonna lo compererebbe? Io non sono così certo.
Io frequento a volte PirateBay, lo ammetto, e nel 90% dei casi o tiro giù roba vecchia che ho su LP e di cui non ho voglia di star lì a digitalizzarla (ho il piatto USB e tutto quello che serve) o roba nuova che ascolto e poi se mi fa schifo cancello e se mi piace compro (sono un vecchio feticista e amo "possedere" l'LP o il CD).
Sono un pirata?
Si
Rubo alle case discografiche?
Secondo me no. Anzi con quello che spendo ancora oggi dovrebbero farmi un monumento.
Insomma non è poi così automatico il fatto che se un CD viene scaricato 10.000 volte ha perso 10.000 copie. Anche se fa comodo dirlo a quegli ottusi delle case discografiche.
Il mondo è cambiato e loro non se ne sono accorti, mentre migliaia di giovani hanno capito e li stanno bypassando, ad esempio con i piccoli gruppi autoprodotti che lavorano su web, myspace & co.
Sono preoccupato
Se penso che domenica potrebbe non esserci novantesimo minuto non so se dormirò stanotte.
Questi son problemi...
Questi son problemi...
Come Kennedy?
giovedì 28 agosto 2008
Battuta scontata
mercoledì 27 agosto 2008
Cancro della società
A tutti noi è capitato di trovarsi davanti persone particolarmente agitate.
Spesso probabilmente si tratta di personaggi dediti alla cocaina.
Leggo sui giornali che il consumo è in forte aumento.
Io vengo da una generazione che ha avuto moltissime perdite (spesso per morte) dovute all'eroina.
Sono poi un ragazzo di campagna e quindi queste cose sono molto fuori dalla mia mentalità.
Qualcuno dirà che anche bersi una bottiglia di Barbaresco (cosa per la quale sono molto più portato) non è proprio una abitudine salutare. Soprattutto se poi si deve guidare (e sono d'accordo).
Resta il fatto che sempre più persone utilizzano queste sostanze anche per "tirarsi su" (?) sul lavoro. Il doping del manager?
E' triste.
Penso che chi deve tirarsi su così è e resta un poveraccio che non ha molto futuro... sarò all'antica.
Voi avete conoscenti/colleghi che lo fanno?
Spesso probabilmente si tratta di personaggi dediti alla cocaina.
Leggo sui giornali che il consumo è in forte aumento.
Io vengo da una generazione che ha avuto moltissime perdite (spesso per morte) dovute all'eroina.
Sono poi un ragazzo di campagna e quindi queste cose sono molto fuori dalla mia mentalità.
Qualcuno dirà che anche bersi una bottiglia di Barbaresco (cosa per la quale sono molto più portato) non è proprio una abitudine salutare. Soprattutto se poi si deve guidare (e sono d'accordo).
Resta il fatto che sempre più persone utilizzano queste sostanze anche per "tirarsi su" (?) sul lavoro. Il doping del manager?
E' triste.
Penso che chi deve tirarsi su così è e resta un poveraccio che non ha molto futuro... sarò all'antica.
Voi avete conoscenti/colleghi che lo fanno?
Marketing
Gli amici del BlogImprenditori stanno facendo una campagna di marketing inviando una mail alle aziende. (avendone n ho ricevuto la mail n volte)
Visto che poi linkano anche il sottoscritto indirettamente potrei beneficiarne.
Facendo parte di un network capisco che spingano, ma siamo sicuri che sia il metodo giusto per promuoverlo?
Sul fatto del "primo blog per imprenditori e manager" avrei qualcosa da dire (e non parlo di me che sono arrivato ben dopo altri come piccoloimprenditore). Personalmente quando leggo "il primo" rizzo sempre il pelo ;-)
Visto che poi linkano anche il sottoscritto indirettamente potrei beneficiarne.
Facendo parte di un network capisco che spingano, ma siamo sicuri che sia il metodo giusto per promuoverlo?
Sul fatto del "primo blog per imprenditori e manager" avrei qualcosa da dire (e non parlo di me che sono arrivato ben dopo altri come piccoloimprenditore). Personalmente quando leggo "il primo" rizzo sempre il pelo ;-)
martedì 26 agosto 2008
Fannulloni
In un paese normale polemiche come quelle estive sui fannulloni non dovrebbero esistere.
Leggo oggi sui giornali di oggi che Alessandro Riello dice che gli approfittatori (li chiamerei così, personalmente) esistono anche nelle aziende private. Ed è assolutamente vero.
Come è vero che in una situazione buona vengono emarginati dagli stessi colleghi.
La verità è che questa situazione nella quale, non dimentichiamo, al solito perdono gli onesti che lavorano anche per gli scansafatiche o i destinatari dei servizi (e quindi per la PA tutti) è figlia di un sindacalismo a senso unico che ancora oggi caratterizza alcune componenti.
Il tic per il quale il datore ha sempre torto e il povero lavoratore ragione è difficile da superare.
Sono il primo che capisce benissimo che vi è sproporzione di potere tra i due, ma in questo momento per compensare questa differenza si ingessa il sistema.
Non ha senso, per gli stessi altri lavoratori, che si difenda sempre e comunque le persone a prescindere. Tutti abbiamo letto di casi magari limite ma veri di persone reintegrate nonostante avessero fatto cose inaccettabili.
Questo è uno dei fattori, a mio parere, che hanno fatto perdere credibilità al sindacato.
E si sa che l'esempio vale più di mille discorsi. E difendere certe situazioni è inaccettabile anche per i lavoratori seri (che sanne sempre benissimo chi sono gli approfittatori).
Come l'evasore trova nel "fanno tutti così" la sua giustificazione, lo stesso vale per il lavoratore approfittatore, col rischio di far dire ad altri "ma sono io il più scemo?".
Allora mi riallaccio al post precedente.
Vero è che in una industria privata il poco produttivo penalizza prima di tutto l'imprenditore, ma se è vero che siamo tutti sulla stessa barca alla fine chi non rema danneggia tutti.
E badate bene che non sono un maniaco del cronometro e capisco benissimo che le persone hanno capacità e produttività diverse e che non si possono avere solo persone velocissime e precise, e che tutti hanno il diritto di lavorare. E cerco anche di applicarlo, per intenderci.
Ma semplicemente mi aspetto che le persone facciano in modo decente il loro lavoro, visto che poco o tanto che sia uno stipendio lo si paga.
Se poi c'è chi lo fa molto bene o dimostrando grande impegno è con la meritocrazia che andrebbe premiato.
Leggo oggi sui giornali di oggi che Alessandro Riello dice che gli approfittatori (li chiamerei così, personalmente) esistono anche nelle aziende private. Ed è assolutamente vero.
Come è vero che in una situazione buona vengono emarginati dagli stessi colleghi.
La verità è che questa situazione nella quale, non dimentichiamo, al solito perdono gli onesti che lavorano anche per gli scansafatiche o i destinatari dei servizi (e quindi per la PA tutti) è figlia di un sindacalismo a senso unico che ancora oggi caratterizza alcune componenti.
Il tic per il quale il datore ha sempre torto e il povero lavoratore ragione è difficile da superare.
Sono il primo che capisce benissimo che vi è sproporzione di potere tra i due, ma in questo momento per compensare questa differenza si ingessa il sistema.
Non ha senso, per gli stessi altri lavoratori, che si difenda sempre e comunque le persone a prescindere. Tutti abbiamo letto di casi magari limite ma veri di persone reintegrate nonostante avessero fatto cose inaccettabili.
Questo è uno dei fattori, a mio parere, che hanno fatto perdere credibilità al sindacato.
E si sa che l'esempio vale più di mille discorsi. E difendere certe situazioni è inaccettabile anche per i lavoratori seri (che sanne sempre benissimo chi sono gli approfittatori).
Come l'evasore trova nel "fanno tutti così" la sua giustificazione, lo stesso vale per il lavoratore approfittatore, col rischio di far dire ad altri "ma sono io il più scemo?".
Allora mi riallaccio al post precedente.
Vero è che in una industria privata il poco produttivo penalizza prima di tutto l'imprenditore, ma se è vero che siamo tutti sulla stessa barca alla fine chi non rema danneggia tutti.
E badate bene che non sono un maniaco del cronometro e capisco benissimo che le persone hanno capacità e produttività diverse e che non si possono avere solo persone velocissime e precise, e che tutti hanno il diritto di lavorare. E cerco anche di applicarlo, per intenderci.
Ma semplicemente mi aspetto che le persone facciano in modo decente il loro lavoro, visto che poco o tanto che sia uno stipendio lo si paga.
Se poi c'è chi lo fa molto bene o dimostrando grande impegno è con la meritocrazia che andrebbe premiato.
domenica 24 agosto 2008
Stessa barca
Prendo spunto da alcuni commenti al mio precedente post sul discorso CV.
Sinceramente l'atteggiamento di molti, quando parlo di questi discorsi, non lo capisco.
Tralascio chi compara una piccola azienda come la mia ad Alitalia, forse ha sbagliato indirizzo. O chi urla che sappiamo bene dove trovarli (? se me lo fa sapere....). Ma su un paio di cose preferisco fare un post a inserirle in un commento.
Metodi di selezione
Come sa chi mi segue da tempo ho parlato molto dei processi di selezione e quasi sempre noto un atteggiamento di contrapposizione tra i selezionandi e l'azienda.
Ma non l'avete ancora capito che è interesse comune selezionare la persona giusta e che ormai siamo tutti sulla stessa barca?
All'azienda selezionare e inserire una persona costa una montagna di soldi (anche se fatto direttamente) e ormai siamo competitivi se siamo capaci di prendere persone capaci.
Davvero credete che io quando seleziono lo faccia non cercando la persona migliore ma quella più simpatica o che mi è stata "raccomandata" o cose simili?
Le raccomandazioni funzionavano anni fa, oggi nessuno ha spazio (nelle PMI) per inserire gente non valida.
Certo, a volte non inserisco la persona più adatta come capacità perché ci sono incompatibilità economiche (capita anche quello) o perché per il profilo psicologico mi sembra che non si adatterebbe all'ambiente aziendale (importante come le competenze) ma è fatto in modo consapevole.
Quindi si cerca il miglior mix competenze/aspettative/costo/adattabilità.
E non dimenticate che nelle aziende appena appena organizzate la selezione è fatta da diverse persone, quindi non dipende da uno solo.
Provenienza
Ho conosciuto gente proveniente da tanti ambienti diversi (e in un piccolo centro come il mio sai già le diverse aziende che ambiente hanno e quindi sai se uno si inserirà bene o no).
Non mi lascio impressionare dal CV di uno che ha lavorato nella megaiperstracorporation e non sottovaluto chi ha lavorato in una PMI.
Il problema, al solito, è capire i propri obiettivi.
A volte abbiamo preferito persone che venivano da aziende strutturate a volte da PMI.
Per la mia esperienza se hai bisogno di uno specialista molto ligio alle regole, ma poco flessibile va bene anche uno di una multinazionale. Spesso sono più formati sulla loro specialità.
Se vuoi uno più flessibile e adattabile bisogna andare a trovarlo in una PMI, dove si è più abituati a far di tutto e gli steccati sono meno rigidi. Per contro spesso ha imparato sul campo e non è molto formato.
Va poi detto che quando le selezioni sono fatte non direttamente ma da aziende specializzate i metodi sono diversi. E se devo essere sincero non mi sono trovato molto bene, soprattutto con i grandi.
Tendono a fare quanto detto in un commento e favorire la provenienza da megacorporation.
In parte secondo me ci sono le "mafie" di ex-qualcosa (McKinsey & co.) e in parte tendono a darti quelli delle multinazionali prima di tutto perché lo considerano un sigillo di garanzia "viene dalla ....!" e poi perché sono quelli con cui hanno maggiori contatti.
E magari li piazzano ripetutamente ;-) soprattutto a livello manageriale.
Insomma smettete di considerare la selezione come una gara o o un contrasto.
E' interesse di tutti (anche il vostro) trovare la persona adatta per quel posto.
Sinceramente l'atteggiamento di molti, quando parlo di questi discorsi, non lo capisco.
Tralascio chi compara una piccola azienda come la mia ad Alitalia, forse ha sbagliato indirizzo. O chi urla che sappiamo bene dove trovarli (? se me lo fa sapere....). Ma su un paio di cose preferisco fare un post a inserirle in un commento.
Metodi di selezione
Come sa chi mi segue da tempo ho parlato molto dei processi di selezione e quasi sempre noto un atteggiamento di contrapposizione tra i selezionandi e l'azienda.
Ma non l'avete ancora capito che è interesse comune selezionare la persona giusta e che ormai siamo tutti sulla stessa barca?
All'azienda selezionare e inserire una persona costa una montagna di soldi (anche se fatto direttamente) e ormai siamo competitivi se siamo capaci di prendere persone capaci.
Davvero credete che io quando seleziono lo faccia non cercando la persona migliore ma quella più simpatica o che mi è stata "raccomandata" o cose simili?
Le raccomandazioni funzionavano anni fa, oggi nessuno ha spazio (nelle PMI) per inserire gente non valida.
Certo, a volte non inserisco la persona più adatta come capacità perché ci sono incompatibilità economiche (capita anche quello) o perché per il profilo psicologico mi sembra che non si adatterebbe all'ambiente aziendale (importante come le competenze) ma è fatto in modo consapevole.
Quindi si cerca il miglior mix competenze/aspettative/costo/adattabilità.
E non dimenticate che nelle aziende appena appena organizzate la selezione è fatta da diverse persone, quindi non dipende da uno solo.
Provenienza
Ho conosciuto gente proveniente da tanti ambienti diversi (e in un piccolo centro come il mio sai già le diverse aziende che ambiente hanno e quindi sai se uno si inserirà bene o no).
Non mi lascio impressionare dal CV di uno che ha lavorato nella megaiperstracorporation e non sottovaluto chi ha lavorato in una PMI.
Il problema, al solito, è capire i propri obiettivi.
A volte abbiamo preferito persone che venivano da aziende strutturate a volte da PMI.
Per la mia esperienza se hai bisogno di uno specialista molto ligio alle regole, ma poco flessibile va bene anche uno di una multinazionale. Spesso sono più formati sulla loro specialità.
Se vuoi uno più flessibile e adattabile bisogna andare a trovarlo in una PMI, dove si è più abituati a far di tutto e gli steccati sono meno rigidi. Per contro spesso ha imparato sul campo e non è molto formato.
Va poi detto che quando le selezioni sono fatte non direttamente ma da aziende specializzate i metodi sono diversi. E se devo essere sincero non mi sono trovato molto bene, soprattutto con i grandi.
Tendono a fare quanto detto in un commento e favorire la provenienza da megacorporation.
In parte secondo me ci sono le "mafie" di ex-qualcosa (McKinsey & co.) e in parte tendono a darti quelli delle multinazionali prima di tutto perché lo considerano un sigillo di garanzia "viene dalla ....!" e poi perché sono quelli con cui hanno maggiori contatti.
E magari li piazzano ripetutamente ;-) soprattutto a livello manageriale.
Insomma smettete di considerare la selezione come una gara o o un contrasto.
E' interesse di tutti (anche il vostro) trovare la persona adatta per quel posto.
lunedì 18 agosto 2008
Tempo da perdere
Da tempo la nostra azienda usa intensivamente il web per le selezioni del personale.
A questo fine, oltre alle inserzioni su siti specialistici, abbiamo una apposita sezione nel nostro sito che permette di inserire i dati e inviare il CV.
Naturalmente i dati vengono poi trasferiti nel sistema interno di gestione delle selezioni, residente nell'intranet aziendale.
Capita spesso (e, orrore anche nel caso di selezione di informatici, che dovrebbero capire l'importanza dei dati) che il candidato non abbia voglia di riempire i vari campi (i dati essenziali non è che chiediamo troppo) e quindi li lasci in bianco, o peggio ci metta una x o cose simili.
L'ho sempre presa come una dimostrazione di scarso interesse (è vero che i dati sono nel CV, ma è come mandare una lettera senza mittente) verso la selezione.
E un commento mi sorge spontaneo, se non hai voglia di perdere tempo tu per farci sapere chi sei, perché dovremmo perdere tempo noi a leggere il tuo curriculum e poi a risponderti?
Visto che ci ostiniamo a rispondere a tutti coloro che ci mandano il CV, considerandoci persone educate.
Dimostrando di considerare il tempo utilizzato per queste cose un investimento, invece di una perdita, non faremmo migliore figura?
A questo fine, oltre alle inserzioni su siti specialistici, abbiamo una apposita sezione nel nostro sito che permette di inserire i dati e inviare il CV.
Naturalmente i dati vengono poi trasferiti nel sistema interno di gestione delle selezioni, residente nell'intranet aziendale.
Capita spesso (e, orrore anche nel caso di selezione di informatici, che dovrebbero capire l'importanza dei dati) che il candidato non abbia voglia di riempire i vari campi (i dati essenziali non è che chiediamo troppo) e quindi li lasci in bianco, o peggio ci metta una x o cose simili.
L'ho sempre presa come una dimostrazione di scarso interesse (è vero che i dati sono nel CV, ma è come mandare una lettera senza mittente) verso la selezione.
E un commento mi sorge spontaneo, se non hai voglia di perdere tempo tu per farci sapere chi sei, perché dovremmo perdere tempo noi a leggere il tuo curriculum e poi a risponderti?
Visto che ci ostiniamo a rispondere a tutti coloro che ci mandano il CV, considerandoci persone educate.
Dimostrando di considerare il tempo utilizzato per queste cose un investimento, invece di una perdita, non faremmo migliore figura?
domenica 17 agosto 2008
Quello che conta è il viaggio
Un dolore fortissimo, insopportabile, e allora, senza neppure aspettare l'orario di chiusura dell'azienda torni a casa, metti in borsa quattro cose, e salti in moto.
Cercando di correre più che puoi per lasciarti dietro quel dolore.
Certo, è una fuga, ma sai che a casa sarebbe servito a poco stare, anzi forse sarebbe stato peggio.
In fondo è per quello che ti piacciono le harley, per il sogno del vagabondo solitario.
E allora diventi vagabondo solitario, come hai sempre sognato, macinando chilometri su chilometri, con una meta, ma soprattutto interiore, quella reale è solo un simbolo.
Qualche giorno passato in moto, letteralmente, senza fermarsi fino a sfinirti. Tu e la tua moto per più di 12 ore al giorno, coi gas di scarico. la polvere, la pioggia di mezza europa sulla faccia.
Casco aperto, niente parabrezza. Col vento che ti schiaffeggerà per tutto il percorso, come ti meriti.
E piano piano cerchi di decidere, di capire, di superare il dolore. E quello fisico, che è nulla confrontato a quello interiore, ti fa quasi piacere perché ti fa sentire vivo.
E quando torni è l'ora delle decisioni, altro dolore, altre macerie. Sperando di saper essere forte e coerente, e, in fondo, una persona nuova.
Ricominciando in parte da zero.
Sperando di aver fatto la scelta giusta.
Ma questo sarà il tempo a dirlo.
Cercando di correre più che puoi per lasciarti dietro quel dolore.
Certo, è una fuga, ma sai che a casa sarebbe servito a poco stare, anzi forse sarebbe stato peggio.
In fondo è per quello che ti piacciono le harley, per il sogno del vagabondo solitario.
E allora diventi vagabondo solitario, come hai sempre sognato, macinando chilometri su chilometri, con una meta, ma soprattutto interiore, quella reale è solo un simbolo.
Qualche giorno passato in moto, letteralmente, senza fermarsi fino a sfinirti. Tu e la tua moto per più di 12 ore al giorno, coi gas di scarico. la polvere, la pioggia di mezza europa sulla faccia.
Casco aperto, niente parabrezza. Col vento che ti schiaffeggerà per tutto il percorso, come ti meriti.
E piano piano cerchi di decidere, di capire, di superare il dolore. E quello fisico, che è nulla confrontato a quello interiore, ti fa quasi piacere perché ti fa sentire vivo.
E quando torni è l'ora delle decisioni, altro dolore, altre macerie. Sperando di saper essere forte e coerente, e, in fondo, una persona nuova.
Ricominciando in parte da zero.
Sperando di aver fatto la scelta giusta.
Ma questo sarà il tempo a dirlo.
mercoledì 6 agosto 2008
L'organetto
Essendo al governo Berlusconi & Tremonti (lode a loro per il fatto di andare in ferie senza decreti in sospeso) la sinistra rispolvera l'organetto in grado di suonare la canzoncina "evasione".
Mi spiace lo faccia Bersani, persona che stimo.
Ma mi chiedo dove viva uno che commenta che la diminuzione degli introiti IVA deriva dall'aumento dell'evasione.
Visto che l'IVA è un'imposta pagata dai consumatori è sufficiente farsi un giretto in qualche negozio (vuoto) per capire come mai gli incassi IVA diminuiscono.
E poi la mia vecchia mania, quanta IVA in meno deriva dalla caduta verticale delle vendite di auto?
E' che dopo due anni di politica fortemente espansiva e votata allo sviluppo e alla crescita del duo Padoa Schioppa / Visco eccoci al risultato.
E se è così comodo e facile evadere come mai leggo sul Sole di numeri pesantissimi sul saldo aperture e chiusure negozi? (-2200 in provincia di Milano)
Mi spiace lo faccia Bersani, persona che stimo.
Ma mi chiedo dove viva uno che commenta che la diminuzione degli introiti IVA deriva dall'aumento dell'evasione.
Visto che l'IVA è un'imposta pagata dai consumatori è sufficiente farsi un giretto in qualche negozio (vuoto) per capire come mai gli incassi IVA diminuiscono.
E poi la mia vecchia mania, quanta IVA in meno deriva dalla caduta verticale delle vendite di auto?
E' che dopo due anni di politica fortemente espansiva e votata allo sviluppo e alla crescita del duo Padoa Schioppa / Visco eccoci al risultato.
E se è così comodo e facile evadere come mai leggo sul Sole di numeri pesantissimi sul saldo aperture e chiusure negozi? (-2200 in provincia di Milano)
Anime candide
Ammetto che fa una certa impressione leggere oggi una mezza paginata sui quotidiani col benchmarking dei notai per la cessione quote con i commercialisti.
Chi fa il mio mestiere ha l'orrore della frase "ci vuole il notaio" che ti prende magari solo 100 euro per dire che tu sei tu e ti fa firmare davanti alla segretaria della reception (non il mio per inciso, ma capita).
E una piccola cosa non dicono nella loro pubblicità.
Che la loro consulenza non comprende il calcolo della congruità del valore delle quote, spesso richiesto per legge e a quello verosimilmente (ci sei dott. Panato o sei in ferie?) si riferiscono le cifre addossate ai commercialisti.
E leggere che i notai sono più economici di alcunché appare a chiunque ci abbia avuto a che fare un falso storico :-)
Se investono questa cifra in pubblicità è perché gli sta scappando dalle mani un bel business!
Tralascio ogni commento sulla prima riga. La smart card sarà insicura, ma anche qualche notaio che si presta a trucchetti vari si trova.
Chi fa il mio mestiere ha l'orrore della frase "ci vuole il notaio" che ti prende magari solo 100 euro per dire che tu sei tu e ti fa firmare davanti alla segretaria della reception (non il mio per inciso, ma capita).
E una piccola cosa non dicono nella loro pubblicità.
Che la loro consulenza non comprende il calcolo della congruità del valore delle quote, spesso richiesto per legge e a quello verosimilmente (ci sei dott. Panato o sei in ferie?) si riferiscono le cifre addossate ai commercialisti.
E leggere che i notai sono più economici di alcunché appare a chiunque ci abbia avuto a che fare un falso storico :-)
Se investono questa cifra in pubblicità è perché gli sta scappando dalle mani un bel business!
Tralascio ogni commento sulla prima riga. La smart card sarà insicura, ma anche qualche notaio che si presta a trucchetti vari si trova.
domenica 3 agosto 2008
Effetto domino
Fare l'imprenditore è un mestiere totalizzante, non si smette mai. Vuol dire lavorare (almeno con la testa) 24 ore al giorno 365 giorni all'anno.
Magari non per tutti, ma per molti è così.
Per mantenere questa tensione occorre una buona forza di volontà e stabilità mentale.
Purtroppo però se succede qualcosa (come gravi errori o crisi) all'imprenditore la persona viene colpita fortemente nel suo profondo.
Se la crisi è forte si scatena una specie di effetto domino che comincia a far cascare le cose una dopo l'altra.
E alla fine ci si trova col sedere per terra a guardarsi attorno e vedere solo cocci.
Se si riesce è il momento di armarsi di colla e buona volontà e cercare di ricominciare a ricostruire qualcosa. Ma nulla sarà più come prima.
Magari non per tutti, ma per molti è così.
Per mantenere questa tensione occorre una buona forza di volontà e stabilità mentale.
Purtroppo però se succede qualcosa (come gravi errori o crisi) all'imprenditore la persona viene colpita fortemente nel suo profondo.
Se la crisi è forte si scatena una specie di effetto domino che comincia a far cascare le cose una dopo l'altra.
E alla fine ci si trova col sedere per terra a guardarsi attorno e vedere solo cocci.
Se si riesce è il momento di armarsi di colla e buona volontà e cercare di ricominciare a ricostruire qualcosa. Ma nulla sarà più come prima.
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