E' un sacco che non scrivo di extra economia, in parte anche perché ormai ci sono altri luoghi dove parlo delle mie passioni.
Ieri (anche per sfuggire al carnevale in centro) dopo aver provato per la quarta volta ad andare a vedere McCurry e aver trovato troppa coda per i miei gusti, sono andato alla Triennale a vedere Lichtenstein.
La mostra mi è piaciuta moltissimo, mi aspettavo una mostra "commerciale" con una preponderante presenza di "fumetti", cioè delle opere forse più famose e caratterizzanti del pittore.
Invece è una vera retrospettiva che illustra (ottimamente) il percorso del pittore, con moltissime opere veramente eccezionali.
Probabilmente il grosso limite della mostra è che occorre una conoscenza abbastanza approfondita dell'arte moderna per godere appieno le citazioni di cui sono piene le opere.
Devo dire che non lo conoscevo moltissimo e quindi questa mostra mi ha fatto approfondire la vastità e bellezza del suo lavoro.
Due o tre opere di grandi dimensioni mi hanno letteralmente affascinato fino a farmi fermare nelle sale per guardarne tutti i particolari.
Molto molto consigliata.
Se poi avete voglia (e vi piace la fotografia) andate a vedere anche la mostra di Alec Soth, un fotografo che non conoscevo e che mi è piaciuto molto.
Una capacità di gestione della profondità di campo eccellente e (grazie anche all'uso di un banco ottimo) foto veramente molto belle.
Rispetto ai progetti presenti sul sito l'esposizione ha un po' meno foto, ma vederle in grande formato vale veramente la pena.
domenica 21 febbraio 2010
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8 commenti:
Stavo proprio per scartarla questa mostra; però adesso la riprendo in considerazione.
Mi viene in mente l´orchestra che continua a suonare mentre il Titanic affonda.
@Paola
secondo me ne vale la pena, poi certo va considerato se ti piace o no come impatto.
@Anonimo
non ho capito.
Nel senso che (orrore) il sabato pomeriggio invece di lavorare mi dedico ad una mia passione?
lavorare e basta è peggio
Non era intesa come una critica o qualcosa di personale. Mi colpisce il contrasto tra l´apparente normalitá della vita quotidiana, del festival di San Remo, delle mostre, dei dibattiti pettegolezzo in televisione... mentre il paese veramente sta sull´orlo della bancarotta, le ditte non vendono, i posti di lavoro spariscono. Forse é normale così. Probabilmente non si può fare diversamente. Ma a me colpisce.
Evidentemente, colpisce solo me.
Non era una critica personale. Anch´io apprezzo l´arte.
Guarda, in parte colpisce anche me.
Poi mi dico che davanti a qualsiasi tragedia la vita va avanti.
A volte mi immagino la vita del giorno per giorno durante la guerra. A noi che non l'abbiamo vissuta sembra impossibile, chi l'ha fatta ne ha pessimi ricordi ma ha continuato a vivere.
Sí, capisco e sono d´accordo: ad un certo punto, la considerazione da fare é quella.
Solo che mi sembra che non siamo arrivati lì, dopo aver fatto tutto il possibile.
Siamo partiti da lí. E non ci siamo mossi.
Siamo immobili sui binari, sperando che il treno che arriva sia solo un miraggio.
Speriamo.
tornando sul pezzo...
la mostra di mccurry ha tanta perenne coda per un semplice motivo...la sala è un buco.
la mostra non è male , organizzata dividendo le opere secondo 6 concetti ( l'altro, il silenzio e il viaggio, guerra, gioia, infanzia, la bellezza),ma per tante opere , e sopratutto per un nome come mccurry sarebbe servita una sala almeno 3 volte più grande.
se decidi di fare un altro tentativo metti in conto almeno 45 minuti di coda.
ps : la mostra di mccurry è stata prorogata fino al 21 marzo. nonostante il poco spazio ha attirato più di 100.000 visitatori
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