lunedì 16 maggio 2011

Scuola di vita, per la vita


Ha suscitato molta polemica nell'ultimo periodo l'uso dei test Invalsi per misurare la preparazione degli studenti delle scuole.
Ho fatto un tweet anch'io e ho ricevuto (tra le altre) questa risposta:
Può darsi, certamente, che i test siano da rivedere o inadatti, ma la risposta dice qualcosa che è più profondo e secondo me fortemente radicato nella nostra cultura "la scuola non è una azienda".

Tutti dicono che il problema dell'Italia è la meritocrazia.
Per avere una vera meritocrazia non esiste altro metodo che misurare le prestazioni.
Altrimenti abbiamo la meritocrazia all'italiana: siccome sei lì da 10/15/20 anni e quindi si presuppone che tu sappia fare il tuo lavoro ti promuoviamo.
Invece proprio misurando le prestazioni, posso fare emergere i migliori.
Basta vedere lo sport, dove la misurazione è la regola. (fatto salvo il doping) se corri più forte degli altri vinci, non è che alle olimpiadi ci arrivi perché sei il nipote di quello che le organizza.

La cosa preoccupante di questo atteggiamento è che da qui, a mio parere, partono molti dei nostri problemi e la scarsità di meritocrazia che abbiamo in Italia.
Se non si impara fin da giovani, a scuola, e giudicare ed essere giudicati secondo capacità, diventa difficile poi accettarlo nella vita.

E se spesso i professori per primi danno l'idea di giudicare in base a simpatia e non a dati oggettivi ci si abitua a questa situazione.

L'ideale della meritocrazia "dare a tutti le stesse possibilità" ha lasciato il posto ad un retorico "siamo tutti uguali" secondo il quale io devo comunque essere valutato bene anche se di matematica non capisco nulla e magari sono fortissimo in Italiano.
Col risultato di non evidenziare i miei punti di forza e di debolezza (altro non fa la meritocrazia).

Partendo da questa cultura diventa una fatica immane inserire poi dei sistemi di valutazione in azienda.
Perché semplicemente tutti vogliono la meritocrazia a parole poi, come ho già scritto, loro si aspettano di essere fra i meritevoli e che gli altri siano tra i meno meritevoli.
Solo che questo è applicabile a tutti, quindi tutti si aspettano di essere tra i meritevoli.
E quando abbiamo messo in piedi un sistema di valutazione (che ancora facciamo molta fatica a fare accettare) la risposta di molti è stata "ci date i voti come a scuola?" con una valutazione negativa della cosa.

"la scuola non è un'azienda", resta il fatto che all'estero, per quanto so, le valutazioni dei professori (anche da parte degli studenti) e delle scuole sono continue e consolidate.
E forse dalla applicazione di alcune best practice aziendali in termini gestionali (darsi degli obiettivi e misurarli ad esempio) le scuole avrebbero da guadagnare, pur mantenendo la loro specificità.

Il merito vero non può che prevedere un serio sistema di valutazione, e sarebbe ora che in Italia entrasse nella testa della gente.
E se il metodo non è quello giusto miglioriamo il metodo, non cancelliamo la valutazione.

1 commento:

Amici della Manzoni ha detto...

Che la scuola non sia un'azienda è vero. Ma questo non esclude che gli insegnanti debbano essere valutati. In una vecchia inchiesta di Jacona un preside di una scuola inglese spiegava come lui abbia il potere di scegliere i professori che insegneranno nella sua scuola (pubblica). Sarei scettico a introdurre un meccanismo simile in Italia perché non credo saremmo in grado di gestirlo, ma valutare gli insegnanti è comunque possibile. Mia figlia studia al liceo linguistico Manzoni di Milano, scuola civica di proprietà del Comune, dove l'anno scorso è stato introdotta la valutazione della qualità percepita. In pratica genitori e studenti danno i voti ai prof. Il preside sostenuto dal comune ha spinto per l'introduzione di questo sistema che ha provocato forti discussioni fra gli insegnanti. Alla fine il consiglio d'istituto l'ha votato e i voti sono stati lusinghieri. I ragazzi hanno mostrato maturità nn lasciandosi prendere dalla voglia di piccole ripicche e il preside ha dichiarato che ha discusso con qualche prof le valutazioni non positive. Ci vogliono regole precise per stabilire il metodo di valutazione ma l'iniziativa sarà ripetuta anche quest'anno. Fondamentale in tutto questo è stata la collaborazione dei genitori.
Saluti
Luigi