Un editoriale del FOGLIO di oggi dice: "L’inchiesta su Apple, una compagnia prestigiosa, mostra dunque che le stock option sono uno strumento malsano, che può generare manipolazioni del mercato e che consente ai manager di ottenere pacchetti azionari a prezzi scontati a danno degli altri azionisti".
Non sono d'accordo.
Le stock options possono diventare uno strumento "virtuoso" a patto che per tale fine vengano utilizzate.
Ad esempio per limitare la "smania delle trimestrali" di cui si è parlato molto nell'ultimo periodo e riportare la visione del management più a medio termine basterebbe fare dei regolamenti per i quali le stock option possono essere esercitate solo dopo qualche mese (6, 9?) che un manager ha lasciato la società.
In questo modo non sarebbe più in grado di taroccare le quotazioni e l'azienda godrebbe dei risultati che vengono anche e soprattutto dal suo lavoro.
Ma sarebbe incentivato a non lasciare una società alla deriva e senza progetti di medio termine.
Sulla tassazione, no problem, andrebbero tassate come reddito.
Diverso è il discorso di una incentivazione di un istituto che non esiste nel nostro ordinamento che è quello della partecipazione agli utili dei collaboratori (tutti, non i dirigenti).
Aiuterebbe a rendere i dipendenti più consapevoli e partecipativi all'andamento aziendale.
mercoledì 9 agosto 2006
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2 commenti:
Interessante Dagospia che riporta un articolo de L'Espresso; anticipando di poco la nuova normativa il buon Luca Luca ha pagato 1,2 milioni al posto di 4,4 su 10 milioni di stock option esercitate, decisamente "tempestivo" come il suo amico Diego...
Ragazzi fortunati.
Ma almeno Montezemolo non lo ha fatto il giorno prima, come Della Valle!
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