lunedì 23 febbraio 2009

La bestia è affamata

Una delle cose che mi spaventano della crisi in atto è che praticamente tutti (tranne i monopolisti, naturalmente) stiamo sacrificando margini.
Se hai le linee che producono o il magazzino pieno e necessità di cassa non ci sono molti metodi per spingere a breve. La leva del prezzo è quella più facile.
E i margini cadono con i prezzi.
E se cadono i margini crollano gli utili.

Molte persone perdono il lavoro o lavorano meno. Altri che pagano meno tasse.

Contemporaneamente il resto del mondo va avanti, gli stipendi pubblici aumentano e il nostro governo si è dimostrato incapace di tagliare le spese. Cosa tra l'altro poco opportuna perché ulteriormente depressiva dell'economia.

La combinazione di aumento di spese e diminuzione di tasse non è esattamente l'ideale per chi come l'Italia ha già un alto debito.

La mia paura è che come al solito i quattro gatti che le tasse le pagano e i pochi che vanno bene saranno chiamati a contribuire al buon andamento delle entrate.
Insomma alla fine pagano sempre gli stessi.

3 commenti:

Gabriele Barni ha detto...

bel problema!
e in America qualche imprenditore già si domanda se è giusto dover pagare di più tasse e fare sacrifici extra, per mantenere le varie multinazionali con manager stipendiati fior di quattrini.

Anonimo ha detto...

Quindi sarebbe giusto disattendere quanto previsto dai CCNL, vista la crisi. Quindi se un operaio dell'imprenditore, vista la crisi nei momenti di morta che ne so si mette a fare un lavoro in azienda andrebbe benissimo. Oppure per guadagnare qualce extra va a raccontare la rava e la fava di quello che succede in ditta ai concorrenti.

Anonimo ha detto...

Appena qualche giorno fa ho avuto modo di leggere che, in barba alla crisi, i politici si sono nuovamente alzati lo stipendio... D'altronde sono loro che soffrono la fame, non noi che, già prima della crisi in verità, facciamo salti mortali per arrivare a fine mese...ammesso che per il nostro lavoro sia riconosciuto un compenso...