venerdì 5 febbraio 2010

No ai ricatti

A me questo signore qui piace.
Non sono mai stato particolarmente appassionato al gioco molto in voga "dagli alla Fiat".
Anche perché in Italia è già molto praticato.
 
Negli ultimi giorni è in corso la battaglia su Termini Imerese.
Fiat oramai, piaccia o no è una multinazionale e non sono proprio sicuro, che al di là della (teorica) sede centrale sia ancora da considerare italiana. E come una multinazionale si comporta. Se c'è da razionalizzare va fatto.

E' allora cominciato il fuoco di fila del Ministro Scajola, noto per la sua incapacità di avere una politica industriale, a parte il rilancio del business del nucleare (che ti fa pensare possa essere perché le centrali sono costose da costruire quindi offrono ampi margini di interessamento) o per l'aeroporto di Albenga.
Peccato che il ministro ha un modo che definirei mafioso di mandare messaggi.
Prima dice che ci saranno gli incentivi, poi, in piena bagarre per Termini comincia a dire "valuteremo", pensando di piegare così Fiat al suo volere.

Peccato che il signore col maglioncino, il cui mercato ormai è globale e la produzione idem gli abbia risposto "no problem" e abbia risposto proprio sul punto debole del ministro, chiedendo "una seria politica industriale".

E la cosa non arriva dal maneggione Romiti, arriva da uno che ha rivoltato l'azienda come un calzino rimettendo al centro, finalmente, il prodotto.

Evitare i soliti commento "socializzare le perdite, privatizzare i profitti" ne è piena internet, e cercate di spiegarmi perché una azienda dovrebbe mantenere uno stabilimento inefficiente in una fase di sovracapacità produttiva.
Ed evito qualsiasi commento sullo sciopero come strumento per mantenere aperta una fabbrica (al limite invoglia ad accelerarne la chiusura).

20 commenti:

LivePaola ha detto...

Questo l'hai letto, no?

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/31-gennaio-2010/fiat-liberisti.shtml

Unknown ha detto...

ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhrggggg

anche se non mi stupisce, mi sa che la Giovane Italia è una branca ex-an e la destra sociale notoriamente ragiona con gli stessi tic di rifondazione comunista & Co. Loro il mercato lo odiano.

Grazie per la segnalazione (l'avevo perso)

Stefano ha detto...

Il problema è uno solo: in Italia il costo del lavoro è ormai a livelli assurdi e la tassazione idem. E' inizata la gara a lasciare questo paese. Adesso pagheremo il conto di decenni di assistenzialismo e spesa pubblica fuori controllo.
Detto ciò, Marchionne fa bene a chiudere Termini Imerese. Lo Stato però farebbe altrettanto bene a requisire lo stabilimento e darlo in comodato d'uso a chi voglia(seriamente) utilizzarlo.

Unknown ha detto...

@stefano

infatti mi pare di ricordare che Fiat abbia detto che lo stabilimento è a disposizione per chi lo vuole.
Anche perché così con lo stabilimento ceduto gratuitamente non sorge il contenzioso sugli aiuti certamente ricevuti ;-)

Ivan Crema ha detto...

Marchionne conferma di avere le idee chiare e di voler "salvare la Fiat con la Fiat", bene, avanti così, peccato solo che dovremo assistere per alcuni mesi ad una sfilata di bandiere del solito colore e di proclami dei soliti politicanti, che se ne fott..ehm fregano sia dei lavoratori che di un piano industriale per il paese.
Addirittura un piano industriale sensato ci sarebbe già: http://bit.ly/aLrS6D

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

un amministratore deve poter prendere le proprie decisioni senza ministri che si mettano di traverso... ma non era questo il governo "anti-comunista"...?!? bah

se marchionne prende certe decisioni certamente non lo fa a cuor leggero, quindi per i risvolti occupazionali c'è bisogno di un piano serio di reimpiego, cosa che va fatta insieme a governo e parti sociali, senza litigi

gufoimpiccione ha detto...

la fiat ha una situazione particolare. ogni gruppo automobilistico di solito tende per prima cosa a rivolgersi al mercato interno, fatto ciò pensa alle esportazioni.
così tutti i paesi con una propria azienda automobilistica di solito tendono a comprare preferibilmente auto fabbricate dal produttore nazionale.i tedeschi comprano tedesco , i francesi idem , i giapponesi anche, i cinesi anche.la fiat , da unico produttore italiano di automobili, ha la peggiore performance nel proprio mercat interno, arrivando solo al 30 % circa di quota mercato.
ha deciso di puntare sui mercati in espansione (brasile india e cina) e sugli usa, e fa bene. ma a questo punto
a) la smettano di scocciarci con le campagne "compra italiano" per farci comprare fiat e alfa romeo
b) da ora in poi la politica italiana dovrà prescindere dalle chiacchere di fiat sulla politica industriale. avessimo smesso di ascoltarli prima forse i mezzi pubblici ed l'indistria italiana ne avrebbero tratto beneficio....

Anonimo ha detto...

BMW, in Cina vendite piu che raddoppiate a gennaio
(Teleborsa) - Roma, 5 feb - BMW ha annunciato vendite più che raddoppiate in Cina nel mese di gennaio a 11.919 veicoli dai 5,360 del mese scorso. La BMW Serie 7 ha ripostato risultati estremamente lusinghieri, con 1.705 veicoli venduti, rispetto a 844 unità, facendo diventare il mercato cinese il top per quel modello."

Ciao caro, non c'entra molto con il post, se non perchè si parla di auto.. ricordi cosa ti dissi dopo l'estate quando pubblicasti quel post agghiacciante con la foto della saracinesca abbassata.. il mondo non finirà con "la crisi", che come hai correttamente osservato probabilmente è un accelleratore che porta certi nodi al pettine.. semplicemente finirà "un mondo", quello delle clientele, dell'inefficenza, dei Termini Imerese, della spesa pubblica o privata finanziate a debito, così in Italia come in Spagna o Grecia o America, ma di là dal mondo c'è chi festeggerà godendosi finalmente (consentimi) un benessere ed un progresso mai visti in molti secoli di storia
That's free market economy! (hopefully..)
Marco

commercialista ha detto...

Speriamo! ha fatto bene. speriamo continui a farlo. anche se temo che a breve dovrà affrontare scelte non facili.

Anonimo ha detto...

Le ditte chiudono. La gente non riesce a pagare il mutuo.

Penso alle banche che hanno finanziato tutto e tutti...

sergio ha detto...

flelishiio lavoro in una multinazionale ( svizzera ) del settore abb.to intimo.è uno dei leader di mercato in italia,non sto scherzando, è vero.250 addetti e 75 milioni di fatturato nel 2009 .
orbene ,per " razionalizzare " hanno deciso di delocalizzare la logistica in francia, e così 56 persone , tra cui io ( 28 anni di anzianità e 52 adi età )se ne va a casa.faccio notare che il fatturato negli ultimi 2 anni, cioè nel pieno della crisi, è diminuito del 9/10 % in totale, una miseria confrontandolo con altri settori.
dimenticavo, quando una multinazionale prende una decisione, statevene tranquilli : non c'è Santo, o Papa, o Min.Scajola o chi cavolo volete voi che possa farli recedere.
ma qui parliamo di solo 56 persone, a chi volete importi questo ?
mi fa una rabbia sentire e vedere in tv e sui media tutto questo cancan per Termini Imerese o per l'Alcoa .
non so bene come siano messe, ma certam. avranno fatturati non belli ( eufemismo ), ma sicuram. per le maestranze troveranno una soluzione.
per noi 56 poveri cristi nulla, per noi l'unica cosa garantita è la mobilità ( e forse la cigs ) .
siamo sempre in quel punto :
in italia i lavoratori sono di serie A e serie B .

Anonimo ha detto...

La crisi é solo all´inizio.

GS ha detto...

Se Termini Imerese chiuderà gli unici responsabili sono i politici locali e nazionali. E con loro che i lavoratori, che personalmente ritengo abbiamo ragione e vadano assolutamente tutelati, devono incazzarsi. Marchionne fa solamente il lavoro per cui viene pagato. I responsabili sono loro: politici nazionali, locali e sindacalisti. Loro bloccano e continuano a bloccare il Paese.

GS ha detto...

Se Termini Imerese chiuderà gli unici responsabili sono i politici locali e nazionali. E con loro che i lavoratori, che personalmente ritengo abbiamo ragione e vadano assolutamente tutelati, devono incazzarsi. Marchionne fa solamente il lavoro per cui viene pagato. I responsabili sono loro: politici nazionali, locali e sindacalisti. Loro bloccano e continuano a bloccare il Paese.

Parcobuoi.com

Anonimo ha detto...

Parcobuoi

Giusto:

-Le ditte devono andare dove ci sono le condizioni più favorevoli.

-I lavoratori ora, giustamente, si lamentano perché perdono il posto.

-I politici avrebbero dovuto creare le condizioni che attraggono le ditte--che, a loro volta, creano i posti di lavoro.

MA...

I politici sono stati eletti dai lavoratori stessi!

Quindi, di chi é la colpa?

:-/

Secondo me, il problema é sistemico. E non é nemmeno risolvibile ora.

Il risultato é che verrá un forte e prolungato calo del tenore di vita. E speriamo non succeda di peggio...

Mariolartigiano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Mariolartigiano ha detto...

A me Scajola mi avrebbe già divertito! Vogliono che Fiat, Alcoa e tutte le altre aziende che stanno lasciando l'Italia restino? Facciano funzionare questo paese in modo decente e chiacchierino meno!!!
Tasse più basse e più giuste in primis, coadiuvare le aziende invece di considerarle limoni da spremere e tagli netti e decisi alle pubbliche amministrazioni, da quelle locali a quelle centrali... Altrimenti se fossi un imprenditore anch'io valuterei di spostarmi dove non vengo considerato solo e comunque un evasore a prescindere...

Anonimo ha detto...

Fare funzionare il paese in modo decente é un buon proposito. Ma, in pratica, che fare?

Secondo me, la burocrazia in Italia ha un effetto anche peggiore delle tasse. Molta burocrazia si potrebbe facilmente eliminare. E il sistema diventerebbe immediatamente più competitivo e più efficiente. Ossia, sarebbe meno costoso operare in Italia.

Ma tutti quelli che campano grazie alla burocrazia il giorno dopo che fanno??

Lo stesso vale per le categorie protette, le cui tariffe sono indipendenti dal valore di quello che producono. Si potrebbero ridimensionare.

Ma questi intrecci di privilegio costituiscono una parte significativa della popolazione. Sufficiente a garantire che un partito dell´efficienza non abbia mai i voti per realizzarla!

Un altro problema della "democrazia rappresentativa" é che é facile spendere oggi e lasciare alle generazioni successive il conto da pagare. Chi pagherá il conto domani, infatti, non é rappresentato e non può opporsi.

Cosí é avvenuto. Ora sta arrivando il conto da pagare.

Anonimo ha detto...

Mariolartigiano

Non solo gli imprenditori si trasferiscono.

Anche gli artigiani.

Anche i pensionati...

Per molti é possibile migliorare il proprio tenore di vita semplicemente andandosene altrove. Tanti paesi offrono condizioni più favorevoli e hanno prospettive migliori dell´Italia.

Anton