Spesso sentiamo che bisogna dare "un lavoro" e delle prospettive ai giovani.
Si proprio così "un lavoro", generico, perché abbiano "uno stipendio" e possano farsi una famiglia.
Ci vedo due problemi principali.
Il primo è che lavoro, visto che poi molti lavori i giovani non li vogliono fare.
E che ognuno di noi ha giustamente delle aspirazioni e vorrebbe, credo, un lavoro che gli piaccia almeno un po' perché andare a lavorare non sia una condanna al carcere a vita.
La seconda, legata appunto alla ignoranza economica, è il come si forma il reddito.
Sarebbe bello se tutto potesse funzionare alla Keynes per cui basta pagare due squadre una che scava le buche e l'altra che le riempie per dare un lavoro a tutti.
Nel breve periodo può funzionare (e l'aumento di spesa pubblica è sempre un buon salvagente) ma alla fine chi paga?
Come ben capite se pagare le persone anche tassando i due gruppi al 50% non ce la farei a pagarli, ogni mese dovrei finanziare lo stipendio netto.
Si perché è vero che i dipendenti pubblici pagano le tasse, ma è un formalismo per correttezza generale, il loro stipendio per lo stato è un costo (il netto).
Ci vuole qualcuno che paghi le tasse e sia fuori dal giro della pubblica amministrazione.
I pirla come me (vale anche per i professionisti) che creano un prodotto o un servizio, danno lavoro e magari lo vendono nel mondo facendo arrivare in Italia anche un bel po' di soldi dall'estero.
E alla fine le mie tasse le paga un americano o un tedesco acquistando i prodotti. Come io pago pro quota le sue acquistando una automobile o un elettrodomestico ecc.
Ma pago le tasse se riesco a mantenere in equilibrio e competitiva la mia azienda.
Quindi non è che se mi servono 10 persone ne posso avere 15, non pagherei tasse e alla fine probabilmente fallirei. (mentre se sono una bella conglomerata pubblica tipo municipalizzata posso anche avere persone in più, tanto pagano i (tar)tassati).
Non solo, ma ho bisogno gente in gamba, motivata, capace di fare il suo lavoro, quindi offro quel lavoro e non "un lavoro".
Quindi, facendo il mio lavoro, io la mia parte la faccio.
Se la spesa pubblica è un palliativo di breve durata, certi lavori non si vogliono fare e non si può pretendere dagli altri più di quello che già fanno, esiste la quarta via.
Muovere le sante chiappette e crearsi il lavoro.
E non ditemi che:
- vi mancano i soldi: per le buone idee di soldi in giro ce ne sono in abbondanza (rinunciando al controllo naturalmente)
- è rischioso (a me lo dite? perché io non rischio?)
- è difficile ed impegnativo: certo, ma allora smettete di sputare su chi non crea abbastanza lavoro
2 commenti:
Parzialmente d'accordo con il tuo post: Muovere le sante chiappette e crearsi il lavoro. io lo modificherei in Muovere le sante chiappette e cercarsi il proprio lavoro. .
Tuttavia permettimi una riflessione ulteriore, l'Italia è il paese che esporta più laureati, questa è manodopera qualificata o potenzialmente qualificata che gli imprenditori italiani non riescono a sfruttare.
@Jakala
Vero.
E vero che esportiamo laureati.
compito della politica dovrebbe essere creare le condizioni perché chi ha voglia di fare impresa sia messo in condizioni di farlo, e chi vuole fare ricerca trovi delle strutture dove farlo.
Non lo facciamo ormai da anni, quindi, giustamente chi ha voglia di fare va dove si può.
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