sabato 5 luglio 2008

misteri

Perché le donne si lamentano del caldo fortissimo e poi si mettono sotto il phon per mezz'ora per tirarsi i capelli?

Siamo sicuri che le infradito siano le calzature più adatte in un posto come Milano?

Come può un uomo di più di 22 anni sano di mente (magari con le gambette secche e bianche e non altissimo) andare in giro orgogliosamente con i pantaloni a pinocchietto?

A parte un certo numero di gay, chi si veste davvero con le cose che ho visto in foto presentate nelle sfilate di moda?

venerdì 4 luglio 2008

Le due età

Avvicinandosi ormai ai cinquanta sempre più mi ritrovo a usare un'espressione che mi faceva ridere quando la sentivo usare dai miei genitori: quel ragazzo lì, detto di persone di quaranta e passa anni.
Ma la nonna, ormai ultracentenaria, la usa regolarmente per indicare il figlio, ormai più vicino agli 80 che ai 70.. quindi...

Sempre più in questo periodo mi rendo conto come, con l'avanzare degli anni, si crei una strana divergenza tra l'età che uno sente e quella effettiva che ha.
Da un lato certo non mi sento più un ragazzo, ma se devo essere sincero non mi sento neppure un (quasi) cinquantenne e spesso esce la mia vena goliardica certo poco adatta al mio aspetto fisico.
Da un certo punto di vista quindi ecco che mi ritrovo a cercare un continuo compromesso tra l'età anagrafica e quella "percepita". Pur senza essere un maniaco di queste cose continuo a progettare la mia vita come fossi un ragazzo di vent'anni.
Vedo poi persone poco più vecchie di me (e a volte più giovani) che vivono per la pensione, quello è il loro obiettivo, poter finalmente "far niente".

Questa premessa, visto il tema del blog, è il successivo collegamento all'azienda.

Anche l'azienda deve tenersi giovane ed attiva, a maggior ragione se ha una storia ed è "anziana".
La cosa peggiore che possa capitare ad una azienda è cominciare ad invecchiare, perdere la curiosità e la voglia di progettare il futuro.
Sentirsi pronta per la "pensione" sfruttando quei prodotti cash cow che hanno da tanti anni successo e garantiscono una sopravvivenza dignitosa.

Anche le aziende hanno quindi un problema di due età, quella reale e quella percepita.
Non sono un maniaco dei giovani in azienda, credo che l'esperienza che possono portare persone di una certa età sia impagabile, ma credo che ancora una volta il trucco sia utilizzare correttamente le risorse.
Le persone di esperienza non devono essere un freno per l'innovazione e le nuove idee, i giovani non devono sottovalutare il peso dell'esperienza, visto che la storia si ripete.

E l'azienda nel suo insieme deve sempre tenere conto della necessità di gestire correttamente l'essere giovane "dentro" con l'anzianità della sua storia.

martedì 1 luglio 2008

Hardware & Software


Allora non c'erano i blog, e forse partecipavo a qualche mailing list.
Ma ricordo che quando Tiscali (e fece molto scalpore) superò, come capitalizzazione di borsa, Fiat, ebbi l'impressione che ci fosse qualcosa che non funzionava.

Non era possibile che una start up, pur di grande potenziale, valesse più di una azienda centenaria, che ha in pancia comunque degli immobili, un know how, dei marchi conosciuti a livello mondiale; qualcosa non funzionava.

Era il boom dell'economia di carta, che ancora oggi si trascina.
Quanti miei "colleghi" hanno sostenuto la crescita finanziaria personale con pegni su pegni?
Ad un certo punto pareva che solo gli stupidi continuassero a produrre, a cercare di guadagnare vendendo hardware, sviluppando prodotti, usando la finanza come mezzo per lo sviluppo aziendale e non come fine.
Per non parlare di chi ha cominciato a inserirsi nel vortice immobiliare, debiti su debiti per finanziare acquisizioni di immobili, con la costruzione di castelli di carta basati sul debito.

E quattro stupidi sempre lì con in mano la lima e il cacciavite a cercare di produrre.

Sembrava che gente come Gnutti & la combriccola dei bresciani dovessero diventare i padroni d'Italia. Grandi paginate sui nuovi capitalisti coraggiosi.

E intanto Mediobanca, che perdeva il suo padre padrone, restava in disparte.
E uno intelligente come Colaninno investiva i suoi soldini in una azienda di hardware, con marchio forte.

Quel castello sta miseramente crollando: qualcuno è in galera, altri sulle pagine dei giornali ci finiscono per i guai giudiziari, altri hanno perso molti dei soldi "facili" investiti, altri disperatamente cercano di vendere qualcosa per salvarsi, siamo al punto che in crisi di liquidità, grazie ai castelli che hanno creato, ci sono le banche. Il che se mi permettete è una contraddizione di business.

E noi metalmeccanici di provincia siamo sempre qui, con la nostra lima e il nostro cacciavite a tirar sera cercando di vendere nel mondo i nostri prodotti.
Senza troppi debiti, ricchi un poco di più del 2000, lontani dalle copertine dei giornali, dai giri "giusti" ma padroni delle nostre aziende e con sonni tutto sommato tranquilli (nei canoni di chi fa il nostro mestiere).

In compenso il castello che sta crollando sta uccidendo il mercato interno.

sabato 28 giugno 2008

Demoni

Ognuno di noi ha i propri demoni.

Ci sono persone che vengono trascinate nel gorgo del gioco, altre che si abbandonano alla droga.

Molti poi hanno demoni più privati, personali, a volte sessuali (vedi Max Mosley), a volte psicologici. E a volte sono tanto privati da avere paura a confessarli anche a se stessi.
La mente umana è complicata, e ognuno di noi ha parecchie sfaccettature.
Di questa cosa va sempre tenuto conto quando ci si occupa dei collaboratori.

Anche io ho i miei bei demoni dentro.

Ma anche le aziende hanno i propri demoni.
Ogni azienda ha delle cose che, cascasse il mondo, sono inserite nel DNA aziendale e si fa una fatica incredibile a cambiarle o migliorarle.

Perché in fondo le aziende sono creature viventi, con i loro vizi e difetti.

E allora spesso il demone è l'incapacità di trattenere i bravi collaboratori, o quello di non ascoltare i clienti ecc.

La nostra per esempio ha una specie di difetto nel DNA che colpisce le modifiche.
Quando facciamo un prodotto nuovo e quindi R&D il prodotto esce con una difettosità accettabile per un prodotto nuovo, anche quando è complesso (ricordo che sono un metalmeccanico)

Quando poi cominciamo con le implementazioni e le modifiche inizia il disastro, probabilmente perdiamo la visione d'insieme, o non consideriamo tutto o non so cosa.
Resta il fatto che cominciamo con un balletto tipo cambia qui si rompe lì, metti a posto lì, si rompe là, ecc con una catena che sembra non avere mai fine.
A discolpa dei tecnici va detto che spesso i clienti riescono a fare cose inimmaginabili...

Lo sappiamo, ogni volta cerchiamo di migliorarci e ogni volta ci caschiamo dentro.

E l'azienda dove lavorate voi ha dei demoni?

sabato 14 giugno 2008

Vecchie glorie


L'altra sera sono andato a Milano a vedere John Fogerty.

Grande concerto. Non l'avevo mai visto, nonostate sia letteralmente cresciuto on la sua musicia.
Certamente avere un repertorio sconfinato come il suo aiuta molto ma ciò non toglie che sia ancora in forma.
Avere la possibilità di iniziare con una sequenza di canzoni che per il 90% degli artisti sarebbe un lusso avere per i bis è una cosa importante.
Ciò non toglie che è e resta una delle leggende del rock. E dovesse capitare di nuovo da queste parti vale i soldi del biglietto.
Forse, per parafrasare un po' il titolo di un suo album, ha la Face of the zombie, non so se si è fatto tirare, si trucca o cosa (certo si tinge) ma preferisco chi invecchia e ne mostra i segni.

Tra l'altro viste le sue prestazioni e quelle dell'altro sessantenne del New Jersey in giro in Europa devo dire che sempre più mi convinco che il fatto che buona parte dei sessantenni in Italia sia in pensione è uno spreco.

Senza argomenti

Periodi come questo per me sono terribili.
Fra pranzi, cene, incontri di lavoro, vita sociale, non ho argomenti.

Il mondo parla di calcio e io li guardo imbambolato e tagliato fuori dalla possibilità di interagire. Guardato come un marziano che non sapeva non solo che l'Italia ieri sera giocava, ma addirittura fino ad una settimana fa che ci sarebbero stati gli Europei.

giovedì 12 giugno 2008

Arriva il momento

A furia di avere commentatori che arrivano qui a dirmi "va a laurà barbun" invece di bloggare poi capita che ci azzecchino.

E mi tocca anche lavorare invece di stare comodamente a sfruttare gli operai.
Ma son sempre qui. Oddio ultimamente in ufficio pochino pochino ma insomma, non sono sparito (deludendo quelli che mi augurano di peggio che lavorare ;-) )

giovedì 5 giugno 2008

O tempora o mores

Certo che mai fino ad alcuni anni fa avrei immaginato un candidato alla segreteria della CIGL che come foto sul Corsera (oggi in economia) si fa ritrarre al timone di una barca.
Una volta erano sul palco attorniati da bandiere rosse con falce e martello.

giovedì 29 maggio 2008

Correnti


La Cgil abbandona il tavolo con Brunetta Corriere della Sera: "Abbiamo rilasciato una dichiarazione al ministro come confederazione e categoria pubblica, denunciando un grave errore di metodo nella convocazione, perchè si è deciso di far partecipare un solo componente» per ogni sigla sindacale"

Brutta roba avere in casa un sacco di correnti. Si rischia che se devi mandare uno solo in un posto si litighi su chi ci va e gli altri non si fidino di quello che lui dice e riporta...

venerdì 23 maggio 2008

Banche e mutui



Per una volta sono in disaccordo con Steve.

Non ho notizie, non ho approfondito la questione ma queste sono le mie sensazioni.

Se devo dire la mia scemata l'impressione è che le banche avessero enormi problemi con i mutui, se la gente non è in grado di rimborsare il problema coi mutui al 110% diventa della banca, e quindi abbiano trovato un accordo con Tremonti.

Il governo fa bella figura permettendo di portare le rate a un livello compatibile con le esigenze delle persone, le banche possono rinegoziare dicendo che lo fanno perché il governo le ha "forzate" e non perché altrimenti saltava il tutto.
Gli interessi se li portano a casa lo stesso e, anzi, con l'allungamento la gente sarà legata a quella banca per ancora più tempo

A parole si tutela la storia


A parole si tutela la storia e la cultura, nei fatti certe situazioni portano alla sparizione della storia e di chi cerca faticosamente di portare avanti progetti culturali.

Non so chi di voi sia stato a Milano e sia appassionato d'arte. Se è così non può esservi sfuggita la Libreria Bocca in Galleria.

Un punto di riferimento, a metà tra la libreria e la galleria d'arte, un posto dove entrare e sfogliare cataloghi d'arte provenienti da tutto il mondo (ci sono comode poltrone).
Un posto dove potete entrare senza idee e uscire pieni di libri.
Un posto dove potete farvi raccontare storie interessanti da chi ci lavora e di arte è grande appassionato oltre che esperto.

Come tutte le attività di questo tipo posizionate nei punti strategici e importanti delle città il rischio è quello della sparizione.

La giunta Moratti (giustamente) vuole valorizzare il patrimonio comunale. Ma chiedere l'affitto che possono pagare Prada, Tod's Mercedes o Louis Vuitton, tutti lì a due passi (ma anche a supermercati consumistici della cultura come la Feltrinelli) a una attività di questo tipo è condannarla al fallimento.
Ha già chiuso la mitica reminders lì davanti, vogliamo far sparire un'altra attività che ha solo 233 anni?
Vogliamo davvero che le nostre città diventino supermercati indifferenziati che non capisci più dove sei visto che sono diventate il regno del franchising e quindi più che Zara, H&M e simili non ti trovi?

Costa dei soldi dare un canone "agevolato" a qualche attività?
In questo caso previa presentazione dei bilanci e la contrattazione di un canone accettabile che il delta venga messo in capo all'assessorato alla cultura mi pare una cosa giusta non uno spreco.
Uno spreco sono gli uffici ad equo canone o canone bassissimo nelle stesse zone. Ma quelli magari sono per gli amici o gli amici degli amici.

Chi ha tempo e voglia faccia il passaparola. E se passa da Milano ci metta la testa dentro, il solo pavimento vale una visita.
NB: non ho alcun interesse economico nella cosa, sono solo un cliente.

martedì 20 maggio 2008

Ti indico io l'evasore

Si parlava a casa di un collega imprenditore, e la mia gentile signora (come si dice qui in padania) mi dice: ma Tizio continua a costruire case.
Io conoscendo il business di Tizio che vende in area locale merce alimentare direttamente ai piccoli negozi ho avuto la risposta pronta: con tutto il nero che farà deve pur reinvestire.

Ecco a volte basterebbe cacciare davvero il naso in certi meccanismi per trovare le situazioni poco chiare.

Non a caso un dentista che conosco ha un paio di case non denunciate in Costa Azzurra (e anche lì vorrei capire com'è che non lo beccano).

Mi faccio orrore


A volte ho pensieri che mi spaventano e mi fanno schifo.

Quando c'è stato il terremoto in Cina il primo pensiero è stato: speriamo sia crollata qualche fabbrica di quelle che fanno le copie.

Una roba orribile. Lo so benissimo, e mi fa schifo,
Forse facevo meglio a non scriverlo ma sono, così, a volte condivido con voi pensieri che fatico a condividere con me stesso.
Ma a tanto può arrivare l'uomo, a tanto può portarti l'odio per chi ti sta avvelenando il mercato e il futuro.

Autocentralità


ho più volte ribadito l'importanza del settore automotive all'interno dell'industria. Direttamente e indirettamente.
Rallenta Fiat e si tira dietro le statistiche dell'industria nazionale.

Questo anche secondo alcuni le cose vanno discretamente.

Una cosa è certa, sono momenti difficili. Il post elezioni è sempre interlocutorio (tipo vediamo cosa fanno questi), il credito si sta facendo difficile più per una situazione interna delle banche che per veri problemi generali.

Inoltre la bolla immobiliare secondo me non ha espresso ancora tutto il suo potenziale. Ad oggi si cerca di sostenere un certo ottimismo (giustamente dico io) sui media.
Ma basta guardarsi in giro, la coda della bolla è in tutti quegli immobili che dalle mie parti, ma sono pronto a scommettere, anche da voi, sono in fase di costruzione.
E adesso a chi li vendono se le banche tornano (giustamente) a fare mutui all'80% invece che al 110% del valore, se la gente è già indebitata, se chi poteva comperare casa l'ha comperata?
E se davvero cominciano i problemi sui rimborsi in una fase nella quale le banche non esplodono di soldi cosa succede? Mica possono tenersi in carico centinaia o migliaia di immobili.

Insomma io sono molto attento all'evolversi della situazione.
E non credo sia un periodo in cui esporsi troppo.

Tra poco, poi, comincerà il tempo degli sciacalli. Che siccome sono ricchi lo diventeranno ancora di più comperando appena i prezzi scendono o qualcuno, disperato, è costretto a vendere.
Funziona così da sempre, scandalizzarsi non serve a nulla.

giovedì 15 maggio 2008