
Allora non c'erano i blog, e forse partecipavo a qualche mailing list.
Ma ricordo che quando Tiscali (e fece molto scalpore) superò, come capitalizzazione di borsa, Fiat, ebbi l'impressione che ci fosse qualcosa che non funzionava.
Non era possibile che una start up, pur di grande potenziale, valesse più di una azienda centenaria, che ha in pancia comunque degli immobili, un know how, dei marchi conosciuti a livello mondiale; qualcosa non funzionava.
Era il boom dell'economia di carta, che ancora oggi si trascina.
Quanti miei "colleghi" hanno sostenuto la crescita finanziaria personale con pegni su pegni?
Ad un certo punto pareva che solo gli stupidi continuassero a produrre, a cercare di guadagnare vendendo hardware, sviluppando prodotti, usando la finanza come mezzo per lo sviluppo aziendale e non come fine.
Per non parlare di chi ha cominciato a inserirsi nel vortice immobiliare, debiti su debiti per finanziare acquisizioni di immobili, con la costruzione di castelli di carta basati sul debito.
E quattro stupidi sempre lì con in mano la lima e il cacciavite a cercare di produrre.
Sembrava che gente come Gnutti & la combriccola dei bresciani dovessero diventare i padroni d'Italia. Grandi paginate sui nuovi capitalisti coraggiosi.
E intanto Mediobanca, che perdeva il suo padre padrone, restava in disparte.
E uno intelligente come Colaninno investiva i suoi soldini in una azienda di hardware, con marchio forte.
Quel castello sta miseramente crollando: qualcuno è in galera, altri sulle pagine dei giornali ci finiscono per i guai giudiziari, altri hanno perso molti dei soldi "facili" investiti, altri disperatamente cercano di vendere qualcosa per salvarsi, siamo al punto che in crisi di liquidità, grazie ai castelli che hanno creato, ci sono le banche. Il che se mi permettete è una contraddizione di business.
E noi metalmeccanici di provincia siamo sempre qui, con la nostra lima e il nostro cacciavite a tirar sera cercando di vendere nel mondo i nostri prodotti.
Senza troppi debiti, ricchi un poco di più del 2000, lontani dalle copertine dei giornali, dai giri "giusti" ma padroni delle nostre aziende e con sonni tutto sommato tranquilli (nei canoni di chi fa il nostro mestiere).
In compenso il castello che sta crollando sta uccidendo il mercato interno.