lunedì 6 agosto 2007

Preoccupante /2

Una piccola estensione sul mio post precedente, riprendendo i commenti e quanto scritto da Zener.

Non è, purtroppo, solo una questione di tasse. E' certamente anche una questione di tasse, ma con le nostre dimensioni e un po' di pelo sullo stomaco le questioni fiscali si aggirano senza grandissimi problemi.

E' purtroppo una cosa più generale.
Dalle leggi sempre più punitive verso le aziende, tipo chi vuole cancellare la Biagi e tutti i problemi della privacy e della sicurezza.
Le regole ci vogliono ma non possono essere assurde e velleitarie, inapplicabili per le piccole aziende o sproporzionate rispetto ai rischi.
Del funzionamento della macchina di "contorno" che alle aziende serve: come puoi aspettare anni (e intanto il concorrente prospera) una sentenza sulla protezione di un brevetto, come non puoi aspettare anni per far valere i tuoi diritti con un cliente che non ti ha pagato.
Come si può scontrarsi ogni giorno con burocrati che invece di applicare il buonsenso si attaccano a regolamenti, timbri, carte bollate, e controlli sulla parte formale e non su quella sostanziale?

E più in generale, questo è un paese dove si continua ad inasprire le pene su tutto.
Ma non si fanno controlli, o a volte si usano le pene per raggranellare soldi.
E i pochi che vengono pizzicati pagano per tutti.

Faccio l'esempio della nuova stretta sul traffico. In linea teorica siamo tutti d'accordo che ci si debba impegnare per più sicurezza sulle strade.
Ma chi viaggia all'estero sa che lì la situazione è diversa.
Qui da noi è una selva di cartelli con pessima manutenzione, con limiti assurdi.
Quanti tratti di autostrada abbiamo a 60,70 all'ora? Avete mai provato a rispettarli?
Quanti cartelli e tratti ci sono a 30 all'ora sulle statali?
Limiti assurdi e continui cambiamenti fanno essere meno attenti nella guida.
Ci sono tratti nei quali dopo un po' uno non sa più quale è il limite. Poi scopri che era 30 all'ora, e se passi a 70 all'ora (quasi fermo con una moderna berlina in statale) ti tolgono la patente.
E gli autovelox sono più "mucche" da cash che non strumenti per far rispettare il codice della strada.
Per far andar piano la gente basterebbe che ci fosse (come all'estero) una quantità decente di polizia in giro. Basta una macchina della polizia e il traffico è rallentato al limite.
Invece da noi riesci a fare centinaia e centinaia di chilometri senza incontrare pattuglie (se non all'autogrill).
E gli ubriachi? Basta mettersi fuori dalle discoteche o dai ristoranti e semplicemente fare il palloncino a tutti quelli che escono.
O in certi orari in certi ingressi dell'autostrada.
Una volta, due volte, tre volte poi ci si abituerà a fare come all'estero.

E ampie zone del paese dove prosperano i delinquenti, compresi miei colleghi che prendono la tangente sugli stipendi; mi dicono essere ancora in vigore il netto diverso da quanto dichiarato in busta, solo che qui da noi a volte è di più per gli straordinari, in altre zone è di meno perché dei fetenti approfittano della scarsità di lavoro per rubare i soldi ai loro collaboratori.
Va detto che spesso quei soldi finiscono come "pizzo" alla criminalità, quindi i collaboratori pagano l'incapacità dello stato di controllare il territorio.

E poi, quando leggi di cose come quelle di cui ho parlato ultimamente, cassazione che si occupa di parolacce, dipendenti lavativi reintegrati per la privacy, aeroporti che funzionano da schifo (e se ne sono accorti adesso?), un ceto politico impegnato a parlarsi addosso invece che pensare al nostro futuro.

Insomma, almeno fosse solo una questione di tasse.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Actarus74

Certo che non e' un problema solo fiscale, per fortuna pero' nella giungla legislativa europea si trova sempre una scappatoia per ammorbidire l'impatto.
Ma resta il fatto che gridare "morte agli evasori" e nel frattempo "spremere" di piu' fa bella pubblicita', ma non risolve il problema "endemico" italiano.
Le difficolta' non faranno che aumentare perche' la vera natura del problema sta ad un livello piu' alto, e li non si va mai a guardare o discutere perche' non conviene...ma entriamo in altri temi! scusate il post lungo, vi lascio con una citazione..... Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa , costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta" (Buckminster Fuller)

Il Gatto Nero ha detto...

Abbiamo questa chimera dell'estero

rischiamo di essere pedanti, però i fatti sono questi: non sono solo le tasse, non sono solo gli studi di settore, non è solo la demonizzazione dell'imprenditore o del professionista,
è la vessazione che lo Stato, l'Amministrazione Pubblica in genere, ci ha fatto oramai digerire come normale e alla quale ci tartassa sistematicamente

quello che mi stupisce è che ancora l'italiano subisce senza reagire e sprofondando nel degrado dell'ignoranza generalizzata

qualche giovane lontano dai clamori ne è immunne,
anche qualche, pochi, illuminati comunque esistono ...

gatton.

Anonimo ha detto...

@l'imprenditore
Ti siamo davvero vicini, ciò che dici si deve sottoscrivere. E si deve reagire.
Andare all'estero, combattere qui ... ma si deve reagire, tutti insieme.

Anonimo ha detto...

Ciao Impre!
Le tue parole sono sempre sensazionalmente illuminanti!
Ricche non solo di buon senso ma soprattutto di verita' mischiata ad amarezza, ma con spirito costruttivo.
Pero' mi chiedo... la Casta vende, stravende, tutti si stanno rendendo conto di come la politica vive sempre piu' in pianeta anni luce distante dalla realta' degli elettori... lo sanno anche i muri, ora. L'economia sempre piu' ostacolata, un carico fiscale ormai diventato un macigno troppo pesante, eppure di concreto non si fa nulla.
Ci si limita ad un "vaffanculo day" che ha solo un effetto populista, mediatico ma che ha poco di costruttivo.
Forse lo stato di benessere e' ancora sostanzioso, la volonta' di reazione sempre ai minimi.
Mi sembra che sia venuto il momento di accompagnare lo scritto all'azione, per il bene di tutti.

ciao,
buddy

Anonimo ha detto...

Impre
logico che non è solo un problema fiscale ma anche di sistema.
Il carico fiscale accentua tale problema di sistema: si paga per servizi inesistenti o inefficienti.
A volte io mi chiedo per cosa le pago le tasse.
Sanità, sicurezza, servizi...
vada per un minimo di welfare ma ho l'impressione che i miei tributi se ne vanno esclusivamente a fondo perso chissà dove.
Zener