Faccio parte di una generazione cresciuta già con la televisione. Anche se le mie figlie non mi credevano quando gli dicevo che c'erano 2 canali, uno dei quali iniziava tardo pomeriggio.
Niente telefonini, niente internet, niente computer, niente radio (se volevi sentire il rock c'era radio Luxemburg in AM la notte).
Le notizie filtravano attraverso paludatissimi telegiornali democristiani e serissimi giornali.
La musica era ancora su disco e se volevi "piratare" (si faceva anche allora) ti accontentavi del fruscio di una cassetta.
Quando "annunciavano" un disco lo sapevi dal negozio di fiducia e ti consideravi fortunato se riuscivi ad averlo uno o due giorni prima.
Oggi è tutto immediato, le notizie in pochi minuti fanno il giro del mondo, sulla musica i social network e i gruppi di discussione in pochi minuti diffondono nel mondo intero le novità.
Annunciano un disco, dopo un attimo, hai la copertina. Dopo un giorno o due hai già l'MP3.
Vivendo così non mi stupisco che i giovani si abituino a "tutto e subito", che poi arrivino in azienda e i tempi di inserimento gli sembrino biblici. Eppure troppo spesso ho l'impressione che la velocità vada di pari passo con la superficialità.
Ho l'impressione che si stia perdendo la capacità di fermarsi e pensare, di approfondire. Non c'è tempo, la prossima cosa è già lì, incombente, che pressa.
Blackberry, telefonino, reti wireless, sei sempre connesso, sempre a disposizione. Teoricamente lavori meno ma in verità lavori sempre.
E questa fretta diventa sistemica, le cugine sfruttano una morta perché vogliono fare le veline, non volevo credere ai miei occhi quando ho visto in giro gente con la maglietta di Corona (a quando quelle di Coppola e Ricucci, ammesso che non ci siano già), una prostituta diventa star televisiva dopo aver fatto una marchetta con un deputato, tutto diventa scorciatoia e non un percorso da costruire. L'unico valore per avere successo è essere in TV, anche se è chiaro a tutti che salvo una presunta capacità sessuale non hai altre grandi doti.
Se va avanti così la gente fa fuori il fratello per finire in televisione.
Altro che evasione fiscale, qui c'è da porsi attentamente un problema di moralità della società. Mi sento veramente un vecchio trombone a fare questi discorsi sociologici (oltretutto senza averne la capacità) ma vedo in giro sempre più persone preoccupate di questa situazione esplosiva.
E molti, troppi, ivi compresi amici da sempre comunisti, cominciano ad accarezzare l'idea di un necessario dittatore che venga e cominci a dar legnate per raddrizzare questa situazione.
C'è nella società una insofferenza verso il prossimo enorme. Partendo dalle piccole cose, tipo un bambino che gioca.
La gente vuole una città "viva" ma non vuole i locali sotto casa sua, il telefonino ma non i l ripetitore, il traffico scorrevole ma non la strada, parcheggiare vicino a casa ma non i parcheggi sotterranei, energia ma non le centrali, il lavoro ma non le fabbriche.
E tutti ormai parlano di tutto (sottoscritto col suo blog per primo) spesso dicendo castronerie infinite, prendendo spunto da una classe politica, specchio del paese, dove si parla per far prendere aria alla bocca, per avere la foto sui giornali, per far vedere che si esiste.
L'unico valore sembra diventato apparire.
E in questa confusione soccombe chi alla rissa cerca di contrapporre il ragionamento, agli slogan i dati, al tutto e subito l'idea che le cose si raggiungono attraverso un percorso fatto di impegno e di merito.
PS Son proprio un vecchio trombone guarda dove riesco ad arrivare partendo dall'aver trovato su internet il nuovo singolo di Bruce. Che è pieno di energia per la cronaca. Ma lui è uno che ferma e ragiona, quindi può arrivare motivato alla soglia dei 60 anni.
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9 commenti:
Il problema del "dittatore" è che dobbiamo trovarlo straniero ... se ci mettiamo un'italiano non cambierebbe nulla ... anzi, invece che voler andare in TV, l'Italian Dream diverrebbe diventare il dittatore ... soldi, potere puttane e coca.
Actarus74
Condivido, anche se faccio parte della generazione che ha visto nascere i telefonini (benche' ne abbia comprato uno, solo per necessita' lavorative molti anni dopo!!), ancora si andava al "campetto" della chiesa a giocare a calcetto.... capitava anche di gironzolare per la citta' deserta nelle giornate di agosto a non fare nulla, ma senza annoiarsi. I video game erano in Cartucce ed eri privilegiato se avevi un Atari o intellivision (sigh!), per il resto imprenditore non sertirti un trombone, quelle che dici sono cose molto vere...
Non sentirti trombone il tuo e' solo caro vecchio buon senso, e come ha detto l'anonimo il dittatore dovrebbe essere straniero che fosse italiano diverrebbe preda dei Corona e similari che sono in giro per il paese. A propo' lo fai ancora quel gioco ocn i cv? nel caso vorre mandarti il mio per conoscere la tua opinione. Saliu't L.
@suarez
Il gioco del CV è un pezzo che lo devo riprendere, come devo finire il discorso selezioni (ho anche delle bozze) il problema è che per fare certe cose ci vuole tempo.
Le metto lì e dico, appena ho un attimo di calma lo faccio.
Ecco, appunto, come dicevo nel post....
Da sempre la società si evolve, cambia, matura. Alcuni comportamenti saranno considerati "superati" (e dimenticati), altri si consolideranno col tempo e saranno patrimonio ed orgoglio di una società.
Le persone che puntano solo ed esclusivamente all’apparenza per avere “successo” ci sono sempre state, ora grazie alla tecnologia hanno una cassa di risonanza maggiore rispetto al passato.
Fino a quando la cosa è limitata al mondo del gossip non è preoccupante. Il problema è quando trovi nelle aziende, come nella società, chiacchieroni tutto fumo che grazie alla loro capacità da incantatori di serpenti occupano posti di direzione per i quali sono inadeguati. In questo la nostra società ancora non è matura, deve trovare il vaccino che forse nei paesi nord europei hanno trovato.
Non penso però che riuscirò a vedere una società dove la sostanza prevalga sulla forma, naturalmente la mia è tutta invidia.
Probabilmente non c'è altro da fare che rendersi conto, con tristezza nel nostro caso, che il mondo sta cambiando, e probabilmente in peggio ...
Accellerazione.
Ogni fenomeno, ogni moda, ogni teoria si brucia in tempi rapidissimi per lasciare spazio ad una nuova.
Come sempre c'è del buono ma bisogna prendersi anche l'altra faccia della medaglia.
Anche io sono nato nell'epoca dei due canali televisi [però da Milano si pigliava anche la Svizzera a colori!]; personalmente sto meglio ora che con due canali - oltre al resto - ma rimpiango la morale di un tempo dove il successo si costruiva sulle competenze e "con il sudore della fronte".
Il tema è talmente ampio ed articolato che un commento non può essere esaustivo, magari durante il we ci rifletto e........
Un abbraccio.
Pier Luca Santoro
anche io sono un fan di bruce e ho da poco un blog http://chiaroscuro1969.blogspot.com/ se cid ai un'occhiata mi fai un piacere. io da emule ho scaricato tanta di quella roba su bruce che anni fa avrei pagato milioni in vinile
no comment
Condivido pienamente.
Ciao
Duca
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