Nei paesi dell'Est Europa, dato il loro recente ingresso nel mondo capitalistico, è stato saltato un passaggio della strutturazione delle reti di vendita.
Hanno iniziato da subito con la grande distribuzione e ci sono pochi piccoli negozi rispetto ai paesi dell'Europa occidentale.
Per questo da loro la crisi sta causando un collasso e problemi molto più elevati.
Non essendoci i piccoli negozi con il loro mix di flessibilità fatto di gestione famigliare, evasione, contatto con il cliente ecc tutto è affidato ai grossi gruppi.
Ma notoriamente i grossi gruppi basano il loro business più su volumi e quindi finanza e flussi di cassa che non sui margini di contribuzione del prodotto.
Peccato che la crisi rallenta i flussi di cassa e cambia le rendite finanziarie, uccidendo un business basato sulla crescita dei volumi attraverso su nuove aperture (finanziate con l'indebitamento).
Insomma moltissimi gruppi distributivi dei paesi dell'Est Europeo sono con l'acqua alla gola.
Quindi la mia impressione è che il loro sistema di distribuzione è sull'orlo del baratro, senza paracadute.
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3 commenti:
Pensaci Imprenditore, se operatori anche nei paesi occidentali scaricheranno su di noi i debiti ( chiedendo sostegni pena la chiusura e il licenziamento di molte persone ).
Sarebbe ora che le grandi aziende si facciano carico dei debiti in toto ( come i piccoli imprenditori ) non cercando di scaricarli sulla collettività.
secondo me dovrebbero salvare le grandi aziende (per la stabilità sociale) espropriando gli azionisti.
In altri posti stanno facendo così. Se vuoi che ti salvi a casa il management, chi c'è paga normale e azionisti che perdono i loro soldini.
altrimenti mettici tu i soldini o salvati da solo
il problema è che se poi nazionalizziamo la politica ha troppi appetiti e torniamo indietro
e' un interessante analisi. concordo.
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