venerdì 23 maggio 2008
A parole si tutela la storia
A parole si tutela la storia e la cultura, nei fatti certe situazioni portano alla sparizione della storia e di chi cerca faticosamente di portare avanti progetti culturali.
Non so chi di voi sia stato a Milano e sia appassionato d'arte. Se è così non può esservi sfuggita la Libreria Bocca in Galleria.
Un punto di riferimento, a metà tra la libreria e la galleria d'arte, un posto dove entrare e sfogliare cataloghi d'arte provenienti da tutto il mondo (ci sono comode poltrone).
Un posto dove potete entrare senza idee e uscire pieni di libri.
Un posto dove potete farvi raccontare storie interessanti da chi ci lavora e di arte è grande appassionato oltre che esperto.
Come tutte le attività di questo tipo posizionate nei punti strategici e importanti delle città il rischio è quello della sparizione.
La giunta Moratti (giustamente) vuole valorizzare il patrimonio comunale. Ma chiedere l'affitto che possono pagare Prada, Tod's Mercedes o Louis Vuitton, tutti lì a due passi (ma anche a supermercati consumistici della cultura come la Feltrinelli) a una attività di questo tipo è condannarla al fallimento.
Ha già chiuso la mitica reminders lì davanti, vogliamo far sparire un'altra attività che ha solo 233 anni?
Vogliamo davvero che le nostre città diventino supermercati indifferenziati che non capisci più dove sei visto che sono diventate il regno del franchising e quindi più che Zara, H&M e simili non ti trovi?
Costa dei soldi dare un canone "agevolato" a qualche attività?
In questo caso previa presentazione dei bilanci e la contrattazione di un canone accettabile che il delta venga messo in capo all'assessorato alla cultura mi pare una cosa giusta non uno spreco.
Uno spreco sono gli uffici ad equo canone o canone bassissimo nelle stesse zone. Ma quelli magari sono per gli amici o gli amici degli amici.
Chi ha tempo e voglia faccia il passaparola. E se passa da Milano ci metta la testa dentro, il solo pavimento vale una visita.
NB: non ho alcun interesse economico nella cosa, sono solo un cliente.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
7 commenti:
Caro imprenditore, questo mi ricorda molto la vicenda della spazzatura a Napoli.
Le regole di mercato? Certo, but not in my backyard.
E' un negozio di 233 anni, pevbacco! Non vorrete mica confondevlo con un volgave negozio della Feltvinelli (e con i volgavissimi suoi clienti da quattvo soldi).
Sulle regole di mercato sfondi una porta aperta.
Se poi pensi davvero che una libreria come quella sia in concorrenza con la Feltrinelli forse non hai capite bene tu, come funziona il mercato.
Fra i clienti da 4 soldi Feltrinelli (come Fnac, Hoepli e altri) annovera anche me. E lì spendo anche più che alla piccola libreria.
Ma che sia diventato un supermercato lo dicono i suoi dipendenti storici, non solo io. Fai una prova, cerca un appassionato vero di libri o musica tra i commessi se ci riesci. Mosche bianche.
Se invece di leggere col preconcetto leggessi bene ho detto che "previa presentazione del bilancio" sarei favorevole ad un affitto compatibile con il giro d'affari. Quindi aiuto, non "droga".
Quanto fattura Feltrinelli in galleria? Credo che abbia la possibilità di pagarlo, l'affitto.
Al limite può sempre licenziare qualcuno del personale e risparmiare.
Se poi davvero preferisci che i nostri centri storici siano pieni solo di Franchising e grandi catene secondo me dimostri che lavorerai anche alla Feltrinelli (come pare) ma essendo la Feltrinelli 2008 e non quella dei tempi della cultura ti interessa poco.
No, non lavoro alla feltrinelli, non ci sei andato neanche un pò vicino...
Vediamo: poichè la Feltrinelli è in grado di pagare l'affitto, è giusto che lo paghi.
Mentre per l'Altro Negozio saresti "favorevole ad un affitto compatibile con il giro d'affari".
Che strano, mi sembra di averla gia' sentita una frase simile ...
Ah si, eccola: “da ognuno secondo le proprie capacità, ad ognuno secondo i propri bisogni”.
GULP!!! Tu, comunista???
Insomma:
Le regole si applicano per tutti, ma per gli amici si interpretano.
Il libero mercato si applica per l'impiegato della feltrinelli. E infatti la Feltrinelli "al limite può sempre licenziare qualcuno del personale e risparmiare".
Mentre per l'Altro Negozio è doveroso dare un "aiuto, non "droga" (e ci mancherebbe altro).
La cultura deve sparire......quello che conta sono le flotte di ragazzini che comprano cd e videogame (ovviamente scherzo, ma rientra tutto in un progetto piu' grande...vedi i pensieri di un certo gelli....)
La feltrinelli non mi dispiace, penso di averci speso tanto negli anni, ma capisco perfettamente il senso del post.
E' bello entrare in un negozio e poter trovare qualcuno che sa darti un consiglio.....purtroppo e' questo che sta sparendo.
Actarus74
Imprenditore.........chiudi gli occhi ed immagina di essere Springsting sul palco con tanta gente che sta applaudendo.
Ecco, sono tutti i commercianti che lavorano pensando al loro lavoro e non solo al fatturato che stanno commentando il tuo post.
Mi tolgo il cappello.
bravo Springsting
continua a cartarci il tuo Born to gnarl"!
A famigghia
Lasciando perdere gli applausi noto con dispiacere che io dico A e l'anonimo mi risponde B.
Se avere il senso della solidarietà significa essere comunista, anche per le tasse che pago per nessun servizio, lo sono.
E non è un fatto di "amici" mi sarebbe dispiaciuto se avesse chiuso definitivamente il Savini, mi è spiaciuto per i reminders. Mi fa cagare vedere un negozio di Zara con finto marchio italiano in galleria, sono felice che McDonalds l'abbiano costretta a non fare tutto rosso e giallo.
Poi naturalmente, come ho detto se si preferisce avere solo le multinazionali e i franchising liberi di farlo.
Io invece che in galleria andrò per vicoli a cercare le librerie di un certo tipo.
E gli stranieri che visitano milano avranno comodamente a disposizione i marchi che conoscono.
Manca solo Starbucks in fondo. Ma arriverà anche quello.
Ma gli uffici dei politici ad equo canone rimarranno. Quelli sono il presidio della democrazia.
Come lo è stato la Feltrinelli, d'altra parte.
Posta un commento