sabato 22 settembre 2007

Sempre gli stessi tic

Alla Visco, anche i compagni delle Coop, odiando chi ha guadagnato i soldi con il proprio lavoro, alle accuse di Caprotti (Esselunga) invece di rispondere puntualmente contestando le accuse rispondono "A piangere su presunti soprusi e vessazioni inaudite subite a causa delle cooperative di consumo per oltre cinquant’anni e’ uno degli uomini piu’ ricchi d’Italia".

Quindi cosa vuol dire che siccome Caprotti è ricco è giusto che subisca?
O che le Coop siano favorite dall'essere parte interconnessa all'attuale sistema di potere?
Solito richiamo alla lotta di classe per coprire il fatto che di cooperativo c'è più nulla a parte le quote soci o che si hanno prezzi più alti dove manca la concorrenza come scritto da Caprotti sul Sole l'altro giorno?

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Farsi fregare dalle cooperative, che come si sa non sono in grado di fare impresa: che pollo che è Caprotti!

Anonimo ha detto...

e' vero: come dice l'imprenditore le cooperative hanno rubato tutto quello che hanno prodotto!

Anonimo ha detto...

Prendevo un caffè al bar e butto l'occhio sulla GAZZETTA DELLO SPORT.
Titolo in prima pagina:
"Il padrone dell'Esselunga si lamenta... Forse esagera ?" con articolo strafazioso e stomachevole.
Non ci si può più fidare neanche della Gazza !
Mah !

Anonimo ha detto...

Il titolo era: "Ma perché il padrone dell'Esselunga va all'attacco delle Coop". Caro misterq, smetti di mettere quella roba nel caffè, non ti fa bene, prendi fischi per fiaschi.

Anonimo ha detto...

Caprotti sembra uno di quei bambini che sono usi a menare gli altri e poi quando vengono rimenati vanno a dire "Buah!" dalla mammina... se non fosse che ha ormai 374 anni. Roba che nemmeno il conte Serbelloni Mazzanti vien Dal Mare di fantozziana memoria...

Unknown ha detto...

La tabella ripresa dal sole24ore è interessante ma non so quanto sia corretto aggregare i risultati di tutte e cinque le cooperative sinceramente.

Le coop sono sia "rosse" che "bianche" ed anche le seconde godono dei medesimi privilegi che la legge consente come le prime.

Caprotti è il manager [o paron] vecchio stampo per antonomasia avendo, tra l'altro, collezionato più denunce per comportamento antisindacale lui che tutto il resto della gdo messa insieme.

...........chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Un abbraccio.

Pier Luca Santoro

Unknown ha detto...

I commenti si sono rivolti più verso Caprotti che al tema del mio post.
Sono d'accordo con Pier Luca che Caprotti è noto come imprenditore old style (non a caso non è un bimbo). E che ci sono fior fiore di cooperative bianche o altre organizzazioni (figurati se non lo so sono in Lombardia) che approfittano della vicinanza alla politica.
E mi sarei aspettato una risposta con questi contenuti.

Ciò non toglie che il dubbio iniziale mi resta.
Si ha diritto a usare le commistioni con la politica per frenare uno solo perché è "già ricco?"
E chi lo decide?

O semplicemente si può perché ormai in Italia va così e nessuno si scandalizza più?

Anonimo ha detto...

Ho lavorato nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) per oltre 20 anni e conosco bene i metodi delle COOP e loro referenti politici. Entrare in Emilia, Toscana e Umbria è un'autentica guerra; basti pensare a tutti i piani regolatori dei Comuni che prevedono in un certo quartiere "la farmacia" "il supermercato" (ovviamente COOP), durissimo fargli accettare che i supermercati devono essere più di uno ed in concorrenza tra loro. Esselunga ha sempre combattuto a viso aperto, Superal ed altri hanno cercato un modus vivendi. Come con la mafia. Perchè di questo si tratta. Il sistema delle COOP intrecciato con la politica è un cancro in quelle Regioni come la mafia lo è in Sicilia, Calabria e Puglia. Mai uno sciopero nelle COOP, contratti di lavoro che i concorrenti si sognano. Ci vorrebbe proprio la Commissione Antimafia !!

Anonimo ha detto...

Anonimo... Anonimi...
Ma vi costa così tanto mettere una X in fondo ai fostri commenti ?
Non dico metterci la faccia, perchè di questo difficilmente ne sareste capaci, ma una semplice sigla, una lettera per riconoscervi gli uni dalgli altri.
Già prendo fischi per fiaschi e bevo roba che mi da alla testa... mi sarebbe di aiuto non confonder pure le persone !
E' forse chieder troppo ?

Anonimo ha detto...

Beh via vi voglio raccontare una cosa a proposito dei metodi delle COOP

E' capitato più volte che ho acquistato varie cose da un mio amico che ha un azienda agricola
L'ultima volta che sono andato a trovarlo era incazzato nero e così gli ho chiesto cosa aveva..

Mi risponde: "Eh è sempre così quando arrivano quelli della COOP

Vengono e pretendono di dirmi il prezzo a cui gli devo vendere i raccolti! E mi dicono che con un prezzo più alto loro non ne fanno di nulla anzi mi fanno un favore ad acquistare da me perchè possono benissimo prendere i prodotti da altri paesi dell'Est dove costa meno..

E io sono obbligato a vendere a loro x non buttare tutto andando si e no in pari con le spese...
Fai conto te che adesso io ho venduto un ettaro di meloni a circa 17 centesimi a melone"

Cioè cavolo vi rendete conto???
E questi dovrebbero essere una cooperativa?? 17 centesimi x un melone?!!! se lo comprate voi ve lo fanno pagare 1 euro e 50, 2 euro..!!!

E' assurdo! e lui che mi fa "io quest'anno praticamente ho lavorato gratis! ma il prossim anno se la stagione è buona se non trovo altri compratori preferisco regalare tutto!"

Unknown ha detto...

@ diego
infatti uno dei problemi è quello.
Si comportano come tutto il resto della GDO, sono lì per fare business.
Mi pare che il sistema cooperativo non nasca con questo scopo.

Al tuo amico dì che il giorno che gli agricoltori si metteranno in testa di fare a loro volta una cooperativa sarà sempre troppo tardi.
Se quelli della Coop (o di Esselunga, intendiamoci) si trovassero davanti un gruppo che vende tutti i meloni di una certa zona potrebbero fare un po' meno la voce grossa.
Se poi la loro cooperativa fornisse meloni pronti per la vendita e lavorati vedi che il prezzo cambia.

Anonimo ha detto...

Concordo, il problema dell’agricoltura è che sono tutti piccoli, nessuna coop, nessun consorzio. Sono facili prede dei grossisti o della gdo. Eppure basta vedere le mele del trentino (Melinda, Marlen, ecc) per capire che consorziarsi conviene. Però nelle proteste per avere contributi pubblici sono tutti uniti.

Unknown ha detto...

@rino
tanto per chiarire il mio pensiero (visto che poi spesso vengono travisati):
lo stesso problema ce l'hanno migliaia di piccoli industriali.
Che invece di consorziarsi, fare reti di distribuzioni comuni, progettare sistemi per avere più forza vanno avanti in ordine sparso.
Ah, si, certo, ognuno fiero padrone del 100% del suo nulla.
Io preferirei lo 0,5% di Mediobanca ;-)

emiliogelosi ha detto...

@Rino - Scusa, ma il fatto che le cooperative agricole non esistano è una bufala. A parte quelli che citi tu, mai sentito parlare di Apofruit Italia, Orogel, Conserve Italia (Yoga, Valfrutta, Cirio), Granarolo (latte), Amadori (polli)? Vero invece che il 70% dell'ortofrutta viene contrattata direttamente. Se gli agricoltori sono piccoli è per loro scelta, non perché non esistano gli strumenti...

emiliogelosi ha detto...

@imprenditore. Per creare le reti credo servirebbe uno sforzo organizzativo da parte delle associazioni di categoria. Certo che io, se lavorassi per industriali o artigiani preferirei avere 3 milioni di piccoletti che mi pagano la quota e non hanno la forza di rompere le scatole, piuttosto che due o trecento consorzi in grado di sindacare le scelte mie e di quelli che comandano...