martedì 30 maggio 2006

Next stop - referendum

E adesso altra campagna.
Per lo sconosciuto referendum.

Cerco di tenermi informato e non so nè quando nè cosa andremo a votare, immaginiamoci "l'uomo della strada" (dal quale, beninteso, non mi sento così diverso).

Sarà dura tenere alta l'affluenza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che il referendum sia il vero momento della verità per un paese che voglia cambiare. Checchè ne dica Prodi le innovazioni apportate alla Carta sono molte e la maggior parte buone: penso alla fine del bicameralismo perfetto, alla diminuzione del numero di parlamentari, alla sparizione dei senatori a vita, al rafforzamento dei poteri del primo ministro. Vista la macchinosità di riformare la Costituzione (4 letture distanziate nel tempo) non si può buttare via il lavoro già fatto, al più si potrà migliorarlo strada facendo. Dobbiamo salvare le modifiche fatte, il solo modo per uscire da questo medioevo politico

Morgana ha detto...

il referendum e' confermativo e l'affluenza non c'entra;

Ecco perché votare “SI” al referendum del 25-26 giugno

I punti salienti della riforma, che modificano la struttura delle istituzioni rendendole più vicine ai cittadini, in modo da ridurne i costi e migliorarne l’efficienza, sono:

Istituzione del Senato federale: il Parlamento sarà composto dalla Camera dei deputati e dal Senato federale della Repubblica. I senatori saranno eletti in ciascuna regione contestualmente


all’elezione dei rispettivi consigli regionali.

Riduzione del numero dei parlamentari di circa il 23%. La Camera passa da 630 a 500 deputati, invece i senatori diminuiscono dagli attuali 315 ai 252 membri del nuovo Senato federale.


Scende anche il numero dei parlamentari a vita nominati dal presidente della Repubblica: saranno 3 deputati e non più 5 senatori.


Un Parlamento più giovane: per essere eletti alla Camera basterà avere 21 anni contro gli attuali 25, mentre per diventare senatori sarà sufficiente avere 25 anni rispetto ai 40 richiesti ora.


Iter delle leggi più semplice e definizione dei ruoli di Camera e Senato: scompare il bicameralismo perfetto, cioè quel meccanismo, presente solo nel nostro Paese, secondo il quale la Camera e il Senato hanno le stesse competenze e dunque ogni legge deve essere approvata da entrambi con lo stesso testo. Questo si traduce spesso in ripetuti passaggi da un ramo all’altro del Parlamento solo per ratificare modifiche formali, sottraendo tempo e risorse alla discussione di altre questioni importanti. La Camera si occuperà delle leggi inerenti questioni che sono di esclusiva competenza dello Stato, quali ad esempio politica estera, immigrazione, difesa, giurisdizione e norme processuali, politica monetaria, ordine pubblico, ecc. Il Senato federale esaminerà le leggi riguardanti le materie concorrenti, che sono cioè di competenza sia dello Stato che delle regioni, come ad esempio i rapporti dell’Unione europea con le regioni, il commercio con l’estero, l’ordinamento sportivo regionale, la protezione civile, ecc.


Devoluzione: poteri legislativi esclusivi alle regioni. Le regioni avranno competenza legislativa esclusiva in materia di: assistenza e organizzazione sanitaria; organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, definizione della parte dei programmi di interesse specifico per la regione; polizia amministrativa regionale e locale. Questo rappresenta un passo concreto verso la realizzazione del federalismo, che aumenta le competenze delle istituzioni locali, le quali conoscono meglio il territorio rispetto alle istituzioni dello Stato centrale e dunque possono rispondere in modo più adeguato alle esigenze dei cittadini. Le regioni potranno legiferare in modo esclusivo in materie inerenti tre settori particolarmente importanti della vita civile: la sanità, la scuola e la sicurezza locale.

Elezione diretta del premier: i candidati alla carica di premier saranno collegati ad una o più liste di candidati alla Camera dei deputati. Il premier avrà il potere di nominare e revocare i ministri e sciogliere la Camera. Cresce quindi la sovranità del popolo, che oltre ai parlamentari eleggerà direttamente il capo del governo.

Corte Costituzionale: sarà sempre composta da 15 giudici ma salgono da 5 a 7 quelli nominati dal Parlamento, in particolare 4 dal Senato federale e 3 dalla Camera; 4 anziché 5 saranno indicati rispettivamente dal presidente della Repubblica e dai magistrati. Dunque cambia la composizione


dell’organismo di garanzia che ha il potere di bloccare le leggi votate dal Parlamento se ritenute in contrasto con la Costituzione: avranno più peso i membri nominati dal Parlamento, cioè dai rappresentanti eletti dal popolo.


**bel Blog**
ciao
*M

Unknown ha detto...

Piano piano sto cominciando ad informarmi dei vari cambiamenti.

Ringrazio Morgana per il commento molto esaustivo e di parte ma equilibrato.

Unico dubbio che mi è venuto sono i tempi, i parlamentari li riduciamo tra 8 anni o giù di lì (se ricordo bene).