Il tic del (fu)vice-ministro Visco in ambito fiscale producono a volte effetti collaterali non voluti (o forse si, boh?).
Prendiamo l'abbassamento delle aliquote Ires, una misura importante e a lungo attesa (invano con Berlusconi). Tale abbassamento è avvenuto, come si dice nel giro "a gettito invariato" il che vuol dire che qualcuno pagherà di più, qualcuno di meno.
Io per fortuna faccio parte della seconda categoria. Ciò non toglie che la mia attenzione per la situazione globale mi faccia considerare sbagliato il concetto di fondo.
Come forse ricordate chi paga di più è chi ha oneri finanziari che eccedono il 30% del margine operativo. Il capitalizzare le imprese è una mania di Visco (si ricordi la complicatissima e quasi ininfluente Dit).
Peccato che una misura di questo genere colpirà principalmente due categorie:
- le aziende decotte, alle quali darà il colpo di grazia. Con gli ultimi anni di forte crisi chi non ha avuto la forza, capacità o coraggio di rinnovarsi è entrato nella spirale del debito. E questo fa parte delle cose, dispiace per chi chiuderà, per i suoi collaboratori, ma è inevitabile. E' solo un accelerante della fine ineluttabile.
- le nuove aziendeo quelle in sviluppo. E qui la cosa è molto più grave. Una nuova azienda che cresce è indebitata strutturalmente per finanziare indebitamento e circolante. E quindi ha oneri elevati e magari margini risicati per guadagnare mercato. Queste aziende saranno stritolate dall'allargamento della base imponibile.
E per assurdo non gli converrà investire.
L'effetto collaterale è che chi è ricco e può finanziare l'azienda paga meno tasse, i giovanotti con ottime idee, tanto bravi e credibili da riuscire a farsi finanziare da una banca molte di più.
Bel modo di tutelare i deboli.
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2 commenti:
Analisi che non fa una grinza, honestly speaking.
Direi che è pure peggio:
- una piccola parte delle aziende decotte magai si sarebbe ripresa
- anche per l' impresa senza problemi di copertura finanziaria diventa meno conveniente investire.
Marcello
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