martedì 28 ottobre 2008

Baroni

Io che ho fatto le superiori negli anni intorno al 77 con le manifestazioni studentesche mi sento a casa, anzi ad oggi pochi scontri armati rispetto i miei ricordi.

Ma per il mestiere che faccio (e qualche esperienza Confindustriale) con l'università sono entrato in contatto diverse volte.

I Magnifici Rettori che ho conosciuto sono dei grandissimi stronzi (mi si perdoni il francesismo). Capisco che già uno che viene appellato Magnifico e si agghinda come da foto possa avere qualche problema di identità, ma l'impressione è che siano alla fine dei personaggi autoreferenziali cui interessa enormemente di più la loro bella poltrona e molto meno dei risultati della loro università.

E tutte le volte che prendono la parola chiedono solo soldi, non spiegano a cosa servono quei soldi (prevalentemente a pagare i loro stipendi) ma continuano a chiedere in nome della cultura ecc ecc.
Per poi aprire mille sedi distaccate che non servono a nulla se non a far contento qualche sindaco (e il calcolo costi/benefici lo fanno?).
L'impressione poi è che (per come il rettore viene nominato) in quel posto vadano più intrallazzatori e leccaculo che persone capaci.

Come sempre generalizzo (lo so) e ci sono ottimi rettori, ma se facciamo la media questa è la mia impressione.

Non a caso l'università italiana è ingessata da concorsi, professori vecchi, poca meritocrazia.

E quei polli degli studenti (come ben dice Pansa sul Riformista di ieri) a difenderli.

Per non parlare poi dei rapporti università / Aziende. Unico interesse: quanti soldi hai da spendere?
Ho avuto scene comiche se non fosse che c'era da piangere.
Noi che volevamo fare ricerca, chiedevamo che competenze avevano da offrirci e loro che ci dicevano: si, ma quanto è il vostro budget?
Un po' come se io entrassi in un negozio e gli chiedo di farmi vedere dei maglioni e loro mi chiedessero prima quanti soldi ho da spendere senza mai farmi vedere i maglioni.

Per non dire della disorganizzazione per contattarli.
Provate a contattare una università per fare ricerca se non conoscete qualcuno.
Tipici uffici pubblici.

Che ci siano delle cose che non funzionano siamo tutti d'accordo.
Ma la prima cosa da riformare sarebbe la testa dei baroni universitari.

12 commenti:

Jakala ha detto...

C'è gente che si dimentica che i rettori (o anche i presidi di facoltà) sono in realtà dei prof con capacità politiche, più è grande è l'univ. più è un politico navigato.

Fare l'esame mentre il tuo prof. sta coordinando un'elezione ti spiega molte cose non dette, oltretutto il prof. era veramente bravo e l'esame era serio.

Unknown ha detto...

Secondo me l'università è volutamente strutturata in maniera confusionale per rendere difficile ogni tipo di cambiamento e di semplificazione.

Anonimo ha detto...

Venezia e Padova avevano l'Università (anzi più di una), Treviso no.
Cosa ti pensa Dino De Poli Presidente della fondazione Cassamarca? la vogliamo anche noi. E via a spendere un patrimonio per creare un'università compresa ovviamente di faraonica aula magna con splendide boiseries. Ma quali facoltà? qui decide tutto lui, che è anche promotore di una fondazione per il sostegno della lingua latina nel mondo; Padova e Venezia rispondono, si tratta di corsi di laurea non necessari e già inflazionati quindi arrangiatevi. Ma lui ha i soldi e va avanti, ormai Treviso è tutta un campus (l'ex distretto militare, l'ex ospedale e via così) anche molto bello; un nuovo ponte sul Sile, il quartiere latino ecc.
Ma ieri De Poli fa una conferenza stampa e dice "Venezia e Padova si devono pagare i professori, non è giusto che dobbiamo pagarli noi". Ma chi gli ha chiesto di fare un'Università a 30 km da Venezia e 40 da Padova? senza uno straccio di ricerca di mercato, senza una pianificazione, ecc. Ma se con solo una piccola parte dei soldi spesi costruiva case dello studente a VE e PD e magari dava borse di studio ai suoi studenti trevisani non era molto meglio?
Ma al peggio non c'è limite, anche Feltre e Portogruaro hanno le loro sedi distaccate. E poi questi chiedono ancora soldi.....per fare ricerca dicono (sic!)
Pollodimare

Anonimo ha detto...

Tutto vero, il problema è che chi ci governa non ha la benché minima idea di come si può riformare l’università (o qualsiasi altro settore). La soluzione è: si taglia e resta tutto com’è. Così si distrugge quel che c’è di buono e basta.

Anonimo ha detto...

Certo che se uno entra in una università con lo stesso spirito con il quale si entra in un negozio di abbigliamento non si dovrebbe poi stupire se i rettori sembrano dei bottegai...

Unknown ha detto...

Beh, certo, secondo loro entro col cappello in mano, gli do' 250.000 Euro e poi vediamo se riescono a darmi qualcosa come ricerca.

Vai avanti tu che a me scappa da ridere.

duca ha detto...

Concordo su tutto. In particolare:
- sulla fame di soldi,
- la storia dell'amico di Treviso speculare a molte sedi distaccate dell'Emilia Romagna
- sull'incapacità di fare ricerca
- l'assoluta negligenza verso gli studenti.

Io li ho visti da vicino, e sono stato costretto a collaborarci. Tutto vero.
Aggiungo che se la Guardia di Finanza li va a trovare e guarda le duplicazioni di bilancio, l'uso improprio dei fobdi UE e altre cosucce del genere se ne vedrebbero delle belle. Andate a vedere come dimostrano le spese sui master finanziati dalla UE.....andate a controllare e fate l'incrocio. a me risulta che la duplicazione delle spese (o per meglio dire le spese pagate 2 volte) non sono proprio così regolari. Basta andare a veder le Università che cofinanziano i Master con fondi UE. (sono indicati anche mnella pubblicità)

Anonimo ha detto...

Mi pare un po' strano, dal momento che un giovane studente di architettura /informatica /grafica /ecc. sarebbe ben disposto a progettare qualcosa per una ditta realmente esistente anche per un compenso modesto: avrebbe l'occasione di mettere qualcosa sul suo curriculum già ancora prima di laurearsi.
Una spiegazione potrebbe essere che il professore, essendo pagato per tenere lezioni, non ha grande interesse a perdere tempo con la ricerca. Tanto viene pagato lo stesso, sia che i suoi alunni trovino posti di prestigio, sia che finiscano a lavorare nei call center.
Però non è da escludersi che la colpa sia anche di qualche imprenditore, che voglia semplicemente un gruppo di poveri fessi che gli facciano GRATIS il lavoro che pagherebbe salato da uno studio di professionisti (progetti, ricerche statistiche, siti web, ecc.). Molti vorrebbero quasi essere pagati per essersi scomodati a proporre un incarico, sia pure da quattro soldi. all'università.

Sarebbe bello scrivere una lettera a "Libero" o al "Giornale" specificando sia quale era l'Università col Magnifico Rettore, sia che tipo di incarico era stato offerto. Penso ne verrebbe fuori un dibattito molto interessante.

Unknown ha detto...

Il progetto era un progetto con un noto istituto universitario di ingegneria.

I "quattro soldi" che avevamo in testa erano tra i 40.000 e i 100.000 Euro.

Alla fine la ricerca ce la siamo fatta internamente, abbiamo depositato il brevetto internazionale, fatto il prodotto che adesso è sul mercato e ha prestazioni negli obiettivi che ci eravamo dati.

I contatti li avevamo avuti lo la struttura all'uopo costituita che (dovrebbe) favorire i rapporti di ricerca con le aziende.

E con questo collaboriamo (a pagamento) normalmente con CNR e altri con buoni risultati.

Unknown ha detto...

PS io non scrivo ai giornali, ho già il mio blog ;-)

duca ha detto...

Aggiungo che mentre da uno studio di professionisti ci si attende un risultato in tempi certi, con lUniversità è quasi impossibile in quanto i suddetti baroni sono uomini liberi e indipendenti, e quindi superiori alle imprese e di conseguenza fanno ciò che pare a loro, nei tempi che loro decidono. Se poi il risultato della ricerca è diverso da quello concordato.....be' non fa nulla....era ricerca!
Il problema è che i docenti universitari sono abituati a fare tutto ciò che vogliono e dopo anni in cui non hanno nessun controllo diventano totalmente autoreferenti.

Anonimo ha detto...

Dalla mia esperienza come studente universitario , confermo le parole dell'imprenditore.
Almeno dalle mie parti l'università è un'enorme macchina di consulenza, e i prof sono molto interesati ai soldi che vengono da questi extra .

E come si dice in francese:
''rien ne vaut plus qu'un bon piston!''