mercoledì 2 aprile 2008

Qualcuno pagherà



La telenovela Alitalia si chiude come previsto con i sindacati che fanno scappare i compratori.

Ma chi glielo fa fare di andare a finire sotto un gruppo straniero?
Meglio (soprattutto sotto elezioni) stare al calduccio sotto la protettiva coperta dello stato che tutto vede e a tutto provvede.
Meglio il potere id interdizione con i politici locali.
Meglio poter far lobby con amici e parenti.
Meglio che a pagare, come accade da sempre, siano gli italiani. Anche quelli i quali sono disinteressati dall'avere una compagnia di bandiera.

A chi ha la memoria corta vorri ricordare dove nasce il grande buco.
C'era un tempo che i più anzianotti ricordano e ai più giovani potrebbe parere strano, nel quale in Europa praticamente tutte le compagnie erano di bandiera.
Niente low cost.
Niente concorrenza stretta.
Alitalia caricando ogni giorno migliaia di persone e portandole a Roma e poi indietro ad un prezzo con il quale oggi vai, credo, in USA non aveva certo problemi economici.
Il Milano Roma era la classica cash cow. Niente concorrenza, niente alternative e la frase "ci auguriamo di riavervi sui nostri voli" aveva più l'aria della presa per i fondelli che altro.
Anche per i voli Europei una sostanziale attività di trust permetteva guadagni tali da sopportare sovrastrutture enormi e poco giustificabili.
Poi ci si accorse che questo sistema (come tutti i monopoli) lo mantenevano i consumatori.
Quindi fu messo qualche fetido volo AirOne e non pareva vero di poter punire Alitalia per tutte le angherie subite (a quei tempi tra l'altro facevo anch'io spesso Mi-Ro).
Poi la concorrenza si estese.
E all'estero, compresa la vicina Svizzera, ha fatto morti e feriti.
Oggi il contesto è assolutamente cambiato.
Inutile dire che i progressisti sindacati non se ne sono accorti.

In Italia, abituati alla presenza del Papa, sappiamo che abbiamo stellone e divina provvidenza. Quindi qualcuno (noi) pagherà.

Tralascio l'ennesima dimostrazione di capacità di programmazione per la quale si inaugura la strada di collegamento il giorno che Malpensa per la buona parte sbaracca.

Ps nella foto l'unica vera "Alitalia" alla quale sia mai stato legato.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Pronto per il gettone cordata? :)

Unknown ha detto...

son mica come taluni amici degli amici tipo De Benedetti che mettono il gettone di 10 e portano a casa 50 in aiuti...

Anonimo ha detto...

Non era mia intenzione catalogarti tra gli amici degli amici ... infatti c'è solo da pagare :) O con le tasse o con il gettone presenza dobbiamo mantenere l'italianità di Alitalia.

Anonimo ha detto...

No, Imprenditore:

quel tipo li che hai nominato è più bravo ancora: fa mettere a te (o a me o al primo che passa) il gettone da 10 a poi lui si cucca 50 :-)).

Malpensa è stata davvero la goccia che ha fatto traboccare il vaso Alitalia. I costi per il trasferimento del personale da Roma (sede lavorativa per praticamente tutti, personale viaggiante compreso) a Malpensa erano esorbitanti. A parte il fatto che la sede di lavoro, in aziendine piccole come la mia, è gestita con ENORME attenzione, onde evitare la questione trasferte, quindi non si capisce perchè in Alitalia non si sia provveduto per tempo, ma sai a che punto erano arrivati li dentro? Il mio socio ha un amico pilota, abita qui al Nord. Solitamente partiva da Malpensa. Una settimana con l'altra da Roma gli comunicavano il piano dei voli settimanali. Un semplice fax da Roma all'ufficio di Malpensa e via, cosa fatta. Da un annetto e mezzo in qua non più. Niente più fax, ancora non ha capito perchè. Quindi lui doveva, una volta alla settimana, prendere (a spese Alitalia) un aereo (possibilmente Alitalia), andare a Fiumicino, andare nell'ufficio Alitalia e farsi dare il programma voli della settimana. Poi, riprendere un altro aereo e tornare a Malpensa, sempre a spese Alitalia. C'è un aereo con un piccolo guasto a Malpensa? No problem: si mandano i meccanici da Roma, in aereo, a spese Alitalia per ripararlo.

Capisci l'oculatezza della gestione di quell'azienda? Queste sono le assurdità che la porteranno, spero, al fallimento. E sono certo che alla granitica immutevolezza della situazione - anzi: in caso di soffertissimi cambiamenti essi sono stati spesso e volentieri peggiorativi, in primis per i conti societari, i sondacati non siano affatto estranei.

Saluti
FB

Unknown ha detto...

@FB
Lo so lo so, l'avevo raccontato anch'io la storia dei meccanici in trasferta.

ma se la gente che ci lavora è amica degli amici (parenti vari) ed è di Roma....

Tanto paga pantalone.