martedì 29 aprile 2008

Stupore inutile


Molti si sono stupiti del fatto che (come avevo scritto tempo fa) siano gli industriali i primi a mettere davvero in un posto di potere delle donne.

Capisco che la nostra è considerata, come dice Angela Padrone, una categoria reietta, che molti pensino sia formata da ignoranti e da intrallazzatori.

Ma dimenticano una cosa.

Sfrondata di quelle che sono le inevitabili presenze (nella nostra categoria come in tutte le altre) di poco di buono non va confusa l'impresa rappresentata da Confindustria con gli oligopolisti.
A fronte di qualche decina di aziende semi-statali, protette, monopoliste, politiche ecc ci sono decine di migliaia di aziende che si muovono nel mercato libero.
E per farlo impari velocemente a tue spese che quello che conta sono le capacità.

Non si compete nel mercato libero e globale con i sotterfugi, si compete premiando il merito, nonostante quello che migliaia di scansafatiche o "vittime" vi raccontano. Ne ho incontrati molti di "nessuno mi capisce, non apprezzano le mie capacità". Peccato che anche col lanternino le capacità non le trovavi, probabilmente erano nascoste sotto i lamenti.

Lo stesso Berlusconi, che si dice sia così amante dei leccaculo, quando si parla di business si circonda di gente in gamba, fregandosene di "piacergli" e guardando i risultati. O davvero qualcuno crede che aziende come Mondadori sia di successo perché lui è in politica? Guardano il business, e infatti pubblicano anche i libri di Bocca se vendono.

Allora se questa è la situazione, perché stupirsi se c'è una donna a capo di Confindustria?
Semplicemente si pensa che in questo momento storico possa essere la persona giusta, donna, uomo o omosessuale che sia.

Due cose ha di buono Confindustria: la rotazione delle cariche e la capacità (anche se gli sbagli si fanno anche lì, ci mancherebbe) buona di selezionare i suoi rappresentanti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non solo la Marcegaglia presidente.
Anche il presidente dei giovani immprenditori è donna. La Marcegaglia era scritto che sarebbe stata un giorno presidente di confindustria, è da anni che dimostra voglia e capacità di esserle e non mi stupisco affatto. Speriamo che anche in politica prima o poi le donne abbiano voglia di impegnarsi e che non ci siano solo più donne di figura ma anche di sostanza che abbiano a cuore il loro paese.

Anonimo ha detto...

E in Confindustria Emilia-Romagna abbiamo Anna Maria Artoni ;)
Che dire... tutte donne decisamente in gamba !
Penso fosse solo un problema di "rompere il ghiaccio", o meglio "Infrangere il tabu'"... e ora che la strada e' stata spianata... via !!!

Anonimo ha detto...

A parte il fatto che la nostra regola del limite temporale agli incarichi dovrebbe esser d'esempio anche per la politica (ma da quest'orecchio lor signori risultano lievemente deficitari), la grande speranza connessa all'elezione di “Black & Decker” Emma risiede proprio nelle sue prime dichiarazioni, già il giorno della designazione ufficiale.

L'attenzione per le istanze della piccola & media impresa manifatturiera (con l'attribuzione di una reale voce in capitolo all'iperattivo presidente PI Morandini) dovrebbe finalmente portare un positivo chiarimento, presso l'opinione pubblica, in merito alla natura dell'associazione.

Abbiamo sempre avuto un bel dire, infatti, che la grandissima parte delle aziende associate ha dimensioni lillipuziane rispetto alla FIAT, ma fino a quando gli interessi prevalentemente curati dalla nostra cosiddetta "casa comune" erano (ed ancora oggi sono) quelli dei grandi gruppi e gli uomini in primo piano di là provenivano .....

Unknown ha detto...

@ woman
allora posso dire di aver fatto qualcosa di buono nella vita.
Chi scrive partecipò al team che affiancò la ragazza nell'"imparare il mestiere" e poi portò all'elezione della prima donna Presidente in Confindustria.
Quindi il tabù cascò anche grazie a me.

@Doktorfranz
comanda chi c'è.
E dopo Fossa abbiamo visto che è meglio avere medi imprenditori autonomi che piccoli.
I piccoli (come gli arbitri ;-)) soffrono di complesso di sudditanza verso Torino.
Morandini iperattivo è iperattivo, facesse più squadra invece di intasarmi la mail con le sue agenzie preferirei, ma sono gusti personali.